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Home » Spettacolo » Belve, Concita De Gregorio: “Ho avuto il cancro”

Belve, Concita De Gregorio: “Ho avuto il cancro”

Ospite del programma della Fagnani, la giornalista parla per la prima volta della malattia: "Mi sono operata ad agosto, faccio terapia tutti i giorni"

Barbara Berti
14 Marzo 2023
Concita De Gregorio ospite di "Belve"

Concita De Gregorio ospite di "Belve"

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“Ho avuto il cancro”. La rivelazione arriva dalla giornalista Concita De Gregorio (59 anni) durante un lunga intervista a “Belve” da Francesca Fagnani, nella puntata in onda il 14 marzo in prima serata su Raidue. La conduttrice inizia subito con una domanda ‘piccante’: “Cosa ha pensato quando hanno scritto che si è fatta lo stesso taglio di capelli della premier Giorgia Meloni?”. E l’ospite confessa la malattia: “Sono stata sul punto di chiamare il direttore, perché io preferirei avere i miei capelli, ma adesso porto una parrucca. Ho avuto un anno impegnativo: ho avuto un cancro, mi sono operata ad agosto; ora faccio terapia tutti i giorni”. La giornalista originaria di Pisa prosegue: “Ora ne parlo al passato perché ho tolto tutto, ma non si può mai parlare completamente al passato. Diciamo però che siamo sulla buona strada”. Sulle ragioni del silenzio sulla malattia, confessa: “Volevo evitare che tutti si rivolgessero a me con aria dolente chiedendomi come stai, perché quello è solo un pezzo della tua vita, non è tutta la tua vita”. Alla domanda su qual è stato il momento più brutto durante la malattia, De Gregorio racconta: “Capire come dirlo al più piccolo dei miei figli, che vive in Australia. Io volevo farlo di persona. Ma a quel tempo facevo una terapia molto fitta. Ho convinto i medici che mi avrebbe fatto meglio vedere mio figlio che fare la terapia senza vederlo”.

L'abbraccio tra Concita De Gregorio e Francesca Fagnani a "Belve"
L’abbraccio tra Concita De Gregorio e Francesca Fagnani a “Belve”

Nell’intervista a “Belve” si ripercorrono anche gli anni alla direzione dell’Unità. La conduttrice le chiede del risarcimento danni dovuto per articoli firmati dai suoi giornalisti e giudicati diffamatori dalla magistratura. “Ho pagato moltissimo, sto ancora finendo” svela De Gregorio che incalzata dalla conduttrice ammette: “Ho sborsato, di tasca mia con il mio lavoro in questi dieci anni, più di due milioni di euro”. Sul diverbio con il giornalista Alessandro Sallusti, reo di averla chiamata per nome e non per cognome come faceva con gli altri colleghi, Fagnani le fa notare che lei ha una rubrica che si chiama “Invece Concita”. E la giornalista spiega: “E’ una questione di contesto e di consenso: io con i miei lettori stabilisco un rapporto confidenziale e dispongo del mio nome, perché voglio farlo. Però se non ti do il permesso di chiamarmi per nome…”. E continua: “E’ un metodo: con le donne usano soltanto il nome e mai il cognome; questa falsa confidenza ha un sotto testo, il non detto è derubricarti a una persona intima e non conferirti autorevolezza”.

Concita De Gregorio (Instagram)
Concita De Gregorio (Instagram)

Sulla sua vita privata e il rapporto di coppia, De Gregorio spiega: “Io sarei per la libertà assoluta, se tutti fossero consapevoli che non esiste il possesso dell’altro sarebbe più semplice”. Così la conduttrice le chiede se abbia vissuto in una coppia aperta. La giornalista risponde: “Noi siamo una coppia solidale (è sposata con il collega Alessandro Cecioni, ndr), sono trent’anni che siamo insieme, ci vogliamo molto bene. In trent’anni le cose cambiano e tante cose succedono, ma io non posso governare il desiderio e il pensiero dell’altro”.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
“Ho avuto il cancro”. La rivelazione arriva dalla giornalista Concita De Gregorio (59 anni) durante un lunga intervista a “Belve” da Francesca Fagnani, nella puntata in onda il 14 marzo in prima serata su Raidue. La conduttrice inizia subito con una domanda ‘piccante’: “Cosa ha pensato quando hanno scritto che si è fatta lo stesso taglio di capelli della premier Giorgia Meloni?”. E l’ospite confessa la malattia: “Sono stata sul punto di chiamare il direttore, perché io preferirei avere i miei capelli, ma adesso porto una parrucca. Ho avuto un anno impegnativo: ho avuto un cancro, mi sono operata ad agosto; ora faccio terapia tutti i giorni”. La giornalista originaria di Pisa prosegue: “Ora ne parlo al passato perché ho tolto tutto, ma non si può mai parlare completamente al passato. Diciamo però che siamo sulla buona strada”. Sulle ragioni del silenzio sulla malattia, confessa: “Volevo evitare che tutti si rivolgessero a me con aria dolente chiedendomi come stai, perché quello è solo un pezzo della tua vita, non è tutta la tua vita”. Alla domanda su qual è stato il momento più brutto durante la malattia, De Gregorio racconta: “Capire come dirlo al più piccolo dei miei figli, che vive in Australia. Io volevo farlo di persona. Ma a quel tempo facevo una terapia molto fitta. Ho convinto i medici che mi avrebbe fatto meglio vedere mio figlio che fare la terapia senza vederlo”.
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Concita De Gregorio (Instagram)
Concita De Gregorio (Instagram)
Sulla sua vita privata e il rapporto di coppia, De Gregorio spiega: “Io sarei per la libertà assoluta, se tutti fossero consapevoli che non esiste il possesso dell'altro sarebbe più semplice”. Così la conduttrice le chiede se abbia vissuto in una coppia aperta. La giornalista risponde: “Noi siamo una coppia solidale (è sposata con il collega Alessandro Cecioni, ndr), sono trent'anni che siamo insieme, ci vogliamo molto bene. In trent'anni le cose cambiano e tante cose succedono, ma io non posso governare il desiderio e il pensiero dell'altro”.
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