Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Spettacolo » Dalle drag alle bio queen: la tv abolisce i ruoli di genere tradizionali e diventa ‘a colori’

Dalle drag alle bio queen: la tv abolisce i ruoli di genere tradizionali e diventa ‘a colori’

In una società sempre più fluida, anche serie e programmi tv si adeguano e abbattono vecchi tabù. C'è chi va in cerca dell'amore, chi crea di dolci tentazioni e chi porta in scena il coloratissimo mondo drag

Barbara Berti
24 Dicembre 2021
Share on FacebookShare on Twitter

Il popolare dating show di Canale 5, Uomini e donne, dopo aver aperto le porte al mondo gay, ha sdoganato la prima tronista trans*, Nicole Andrea Scavuzzo. La commessa di 29 anni era infatti nata uomo. “Transgender definisce una persona che è in fase di transizione, io ho completato il mio percorso otto anni fa. Da otto anni anche per la legge italiana sono una donna, sul mio documento c’è scritto sesso femminile” ci tiene a ribadire Andrea Nicole. Nello studio di Maria De Filippi, la tronista è arrivata per cercare l’amore ma anche perché crede che “la televisione possa favorire l’apertura della mente di molte persone che magari sono solo ‘impaurite’ da qualcosa che non conoscono”. Prima di lei ci aveva provato l’attrice Vittoria Schisano a raccontare il suo percorso per cambiare sesso, partecipando al dance show Ballando con le stelle (edizione 2020).

Nicole Andrea Scavuzzo

Il piccolo schermo, quindi, si adegua ai cambiamenti della società proponendo concorrenti non binari, queer e trans*, con un linguaggio sempre più inclusivo. Dalla Francia, per esempio, arriva la figura della donna che si traveste da donna. Emily in Paris – la serie comedy tra le più viste su Netflix – nella sua seconda stagione (uscita il 22 dicembre) apre le porte alla figura della ‘bio queen’ o ‘faux queen’, ovvero artiste donne che adottano il tipico stile della drag queen. Nello show firmato da Darren Star (già autore di Beverly Hills 90210 e Sex and the City), Mindy (migliore amica di Emily) è una star dei talent show musicali cinesi che si lancia verso una carriera da cantante e drag queen. Si esibisce vestita metà da uomo e metà da donna, o meglio da stereotipo maschile e da stereotipo femminile portati all’eccesso. Le ‘bio queen’, infatti, giocano con i tradizionali ruoli di genere per intrattenere e divertire. Potremmo definirle, quindi, in maniera del tutto giocosa, come donne che interpretano uomini che interpretano donne.

Drag Race Italia, in onda su Discovery +

L’universo più noto delle drag queen, invece, non ha più segreti grazie soprattutto allo show di Discovery Drag Race Italia (il 23 dicembre alle 22 il gran finale sulla piattaforma Discovery+), versione tricolore del noto programma creato dalla star statunitense RuPaul, il più potente esponente di questo mondo. Il programma ha portato le drag queen dai night club alle case degli italiani, facendo scoprire a casalinghe, studenti e lavoratori il mondo arcobaleno all’indomani dell’affossamento del Ddl Zan al Senato. Priscilla e le altre, infatti, non sono solo intrattenimento fatto di coreografie complesse, abiti sofisticati (spesso realizzati artigianalmente) e un trucco sempre sopra le righe. Con le loro performance, le drag vogliono rendere omaggio alla femminilità e spesso usano questa ‘maschera’ come strumento espressivo, come riparo dalla sofferenza o come percorso per scoprire la propria identità. Per usare le parole di RuPaul, dietro gli outfit eccentrici c’è “the T” (la verità), ossia un percorso, una storia, un vissuto che rende questo spettacolo davvero umano e autentico. Ma le drag queen, come tante massaie italiane, sono brave anche tra i fornelli. Lo conferma Peperita (all’anagrafe Giacomo Liuzzi) che è stata concorrente di Bake Off Italia 2021, sfiorando per un soffio il podio. Nel dolce programma di Benedetta Parodi, Peperita – che di giorno lavora come impiegato in una multinazionale – ha voluto “portare colore e luce e per far vedere a tutta Italia quanto è bella la bandiera rainbow”.

Potrebbe interessarti anche

Sindaci ’disobbedienti’: Sergio Giordani (Padova), Isabella Conti (San Lazzaro di Savena) Alice Parma (Sant’Arcangelo di Romagna)
Attualità

Diritti dei figli di coppie omogenitoriali: aumentano i sindaci ‘disobbedienti’

24 Marzo 2023
Gianina Marin mette a paragone con un post su Instagram com'è oggi e com'era ai tempi della malattia
Sport

Gianina Marin: “Ero anoressica, ora vado a Miss Universo”

23 Marzo 2023
Chiara Sommi al concerto dei Maneskin di Torino (Facebook)
Lifestyle

Maneskin, disabile al concerto: “Pensati in transenna”

20 Marzo 2023

Instagram

  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Il popolare dating show di Canale 5, Uomini e donne, dopo aver aperto le porte al mondo gay, ha sdoganato la prima tronista trans*, Nicole Andrea Scavuzzo. La commessa di 29 anni era infatti nata uomo. "Transgender definisce una persona che è in fase di transizione, io ho completato il mio percorso otto anni fa. Da otto anni anche per la legge italiana sono una donna, sul mio documento c’è scritto sesso femminile" ci tiene a ribadire Andrea Nicole. Nello studio di Maria De Filippi, la tronista è arrivata per cercare l'amore ma anche perché crede che "la televisione possa favorire l’apertura della mente di molte persone che magari sono solo 'impaurite' da qualcosa che non conoscono". Prima di lei ci aveva provato l'attrice Vittoria Schisano a raccontare il suo percorso per cambiare sesso, partecipando al dance show Ballando con le stelle (edizione 2020).
Nicole Andrea Scavuzzo
Il piccolo schermo, quindi, si adegua ai cambiamenti della società proponendo concorrenti non binari, queer e trans*, con un linguaggio sempre più inclusivo. Dalla Francia, per esempio, arriva la figura della donna che si traveste da donna. Emily in Paris – la serie comedy tra le più viste su Netflix – nella sua seconda stagione (uscita il 22 dicembre) apre le porte alla figura della 'bio queen' o 'faux queen', ovvero artiste donne che adottano il tipico stile della drag queen. Nello show firmato da Darren Star (già autore di Beverly Hills 90210 e Sex and the City), Mindy (migliore amica di Emily) è una star dei talent show musicali cinesi che si lancia verso una carriera da cantante e drag queen. Si esibisce vestita metà da uomo e metà da donna, o meglio da stereotipo maschile e da stereotipo femminile portati all’eccesso. Le 'bio queen', infatti, giocano con i tradizionali ruoli di genere per intrattenere e divertire. Potremmo definirle, quindi, in maniera del tutto giocosa, come donne che interpretano uomini che interpretano donne.
Drag Race Italia, in onda su Discovery +
L'universo più noto delle drag queen, invece, non ha più segreti grazie soprattutto allo show di Discovery Drag Race Italia (il 23 dicembre alle 22 il gran finale sulla piattaforma Discovery+), versione tricolore del noto programma creato dalla star statunitense RuPaul, il più potente esponente di questo mondo. Il programma ha portato le drag queen dai night club alle case degli italiani, facendo scoprire a casalinghe, studenti e lavoratori il mondo arcobaleno all'indomani dell'affossamento del Ddl Zan al Senato. Priscilla e le altre, infatti, non sono solo intrattenimento fatto di coreografie complesse, abiti sofisticati (spesso realizzati artigianalmente) e un trucco sempre sopra le righe. Con le loro performance, le drag vogliono rendere omaggio alla femminilità e spesso usano questa 'maschera' come strumento espressivo, come riparo dalla sofferenza o come percorso per scoprire la propria identità. Per usare le parole di RuPaul, dietro gli outfit eccentrici c'è "the T" (la verità), ossia un percorso, una storia, un vissuto che rende questo spettacolo davvero umano e autentico. Ma le drag queen, come tante massaie italiane, sono brave anche tra i fornelli. Lo conferma Peperita (all'anagrafe Giacomo Liuzzi) che è stata concorrente di Bake Off Italia 2021, sfiorando per un soffio il podio. Nel dolce programma di Benedetta Parodi, Peperita - che di giorno lavora come impiegato in una multinazionale - ha voluto "portare colore e luce e per far vedere a tutta Italia quanto è bella la bandiera rainbow".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto