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Home » Spettacolo » Edy Angelillo, attrice versatile sul palcoscenico, ‘pasionaria’ gentile dei diritti nella realtà

Edy Angelillo, attrice versatile sul palcoscenico, ‘pasionaria’ gentile dei diritti nella realtà

La veneziana, personalità unica ed esuberatnte in tv, al cinema e in teatro, si è fatta paladina di cause sociali importanti che cerca di trasmettere nell'educazione di suo figlio

Guido Guidi Guerrera
3 Agosto 2022
Edy Angelillo

Edy Angelillo

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Bella, veneziana, rossa di capelli. Edy Angelillo. Dopo aver studiato danza, recitazione e mimo debutta negli anni ’70 come ‘ragazza del mese’ nello spettacolo televisivo ‘Domenica in’. Incide dischi, si esibisce come ballerina fino al suo esordio nel cinema recitando con attori come Sordi e Francesco Nuti nell’indimenticabile film ‘Madonna che silenzio c’è stasera‘. Attrice versatile, è comparsa in diverse serie televisive di successo e ha dimostrato grande senso del palcoscenico interpretando personaggi ai quali ha sempre impresso le caratteristiche di una personalità unica, esuberante e al contempo ricca di capacità introspettiva. Tra le tante rappresentazioni teatrali da ricordare ‘Carmela e Paolino‘ in cui Angelillo ha recitato accanto al grande Gennaro Cannavacciuolo, attore di straordinaria eleganza e sensibilità prematuramente scomparso di recente. 

Pur non essendosi mai posta sulle barricate, Edy è estremamente sensibile nei confronti delle tematiche sociali e dei troppi problemi irrisolti nel nostro Paese, legati alle questioni dell’inclusione, della differenza di genere ma a anche al malgoverno e alla miopia di certa politica. La sua aria da pasionaria fa pensare a una di quelle eroine del Sudamerica pronte a difendere la propria causa a suon di fucilate. Ma lei è invece sobria, misurata e razionale come il segno della vergine impone. Lotta, ma lo fa in silenzio facendosi paladina di cause che sostiene nei modi che reputa idonei e parla quando sa che farlo è utile per essere di esempio con la sua arte e, a casa, con suo figlio educandolo al rispetto e alla cura di chi è più debole.

Angelillo
Edy Angelillo in “Ratataplan”

Che valore ha per lei l’impegno sociale e che significato assume nella sua vita?
“È il risultato dei principi con cui cresciamo. Pur non essendo stata in prima linea, né avendo mai personalmente intrapreso battaglie sul fronte della rivendicazione dei diritti sociali, ho sempre cercato nel mio piccolo di fare quanto posso in quella direzione. Innanzitutto mi adopero a insegnare a mio figlio determinati valori: senza questa base di partenza è difficile pensare che gli uomini del futuro possano avere cervello per gestire la propria vita e un rapporto equilibrato con gli altri. C’è davvero tanto da fare in questa direzione e se esistono ancora troppi diritti negati, un eccesso di violenza e insopportabili muri fatti per dividere, è solo la conseguenza di un grave difetto culturale, lontano dall’essere corretto per evidente inadeguatezza. Ecco perché trovo indispensabile lavorare sui propri figli da subito, divenendo per prima cosa un giusto modello da seguire. Così non esito a firmare petizioni online e a mostrare tutta la sensibilità possibile nei confronti della salvaguardia dei diritti calpestati e per dare un senso a tutto questo faccio scelte precise cui va tutta la mia solidarietà.”

Sono tematiche che l’hanno vista coinvolta anche nella sua professione di attrice?
“L’anno scorso ho debuttato con uno spettacolo che si intitola ‘Que serà‘ assieme a Paolo Triestino in cui si affronta, pur nella maniera leggera della commedia, un argomento piuttosto delicato e ostico come l’eutanasia. Il testo di Roberta Skerl è, in apparenza, lieve e molto divertente, la gente ride finché il racconto non arriva ,come un’onda improvvisa, a coinvolgere emotivamente e a commuovere lo spettatore.  Purtroppo da noi in Italia la questione legata all’eutanasia rimane un tabù specialmente per ragioni etico-religiose. Credo che ciascuno dovrebbe essere padrone della propria vita in piena e totale libertà. Se a un certo punto voglio chiudere con la mia esistenza, diventata insopportabile per via di una condizione patologica incurabile che causa troppe sofferenze, devo sentirmi libera di mettere la parola fine. Naturalmente ognuno ha facoltà di vederla come meglio crede in base alle proprie convinzioni. La cosa difficile da comprendere è che si indicono referendum su questioni abbastanza marginali tralasciando argomenti di centrale importanza per tutta la società. Identica autodeterminazione dovrebbe esistere in tema di aborto. Mi riferisco in particolare a quanto accade in America. Una donna che sceglie di abortire lo fa certamente per una serie di motivi, spesso molto ben ponderati. La legge non può reprimere questo sacrosanto diritto, peraltro già acquisito e largamente sancito da precedenti decisioni in materia. Ritengo perciò allucinante quello che sta accadendo negli Stati Uniti: un impressionante passo indietro che ci ha catapultati nel medioevo”.

Si avverte grande indignazione nelle sua parole …
“Indignazione e irritazione. Ma anche incapacità di stupirmi di fronte allo scontato e infelice spettacolo di una politica sempre più inadeguata a capire, sostenere e farsi interprete degli autentici bisogni della gente. Purtroppo questo, forse per via della globalizzazione, non accade ormai solo nel nostro Paese. Però io abito a Roma. Ne vogliamo parlare? Nella mia vita non avevo mai assistito a un degrado tale. Sporcizia dappertutto, cattivi odori, cumuli di immondizia in attesa di essere (forse) ritirata, strade ridotte a uno stato pietoso. Viviamo nell’incuria assoluta e niente cambia nella sostanza qualunque sia il sindaco e la sua giunta”.

Edy Angelillo
Edy Angelillo, attrice veneziana di 61 anni, è diventata una paladina (gentile e razionale) dei temi sociali più sentiti in Italia, come il fine vita, l’aborto o la questione Lgbt+

Roma città cosmopolita per eccellenza: qual è il suo pensiero riguardo al fenomeno della immigrazione?
“Secondo me bisogna sempre distinguere tra persone perbene e quelle che non lo sono, cosa che vale esattamente anche per gli italiani da generazioni. In poche parole non si deve fare di tutta l’erba un fascio. Mi capita di avere contatti con cinesi, pakistani, africani che abitano a pochi passi da me, alcuni addirittura nel mio stesso condominio e non ho mai avuto problemi. Il mio portinaio, ad esempio, è dello Sri Lanka, una persona deliziosa con moglie e tre figli. Naturalmente mi tengo alla larga dai brutti ceffi, ma questo vale in ogni caso. Trovo invece incredibile che si neghi ancora lo ius soli a ragazzi nati qui, italiani  a tutti gli effetti con tanto di accento locale, e invece non riconosciuti tali in termini di legge.”

Un altro problema, specie per chi ha vissuto da sempre in grandi città, sono gli atti di violenza subiti dalla donne…
“Beh, certo. Difficile dimenticare quello che richiama la tua attenzione da una macchina, tu ti giri e scopri che si sta dedicando a faccende irripetibili… E se questo capita quando hai 13 o 14 anni diventa una violenza terribile capace di segnarti: un trauma che rimane impresso a vita. Mentre devo riconoscere che in ambito lavorativo sono stata sempre rispettata e mai nessuno si è azzardato a fare avance oltre i confini del lecito. Forse è stato il mio atteggiamento in qualche modo scoraggiante a difendermi, tenendo ad ogni modo ben presente che gli uomini dovrebbero essere in grado di fermarsi in tempo quando una donna oppone un netto no”.

Che rapporto ha con l’omosessualità. Le mai capitato di interpretare ruoli del genere?
“Non ho mai interpretato parti simili, ma non avrei certamente alcun problema. Posso dire che il mio migliore amico è gay però immagino che se fossi nata transgender avrei vissuto la cosa come una esperienza esistenziale impegnativa. Bisogna riconoscere che queste persone sono esposte a travagli emotivi molto intensi, per non parlare della necessità di operazioni chirurgiche tutt’altro che indifferenti. Se si sottopongono a tutto questo è segno che stanno vivendo un disagio talmente intollerabile da accogliere qualunque sacrificio come l’unica strada possibile per la realizzazione del proprio obiettivo. Personalmente non ho evitato di analizzarmi sotto questo aspetto, ma ho dedotto che pur amando molto le donne non ho mai pensato a un qualche  rapporto di natura lesbica. Qualora ipoteticamente dovesse accadere, l’accoglierei. Dico questo solo in teoria, consapevole che la realtà è sempre ben altra cosa. Sono argomenti molto delicati e bisogna esserci dentro per capire con esattezza. La verità è che dobbiamo progredire molto anche in questo senso perché le discriminazioni contro i gender si traducono troppo spesso in quegli  atti intimidatori e di violenza che riempiono di orrore le pagine dei giornali. Vivere in un mondo di libertà è la nostra unica, vera speranza”.

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  • “I nostri animali rischiano una fine orribile.”

La scure del Tar del Lazio ha infranto le speranze della “Sfattoria degli Ultimi”, centoncinquanta tra maiali e cinghiali rischiano di morire. 

L’8 agosto l’Asl 1 ha notificato alla Sfattoria la decisione di abbattimento degli animali perché si trovano nella cosiddetta "zona rossa"(ovvero zona infetta in relazione alla peste suina africana) che comprende tutto il territorio romano. L’associazione ha contestato la decisione, sostenendo che essendo animali Dpa (ovvero non destinato alla produzione di alimenti) e quindi da affezione, non possono essere abbattuti secondo legge. Il Tar però “ha rigettato la richiesta di sospensiva urgente e per questo l’ordinanza di abbattimento può diventare esecutiva”. 

Anche il commissario nominato per l’emergenza, Angelo Ferrari, ha ritenuto non accoglibile la richiesta di non procedere all’abbattimento dei suini in questione perché, secondo quanto riferito dall’Asl, le strutture che ospitano gli animali sono state occupate abusivamente e gli animali non sono tracciati e non ci sono certificazioni di provenienza. Accuse respinte al mittente dalla Sfattoria.

Numerosi gli appelli a sostegno della Sfattoria a cominciare dalla petizione su change.org. Ma anche quelle di altre associazioni come Enpa, Leidaa, Lndc e Oipa che annunciano una dura battaglia legale con l’intenzione di trasformare la richiesta di sospensiva in ricorso ordinario. E gli appelli di supporto misti allo sdegno si sono diffusi anche via social dove centinaia di utenti hanno “urlano" contro la decisione dell’azienda sanitaria. 

#lucenews #lucelanazione #sfattoriadegliultimi #salviamoglianimali #protezioneanimali
  • Buone notizie per i neogenitori. Scattano da oggi, 13 agosto, le nuove regole sui congedi parentali previste dal decreto 105/2022. 🔻

La novità più importante è l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni al 100% della retribuzione (in precedenza erano solo 5), che sostituisce il congedo obbligatorio del padre e il congedo facoltativo del padre. 

Tale congedo sarà accessibile dal padre lavoratore dipendente tra i due mesi precedenti e i cinque successivi alla nascita, anche in caso di morte perinatale del bambino. I giorni di congedo possono essere sovrapposti anche a quelli della madre lavoratrice (pari a 5 mesi) e, in caso di parto gemellare, la durata del congedo è aumentata a 20 giorni lavorativi.

Oltre a questi 10 giorni obbligatori e completamente pagati, entrambi i genitori con figli di età inferiore ai 12 anni avranno diritto a un ulteriorecongedo facoltativo della durata di tre mesi con un’indennità del 30% dello stipendio. Tale congedo non è trasferibile da un genitore all’altro. I genitori hanno anche diritto, in alternativa tra loro, ad un ulteriore periodo di congedo della durata complessiva di tre mesi, per i quali spetta sempre un’indennità del 30% della retribuzione. 

Al genitore solo, sono riconosciuti 11 mesi continuativi o frazionati, di congedo parentale, di cui 9 mesi (e non più 6 mesi) indennizzabili al 30% della retribuzione.

I limiti massimi restano invariati per entrambi i genitori: 6 mesi per la madre e 6 per il padre (elevabili a 7 mesi nel caso in cui si astenga per un periodo intero o frazionato non inferiore a 3 mesi) per ogni figlio. 

Di Nicolò Guelfi ✍

#lucenews #lucelanazione #congedoparentale #maternitàepaternitàaconfronto #genitorifigli
  • Un episodio orribile quello accaduto a Salerno dove due donne lesbiche sono state accoltellate dal padre di una di loro. Le due giovani hanno deciso di denunciare il fatto ai carabinieri e la vicenda è stata resa nota dal consigliere regionale campano di Europa Verde Francesco Borrelli, che ha parlato di “storia folle e agghiacciante”.

La vicenda è iniziata quando le due ragazze, Francesca e Immacolata, la prima 39enne di Crotone e la seconda 23enne della provincia di Napoli, sono arrivate a Salerno per lavorare; nel capoluogo campano sono state ospitate a casa di una parente di Immacolata, il teatro dell’aggressione. 

“Mio padre ci ha detto ‘Voglio fare 30 anni di carcere: volete morire insieme? È arrivato il momento’ e poi ci ha colpito. Mia madre ha assistito all’aggressione e non ha fermato mio padre, anzi ha provato a bloccarci mentre scappavamo”, ha raccontato la più giovane. 

“Entrambe abbiamo riportato qualche ferita, ma siamo riuscite a scappare. Fino alle 5 del mattino però mio padre ci ha inseguite e minacciate. Abbiamo chiamato il 112 e i carabinieri sono intervenuti accompagnandoci nel nostro domicilio di Salerno per fare le valigie e tornare poi a Crotone in sicurezza. Lui a oggi nega tutto, ma abbiamo le prove di quello che ha fatto”, ha raccontato Immacolata.

Le due ragazze sono quindi tornate in Calabria e si sono anche recate al Pronto Soccorso dell’ospedale di Crotone per farsi medicare, sul corpo avevano numerose escoriazioni e ferite lievi di arma da taglio. 

#lucenews #lucelanazione #lgbtqitalia #aggressioneomofoba #salerno
Bella, veneziana, rossa di capelli. Edy Angelillo. Dopo aver studiato danza, recitazione e mimo debutta negli anni '70 come 'ragazza del mese' nello spettacolo televisivo 'Domenica in'. Incide dischi, si esibisce come ballerina fino al suo esordio nel cinema recitando con attori come Sordi e Francesco Nuti nell’indimenticabile film 'Madonna che silenzio c’è stasera'. Attrice versatile, è comparsa in diverse serie televisive di successo e ha dimostrato grande senso del palcoscenico interpretando personaggi ai quali ha sempre impresso le caratteristiche di una personalità unica, esuberante e al contempo ricca di capacità introspettiva. Tra le tante rappresentazioni teatrali da ricordare 'Carmela e Paolino' in cui Angelillo ha recitato accanto al grande Gennaro Cannavacciuolo, attore di straordinaria eleganza e sensibilità prematuramente scomparso di recente.  Pur non essendosi mai posta sulle barricate, Edy è estremamente sensibile nei confronti delle tematiche sociali e dei troppi problemi irrisolti nel nostro Paese, legati alle questioni dell’inclusione, della differenza di genere ma a anche al malgoverno e alla miopia di certa politica. La sua aria da pasionaria fa pensare a una di quelle eroine del Sudamerica pronte a difendere la propria causa a suon di fucilate. Ma lei è invece sobria, misurata e razionale come il segno della vergine impone. Lotta, ma lo fa in silenzio facendosi paladina di cause che sostiene nei modi che reputa idonei e parla quando sa che farlo è utile per essere di esempio con la sua arte e, a casa, con suo figlio educandolo al rispetto e alla cura di chi è più debole.
Angelillo
Edy Angelillo in "Ratataplan"
Che valore ha per lei l'impegno sociale e che significato assume nella sua vita? "È il risultato dei principi con cui cresciamo. Pur non essendo stata in prima linea, né avendo mai personalmente intrapreso battaglie sul fronte della rivendicazione dei diritti sociali, ho sempre cercato nel mio piccolo di fare quanto posso in quella direzione. Innanzitutto mi adopero a insegnare a mio figlio determinati valori: senza questa base di partenza è difficile pensare che gli uomini del futuro possano avere cervello per gestire la propria vita e un rapporto equilibrato con gli altri. C'è davvero tanto da fare in questa direzione e se esistono ancora troppi diritti negati, un eccesso di violenza e insopportabili muri fatti per dividere, è solo la conseguenza di un grave difetto culturale, lontano dall’essere corretto per evidente inadeguatezza. Ecco perché trovo indispensabile lavorare sui propri figli da subito, divenendo per prima cosa un giusto modello da seguire. Così non esito a firmare petizioni online e a mostrare tutta la sensibilità possibile nei confronti della salvaguardia dei diritti calpestati e per dare un senso a tutto questo faccio scelte precise cui va tutta la mia solidarietà.” Sono tematiche che l’hanno vista coinvolta anche nella sua professione di attrice? "L’anno scorso ho debuttato con uno spettacolo che si intitola 'Que serà' assieme a Paolo Triestino in cui si affronta, pur nella maniera leggera della commedia, un argomento piuttosto delicato e ostico come l’eutanasia. Il testo di Roberta Skerl è, in apparenza, lieve e molto divertente, la gente ride finché il racconto non arriva ,come un’onda improvvisa, a coinvolgere emotivamente e a commuovere lo spettatore.  Purtroppo da noi in Italia la questione legata all’eutanasia rimane un tabù specialmente per ragioni etico-religiose. Credo che ciascuno dovrebbe essere padrone della propria vita in piena e totale libertà. Se a un certo punto voglio chiudere con la mia esistenza, diventata insopportabile per via di una condizione patologica incurabile che causa troppe sofferenze, devo sentirmi libera di mettere la parola fine. Naturalmente ognuno ha facoltà di vederla come meglio crede in base alle proprie convinzioni. La cosa difficile da comprendere è che si indicono referendum su questioni abbastanza marginali tralasciando argomenti di centrale importanza per tutta la società. Identica autodeterminazione dovrebbe esistere in tema di aborto. Mi riferisco in particolare a quanto accade in America. Una donna che sceglie di abortire lo fa certamente per una serie di motivi, spesso molto ben ponderati. La legge non può reprimere questo sacrosanto diritto, peraltro già acquisito e largamente sancito da precedenti decisioni in materia. Ritengo perciò allucinante quello che sta accadendo negli Stati Uniti: un impressionante passo indietro che ci ha catapultati nel medioevo". Si avverte grande indignazione nelle sua parole … "Indignazione e irritazione. Ma anche incapacità di stupirmi di fronte allo scontato e infelice spettacolo di una politica sempre più inadeguata a capire, sostenere e farsi interprete degli autentici bisogni della gente. Purtroppo questo, forse per via della globalizzazione, non accade ormai solo nel nostro Paese. Però io abito a Roma. Ne vogliamo parlare? Nella mia vita non avevo mai assistito a un degrado tale. Sporcizia dappertutto, cattivi odori, cumuli di immondizia in attesa di essere (forse) ritirata, strade ridotte a uno stato pietoso. Viviamo nell’incuria assoluta e niente cambia nella sostanza qualunque sia il sindaco e la sua giunta".
Edy Angelillo
Edy Angelillo, attrice veneziana di 61 anni, è diventata una paladina (gentile e razionale) dei temi sociali più sentiti in Italia, come il fine vita, l'aborto o la questione Lgbt+
Roma città cosmopolita per eccellenza: qual è il suo pensiero riguardo al fenomeno della immigrazione? "Secondo me bisogna sempre distinguere tra persone perbene e quelle che non lo sono, cosa che vale esattamente anche per gli italiani da generazioni. In poche parole non si deve fare di tutta l’erba un fascio. Mi capita di avere contatti con cinesi, pakistani, africani che abitano a pochi passi da me, alcuni addirittura nel mio stesso condominio e non ho mai avuto problemi. Il mio portinaio, ad esempio, è dello Sri Lanka, una persona deliziosa con moglie e tre figli. Naturalmente mi tengo alla larga dai brutti ceffi, ma questo vale in ogni caso. Trovo invece incredibile che si neghi ancora lo ius soli a ragazzi nati qui, italiani  a tutti gli effetti con tanto di accento locale, e invece non riconosciuti tali in termini di legge.” Un altro problema, specie per chi ha vissuto da sempre in grandi città, sono gli atti di violenza subiti dalla donne… "Beh, certo. Difficile dimenticare quello che richiama la tua attenzione da una macchina, tu ti giri e scopri che si sta dedicando a faccende irripetibili… E se questo capita quando hai 13 o 14 anni diventa una violenza terribile capace di segnarti: un trauma che rimane impresso a vita. Mentre devo riconoscere che in ambito lavorativo sono stata sempre rispettata e mai nessuno si è azzardato a fare avance oltre i confini del lecito. Forse è stato il mio atteggiamento in qualche modo scoraggiante a difendermi, tenendo ad ogni modo ben presente che gli uomini dovrebbero essere in grado di fermarsi in tempo quando una donna oppone un netto no". Che rapporto ha con l'omosessualità. Le mai capitato di interpretare ruoli del genere? "Non ho mai interpretato parti simili, ma non avrei certamente alcun problema. Posso dire che il mio migliore amico è gay però immagino che se fossi nata transgender avrei vissuto la cosa come una esperienza esistenziale impegnativa. Bisogna riconoscere che queste persone sono esposte a travagli emotivi molto intensi, per non parlare della necessità di operazioni chirurgiche tutt’altro che indifferenti. Se si sottopongono a tutto questo è segno che stanno vivendo un disagio talmente intollerabile da accogliere qualunque sacrificio come l’unica strada possibile per la realizzazione del proprio obiettivo. Personalmente non ho evitato di analizzarmi sotto questo aspetto, ma ho dedotto che pur amando molto le donne non ho mai pensato a un qualche  rapporto di natura lesbica. Qualora ipoteticamente dovesse accadere, l’accoglierei. Dico questo solo in teoria, consapevole che la realtà è sempre ben altra cosa. Sono argomenti molto delicati e bisogna esserci dentro per capire con esattezza. La verità è che dobbiamo progredire molto anche in questo senso perché le discriminazioni contro i gender si traducono troppo spesso in quegli  atti intimidatori e di violenza che riempiono di orrore le pagine dei giornali. Vivere in un mondo di libertà è la nostra unica, vera speranza".
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