Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Spettacolo » Festival Gaber, super ospite della quarta serata Bobby Solo. L’amicizia con il Signor G e la carriera di successo

Festival Gaber, super ospite della quarta serata Bobby Solo. L’amicizia con il Signor G e la carriera di successo

"Innamorato della musica a 900 gradi, non a 360" Roberto Satti, in arte Bobby Solo, è stato l'ospite del quarto incontro spettacolo nella cittadina versiliese in occasione del celebre festival. Una carriera che lo ha reso famoso in Italia e all'estero come uno dei più grandi interpreti della musica leggera nazionale. Ma sempre sulle orme del grande Elvis Presley

Marianna Grazi
21 Luglio 2021
Share on FacebookShare on Twitter

Quarto appuntamento a Camaiore (Lu) con il “Festival Gaber”, uno dei più importanti eventi culturali e di spettacolo a livello nazionale. L’obiettivo, portato avanti anno dopo anno grazie alla Fondazione a suo nome e alle istituzioni cittadine, è quello di diffondere e mantenere viva nella memoria la figura e l’opera di Giorgio Gaber, facendo breccia anche e soprattutto fra il pubblico più giovane.

Ospite della serata sul palco di Piazza San Bernardino Bobby Solo, storico interprete della canzone pop italiana. Passato alla storia come interprete e autore di alcune delle più conosciute canzoni della musica leggera nazionale, come “Una lacrima sul viso”, “Non c’è più niente da fare” o “Zingara”, Solo è uno dei principali conoscitori e virtuosi della musica americana degli anni ’50 e ’60. Grande cultore di Elvis Presley, ha allargato il suo virtuosismo musicale al rock’n roll, al blues, al country e al jazz. Ieri sera, dopo un breve approfondimento sulle sue origini musicali e alcuni aneddoti legati allo straordinario successo incontrato nella sua carriera, ha deliziato ed entusiasmato il pubblico con le sue canzoni più famose e i trascinanti ritmi della musica d’oltreoceano.
Ma non è mancato anche il ricordo della lunga amicizia con Gaber: “Giorgio era un amico già dal ’64, con le prime televisioni a Roma in via Teulada. Eravamo sempre insieme. Lui era più bravo di me alla chitarra, aveva una bellissima Gibson 335, che io gli invidiavo”.

Il quinto appuntamento con il Festival Gaber a Camaiore è previsto per venerdì 23 luglio: protagonista della serata sarà Fulminacci, uno dei più importanti eredi della tradizione cantautorale italiana, reduce dalla 71° edizione del Festival di Sanremo con il brano “Santa Marinella”.

Il video racconto della quarta serata

L’artista

L’Elvis Presley della canzone italiana, come ancora oggi viene considerato, nasce a Roma nel 1945 con il nome di Roberto Satti, meglio conosciuto come Bobby Solo.

La storia legata allo pseudonimo è piuttosto curiosa. Sembra infatti che il padre non volesse che il suo cognome fosse accostato alla musica rock. Così, al momento della stipula del contratto con la Dischi Ricordi, Bobby disse alla segretaria di chiamarsi “Solo Bobby”. La ragazza capì male e diede vita al suo celebre nome d’arte.

La musica inizia ad appassionarlo fin dall’adolescenza, con una predilezione forte per il rock’n roll e per l’icona americana a cui viene spesso paragonato, Presley, fin da subito la sua più grande fonte d’ispirazione nel look e nel modo di cantare. L’artista però diventa famoso nel nostro Paese per la sua vena pop più che per quella rock, contribuendo a diffondere un genere e uno stile musicale che l’Italia stava iniziando a masticare solo grazie all’ardore di artisti come lui e Adriano Celentano. Una carriera infinita la sua, che lo ha visto per ben due volte vincere il Festival di Sanremo: nel 1965, insieme ai New Christy Minstrels con “Se piangi se ridi” e quattro anni dopo con “Zingara”, accompagnato da Iva Zanicchi.

Da giovanissimo impara a suonare la chitarra e prova a scrivere le sue prime canzoni. Dopo il trasferimento a Milano con la famiglia, entra in contatto con Vincenzo Micocci, che gli propone un contratto con la Dischi Ricordi. Nel 1963 Bobby Solo pubblica il suo primo 45 giri con “Ora che sei già una donna” e “Valeria”. L’anno successivo è quello del debutto sul palco dell’Ariston dove interpreta, insieme a Frankie Laine, un brano destinato a diventare un classico: “Una lacrima sul viso”. Il pezzo, scritto da Mogol, viene acclamato fin dal primo ascolto ma, a causa di un abbassamento di voce dell’interprete, non si aggiudica la vittoria, dovendosi accontentare del secondo posto. Ma la canzone raggiunge invece la vetta della classifica in Italia (rimanendovi per 8 settimane), conquistando una notevole fama anche nel resto d’Europa. Forte di questo trionfo commerciale, dà alla luce il suo primo eponimo album, stampato anche all’estero, in cui il brano viene cantato anche in altre lingue. Nel 1965, in una sorta di risarcimento, trionfa a Sanremo. Poi una serie di alti e bassi nel suo percorso (grande successo avrà “Non c’è più niente da fare”, compensando solo in parte altri singoli usciti in quegli anni) lo portano di nuovo alla ribalta nel contest canoro più famoso d’Italia nel 1969.

