Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Spettacolo » Premio “antirazzista” a Harry e Meghan alla vigilia della serie tv che ha già scatenato polemiche

Premio “antirazzista” a Harry e Meghan alla vigilia della serie tv che ha già scatenato polemiche

L'8 dicembre su Netflix la storia d'amore dei duchi di Sussex con nuove rivelazioni sull'addio alla famiglia reale inglese

Barbara Berti
7 Dicembre 2022
La coppia più chiacchierata del momento: Harry e Meghan (Instagram)

La coppia più chiacchierata del momento: Harry e Meghan (Instagram)

Share on FacebookShare on Twitter

Alla vigilia dell’uscita (con polemiche) della docu-serie Netflix di Harry e Meghan, i due – duca e duchessa di Sussex – sono stati insigniti del celebre premio assegnato dalla “Robert F. Kennedy Human Rights Foundation” durante il “Gala Ripple of Hope” organizzato in onore di RFK a New York e tenutosi martedì 6 dicembre. Kerry Kennedy – la settima degli undici figli di Robert F. Kennedy ed Ethel Kennedy – aveva già annunciato nelle scorse settimane la sua decisione di voler rendere omaggio ai due per la posizione “eroica” da loro assunta contro il “razzismo strutturale” della famiglia reale oltre che per il loro impegno sul tema della salute mentale.

Harry e Meghan durante il “Gala Ripple of Hope” (Instagram)
Harry e Meghan durante il “Gala Ripple of Hope” (Instagram)

Nel suo discorso celebrativo, il principe Harry ha dichiarato: “Ogni volta che un uomo si batte per un ideale o agisce per migliorare la sorte degli altri o si batte contro l’ingiustizia, invia una piccola ondata di speranza”. Meghan gli ha fatto eco: “Il sogno duraturo di RFK di un mondo giusto e pacifico è molto più di una semplice speranza. È una domanda diretta, una sfida specifica, un invito all’azione, una prova di coraggio individuale e spirito collettivo”.

Durante il “Gala Ripple of Hope”, la duchessa ha anche parlato del doloroso periodo da lei vissuto tra le mura della casa reale, che l’ha portata a lottare contro se stessa e i pensieri suicidi, affermando che per la prima volta ne ha parlato da Oprah Winfrey per dare alle persone “lo spazio e il coraggio di fare lo stesso, ma più di questo per sentirsi davvero come se non fossero sole, perché penso che spesso sia quello che può essere l’ostacolo più grande quando ti senti in quel modo, tu non vedi una via d’uscita”. Durante la cerimonia, Harry e Meghan hanno annunciato una nuova collaborazione tra la loro “Archewell Foundation” e l’organizzazione Robert F Kennedy Human Rights (RFKHR), l’Archewell Foundation Award for Gender Equity in Student Film. “La nostra speranza con questo premio è di ispirare una nuova generazione di leadership nelle arti, dove diversi talenti emergenti hanno una piattaforma per far sentire la propria voce e raccontare le proprie storie” ha dichiarato la coppia.

La docu-serie “Harry & Meghan”

“Harry & Meghan” è il titolo della docu-serie in sei puntate che sbarca su Netflix l’8 dicembre (episodi 1-3, mentre gli altri escono il 15 dicembre). La regista Liz Garbus, candidata a due Oscar e premiata agli Emmy, presenta uno sguardo inedito su una delle coppie più discusse della storia. Si parte dal periodo clandestino dell’innamoramento tra il principe Harry e l’attrice Meghan Markle per poi proseguire con le difficoltà incontrate nelRegno Unito, fatto che li hanno portati ad allontanarsi dal Paese e dai loro ruoli istituzionali come famiglia reale. Il documento si presenta come “dettagliato e senza precedenti” nel quale Harry e Meghan raccontano la loro storia d’amore. Ma non solo. Nella serie, amici e familiari rivelelano pubblicamente cosa significa vivere vicino alla coppia e cosa esiste davvero dietro la loro rinuncia al prestigio della Corona. I commenti degli storici analizzeranno la situazione del Commonwealth britannico e i rapporti della famiglia reale con la stampa. Ma soprattutto, la serie indaga e rende di pubblico domninio il punto di rottura, quando è che “tutto è cambiato”, ovvero quando hanno scelto di ‘abbandonare’ la famiglia reale.

Harry e Meghan, duca e duchessa di Sussex (Instagram)
Harry e Meghan, duca e duchessa di Sussex (Instagram)

Le polemiche intorno alla serie

I tabloid inglesi l’hanno bollata come una dichiarazione di guerra in piena regola. L’annuncio da parte del colosso streaming Netflix di rilasciare la serie l’8 dicembre ha scatenato le polemiche: l’8 dicembre ricorrono tre mesi esatti dalla morte di Elisabetta II e nei giorni scorsi si è abbattuto un grave episodio di razzismo sulla casa reale, ovvero il licenziamento di Lady Susan Hussey, ex dama di compagnia della defunta sovrana, accusata di aver rivolto domande inappropriate sulle origini di una responsabile di un’organizzazione benefica (evento presieduto dalla regina Camilla), in realtà cittadina britannica a tutti gli effetti. Nelle anticipazioni della serie, poi Harry parla apertamente di “gioco sporco”, alludendo a storie fabbricate ad arte all’interno di Buckingham Palace, e di “sofferenza inflitta alle donne che entrano a far parte dell’Istituzione”, riferendosi ancora una volta alla sorte della madre Diana e alla paura che “la storia possa ripetersi”.

Potrebbe interessarti anche

Barcelona Femenì
Sport

Il Barcellona femminile prima squadra a vincere 50 partite consecutive in campionato

26 Gennaio 2023
Monopattini elettrici: cittadini divisi tra chi li vede come soluzione di mobilità alternativa e chi ne denuncia la poca sicurezza
Scienze e culture

Vietare i monopattini elettrici? A Parigi la sindaca annuncia il referendum. Cittadinanza divisa

23 Gennaio 2023
Il giovane canadese Laur Flom realizza libri di Harry Potter senza menzionare il nome dell'autrice Rowling
Lifestyle

Libri di Harry Potter senza il nome di JK Rowling: l’idea di Laur Flom contro la transfobia dell’autrice

22 Gennaio 2023

Instagram

  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Alla vigilia dell’uscita (con polemiche) della docu-serie Netflix di Harry e Meghan, i due - duca e duchessa di Sussex - sono stati insigniti del celebre premio assegnato dalla “Robert F. Kennedy Human Rights Foundation” durante il “Gala Ripple of Hope” organizzato in onore di RFK a New York e tenutosi martedì 6 dicembre. Kerry Kennedy – la settima degli undici figli di Robert F. Kennedy ed Ethel Kennedy – aveva già annunciato nelle scorse settimane la sua decisione di voler rendere omaggio ai due per la posizione “eroica” da loro assunta contro il “razzismo strutturale” della famiglia reale oltre che per il loro impegno sul tema della salute mentale.
Harry e Meghan durante il “Gala Ripple of Hope” (Instagram)
Harry e Meghan durante il “Gala Ripple of Hope” (Instagram)
Nel suo discorso celebrativo, il principe Harry ha dichiarato: “Ogni volta che un uomo si batte per un ideale o agisce per migliorare la sorte degli altri o si batte contro l’ingiustizia, invia una piccola ondata di speranza”. Meghan gli ha fatto eco: “Il sogno duraturo di RFK di un mondo giusto e pacifico è molto più di una semplice speranza. È una domanda diretta, una sfida specifica, un invito all’azione, una prova di coraggio individuale e spirito collettivo”. Durante il “Gala Ripple of Hope”, la duchessa ha anche parlato del doloroso periodo da lei vissuto tra le mura della casa reale, che l’ha portata a lottare contro se stessa e i pensieri suicidi, affermando che per la prima volta ne ha parlato da Oprah Winfrey per dare alle persone “lo spazio e il coraggio di fare lo stesso, ma più di questo per sentirsi davvero come se non fossero sole, perché penso che spesso sia quello che può essere l’ostacolo più grande quando ti senti in quel modo, tu non vedi una via d’uscita”. Durante la cerimonia, Harry e Meghan hanno annunciato una nuova collaborazione tra la loro “Archewell Foundation” e l’organizzazione Robert F Kennedy Human Rights (RFKHR), l’Archewell Foundation Award for Gender Equity in Student Film. “La nostra speranza con questo premio è di ispirare una nuova generazione di leadership nelle arti, dove diversi talenti emergenti hanno una piattaforma per far sentire la propria voce e raccontare le proprie storie” ha dichiarato la coppia.

La docu-serie “Harry & Meghan”

“Harry & Meghan” è il titolo della docu-serie in sei puntate che sbarca su Netflix l’8 dicembre (episodi 1-3, mentre gli altri escono il 15 dicembre). La regista Liz Garbus, candidata a due Oscar e premiata agli Emmy, presenta uno sguardo inedito su una delle coppie più discusse della storia. Si parte dal periodo clandestino dell'innamoramento tra il principe Harry e l’attrice Meghan Markle per poi proseguire con le difficoltà incontrate nelRegno Unito, fatto che li hanno portati ad allontanarsi dal Paese e dai loro ruoli istituzionali come famiglia reale. Il documento si presenta come “dettagliato e senza precedenti” nel quale Harry e Meghan raccontano la loro storia d’amore. Ma non solo. Nella serie, amici e familiari rivelelano pubblicamente cosa significa vivere vicino alla coppia e cosa esiste davvero dietro la loro rinuncia al prestigio della Corona. I commenti degli storici analizzeranno la situazione del Commonwealth britannico e i rapporti della famiglia reale con la stampa. Ma soprattutto, la serie indaga e rende di pubblico domninio il punto di rottura, quando è che “tutto è cambiato”, ovvero quando hanno scelto di ‘abbandonare’ la famiglia reale.
Harry e Meghan, duca e duchessa di Sussex (Instagram)
Harry e Meghan, duca e duchessa di Sussex (Instagram)

Le polemiche intorno alla serie

I tabloid inglesi l’hanno bollata come una dichiarazione di guerra in piena regola. L’annuncio da parte del colosso streaming Netflix di rilasciare la serie l’8 dicembre ha scatenato le polemiche: l’8 dicembre ricorrono tre mesi esatti dalla morte di Elisabetta II e nei giorni scorsi si è abbattuto un grave episodio di razzismo sulla casa reale, ovvero il licenziamento di Lady Susan Hussey, ex dama di compagnia della defunta sovrana, accusata di aver rivolto domande inappropriate sulle origini di una responsabile di un'organizzazione benefica (evento presieduto dalla regina Camilla), in realtà cittadina britannica a tutti gli effetti. Nelle anticipazioni della serie, poi Harry parla apertamente di “gioco sporco”, alludendo a storie fabbricate ad arte all’interno di Buckingham Palace, e di “sofferenza inflitta alle donne che entrano a far parte dell'Istituzione”, riferendosi ancora una volta alla sorte della madre Diana e alla paura che “la storia possa ripetersi”.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto