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"Before I change my mind", la sorprendente normalità non binaria dell'adolescente Robin

Il protagonista del film diretto da Trevor Anderson è il giovane attore Vaughan Murrae che non si riconosce nello schema maschile-femminile

di GIOVANNI BOGANI -
13 agosto 2022
Vaughan Murrae, giovane interprete non binario – vale a dire che non si riconosce nello schema binario maschile-femminile

Vaughan Murrae, giovane interprete non binario – vale a dire che non si riconosce nello schema binario maschile-femminile

Un film con protagonista Vaughan Murrae, giovane interprete non binario, cioè che non si riconosce nello schema maschile/femminile, che interpreta un personaggio del quale ignoriamo l’identità di genere. È quello che propone il festival di Locarno con uno dei suoi film più belli, “Before I Change My Mind” di Trevor Anderson.
Il poster di "Before I Change My Mind"

Il poster di "Before I Change My Mind"

Al festival di Locarno, quest’anno, molti film affrontano tematiche femminili o Lgbtq+. “Before I Change My Mind”, in concorso nella sezione Cineasti del presente, è uno dei film più interessanti. Locarno è un paese incantevole nel Canton Ticino, all’estremità nord del lago Maggiore. È anche la sede, da 75 anni, di uno dei festival cinematografici più prestigiosi d’Europa, con almeno quattro lingue che si incrociano in ogni via, e migliaia di persone che affollano la Piazza Grande, con lo schermo cinematografico più grande d’Europa. Ottomila posti a sedere, una platea impressionante per un film. Eppure, senza farsi intrappolare dal confronto con festival come Venezia e Cannes, Locarno è riuscito a rimanere un festival molto preciso nelle sue scelte, con una grande attenzione al lato artistico dei film. Ed è sempre stato un palcoscenico importante e insieme intimo – a dispetto degli ottomila seduti in piazza – per registi indipendenti, coraggiosi, lontani dalla banalità.
L'attore Vaughan Murrae in una scena di "Before I Change My Mind"

L'attore Vaughan Murrae in una scena di "Before I Change My Mind"

Film d’esordio del regista Trevor Anderson, ambientato nel mezzo degli anni '80 ad Alberta, piccola città del Canada, “Before I Change My Mind” inizia con l’arrivo di uno studente nuovo in classe. Situazione già vista: solo che lo studente – che si chiama Robin – non è chiaro se sia un ragazzo o una ragazza. Interpretato dall’attore non binario Vaughan Murrae, al suo debutto nel cinema, Robin viene bullizzato, ma allo stesso tempo affascina i suoi compagni di scuola. E la storia del film si infila tutta intera nella storia di Robin, ma anche in quella del bullo della classe, che ne è stranamente attratto, e anche della bella ragazzina che canta alla recita della scuola e che è meno 'bambolina' di quanto si sia indotti a credere. Il ruolo di Izzy è affidato all’attrice Lacey Oake, sorprendente. Il film è girato benissimo, ogni inquadratura, ogni movimento della macchina da presa dice più di mille parole, i rapporti più sottili fra i personaggi diventano chiari con un primo piano, un dettaglio, una nota della colonna sonora. L’atmosfera degli anni ’80 è rappresentata in modo perfetto. L’attore quattordicenne Vaughan Murrae è bravissimo, l’uso della musica in tutto il film è fenomenale; il musical 'scolastico' su Gesù Cristo raccontato dal punto di vista di Maria Maddalena viene voglia di vederlo, subito, dov’è che lo danno?
 
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  E poi ci sono i temi che il film affronta. Robin oggi sarebbe definito persona non-binaria, ma all’epoca nessuno aveva mai sentito dire, mai neppure immaginato quella parola. E Robin, magro e affascinante come un Cristo dalla sessualità ambigua, crea un legame complicato con il bullo della scuola. Tutti sbagliano, gli adulti e i ragazzini: il padre di Robin, timidissimo, occhialuto, impiegato silenzioso che ama il figlio ma non riesce a capirlo troppo bene; la madre della ragazzina, con un matrimonio fallito alle spalle e troppo whisky nel bicchiere. “Before I Change My Mind” – più o meno, il titolo significa “Prima che cambi idea” – è un film colorato, divertente, ma anche molto attento a sfaccettare bene i personaggi e le emozioni. Nel film, nessuno usa i pronomi di genere per definire Robin: nessuno usa il maschile, il femminile, il neutro. Robin stesso, nel film, non sa come autodefinirsi. Gli autori hanno lasciato che il personaggio viva senza un’etichetta di genere.
 
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  Il film nasce da una vicenda personale, quella del regista Trevor Anderson il cui film richiama lo stile del quasi omonimo Wes Anderson; oltre che quello di Todd Solondz, di certi film di Gus Van Sant, e del grande narratore dell’adolescenza Larry Clark. "Da adolescente, in Canada, negli anni Ottanta, spesso mi chiedevano: ‘Sei un ragazzo o una ragazza?’. Avrei voluto lasciare quella domanda in sospeso, senza risposta, come fa Robin nel film" dice Trevor Anderson, il regista, già premiato al Sundance Festival e alla Berlinale per i suoi corti, qui al suo esordio nel lungometraggio. Un esordio di altissimo profilo, con un film denso di humour e di dettagli d’epoca pressoché perfetti.

Una scena del film "Before I Change My Mind" di Trevor Anderson

"L’idea mi è venuta quando ho provato a essere parte del mondo, a quattordici anni. Ho cominciato a scrivere in modo molto autobiografico, poi ho incontrato chi ha scritto il film insieme con me, Fish Griwkowsky, e il film è diventato fiction" spiega Anderson. E aggiunge: “Mi ricordo molto della cultura pop degli anni ’80 e dei musical che vedevamo. Mi è piaciuto molto anche immaginare che, in una scuola di provincia, non riuscissero a ottenere i diritti per eseguire ‘Jesus Christ Superstar’, e che allora l’insegnante di musica – interpretato da me – creasse un ‘suo’ musical su Gesù, ma visto dagli occhi di Maria Maddalena! E così, da ‘Jesus Christ Superstar’ che è molto anni ’70, ho ricreato un ‘Maria Maddalena’ che è molto nello stile di Mtv, e delle canzoni di Cindy Lauper”.