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Home » Spettacolo » “Della Gentilezza e dell’Audacia”: una mostra sulle violenze di genere che rompe canoni e tabù

“Della Gentilezza e dell’Audacia”: una mostra sulle violenze di genere che rompe canoni e tabù

La mostra, con il patrocinio del Comune di Brindisi, sarà aperta al pubblico fino al 31 agosto 2021. Dieci artiste, due curatrici, per un'esposizione che tratta il tema della violenza in modo universale, con i linguaggi dell'arte che spaziano dalla pittura fino alla videoarte

Marianna Grazi
14 Luglio 2021
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L’arte ‘impegnata’, quella che parla del presente, dello status quo, di ciò che accade. L’arte che parla della donna, del corpo femminile, dei sentimenti, delle emozioni, dei canoni estetici. Ma che parla anche di dolore, di sofferenza. Perché di violenza di genere non si può parlare solo a novembre, in occasione della giornata mondiale dedicata al tema. Non possiamo più permettercelo. Anche per questo è importante l’arte, perché è un potente veicolo, un mezzo di comunicazione che non necessita di conoscenze o titoli di studio per arrivare dritto all’obiettivo.

È ciò che si propongono di fare Ilaria Caravaglio e Valeria Gatti con la mostra “Della Gentilezza e dell’Audacia”, di cui sono le curatrici. Attraverso le opere esposte, si vuole portare avanti un lavoro sensibilizzazione sulla violenza contro le donne, un tema ancora troppo attuale, su aspetti culturali profondamente radicati nella società. Fruibile da fine 2020 esclusivamente online, a causa delle restrizioni per il Covid 19, dal 22 luglio sarà possibile visitare l’esposizione fisicamente, presso le sale del Palazzo Granafei Nervegna a Brindisi che apriranno le porte al pubblico.

La mostra avrebbe infatti dovuto essere inaugurata lo scorso 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ma la pandemia ha obbligato gli artisti, gli ospiti e i relatori del tradizionale vernissage a lasciare spazio ad un opening virtuale, in diretta streaming, con la promessa di una presentazione pubblica .non appena fosse stato possibile. Nel frattempo il momento storico ha accentuato l’importanza di un simile impegno: il problema della violenza domestica non solo non è superato ma, anzi, è stato alimentato dalla pandemia che, in tutto il mondo, ha costretto molte donne in casa con uomini violenti, in spazi che, da rifugi sicuri, si sono trasformati in prigioni dalle quali fuggire diventava impossibile.

“Nessuna Kitty è stata maltrattata durante la produzione di questo disegno” di Toni Ripa

In “Della Gentilezza e dell’Audacia” dieci artiste sono state invitate a raccontare i volti della violenza, attraverso lavori dai soggetti più o meno espliciti e dalle tecniche eterogenee, dalla pittura alla videoarte. Così Flavia Bigi, Giovanna Bozzi, Giulia Cristofaro, Valentina D’Andrea, Tania Medico, Francesca Romana Pinzari, Margherita Ragno, Toni Ripa, Beatrice Scaccia, Francesca Speranza hanno presentato nella città pugliese alcune opere realizzate nel corso della loro carriera artistica, che fossero esplicative del tema. Una mostra eterogenea a cui le curatrici avrebbero voluto invitare anche artisti uomini. Perché la violenza li riguarda molto da vicino, non solo come ‘carnefici’ ma anche come portavoci di uno stereotipo culturale da estirpare al più presto o comunque come testimoni che, molto spesso, non vanno al di là della mera condanna a parole. Ma la verità è che raramente l’artista uomo affronta questa tematica, se non su esplicito invito.