Nel decennio successivo continua a incidere, ma il successo sul palco diminuisce e Bobby Solo decide di dedicarsi ad altre attività, sempre legate al mondo dello spettacolo e della musica. Apre a Roma gli Studi Chantalain (contrazione del nome dei suoi figli Chantal e Alain), in cui vengono incisi album importanti come “Ipertensione” di Roberto Vecchioni del 1975. Con la partecipazione a Sanremo nel 1980, in cui presenta il brano “Gelosia”, torna sulla cresta dell’onda, anche grazie alla formazione, in quegli anni, del supergruppo Ro.Bo.T. con Rosanna Fratello e Little Tony. Nel 1989 vince, con “Una lacrima sul viso”, la trasmissione musicale C’era una volta il festival.

Dopo un nuovo periodo di minor fama popolare, torna sul palco dell’Ariston nel 2003 con il brano “Non si cresce mai”, in compagnia dell’amico Little Tony. Decide quindi di riprendere l’attività dal vivo, in cui presenta, oltre ai suoi successi, anche molte cover di Elvis Presley, Little Richard, Chuck Berry e altri brani di rock’n roll. Negli stessi anni, dal 2001 al 2006, registra ben 5 album con la casa discografica Azzurra Music e collabora con i Marta sui tubi cantando nel brano “Via Dante”. Continua così, negli anni successivi, la sua carriera musicale: le sue ultime produzioni richiamano i successi del passato, interpretati in chiavi differenti, dal blues al rock’n roll, una passione che per Solo non morirà mai. Con “Meravigliosa vita”, il 37º album pubblicato nel 2015, celebra i suoi 70 anni di età e 50 di carriera: 13 brani, dei quali 9 inediti (3 firmati da Mogol) e 4 riletture, in chiave blues, di suoi “classici”: “Se piangi se ridi”, “Non c’è più niente da fare”, “Una lacrima sul viso e Gelosia”.

Potrebbe interessarti anche

La Comunicazione Aumentativa Alternativa è ancora poco diffusa nelle scuole italiane
Attualità

Disabilità comunicative, parte “Popy on the Road”

24 Marzo 2023
Il cast di Lol 3 (Ufficio stampa Prime Video)
Spettacolo

Lol 3, a chi vanno in beneficenza i soldi del premio

19 Marzo 2023
La sartoria per aiutare le donne vittime di violenza
Lifestyle

Violenza domestica, una sartoria terapeutica per cominciare una nuova vita

24 Marzo 2023

Instagram

  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Quarto appuntamento a Camaiore (Lu) con il "Festival Gaber", uno dei più importanti eventi culturali e di spettacolo a livello nazionale. L'obiettivo, portato avanti anno dopo anno grazie alla Fondazione a suo nome e alle istituzioni cittadine, è quello di diffondere e mantenere viva nella memoria la figura e l’opera di Giorgio Gaber, facendo breccia anche e soprattutto fra il pubblico più giovane. Ospite della serata sul palco di Piazza San Bernardino Bobby Solo, storico interprete della canzone pop italiana. Passato alla storia come interprete e autore di alcune delle più conosciute canzoni della musica leggera nazionale, come "Una lacrima sul viso", "Non c’è più niente da fare" o "Zingara", Solo è uno dei principali conoscitori e virtuosi della musica americana degli anni '50 e '60. Grande cultore di Elvis Presley, ha allargato il suo virtuosismo musicale al rock'n roll, al blues, al country e al jazz. Ieri sera, dopo un breve approfondimento sulle sue origini musicali e alcuni aneddoti legati allo straordinario successo incontrato nella sua carriera, ha deliziato ed entusiasmato il pubblico con le sue canzoni più famose e i trascinanti ritmi della musica d’oltreoceano. Ma non è mancato anche il ricordo della lunga amicizia con Gaber: "Giorgio era un amico già dal '64, con le prime televisioni a Roma in via Teulada. Eravamo sempre insieme. Lui era più bravo di me alla chitarra, aveva una bellissima Gibson 335, che io gli invidiavo". Il quinto appuntamento con il Festival Gaber a Camaiore è previsto per venerdì 23 luglio: protagonista della serata sarà Fulminacci, uno dei più importanti eredi della tradizione cantautorale italiana, reduce dalla 71° edizione del Festival di Sanremo con il brano "Santa Marinella".

Il video racconto della quarta serata

L'artista

L'Elvis Presley della canzone italiana, come ancora oggi viene considerato, nasce a Roma nel 1945 con il nome di Roberto Satti, meglio conosciuto come Bobby Solo. La storia legata allo pseudonimo è piuttosto curiosa. Sembra infatti che il padre non volesse che il suo cognome fosse accostato alla musica rock. Così, al momento della stipula del contratto con la Dischi Ricordi, Bobby disse alla segretaria di chiamarsi "Solo Bobby". La ragazza capì male e diede vita al suo celebre nome d’arte. La musica inizia ad appassionarlo fin dall’adolescenza, con una predilezione forte per il rock'n roll e per l'icona americana a cui viene spesso paragonato, Presley, fin da subito la sua più grande fonte d’ispirazione nel look e nel modo di cantare. L'artista però diventa famoso nel nostro Paese per la sua vena pop più che per quella rock, contribuendo a diffondere un genere e uno stile musicale che l’Italia stava iniziando a masticare solo grazie all’ardore di artisti come lui e Adriano Celentano. Una carriera infinita la sua, che lo ha visto per ben due volte vincere il Festival di Sanremo: nel 1965, insieme ai New Christy Minstrels con "Se piangi se ridi" e quattro anni dopo con "Zingara", accompagnato da Iva Zanicchi. Da giovanissimo impara a suonare la chitarra e prova a scrivere le sue prime canzoni. Dopo il trasferimento a Milano con la famiglia, entra in contatto con Vincenzo Micocci, che gli propone un contratto con la Dischi Ricordi. Nel 1963 Bobby Solo pubblica il suo primo 45 giri con "Ora che sei già una donna" e "Valeria". L'anno successivo è quello del debutto sul palco dell'Ariston dove interpreta, insieme a Frankie Laine, un brano destinato a diventare un classico: "Una lacrima sul viso". Il pezzo, scritto da Mogol, viene acclamato fin dal primo ascolto ma, a causa di un abbassamento di voce dell’interprete, non si aggiudica la vittoria, dovendosi accontentare del secondo posto. Ma la canzone raggiunge invece la vetta della classifica in Italia (rimanendovi per 8 settimane), conquistando una notevole fama anche nel resto d’Europa. Forte di questo trionfo commerciale, dà alla luce il suo primo eponimo album, stampato anche all'estero, in cui il brano viene cantato anche in altre lingue. Nel 1965, in una sorta di risarcimento, trionfa a Sanremo. Poi una serie di alti e bassi nel suo percorso (grande successo avrà "Non c’è più niente da fare", compensando solo in parte altri singoli usciti in quegli anni) lo portano di nuovo alla ribalta nel contest canoro più famoso d'Italia nel 1969. Nel decennio successivo continua a incidere, ma il successo sul palco diminuisce e Bobby Solo decide di dedicarsi ad altre attività, sempre legate al mondo dello spettacolo e della musica. Apre a Roma gli Studi Chantalain (contrazione del nome dei suoi figli Chantal e Alain), in cui vengono incisi album importanti come "Ipertensione" di Roberto Vecchioni del 1975. Con la partecipazione a Sanremo nel 1980, in cui presenta il brano "Gelosia", torna sulla cresta dell'onda, anche grazie alla formazione, in quegli anni, del supergruppo Ro.Bo.T. con Rosanna Fratello e Little Tony. Nel 1989 vince, con "Una lacrima sul viso", la trasmissione musicale C'era una volta il festival. Dopo un nuovo periodo di minor fama popolare, torna sul palco dell'Ariston nel 2003 con il brano "Non si cresce mai", in compagnia dell’amico Little Tony. Decide quindi di riprendere l'attività dal vivo, in cui presenta, oltre ai suoi successi, anche molte cover di Elvis Presley, Little Richard, Chuck Berry e altri brani di rock'n roll. Negli stessi anni, dal 2001 al 2006, registra ben 5 album con la casa discografica Azzurra Music e collabora con i Marta sui tubi cantando nel brano "Via Dante". Continua così, negli anni successivi, la sua carriera musicale: le sue ultime produzioni richiamano i successi del passato, interpretati in chiavi differenti, dal blues al rock'n roll, una passione che per Solo non morirà mai. Con "Meravigliosa vita", il 37º album pubblicato nel 2015, celebra i suoi 70 anni di età e 50 di carriera: 13 brani, dei quali 9 inediti (3 firmati da Mogol) e 4 riletture, in chiave blues, di suoi "classici": "Se piangi se ridi", "Non c'è più niente da fare", "Una lacrima sul viso e Gelosia".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto