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Home » Spettacolo » Beppe Fiorello e l’esordio alla regia: “Racconto una storia di pregiudizi contro gli omosessuali”

Beppe Fiorello e l’esordio alla regia: “Racconto una storia di pregiudizi contro gli omosessuali”

Il debutto dietro la macchina da presa lo vede impegnato nel film "Stranizza d'amuri", sull'omicidio di Giarre del 1980. La pellicola è dedicata a Battiato

Giovanni Bogani
18 Agosto 2022
Beppe Fiorello

L'attore Beppe Fiorello esordisce in regia con "Stranizza d’amuri"

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Il primo film da regista di Beppe Fiorello sarà la storia dell’omicidio, rimasto impunito, di due adolescenti gay, nella Sicilia degli anni ’80. Il film si chiamerà “Stranizza d’amuri”, come il titolo di una canzone di Franco Battiato, che dice “quando ti incontro nella strada, mi viene una scossa nel cuore”.
Cinquantatré anni, alle spalle una serie interminabile di successi come attore in serie televisive di grande ascolto, straordinario nell’interpretare Domenico Modugno nella serie “Volare”, Beppe Fiorello si prepara al grande passo di una regia sua. E sceglie un episodio, un episodio cruciale nella storia della comunità LGBT in Italia. Era il 1980, a Giarre, vicino Catania, vennero uccisi due adolescenti gay. Il delitto rimase impunito, ma da quella tragedia nacque l’Arcigay, che in origine si chiamava “Fuori”, per difendere i diritti degli omosessuali.

L’omicidio di Giarre

I due ‘ziti’ (fidanzati) di Giarre (Catania) assassinati nel 1980

Era il 31 ottobre 1980 quando due ragazzi, uno di 25 e uno di 15 anni, furono trovati morti, mano nella mano, uccisi da un colpo di pistola ciascuno alla testa. In paese, a Giarre, tutti li conoscevano: li chiamavano “i ziti”, i fidanzati. Il delitto rivelò subito la sua radice omofoba: in paese, nessuno parlava. Non si è mai arrivati alla individuazione di un colpevole, anche se si suppose che i due ragazzi fossero stati uccisi da un altro ragazzino, tredicenne – e dunque impunibile – su ordine delle famiglie. Fu proprio da quel delitto che l’opinione pubblica italiana prese coscienza di un problema di discriminazione contro gli omosessuali. Il delitto di Giarre fu, di fatto, il seme per la nascita del movimento omosessuale italiano. Sulla vicenda sono stati scritti tre romanzi, uno dei quali – di Valerio la Martire, uscito nel 2013 – si chiama proprio “Stranizza”.

“Madrino” al Pride per lottare a fianco della comunità

Un mese fa, Beppe Fiorello è stato attaccato sui social per essere stato “madrino” al Gay Pride di Palermo: “Certi pregiudizi – dice – forse erano comprensibili cinquant’anni fa, quando la società si stava evolvendo: oggi sono inaccettabili”. E aggiunge: “Volevo partecipare a un movimento importante che sta lottando da tanto tempo per diritti fondamentali, spesso negati. Quella LGBT è una comunità che da anni ci insegna a lottare per i diritti comuni”.

Stranizza d’amuri

“Stranizza d’amuri” è dedicato a Franco Battiato: “La sua canzone racconta un amore impossibile in tempo di guerra e anche i due gay uccisi hanno vissuto una guerra”, dice Beppe Fiorello. Che dichiara, tutta intera, la sua passione per la musica di Battiato: “È il mio idolo musicale, la sua musica è la colonna sonora della mia vita”. I protagonisti saranno due giovanissimi, trentacinque anni in due: Samuele Segreto, 18 anni, e Gabriele Pizzurro, di 17. Con loro, Fabrizia Sacchi, Simona Malato ed Enrico Roccaforte.
“Volevo raccontare una storia di odio e pregiudizi – dice Beppe Fiorello –. Volevo, io per primo, conoscere meglio la storia di quei due ragazzi che volevano solo essere liberi di amarsi”. E si concede una frecciata verso il cinema italiano d’autore, che poco si è accorto di lui: “Con questo film, volevo anche partecipare al cinema italiano, quello più importante, del quale non ho avuto l’onore di fare parte fino in fondo”, dice l’attore e neoregista, intervistato da Gloria Satta per Il Messaggero. “Non è che non abbia fatto niente, nel cinema: ho lavorato con Tornatore, con Crialese, con Edoardo Winspeare, con Roberta Torre. E ho fatto cinema anche in tv, interpretando storie impegnate. Confrontarmi con la regia è un po’ la mia seconda vita nel cinema. E non ho intenzione che resti un caso isolato: ho già pronto un nuovo film da regista, ambientato nella Sicilia degli anni ‘70”.

Beppe Fiorello in una foto di scena della fiction “Volare. La grande storia di Domenico Modugno”

“Debuttare nella regia è un gesto che mi ha richiesto coraggio”, dice Beppe Fiorello. “Nel mio film racconto pregiudizi, pregiudizi contro gli omosessuali. Io, nella mia vita, ho incontrato pregiudizi di altro tipo: essendo il fratello di Rosario, c’era chi pensava che facessi l’attore approfittando del suo successo. Ma anche questi pregiudizi mi hanno reso più forte, hanno forgiato il mio carattere”.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Il primo film da regista di Beppe Fiorello sarà la storia dell’omicidio, rimasto impunito, di due adolescenti gay, nella Sicilia degli anni ’80. Il film si chiamerà “Stranizza d’amuri”, come il titolo di una canzone di Franco Battiato, che dice "quando ti incontro nella strada, mi viene una scossa nel cuore". Cinquantatré anni, alle spalle una serie interminabile di successi come attore in serie televisive di grande ascolto, straordinario nell’interpretare Domenico Modugno nella serie “Volare”, Beppe Fiorello si prepara al grande passo di una regia sua. E sceglie un episodio, un episodio cruciale nella storia della comunità LGBT in Italia. Era il 1980, a Giarre, vicino Catania, vennero uccisi due adolescenti gay. Il delitto rimase impunito, ma da quella tragedia nacque l’Arcigay, che in origine si chiamava “Fuori”, per difendere i diritti degli omosessuali.

L'omicidio di Giarre

I due 'ziti' (fidanzati) di Giarre (Catania) assassinati nel 1980
Era il 31 ottobre 1980 quando due ragazzi, uno di 25 e uno di 15 anni, furono trovati morti, mano nella mano, uccisi da un colpo di pistola ciascuno alla testa. In paese, a Giarre, tutti li conoscevano: li chiamavano “i ziti”, i fidanzati. Il delitto rivelò subito la sua radice omofoba: in paese, nessuno parlava. Non si è mai arrivati alla individuazione di un colpevole, anche se si suppose che i due ragazzi fossero stati uccisi da un altro ragazzino, tredicenne – e dunque impunibile – su ordine delle famiglie. Fu proprio da quel delitto che l’opinione pubblica italiana prese coscienza di un problema di discriminazione contro gli omosessuali. Il delitto di Giarre fu, di fatto, il seme per la nascita del movimento omosessuale italiano. Sulla vicenda sono stati scritti tre romanzi, uno dei quali – di Valerio la Martire, uscito nel 2013 – si chiama proprio “Stranizza”.

"Madrino" al Pride per lottare a fianco della comunità

Un mese fa, Beppe Fiorello è stato attaccato sui social per essere stato “madrino” al Gay Pride di Palermo: "Certi pregiudizi – dice – forse erano comprensibili cinquant’anni fa, quando la società si stava evolvendo: oggi sono inaccettabili". E aggiunge: “Volevo partecipare a un movimento importante che sta lottando da tanto tempo per diritti fondamentali, spesso negati. Quella LGBT è una comunità che da anni ci insegna a lottare per i diritti comuni”.

Stranizza d’amuri

“Stranizza d’amuri” è dedicato a Franco Battiato: “La sua canzone racconta un amore impossibile in tempo di guerra e anche i due gay uccisi hanno vissuto una guerra”, dice Beppe Fiorello. Che dichiara, tutta intera, la sua passione per la musica di Battiato: “È il mio idolo musicale, la sua musica è la colonna sonora della mia vita”. I protagonisti saranno due giovanissimi, trentacinque anni in due: Samuele Segreto, 18 anni, e Gabriele Pizzurro, di 17. Con loro, Fabrizia Sacchi, Simona Malato ed Enrico Roccaforte. “Volevo raccontare una storia di odio e pregiudizi – dice Beppe Fiorello –. Volevo, io per primo, conoscere meglio la storia di quei due ragazzi che volevano solo essere liberi di amarsi”. E si concede una frecciata verso il cinema italiano d’autore, che poco si è accorto di lui: “Con questo film, volevo anche partecipare al cinema italiano, quello più importante, del quale non ho avuto l’onore di fare parte fino in fondo”, dice l’attore e neoregista, intervistato da Gloria Satta per Il Messaggero. “Non è che non abbia fatto niente, nel cinema: ho lavorato con Tornatore, con Crialese, con Edoardo Winspeare, con Roberta Torre. E ho fatto cinema anche in tv, interpretando storie impegnate. Confrontarmi con la regia è un po’ la mia seconda vita nel cinema. E non ho intenzione che resti un caso isolato: ho già pronto un nuovo film da regista, ambientato nella Sicilia degli anni ‘70”.
Beppe Fiorello in una foto di scena della fiction "Volare. La grande storia di Domenico Modugno"
“Debuttare nella regia è un gesto che mi ha richiesto coraggio”, dice Beppe Fiorello. “Nel mio film racconto pregiudizi, pregiudizi contro gli omosessuali. Io, nella mia vita, ho incontrato pregiudizi di altro tipo: essendo il fratello di Rosario, c’era chi pensava che facessi l’attore approfittando del suo successo. Ma anche questi pregiudizi mi hanno reso più forte, hanno forgiato il mio carattere”.
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