
Giuseppina Torre
“Scrivendo nero su bianco quello che ho vissuto sulla mia pelle è come se avessi chiuso un cerchio e mi auguro che questo mio racconto sia una speranza, una consapevolezza assolutamente da condividere. Un atto dovuto per me, ma anche per tutte quelle persone fragili e disilluse che, invece di credere nella possibilità di rinascere, pensano, sbagliando, che non si possa uscire dal tunnel della violenza che le sconvolge”.

È da pochi giorni in libreria e negli store digitali “Un piano per rinascere. La mia storia dal vivo” (Solferino, pp. 192), il primo libro che Giuseppina Torre ha scritto con la giornalista Barbara Visentin per raccontare la sua storia e accendere un messaggio di speranza, di solidarietà e di allerta per tutte le donne che vivono situazioni di minaccia e di sopraffazione.
Giuseppina nascondeva dietro la sua parabola artistica una sofferenza profonda ma, con coraggio e grazie alla musica, è riuscita a liberarsi e a ricostruire la propria vita. Ora questo sofferto percorso è immortalato da un libro che racconta con sincerità e intensità come la pianista e compositrice siciliana abbia vissuto a lungo una relazione segnata da violenza psicologica e fisica a cui si è ribellata, ritrovando se stessa. Questo suo nuovo lavoro, ma anche l’ultimo album, come dicevamo, rappresentano un invito rivolto a tutte le donne in difficoltà a non restare in silenzio e denunciare chi le opprime. Attraverso questa autobiografia l'emancipazione femminile viene analizzata non soltanto dal punto di vista dei sentimenti, ma anche a livello economico e artistico, per spronare un viaggio interiore e invitare a esplorare senza riserve la propria vulnerabilità, senza la pressione di dover sempre apparire vincenti agli occhi degli altri.
“C'è ancora tanta strada da fare: noi donne dobbiamo faticare tantissimo per emanciparci, però dobbiamo essere caparbie e non arrenderci mai - sottolinea Giuseppina Torre -. Sembra che sia una lotta di donne contro uomini o comunque una rivendicazione tutta al femminile, invece deve vedere protagoniste le donne insieme agli uomini. Dobbiamo cercare di essere uniti per il cambiamento comune. Deve esserci grande sinergia, una comunione di intenti per avvicinarci alla parità di genere, per rivendicare l’autonomia e il rispetto reciproco. A parole si possono fare grandi discorsi, ma poi sono i fatti che contano”.
Lei come si è mossa a proposito?
“Ho sempre cercato di sensibilizzare attraverso la musica la gente verso l'emancipazione della donna, sulla non violenza e il rispetto. Io posso essere una gocciolina d'acqua nell'oceano o un granello di sabbia nel deserto, ma penso che ognuno di noi nel nostro piccolo debba fare qualcosa per contribuire a muovere le coscienze”.
Lei ribadisce il concetto con questa sorta di diario di bordo?
“Che invita a non minimizzare quello che talvolta succede, a prendere in considerazione le prime avvisaglie di violenza, l’eccesso di controllo, di possessività del partner. Bisogna reagire, prima che sia troppo tardi. Nel libro racconto anni e anni di violenza psicologica, che è quella più diffusa e meno visibile. Molte donne non sanno riconoscerla e si lasciano, loro malgrado, manipolare. Io sono una persona, molto, molto paziente e ho dato infinite possibilità al mio partner, che continuava a denigrarmi, a sminuirmi, ma allo stesso tempo aveva degli slanci che mi facevano un po' conciliare con quella che era la sua figura di uomo. Questo altalenare di sentimenti era diventato la normalità, accanto a sbalzi d’umore e violenza gratuita”.
Come ha fatto a sopportare questa situazione per anni?
“Entri in un circolo vizioso dal quale è difficile uscirne. Anche perché, oltre alla dipendenza affettiva ci sono dei meccanismi che ti legano a livello economico e tante altre dinamiche che creano te stessa una certa nebbia, confusione, disistima. Momenti di crisi in cui finisci per perdere la luce. Non avevo più una direzione perché la mia vita è stata condizionata dagli umori altalenanti di quello che è stato il mio unico amore, quello delle farfalle nello stomaco, quello che un tempo mi faceva battere forte il cuore. Sono cresciuta insieme a lui. Mi è costato tanto reagire, ma finalmente sono riuscita a distaccarmi da questa dipendenza che all’inizio facevo finta di non vedere o comunque sottovalutavo”.
Una situazione che è comune a quella che vivono tante donne.
“Purtroppo è una situazione ricorrente. Tante donne vengono uccise perché a un certo punto l'uomo va in crisi e non transige, non sopporta essere superato. C'è ancora tanta, troppa, cultura maschilista in giro, non a caso si continua a parlare di patriarcato e noi donne per farci notare e per avere rilievo, anche nel mondo lavorativo dobbiamo combattere di più, farci valere. E poi, alla fine siamo comunque relegate a ruoli minori rispetto al quella degli uomini. Questa prevalenza maschile nei ruoli di prestigio fa sì che l'uomo vada in crisi quando si sente scavalcato, superato in qualche modo da una figura femminile. L'uomo non accetta questo tipo di frustrazione, sia sul lavoro, che nelle relazioni di coppia e vuole continuare a essere lui la persona eletta a comandare ogni tipo di situazione. Se non succede va in difficoltà”.
E quindi reagisce malamente.
“Purtroppo anche attraverso i femminicidi. È una cosa assurda, incomprensibile e la cosa più grave è che adesso si sta abbassando anche l'età degli assassini e delle loro vittime, che spesso adesso sono anche ragazzi. E questa cosa è un campanello d'allarme perché vuol dire che la società, la scuola, anche gli stessi genitori devono fare di più. Tutti dobbiamo agire affinché i ragazzi, i giovani prendano coscienza e smettano di comportarsi in modo aggressivo con le ragazze e fra loro. Oggi la ragazza ha le stesse libertà di un ragazzo, è libera di uscire, può frequentare chi vuole. Ma, se malauguratamente una ragazza incontra qualcuno che invece la pensa in maniera totalmente differente, sono guai a non finire”.
L’importante è creare occasioni per mettere in crisi l’aggressività.
“Io ad esempio vado spesso nelle scuole e spiego sia ai ragazzi sia alle ragazze che la gelosia non è un segnale di amore. Non possiamo parlare di sana gelosia, quando il partner ti controlla, quando ti vieta di uscire, quando prende il tuo cellulare per controllarti: quello non è amore, è mancanza di rispetto. Quando non c'è fiducia penso che una relazione non possa e non debba andare avanti. Lo dico con cognizione di causa perché ho subito questa situazione sulla mia pelle”.
E ha reagito soprattutto attraverso la musica. Anche il suo nuovo album, “The Choice” si specchia in qualche maniera nel libro?
“Certo, è l'ultimo capitolo della storia, perché “The Choice” rappresenta la scelta impegnativa di quella donna, che dapprima non riusciva neanche a varcare la soglia della provincia, ma ha preso il coraggio a quattro man, è andata via dalla Sicilia per trasferirsi a Milano e ricominciare una nuova vita. Lo sottolineo anche dal vivo, negli eventi che mi vedono abbinare un concerto alla presentazione del libro. Le persone che sono venute ad ascoltarmi sono rimaste affascinate dalla musica, perché molti si rispecchiano nelle mie composizioni, in quello che suono. Per questo sono stati incuriositi anche dal libro che, insieme al disco, soprattutto oggi rappresenta un ritratto tutto tondo di me stessa”.
Le mette ancora le scarpette rosse sul pianoforte?
“Sì, sono un messaggio e un simbolo molto importante, ricordano tutte quelle donne che non ce l'hanno fatta. Ma, sono anche il simbolo dei passi necessari verso il cambiamento. Per questo viaggiano con me un po' in giro per l'Italia e anche per il mondo. Con queste scarpe rosse, in evidenza, come la mia musica, sono stata in Corea, in Australia e in tour in Italia tutto l'anno. Ogni occasione è buona per parlare dell'emancipazione femminile”.
Intanto continua il tour in cui Giuseppina Torre suona dal vivo le composizioni del suo ultimo album “The Choice” (Sony Music Italia) e del precedente “Life book” (Universal Music Italia). In alcune date la pianista presenterà il suo libro “Un piano per rinascere. La mia storia dal vivo” (Solferino). Questi i prossimi appuntamenti:
12 giugno – Mondadori – Nola (Napoli) presentazione libro 13 giugno – “A Tutto Volume – Libri in Festa a Ragusa” – Ragusa PRESENTAZIONE LIBRO 19 giugno – Sala Athenaeum – Barletta concerto + presentazione libro 21 giugno – Teatro Tommaso Salvini di Pieve di Teco – Imperia concerto + presentazione libro 26 giugno – Centrale dell’Acqua MM – Milano nell’ambito de La Milanesiana, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi concerto 8 agosto – Piazza Matteotti – Lido di Camaiore (Lucca) nell’ambito della rassegna editoriale estiva Lidocult presentazione libro