All’inaugurazione, giovedì 22 luglio, oltre alle artiste e alle curatrici, interverrà anche l’attrice Agnese Perrone che leggerà i testi – di Lorenzo Centonze –  inseriti nella versione video della mostra, realizzata lo scorso novembre. L’introduzione alla mostra, inoltre, avverrà nel giardino antistante la Caffetteria Letteraria al piano terra del Palazzo, che riapre i battenti dopo mesi di chiusura in una nuova veste e nella cui programmazione culturale si inserisce questa mostra. Perché la cultura e l’arte siano veicolo non solo di riapertura dopo il lungo periodo di pandemia, ma anche di apertura ‘mentale’ che così tanto serve alla nostra società.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
L'arte 'impegnata', quella che parla del presente, dello status quo, di ciò che accade. L'arte che parla della donna, del corpo femminile, dei sentimenti, delle emozioni, dei canoni estetici. Ma che parla anche di dolore, di sofferenza. Perché di violenza di genere non si può parlare solo a novembre, in occasione della giornata mondiale dedicata al tema. Non possiamo più permettercelo. Anche per questo è importante l’arte, perché è un potente veicolo, un mezzo di comunicazione che non necessita di conoscenze o titoli di studio per arrivare dritto all’obiettivo. È ciò che si propongono di fare Ilaria Caravaglio e Valeria Gatti con la mostra "Della Gentilezza e dell'Audacia", di cui sono le curatrici. Attraverso le opere esposte, si vuole portare avanti un lavoro sensibilizzazione sulla violenza contro le donne, un tema ancora troppo attuale, su aspetti culturali profondamente radicati nella società. Fruibile da fine 2020 esclusivamente online, a causa delle restrizioni per il Covid 19, dal 22 luglio sarà possibile visitare l'esposizione fisicamente, presso le sale del Palazzo Granafei Nervegna a Brindisi che apriranno le porte al pubblico. La mostra avrebbe infatti dovuto essere inaugurata lo scorso 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne ma la pandemia ha obbligato gli artisti, gli ospiti e i relatori del tradizionale vernissage a lasciare spazio ad un opening virtuale, in diretta streaming, con la promessa di una presentazione pubblica .non appena fosse stato possibile. Nel frattempo il momento storico ha accentuato l'importanza di un simile impegno: il problema della violenza domestica non solo non è superato ma, anzi, è stato alimentato dalla pandemia che, in tutto il mondo, ha costretto molte donne in casa con uomini violenti, in spazi che, da rifugi sicuri, si sono trasformati in prigioni dalle quali fuggire diventava impossibile.
"Nessuna Kitty è stata maltrattata durante la produzione di questo disegno" di Toni Ripa
In "Della Gentilezza e dell'Audacia" dieci artiste sono state invitate a raccontare i volti della violenza, attraverso lavori dai soggetti più o meno espliciti e dalle tecniche eterogenee, dalla pittura alla videoarte. Così Flavia Bigi, Giovanna Bozzi, Giulia Cristofaro, Valentina D'Andrea, Tania Medico, Francesca Romana Pinzari, Margherita Ragno, Toni Ripa, Beatrice Scaccia, Francesca Speranza hanno presentato nella città pugliese alcune opere realizzate nel corso della loro carriera artistica, che fossero esplicative del tema. Una mostra eterogenea a cui le curatrici avrebbero voluto invitare anche artisti uomini. Perché la violenza li riguarda molto da vicino, non solo come 'carnefici' ma anche come portavoci di uno stereotipo culturale da estirpare al più presto o comunque come testimoni che, molto spesso, non vanno al di là della mera condanna a parole. Ma la verità è che raramente l’artista uomo affronta questa tematica, se non su esplicito invito. All’inaugurazione, giovedì 22 luglio, oltre alle artiste e alle curatrici, interverrà anche l’attrice Agnese Perrone che leggerà i testi – di Lorenzo Centonze –  inseriti nella versione video della mostra, realizzata lo scorso novembre. L’introduzione alla mostra, inoltre, avverrà nel giardino antistante la Caffetteria Letteraria al piano terra del Palazzo, che riapre i battenti dopo mesi di chiusura in una nuova veste e nella cui programmazione culturale si inserisce questa mostra. Perché la cultura e l'arte siano veicolo non solo di riapertura dopo il lungo periodo di pandemia, ma anche di apertura 'mentale' che così tanto serve alla nostra società.
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