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Home » Spettacolo » “Ho smesso di tacere”: l’urlo di Loredana Bertè contro la violenza sulle donne

“Ho smesso di tacere”: l’urlo di Loredana Bertè contro la violenza sulle donne

Ospite al concerto di Ligabue a Campovolo, l'artista 71enne si è sfogata contro tutti gli abusi e le molestie che subiscono le donne attraverso le parole di una canzone

Edoardo Martini
7 Giugno 2022
Loredana Bertè

Loredana Bertè

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Loredana Bertè, invitata da Luciano Ligabue al suo concerto a Campovolo, attraverso il brano ‘Ho smesso di tacere‘, uscito il 5 novembre 2021 e scritto proprio dal rocker di Correggio per lei, ha deciso di ribadire ancora una volta quanto sia coraggioso denunciare la violenza subita dalle donne.

Loredana Bertè è salita sul palco a Campovolo per duettare insieme a Ligabue con il brano ‘Ho smesso di tacere’

“Sapete cosa è il buio, è un posto in cui non vedi chi hai vicino”

“Sapete cosa è il buio/ Intendo quello vero/ è un posto in cui non vedi chi hai vicino” è il ritornello della canzone. Proprio il buio rappresenta questo pezzo impegnativo: prima di cominciare a cantare la Bertè rincara la dose: “È una canzone contro la violenza sulle donne psicologia, mentale, fisica…. Io le ho subite tutte e 3. Ogni 6 ore c’è un femminicidio, ogni 6 ore e io adesso ho smesso di tacere.”

“Quando l’ho ricevuta ho pianto perché mi ci sono ritrovata. Ho avuto un flashback: ero adolescente, ero ingenua e non ho denunciato. Ho trovato il coraggio di farlo in questa trasmissione”, rivelò la cantante durante una puntata di Verissimo. Proprio durante la trasmissione aveva raccontato di aver subito una violenza sessuale all’età di 16 anni. “Mi sono sentita in colpa per anni, ho un vago ricordo che cerco di reprimere, ma ogni tanto viene fuori. Ero vergine, in un mondo in cui tutte erano navigate. Facevamo le tournée con Don Lurio, e c’era questo ragazzo che mi portava delle rose. Mi sono lasciata convincere, ci sono cascata. Un giorno mi ha invitato a cena, quando mi è passato a prendere per uscire con una scusa mi ha portato in un luogo angusto e mi ha violentata. Sono riuscita a uscirne viva per miracolo. Nonostante fossi andata in ospedale non ho potuto denunciarlo. Oggi è un signore della Torino bene. Non volevo che mia madre venisse a sapere della violenza, perché le avrei prese anche da lei e mi sarei sentita ancora più in colpa. Perché ero lì, anche se ho detto no. Non ho più voluto vedere uomini per anni interi” aveva raccontato la Bertè.

 

Ligabue ha scritto ‘Ho smesso di tacere’ e l’ha affidata a Loredana dopo aver sentito la sua intervista sulla violenza subita da giovane

L’omaggio a Ligabue e il messaggio: “Denunciate immediatamente, al primo schiaffo”

Per la cantante ‘Ho smesso di tacere‘ è “una perla struggente che Ligabue mi ha regalato, dove si parla di violenza. Una canzone scritta da un uomo che ha tirato fuori una sensibilità inaspettata: di solito gli uomini non sono come lui”, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera. “Quando l’ho cantata piangevo perché la sento in maniera personale: ho alle spalle un’esperienza che mi è capitata a 16 anni e di quella violenza porto ancora i segni perché non si finisce mai di portarli”. Nell’intervista la Berté ha anche parlato del coraggio necessario per denunciare una violenza: “La società ti fa vergognare e allora denunci anni dopo come ho fatto io. Prima mi vergognavo e invece si sarebbe dovuto vergognare quel figlio di p… che mi ha violentata e massacrata di botte. Il mio messaggio è: denunciate immediatamente, al primo schiaffo“

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Loredana Bertè, invitata da Luciano Ligabue al suo concerto a Campovolo, attraverso il brano 'Ho smesso di tacere', uscito il 5 novembre 2021 e scritto proprio dal rocker di Correggio per lei, ha deciso di ribadire ancora una volta quanto sia coraggioso denunciare la violenza subita dalle donne.
Loredana Bertè è salita sul palco a Campovolo per duettare insieme a Ligabue con il brano 'Ho smesso di tacere'

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