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Home » Spettacolo » Seducente, volitiva e femminile: la regina della transessualità ha il volto di Eva Robin’s

Seducente, volitiva e femminile: la regina della transessualità ha il volto di Eva Robin’s

Nata dalla fantasia fumettista che la associa alla compagna di Diabolik, Eva Kant, l'attrice showgirl e cantante si racconta senza veli

Guido Guidi Guerrera
29 Giugno 2022
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Lei, il mito. Lei la regina dei transessuali. Esplosiva, incantevole, nata dalla fantasia di un fumetto per trasformarsi nell’immagine potente di un poster dai colori acrilici alla Andy Warrol. Psichedelica e attraente, conturbante e sexy. Bella da guastare il sonno a molti. Maschio eppure femmina, esageratamente femmina con forme così pronunciate e ben fatte da fare invidia a ogni donna. Eva Robin’s, lei che ha fatto sognare generazioni, rimasta seducente di un fascino morbido e lelousciano, è stata e rimane il simbolo incontrastato della transessualità. La superficialità dei tempi l’aveva bollata con l’epiteto di ermafrodito, commettendo un errore dal punto di vista scientifico. In realtà Eva è la proiezione onirica e poetico fumettistica di un ragazzino bolognese tradotta in realtà. E che realtà!

Dicevano che somigliasse in modo sorprendente al personaggio di Diabolik Eva Kant, e lei su quell’immagine ci ha lavorato, quasi divertendosi, rendendola viva e facendone una star in carne e ossa. Attrice di cinema e teatro, showgirl e cantante, Eva continua a calcare le scene recitando in ruoli teatrali di grande spessore e impegno. La sua figura di oggi sembra sfumata, il suo volto un po’ flou, l’esuberanza di un tempo addolcita dal tempo. Ma è nel timbro della sua voce che la natura sagittariana si fa largo, imponendosi, non permettendo pause, infilandosi dritta nelle esitazioni di un attimo, andando veloce al punto. È il segno inequivocabile di una personalità volitiva che ha sempre deciso cosa essere e cosa fare. E per questo Eva non vive affatto di rimpianti, non ne ha neppure uno. Forse con qualche eccezione: le volte in cui è stata così femmina da cadere nella trappola dell’amore. Ma solo per imparare quanto fosse necessario guarirne alla svelta e diventare ancora più forte e assai più determinata di prima.

Eva Robin's
Eva Robin’s

Eva,  cosa significa per lei il termine ambiguità?

“Se immaginiamo che questo concetto implichi qualcosa di poco chiaro è una cosa che non mi appartiene affatto. Sono stata sempre una persona fin troppo nota per la mia chiarezza e mi è sempre piaciuto spiattellare tutto senza nessuna remora, a ogni costo. Anche per quanto concerne le mie scelte sessuali ho usato la stessa coerenza, senza la minima esitazione a esibire con orgoglio la mia natura. Ecco, una persona sessualmente ambigua potrebbe essere Amanda Lear, che ha giocato molto sul dire e non dire, sulla vaghezza, proprio per costruire la sua immagine”.

Qual è il rapporto con la Eva di ieri?

“Beh, quando mi rivedo riconosco che ero proprio una bella gnocca. Quella di oggi ha certo più acciacchi ed è molto meno sfrontata perché grazie all’età si cominciano a dare più buoni consigli che cattivi esempi.  Poi bisogna per forza fare i conti con l’ammutinamento degli organi, con l’augurio che la centralina continui a  funzionare al meglio nel suo lavoro di organizzazione fisica e mentale. In ogni caso la Eva di ieri era molto meno saggia rispetto a quella del presente: forse sono diventata più timorosa, o meglio in molti casi assai guardinga e prudente”.

In che modo ha vissuto l’amore?

“Per me innamorarmi è stata sempre una specie di catastrofe. Un abisso in cui sono precipitata con tanta difficoltà a riemergere. Amori che, in ogni caso, mi hanno insegnato molto ma che di solito si sono rivelati parecchio ustionanti, tanto che se qualcuno volesse augurarmi qualcosa di veramente spiacevole potrebbe farlo auspicando un nuovo amore. Diciamo che Eva è adesso innamorata della vita, del suo lavoro, dei suoi amici e della sua micia. Eva ha senz’altro tantissimi amori. La verità è che non mi lascio più coinvolgere”.

Eva Robin's
Eva Robin’s

Erotismo maschile e sensualità femminile, due facce della stessa medaglia?

“Sono sfumature diverse. A volte il movimento di una mano maschile è più erotico per me di un gesto esplicito. Il fascino sensuale in una donna deve essere invece sottile, mai sfacciato e deve fluire come un’onda naturale. La mia percezione dell’erotismo è intrinsecamente maschile anche se a prevalere sono le mie forme esteriori capaci di mitigare questo aspetto della mia natura, a volte nascondendolo del tutto. Quindi in me convivono le due inclinazioni, anche se l’immagine femminile è quella che ho curato meglio perché più aderente al mio ruolo. Diciamo che ho dovuto sempre tenere a freno una certa esuberanza se non prepotenza di marca prettamente maschile per non spaventare gli uomini che in fatto di erotismo non vogliono mai prevaricazioni perché sono convinti che la parte del cacciatore spetti a loro”.

C’è voluto tempo per raggiungere un buon equilibrio interiore?

“Il fatto di essere stata fin da giovanissima una persona fondamentalmente sana soprattutto dal punto di vista mentale mi ha aiutato molto. Mai presi psicofarmaci, né in nessun caso ho fatto ricorso ad artifici di alcun genere. Gestisco me stessa in totale e piena serenità. Solo una volta, quarantenne, mi sono rivolta a una psicoterapeuta in un periodo difficile dopo una terribile esperienza affettiva. Il fatto è che mi ero buttata in modo totale nelle braccia di un manipolatore despota, padrone assoluto del mio cuore. La psicanalista non mi è stata per la verità di grande aiuto perché dopo avermi invitata a raccontare i particolari della mia storia con quel giovane uomo, ne è rimasta letteralmente sconvolta. Rossa in viso per la rabbia ha cominciato a urlare dicendosi indignata, che tutto quello che le stavo dicendo era indecente e scandaloso. Decisamente poco professionale. Me ne sono andata e ho capito che avrei dovuto farcela solo con le mie forze”.

Eva Robin's
Eva Robin’s

In che modo le è stato d’aiuto il fatto di avere fede?

“Mi ha aiutato molto: amo molto il silenzio delle chiese e la loro bellezza spesso opulenta mi incanta. In realtà la mia istruzione l’ho ricevuta da monache e preti, tanto che a un certo punto avevo deciso di vestire l’abito talare. Poi ho capito che ad attrarmi era proprio quella veste lunga, la tonaca. Un abito in qualche modo più femminile che maschile. Non voglio neppure pensare che prete sarei stato, certamente la mia presenza sarebbe stata gradita a molti. Con qualche disappunto!”

Le violenze sulle donne sono in aumento e all’ordine del giorno. C’è, a suo avviso, una ragione?

“Non so se negli ultimi decenni ci sia stata una recrudescenza del fenomeno oppure un tempo non se ne avevano notizie per via della scarsa informazione. A ogni modo credo che l’emancipazione femminile sia ancora una espressione teorica. La donna di questo millennio è ancora troppo legata e sacrificata a causa del  valore eccessivo che le istituzioni attribuiscono al matrimonio, che a mio avviso è null’altro che  una specie di rito funebre della coppia. La montagna di sogni costruiti ad arte attorno a questa usanza contrattuale spesso crolla di fronte alle evidenze della realtà quotidiana. Da qui il patatrac e il possibile scatenarsi di reazioni senza controllo”.

Eva Robin's con Drusilla Foer
Eva Robin’s con Drusilla Foer

Ha vissuto mai episodi del genere in prima persona?

“Sono assolutamente sincera nell’affermare che non ho mai subito violenze, a meno che non le abbia richieste. Ma in quel caso si trattava di un gioco deciso assieme. La mia difesa dipende da quel ‘campanellino d’allarme’ pronto a squillare tutte le volte che anche solo vagamente va delineandosi una situazione potenzialmente pericolosa. Un istinto naturale, quasi animalesco, che mi spinge ad allontanarmi prima che qualcosa di brutto e irreparabile possa accadere. Inoltre mi ha aiutato saper ‘pensare da uomo’ ma anche aver appreso sui set cinematografici aspetti di vita molto verosimili e decisamente istruttivi”.

Che cosa è per lei il sesso?  Prevale sull’amore sentimentale?

“C’è una grande confusione a questo proposito. Il coinvolgimento dovrebbe essere totale ma solo con il tempo puoi renderti rendere conto se eri solo invaghita o realmente innamorata. Io sono attratta sessualmente da un uomo ma la mia affettività è diretta verso le donne. Senza dubbio il maschio che c’è in me pretende la sua parte”.

Eva, come si pensa nel suo futuro?

“Con il pannolone! E forse con un bambino che mi faccia da badante… Scherzo, naturalmente: il mio futuro è questo mio presente. E finché mi reggono le gambe resisto”.

Eva Robin's
Eva Robin’s

A cosa non rinuncerebbe mai?

“Alla creatività. Una qualità troppo legata al mio modo di esprimermi per poterci rinunciare. Ad esempio nello spettacolo ‘Le Troiane’ che stiamo portando in giro ho creato con le mie mani il diadema di Ecuba. A un’altra cosa non potrei mai rinunciare: ad avere un animale in casa, purché non sia un uomo. Io con la mia gatta ho un rapporto morboso”.

Una frase dedicata alle donne e a quelle che si sentono tali…

“Le donne sono uomini che riescono a piangere”.

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#lucenews #lucelanazione #bebevio #inclusivity #libera #protesi #tornosubito
  • Maura Nardi, 41 anni a novembre, ed Emanuele Loati, 25, oltre ad essere innamorati, sono due giovani transgender che, dopo una vera e propria odissea, hanno completato insieme la transizione per il cambio di sesso. E ora, nuovi documenti alla mano, coroneranno finalmente il loro sogno d’amore con le nozze.

“Con l’identità di genere non si può scendere a patti: puoi lottarci per un po’, ma alla fine devi accettare quello che sei perché in ballo c’è la tua vita”.

Emanuele e Maura si sono conosciuti 3 anni fa, proprio durante il difficile e lungo percorso che li avrebbe portati alla loro nuova identità. Da quel primo incontro, proprio come in una favola con la freccia di Cupido scoccata che non lascia scampo, i due non si sono più lasciati.

Uniti, supportandosi a vicenda senza mai smettere di amarsi, hanno affrontato tutte le difficoltà che si sono presentate e non sono state poche: prima la sofferenza emotiva (ma anche fisica) per la transizione, aggravata poi dalla burocrazia dello Stato. E dopo tante peripezie la luce è apparsa in fondo al tunnel: l’ufficio anagrafe del comune di Recanati, in provincia di Macerata, ha provveduto a rettificare i loro documenti di identità. Era l’ultimo step da superare prima del via libera al matrimonio. Ora non resta che organizzare.

Se quella di Nardi e Loati è una vicenda già particolarmente travagliata, anche se a lieto fine, per Maura le cose sono state, se possibile, ancora più difficili. Ha iniziato la transizione nel 2016 e quando ha completato il percorso, è stata la prima persona non vedente italiana a riuscirci. Da quando ha 19 anni soffre di una forma di cecità a causa dello sviluppo di una rara malattia alla retina, nel suo caso “è stato più semplice convivere con la cecità che con l’incongruenza di genere”.

E aggiunge: “Nonostante il supporto non è stata una passeggiata: ho avuto diversi momenti di sconforto e paura, altri in cui mi sono sentita in colpa per aver trascinato la mia famiglia in questo cammino così complesso. Oggi so che rifarei tutto. La ciliegina sulla torta è stata l’arrivo del mio compagno. Ora finalmente siamo pronti a sposarci e possiamo pensare a una cosa bella”.

#lucenews #recanati #nozze
  • Quello che molti temevano è purtroppo accaduto: per scoprire le interruzioni di gravidanza negli Usa le autorità stanno facendo ricorso anche ai dati personali contenuti nelle app di messaggistica e sui social. 

A destare scalpore è un caso in Nebraska, dove Celeste Burgess, 18 anni, e sua madre Jessica, 41, sono finite in tribunale per un presunto aborto illegale, con molteplici capi d’imputazione. La polizia ha presentato come prove i messaggi su Facebook che le due donne si sarebbero scambiate e a cui, con l’autorizzazione dei gestori della piattaforma – in questo caso Meta –, ha avuto accesso. Le chat private, secondo le autorità, mostrano le prove di un aborto farmacologico illegale, autogestito alla 28esima settimana di gestazione (settimo mese), e di un piano per nascondere "i resti”.

Dopo che la polizia ha ottenuto il materiale dai due mandati di perquisizione, Jessica è stata accusata di altri due reati, induzione all’aborto illegale e pratica dell’aborto come persona diversa da un medico autorizzato, per i quali si è nuovamente dichiarata non colpevole. Attualmente il Nebraska proibisce gli aborti dopo le 20 settimane, una legge in vigore da prima dell’annullamento della sentenza Roe v. Wade.

Il problema di fondo che emerge da questa e da tante altre vicende in materia di diritti ha un duplice aspetto: da una parte c’è l’obbligo di una società di fornire i dati alle forze dell’ordine che ne fanno richiesta per le indagini e dall’altra la possibilità di disporre di questi dati. 

Mai come oggi grandi aziende private possono disporre di informazioni personali relative ai propri utenti, e se queste sono utili per fermare chi commette crimini è un conto, ma se le leggi vengono modificate ciò che può essere giudicato come crimine cambia. Il caso di Celeste Burgess è solo un esempio, ma conferma anche che negare il diritto all’aborto non eradica il fenomeno, ma lo trasporta in una dimensione di illegalità e pericolo per la salute della donna.

#lucenews #lucelanazione #aborto #nebraska #abortion #usa
  • La scelta coraggiosa del calciatore croato Robert Peric-Komsic non poteva non fare il giro del mondo in un baleno. Nel fiore dell’età, e con tutta la vita davanti, a soli 23 anni ha deciso di lasciare il mondo del pallone. La sua non è stata una scelta forzata, è stata intimamente voluta, e se ha detto addio alla sua carriera è stato solo per una scelta d’amore. Dimostrando che la vita della propria madre viene prima di qualunque cosa. Prima della passione per il pallone, prima del successo, prima di ogni carriera.

“Non c’erano altre opzioni, io era l’unica possibilità, l’ultima. Ho avuto ben chiara qual era la mia missione: salvarla.”

L’attaccante del Cibalia Vinkovci non ci ha pensato due volte quando si è trattato di scegliere tra il suo futuro nel mondo calcistico e la salute della sua mamma malata. Per tanto, troppo tempo l’aveva vista lottare contro una malattia al fegato. Ora non c’era più tempo da perdere: si trattava di trovare un donatore compatibile, e al più presto. Lo stomaco della donna si stava oramai riempiendo di acqua, e questo voleva dire che le rimaneva poco tempo, secondo i medici che l’avevano in cura. Questione di qualche giorno appena. Il calciatore della seconda divisione croata era l’unico compatibile. A quel punto Peric-Komsic si è tolto la tuta, ha riposto maglietta e calzoncini da calciatore nella sua valigia e ha preso l’aereo, salendo sul primo volo con destinazione Istanbul. Lì ha trovato sua mamma Ljiljiana che l’aspettava per abbracciarlo, in fin di vita.

“Dopo aver lottato duramente per 13 anni, il vero eroe è lei. Io ho solo fatto quello che chiunque al posto mio avrebbe fatto."

Sono passati quattro mesi e più dall’intervento. Il trapianto è andato benee la signora Ljiljiana è migliorata molto da allora. Giorno dopo giorno ce l’ha messa tutta, e con una straordinaria forza di volontà, animata dall’amore di suo figlio, si sta piano piano riprendendo. E a chi si complimenta per aver fatto qualcosa di straordinario, con l’umiltà dei grandi risponde: “È stata mia madre a darmi la vita. Io l’ho solo estesa a lei”.

#lucenews #lucelanazione #donazionefegato #RobertPericKomsic #donarelavitaperamore
Lei, il mito. Lei la regina dei transessuali. Esplosiva, incantevole, nata dalla fantasia di un fumetto per trasformarsi nell’immagine potente di un poster dai colori acrilici alla Andy Warrol. Psichedelica e attraente, conturbante e sexy. Bella da guastare il sonno a molti. Maschio eppure femmina, esageratamente femmina con forme così pronunciate e ben fatte da fare invidia a ogni donna. Eva Robin’s, lei che ha fatto sognare generazioni, rimasta seducente di un fascino morbido e lelousciano, è stata e rimane il simbolo incontrastato della transessualità. La superficialità dei tempi l’aveva bollata con l’epiteto di ermafrodito, commettendo un errore dal punto di vista scientifico. In realtà Eva è la proiezione onirica e poetico fumettistica di un ragazzino bolognese tradotta in realtà. E che realtà! Dicevano che somigliasse in modo sorprendente al personaggio di Diabolik Eva Kant, e lei su quell’immagine ci ha lavorato, quasi divertendosi, rendendola viva e facendone una star in carne e ossa. Attrice di cinema e teatro, showgirl e cantante, Eva continua a calcare le scene recitando in ruoli teatrali di grande spessore e impegno. La sua figura di oggi sembra sfumata, il suo volto un po’ flou, l’esuberanza di un tempo addolcita dal tempo. Ma è nel timbro della sua voce che la natura sagittariana si fa largo, imponendosi, non permettendo pause, infilandosi dritta nelle esitazioni di un attimo, andando veloce al punto. È il segno inequivocabile di una personalità volitiva che ha sempre deciso cosa essere e cosa fare. E per questo Eva non vive affatto di rimpianti, non ne ha neppure uno. Forse con qualche eccezione: le volte in cui è stata così femmina da cadere nella trappola dell’amore. Ma solo per imparare quanto fosse necessario guarirne alla svelta e diventare ancora più forte e assai più determinata di prima.
Eva Robin's
Eva Robin's
Eva,  cosa significa per lei il termine ambiguità? "Se immaginiamo che questo concetto implichi qualcosa di poco chiaro è una cosa che non mi appartiene affatto. Sono stata sempre una persona fin troppo nota per la mia chiarezza e mi è sempre piaciuto spiattellare tutto senza nessuna remora, a ogni costo. Anche per quanto concerne le mie scelte sessuali ho usato la stessa coerenza, senza la minima esitazione a esibire con orgoglio la mia natura. Ecco, una persona sessualmente ambigua potrebbe essere Amanda Lear, che ha giocato molto sul dire e non dire, sulla vaghezza, proprio per costruire la sua immagine". Qual è il rapporto con la Eva di ieri? "Beh, quando mi rivedo riconosco che ero proprio una bella gnocca. Quella di oggi ha certo più acciacchi ed è molto meno sfrontata perché grazie all’età si cominciano a dare più buoni consigli che cattivi esempi.  Poi bisogna per forza fare i conti con l’ammutinamento degli organi, con l’augurio che la centralina continui a  funzionare al meglio nel suo lavoro di organizzazione fisica e mentale. In ogni caso la Eva di ieri era molto meno saggia rispetto a quella del presente: forse sono diventata più timorosa, o meglio in molti casi assai guardinga e prudente". In che modo ha vissuto l'amore? “Per me innamorarmi è stata sempre una specie di catastrofe. Un abisso in cui sono precipitata con tanta difficoltà a riemergere. Amori che, in ogni caso, mi hanno insegnato molto ma che di solito si sono rivelati parecchio ustionanti, tanto che se qualcuno volesse augurarmi qualcosa di veramente spiacevole potrebbe farlo auspicando un nuovo amore. Diciamo che Eva è adesso innamorata della vita, del suo lavoro, dei suoi amici e della sua micia. Eva ha senz’altro tantissimi amori. La verità è che non mi lascio più coinvolgere".
Eva Robin's
Eva Robin's
Erotismo maschile e sensualità femminile, due facce della stessa medaglia? "Sono sfumature diverse. A volte il movimento di una mano maschile è più erotico per me di un gesto esplicito. Il fascino sensuale in una donna deve essere invece sottile, mai sfacciato e deve fluire come un’onda naturale. La mia percezione dell’erotismo è intrinsecamente maschile anche se a prevalere sono le mie forme esteriori capaci di mitigare questo aspetto della mia natura, a volte nascondendolo del tutto. Quindi in me convivono le due inclinazioni, anche se l’immagine femminile è quella che ho curato meglio perché più aderente al mio ruolo. Diciamo che ho dovuto sempre tenere a freno una certa esuberanza se non prepotenza di marca prettamente maschile per non spaventare gli uomini che in fatto di erotismo non vogliono mai prevaricazioni perché sono convinti che la parte del cacciatore spetti a loro". C'è voluto tempo per raggiungere un buon equilibrio interiore? "Il fatto di essere stata fin da giovanissima una persona fondamentalmente sana soprattutto dal punto di vista mentale mi ha aiutato molto. Mai presi psicofarmaci, né in nessun caso ho fatto ricorso ad artifici di alcun genere. Gestisco me stessa in totale e piena serenità. Solo una volta, quarantenne, mi sono rivolta a una psicoterapeuta in un periodo difficile dopo una terribile esperienza affettiva. Il fatto è che mi ero buttata in modo totale nelle braccia di un manipolatore despota, padrone assoluto del mio cuore. La psicanalista non mi è stata per la verità di grande aiuto perché dopo avermi invitata a raccontare i particolari della mia storia con quel giovane uomo, ne è rimasta letteralmente sconvolta. Rossa in viso per la rabbia ha cominciato a urlare dicendosi indignata, che tutto quello che le stavo dicendo era indecente e scandaloso. Decisamente poco professionale. Me ne sono andata e ho capito che avrei dovuto farcela solo con le mie forze".
Eva Robin's
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In che modo le è stato d'aiuto il fatto di avere fede? "Mi ha aiutato molto: amo molto il silenzio delle chiese e la loro bellezza spesso opulenta mi incanta. In realtà la mia istruzione l’ho ricevuta da monache e preti, tanto che a un certo punto avevo deciso di vestire l’abito talare. Poi ho capito che ad attrarmi era proprio quella veste lunga, la tonaca. Un abito in qualche modo più femminile che maschile. Non voglio neppure pensare che prete sarei stato, certamente la mia presenza sarebbe stata gradita a molti. Con qualche disappunto!" Le violenze sulle donne sono in aumento e all'ordine del giorno. C'è, a suo avviso, una ragione? "Non so se negli ultimi decenni ci sia stata una recrudescenza del fenomeno oppure un tempo non se ne avevano notizie per via della scarsa informazione. A ogni modo credo che l’emancipazione femminile sia ancora una espressione teorica. La donna di questo millennio è ancora troppo legata e sacrificata a causa del  valore eccessivo che le istituzioni attribuiscono al matrimonio, che a mio avviso è null’altro che  una specie di rito funebre della coppia. La montagna di sogni costruiti ad arte attorno a questa usanza contrattuale spesso crolla di fronte alle evidenze della realtà quotidiana. Da qui il patatrac e il possibile scatenarsi di reazioni senza controllo".
Eva Robin's con Drusilla Foer
Eva Robin's con Drusilla Foer
Ha vissuto mai episodi del genere in prima persona? "Sono assolutamente sincera nell’affermare che non ho mai subito violenze, a meno che non le abbia richieste. Ma in quel caso si trattava di un gioco deciso assieme. La mia difesa dipende da quel ‘campanellino d’allarme’ pronto a squillare tutte le volte che anche solo vagamente va delineandosi una situazione potenzialmente pericolosa. Un istinto naturale, quasi animalesco, che mi spinge ad allontanarmi prima che qualcosa di brutto e irreparabile possa accadere. Inoltre mi ha aiutato saper ‘pensare da uomo’ ma anche aver appreso sui set cinematografici aspetti di vita molto verosimili e decisamente istruttivi". Che cosa è per lei il sesso?  Prevale sull'amore sentimentale? "C’è una grande confusione a questo proposito. Il coinvolgimento dovrebbe essere totale ma solo con il tempo puoi renderti rendere conto se eri solo invaghita o realmente innamorata. Io sono attratta sessualmente da un uomo ma la mia affettività è diretta verso le donne. Senza dubbio il maschio che c’è in me pretende la sua parte". Eva, come si pensa nel suo futuro? "Con il pannolone! E forse con un bambino che mi faccia da badante… Scherzo, naturalmente: il mio futuro è questo mio presente. E finché mi reggono le gambe resisto".
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A cosa non rinuncerebbe mai? "Alla creatività. Una qualità troppo legata al mio modo di esprimermi per poterci rinunciare. Ad esempio nello spettacolo ‘Le Troiane’ che stiamo portando in giro ho creato con le mie mani il diadema di Ecuba. A un’altra cosa non potrei mai rinunciare: ad avere un animale in casa, purché non sia un uomo. Io con la mia gatta ho un rapporto morboso". Una frase dedicata alle donne e a quelle che si sentono tali… "Le donne sono uomini che riescono a piangere".
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