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Home » Spettacolo » Ballando, Alex Di Giorgio: “Mi ha fatto outing l’uomo che amavo”. Il nuotatore conquista la finale dello show

Ballando, Alex Di Giorgio: “Mi ha fatto outing l’uomo che amavo”. Il nuotatore conquista la finale dello show

Lo sportivo: "La mia vittoria? Far capire che è normale vedere due ragazzi gay ballare insieme". Iva Zanicchi danza con un bambolotto gonfiabile

Barbara Berti
3 Dicembre 2022
Alex Di Giorgio e Moreno Porcu a Ballando con le stelle 2022 (Instagram)

Alex Di Giorgio e Moreno Porcu a Ballando con le stelle 2022 (Instagram)

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La coppia di uomini, composta Alex Di Giorgio e Moreno Porcu, accede alla finale di Ballando con le stelle 2022, in programma il 17 dicembre. Ma per il nuotatore dichiaratamente omosessuale la vittoria è un’altra. “Se solo una mamma o un papà che ci hanno seguito in tv, hanno capito che vedere due ragazzi gay ballare insieme è una cosa normale, allora questa è la mia vittoria” dice Di Giorgio durante la serata del 2 dicembre, la semifinale, che lo vede vincere la puntata con ben 92 punti. Come da tradizione dello show di Milly Carlucci, durante la semifinale ‘ballano’ i sentimenti: i concorrenti, infatti, sono chiamati a realizzare una coreografia che rappresenti un momento importante della vita dei concorrenti. Oltre a Di Giorgio, ci sono Gabriel Garko, Alessandro Egger, Ema Stokholma e Rosanna Banfi e Iva Zanicchi: tutte e sei le coppie arrivano alla finale ma Banfi e Zanicchi partiranno con -20 punti.

Le coppie della semifinale di Ballando con le stelle 2022 (Facebook)
Le coppie della semifinale di Ballando con le stelle 2022 (Facebook)

La rivincita del nuotatore Alex Di Giorgio

Il nuotatore mette in passi uno dei suoi momento più bui: il coming out nel mondo dello sport. “L’ambiente dello spettacolo è diverso da quello dello sport, qui si è più accettati” dice l’atleta. E racconta: “Un giorno prendo il telefono in mano e mi ritrovo 50 messaggi di miei amici. C’erano le mie foto abbracciato con un altro ragazzo. Mi sono sentito sprofondare, tradito. Mi è stato fatto outing dalla persona che amavo. Mi ha messo nella condizione di dovermi giustificare, come se avessi mentito a tutti quelli che mi stavano accanto”.

 

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Un post condiviso da Moreno Porcu (@morenoporcu)

L’episodio risale agli anni intorno al 2011, quando la tematica era meno diffusa a livello di social. Per lo sportivo è stato un colpo al cuore, non solo per la sua vita personale ma anche per la sua carriera nello sport, un ambiente ancora restio alla divulgazione di tali notizie, in quegli anni. “Ho reagito nascondendomi, sono rimasto tre giorni chiuso in stanza, pensavo di non uscire più” dice Di Giorgio che ha provato a reagire dimostrando in piscina “che ciò che io ero non c’entrava niente con quello che potevo dare in acqua”. Ma non è stato semplice: “Facevano battute quando ero in costume e stavo entrando in doccia con dei ragazzi. Ci sono stati episodi che mi hanno fatto molto male” dice ancora. L’atleta ammette di essersi aperto con alcune persone ma una di queste, al centro sportivo, lo appellò con epiteto. “Sguardi, battutine, ma quello che più mi ha fatto male sono stati i silenzi: in quel momento è iniziato il mio disinnamoramento per il nuoto” continua lo sportivo che ha trovato rifugio, ascolto e amore tra le mura di casa: “I miei genitori mi hanno sempre accettato e appoggiato”.

Alex Di Giorgio e Moreno Porcu (Facebook)
Alex Di Giorgio e Moreno Porcu (Facebook)

La stella delle stelle: Iva Zanicchi

Con i suoi 82 anni e con doti danzanti opinabili, Iva Zanicchi arriva in finale di Ballando con le stelle 2022, edizione caratterizzata da tante polemiche, basta ricordare il caso Montesano. Spiazzante, ironica, pungente, sempre con la battuta (spinta) pronta, la Zanicchi è stata una delle grandi protagoniste di questa edizione dello show della Carlucci: dai balli non sempre perfetti alle sue barzellette, “sessiste” e “squallide” per la giurata Selvaggia Lucarelli a cui, in una delle prime puntate, arrivò a darle della poco di buono. Dopo quello scivolone, però, la Zanicchi si è rimessa in riga decidendo di puntare tutto sulla sua verve e la sua simpatia conquistando l’attenzione del pubblico. E lo ha fatto anche durante la semifinale ballando con un bambolotto gonfiabile, un certo Lino Samuelino, cugino argentino di Samuel Peron, suo ballerino professionista. “Guarda è moscio, completamente moscio. Mi ha impedito di ballare discretamente” è stato il suo commento alla fine della performance quando la padrona di casa le ha chiesto come fosse andata.

Iva Zanicchi e il suo maestro Samuel Peron (Facebook)
Iva Zanicchi e il suo maestro Samuel Peron (Facebook)

Se la Zanicchi è stato spesso sopra le righe, durante il secondo ballo della semifinale ha raccontato una parte di sé poco nota, il rapporto con il padre Zefiro che ha conosciuto quando lei aveva già 5 anni visto che era stato internato in un campo di concentramento. “Io l’avevo idealizzato perché non l’avevo mai conosciuto e quando è tornato dalla prigionia l’ho guardato ed ho trovato questo uomo orribile. Era 38 chili, gli occhi infossati, aveva uno zoccolo e una scarpa ho pensato questo non è il mio babbo e sono scappata via piangendo” racconta. “Avevo molta soggezione di mio papà” spiega ammettendo poi di essersi lasciata conquistare con un po’ di zucchero, alimento introvabile nel Dopoguerra. Con il padre ha avuto un rapporto molto freddo e solo in un punto di morte l’ha baciato per la prima volta. “E lì ho capito che per tutta la vita non ci siamo scambiati dei giusti gesti di affetto” ricorda l’Aquila di Ligonchio.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

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La coppia di uomini, composta Alex Di Giorgio e Moreno Porcu, accede alla finale di Ballando con le stelle 2022, in programma il 17 dicembre. Ma per il nuotatore dichiaratamente omosessuale la vittoria è un’altra. “Se solo una mamma o un papà che ci hanno seguito in tv, hanno capito che vedere due ragazzi gay ballare insieme è una cosa normale, allora questa è la mia vittoria” dice Di Giorgio durante la serata del 2 dicembre, la semifinale, che lo vede vincere la puntata con ben 92 punti. Come da tradizione dello show di Milly Carlucci, durante la semifinale ‘ballano’ i sentimenti: i concorrenti, infatti, sono chiamati a realizzare una coreografia che rappresenti un momento importante della vita dei concorrenti. Oltre a Di Giorgio, ci sono Gabriel Garko, Alessandro Egger, Ema Stokholma e Rosanna Banfi e Iva Zanicchi: tutte e sei le coppie arrivano alla finale ma Banfi e Zanicchi partiranno con -20 punti.
Le coppie della semifinale di Ballando con le stelle 2022 (Facebook)
Le coppie della semifinale di Ballando con le stelle 2022 (Facebook)

La rivincita del nuotatore Alex Di Giorgio

Il nuotatore mette in passi uno dei suoi momento più bui: il coming out nel mondo dello sport. “L’ambiente dello spettacolo è diverso da quello dello sport, qui si è più accettati” dice l’atleta. E racconta: “Un giorno prendo il telefono in mano e mi ritrovo 50 messaggi di miei amici. C’erano le mie foto abbracciato con un altro ragazzo. Mi sono sentito sprofondare, tradito. Mi è stato fatto outing dalla persona che amavo. Mi ha messo nella condizione di dovermi giustificare, come se avessi mentito a tutti quelli che mi stavano accanto”.
 
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Un post condiviso da Moreno Porcu (@morenoporcu)

L’episodio risale agli anni intorno al 2011, quando la tematica era meno diffusa a livello di social. Per lo sportivo è stato un colpo al cuore, non solo per la sua vita personale ma anche per la sua carriera nello sport, un ambiente ancora restio alla divulgazione di tali notizie, in quegli anni. “Ho reagito nascondendomi, sono rimasto tre giorni chiuso in stanza, pensavo di non uscire più” dice Di Giorgio che ha provato a reagire dimostrando in piscina “che ciò che io ero non c’entrava niente con quello che potevo dare in acqua”. Ma non è stato semplice: “Facevano battute quando ero in costume e stavo entrando in doccia con dei ragazzi. Ci sono stati episodi che mi hanno fatto molto male” dice ancora. L’atleta ammette di essersi aperto con alcune persone ma una di queste, al centro sportivo, lo appellò con epiteto. “Sguardi, battutine, ma quello che più mi ha fatto male sono stati i silenzi: in quel momento è iniziato il mio disinnamoramento per il nuoto” continua lo sportivo che ha trovato rifugio, ascolto e amore tra le mura di casa: “I miei genitori mi hanno sempre accettato e appoggiato”.
Alex Di Giorgio e Moreno Porcu (Facebook)
Alex Di Giorgio e Moreno Porcu (Facebook)

La stella delle stelle: Iva Zanicchi

Con i suoi 82 anni e con doti danzanti opinabili, Iva Zanicchi arriva in finale di Ballando con le stelle 2022, edizione caratterizzata da tante polemiche, basta ricordare il caso Montesano. Spiazzante, ironica, pungente, sempre con la battuta (spinta) pronta, la Zanicchi è stata una delle grandi protagoniste di questa edizione dello show della Carlucci: dai balli non sempre perfetti alle sue barzellette, “sessiste” e “squallide” per la giurata Selvaggia Lucarelli a cui, in una delle prime puntate, arrivò a darle della poco di buono. Dopo quello scivolone, però, la Zanicchi si è rimessa in riga decidendo di puntare tutto sulla sua verve e la sua simpatia conquistando l’attenzione del pubblico. E lo ha fatto anche durante la semifinale ballando con un bambolotto gonfiabile, un certo Lino Samuelino, cugino argentino di Samuel Peron, suo ballerino professionista. “Guarda è moscio, completamente moscio. Mi ha impedito di ballare discretamente” è stato il suo commento alla fine della performance quando la padrona di casa le ha chiesto come fosse andata.
Iva Zanicchi e il suo maestro Samuel Peron (Facebook)
Iva Zanicchi e il suo maestro Samuel Peron (Facebook)
Se la Zanicchi è stato spesso sopra le righe, durante il secondo ballo della semifinale ha raccontato una parte di sé poco nota, il rapporto con il padre Zefiro che ha conosciuto quando lei aveva già 5 anni visto che era stato internato in un campo di concentramento. “Io l’avevo idealizzato perché non l’avevo mai conosciuto e quando è tornato dalla prigionia l’ho guardato ed ho trovato questo uomo orribile. Era 38 chili, gli occhi infossati, aveva uno zoccolo e una scarpa ho pensato questo non è il mio babbo e sono scappata via piangendo” racconta. “Avevo molta soggezione di mio papà” spiega ammettendo poi di essersi lasciata conquistare con un po’ di zucchero, alimento introvabile nel Dopoguerra. Con il padre ha avuto un rapporto molto freddo e solo in un punto di morte l’ha baciato per la prima volta. “E lì ho capito che per tutta la vita non ci siamo scambiati dei giusti gesti di affetto” ricorda l’Aquila di Ligonchio.
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