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Home » Spettacolo » The Last of Us, dal videogioco alla serie tv con la protagonista Ellie dichiaratamente lesbica

The Last of Us, dal videogioco alla serie tv con la protagonista Ellie dichiaratamente lesbica

L'adattamento televisivo arriverà nel 2023 con l'astro nascente britannico Bella Ramsey nei panni dell'amata ragazzina

Barbara Berti
2 Ottobre 2022
Una scena della serie tv "The Last of Us", tratta dall'omonimo videogioco

Una scena della serie tv "The Last of Us", tratta dall'omonimo videogioco

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Tra i personaggi Lgbt del mondo dei videogiochi, la piccola Ellie è tra i più amati e seguiti dagli appassionati del genere. Ed esattamente come nel videogame, anche nell’adattamento tv, Ellie sarà lesbica dichiarata.

Ellie bacia l'amica Riley nel videogioco “The Last of Us: Left Behind”
Ellie bacia l’amica Riley nel videogioco “The Last of Us: Left Behind”

Chi è Ellie Williams? E’ un personaggio immaginario protagonista della serie videoludica di Naughty Dog “The Last of Us” composta da “The Last of Us”, “The Last of Us: Left Behind” e “The Last of Us Parte II”. Per chi non mastica tanto il mondo dei games, è bene ricordare che “The Last of Us” ha stravolto il mercato dei videogiochi con una nuova IP (serie di giochi, ndr) capace di entrare nel cuore dei giocatori presentando una storia e un gameplay avvincente e ben realizzato. Un successo, ‘benedetto’ anche dalla critica, che ha spinto ad andare oltre il gioco: oggi milioni di fan in tutto il mondo aspettano con trepidazione l’uscita dell’omonima serie tv che in Italia arriverà su Sky (e in streaming su Now) nel 2023, in contemporanea con la messa in onda negli Stati Uniti sul canale Hbo. La serie è scritta da Craig Mazin (già creatore della miniserie “Chernobyl”) e Neil Druckmann, il direttore creativo del videogioco nato nel 2013 in esclusiva per le piattaforme PlayStation.

Ellie, personaggio del videogioco "The Last of Us"
Ellie, personaggio del videogioco “The Last of Us”

Gran parte del successo del games è dovuto ovviamente ai protagonisti del gioco e in particolar modo, alla piccola Ellie, un’orfana di 14 anni che non ha mai conosciuto la vita prima dell’infezione del Cordyceps. Ellie è il cuore emotivo di un’avventura straordinaria e memorabile. Non ha particolari abilità eroiche o sovraumane, né è una predestinata di sorta: è una persona normale che viene catapultata, suo malgrado, in circostanze eccezionalmente ostili. È controllata dai giocatori solamente in una manciata di livelli di gioco, mentre in larghi tratti partecipa all’azione sotto la guida di un’intelligenza artificiale. Eppure, il legame empatico che riesce ad instaurare con i giocatori è semplicemente portentoso ed eleva l’intero gioco ad esperienza coinvolgente ed appassionante, come poche altre

Nei videogiochi la sua interprete è l’attrice Ashley Johnson e la doppiatrice italiana è Gea Riva. Nella serie tv Ellie sarà interpretata da Bella Ramsey, la 19enne britannica nota per il ruolo di Lyanna Mormont nell’acclamata serie televisiva “Il Trono di Spade”. Al suo fianco ci sarà Pedro Pascal nei panni di Joel, il contrabbandiere del nuovo mondo.

 

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Un post condiviso da HBO Max (@hbomax)

La storia della serie tv è ambientata 20 anni dopo la distruzione della civiltà moderna: Joel viene incaricato di far uscire la 14enne Ellie da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Quello che inizia come un lavoretto facile si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.

Una scena della serie tv "The Last of Us" tratta dall'omonimo videogioco
Una scena della serie tv “The Last of Us” tratta dall’omonimo videogioco

Ellie, l’adolescente che potrebbe essere la chiave per curare una pandemia mortale, è lesbica, così come lo è nel videogioco. Lo ha assicurato il creatore della serie Craig Mazin rispondendo ai fan. Il coming out videoludico di Ellie è avvenuto nel 2014, con lo spin-off “The Last of Us: Left Behind” quando bacia l’amica Riley. Neil Druckmann, il direttore creativo del videogioco, subito dopo il bacio dichiarò di avere concepito il personaggio di Ellie come omosessuale, tuttavia preferiva lasciare decidere al giocatore la questione della sua sessualità, mentre nel 2018 la co-autrice della storia di “The Last of Us: Parte 2” Halley Gross rimarcò come Ellie fosse “nata lesbica”, aggiungendo: “è proprio quello che è”. Ellie in un certo senso ha cambiato la storia dei videogames: prima del 2014 non esisteva un personaggio omosessuale che si potesse dire davvero al centro della storia di un gioco.

 

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Tra i personaggi Lgbt del mondo dei videogiochi, la piccola Ellie è tra i più amati e seguiti dagli appassionati del genere. Ed esattamente come nel videogame, anche nell’adattamento tv, Ellie sarà lesbica dichiarata.
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Ellie, personaggio del videogioco "The Last of Us"
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La storia della serie tv è ambientata 20 anni dopo la distruzione della civiltà moderna: Joel viene incaricato di far uscire la 14enne Ellie da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Quello che inizia come un lavoretto facile si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.
Una scena della serie tv "The Last of Us" tratta dall'omonimo videogioco
Una scena della serie tv "The Last of Us" tratta dall'omonimo videogioco
Ellie, l’adolescente che potrebbe essere la chiave per curare una pandemia mortale, è lesbica, così come lo è nel videogioco. Lo ha assicurato il creatore della serie Craig Mazin rispondendo ai fan. Il coming out videoludico di Ellie è avvenuto nel 2014, con lo spin-off “The Last of Us: Left Behind” quando bacia l’amica Riley. Neil Druckmann, il direttore creativo del videogioco, subito dopo il bacio dichiarò di avere concepito il personaggio di Ellie come omosessuale, tuttavia preferiva lasciare decidere al giocatore la questione della sua sessualità, mentre nel 2018 la co-autrice della storia di “The Last of Us: Parte 2” Halley Gross rimarcò come Ellie fosse “nata lesbica”, aggiungendo: “è proprio quello che è”. Ellie in un certo senso ha cambiato la storia dei videogames: prima del 2014 non esisteva un personaggio omosessuale che si potesse dire davvero al centro della storia di un gioco.  
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