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Home » Spettacolo » I Maneskin distruggono gli strumenti sul palco e i social insorgono: “Uno schiaffo alla miseria”

I Maneskin distruggono gli strumenti sul palco e i social insorgono: “Uno schiaffo alla miseria”

È accaduto al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas: “Forse abbiamo un po’ esagerato“

Letizia Cini
18 Dicembre 2022
Un fermo immagine tratto da un video pubblicato su Instagram mostra i Maneskin mentre distruggono gli strumenti al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas (fonte Instagram)

Un fermo immagine tratto da un video pubblicato su Instagram mostra i Maneskin mentre distruggono gli strumenti al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas (fonte Instagram)

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Polemiche sui social per la scelta dei Maneskin di distruggere gli strumenti al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas. I quattro ragazzi del gruppo romano hanno testimoniato il tutto con video e foto postati su Instagram visualizzato, a tarda sera di domenica 18 dicembre, da 642mila persone, oltre 10.300 i commenti, in massima parte non certo positivi.

I Maneskin distruggono gli strumenti sul palco e i social insorgono
I Maneskin distruggono gli strumenti sul palco e i social insorgono

“Questo non era affatto previsto e forse abbiamo un po’ esagerato, ma ci è piaciuto – hanno scritto nel post -. Caos e distruzione a Las Vegas a parte, il nostro viaggio nordamericano è appena finito e già ci manca tutto. Non potremmo essere più felici del tempo trascorso con voi e dell’amore che ci avete dimostrato. L’energia che avete portato a ogni singolo concerto ha reso questo tour semplicemente memorabile. Contando i giorni fino al nostro ritorno. Vi amiamo, grazie“.

Un fermo immagine tratto da un video pubblicato su Instagram mostra i Maneskin mentre distruggono gli strumenti al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas (fonte Instagram)
Un fermo immagine tratto da un video pubblicato su Instagram mostra i Maneskin mentre distruggono gli strumenti al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas (fonte Instagram)

La risposta dei fan

Molti fan, però, non hanno gradito e sui social hanno accusato la band di aver compiuto un “gesto anacronistico“, mosso da “uno stupido esibizionismo“, di essersi dimenticata da dove viene e di dare “uno schiaffo in faccia a chi non può permettersi uno strumento“.

E Adv scrive: “Anni 70/80, il rock era cultura e cambiamento. Crisi e frattura con il passato. Quei gesti erano simbolici. Perdonatemi, ho imparato ad apprezzare la vostra musica ma questi gesti sono profondamente fuori tempo, irrispettosi verso chi si fa debiti per acquistarne uno strumento e rigorosamente non rock se poi mi taggate Gucci. Fate musica, sapete farla. Lasciate perdere l’esibizionismo stupido. Non ne avete bisogno“.

I Maneskin come gli Who

È accaduto al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas: “Forse abbiamo un po’ esagerato“ (fonte Instagram)

Questa volta i social non hanno perdonato e si sono scagliati contro la band del momento: i Maneskin. Il gruppo italiano ha da poco concluso il tour negli Stati Uniti con l’ultima tappa a Las Vegas.

È accaduto al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas: “Forse abbiamo un po’ esagerato“
È accaduto al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas: “Forse abbiamo un po’ esagerato“ (fonte Instagram)

E proprio sul palco della città del Nevada ha chiuso il concerto rompendo gli strumenti come facevano gli Who. In un video, condiviso dagli stessi Maneskin sul loro profilo Instagram, Thomas e Victoria sbattono ripetutamente a terrachitarra e basso e poi con Damiano danneggiano piatti e tamburi del batterista. Una scena che ha scatenato le polemiche del web: “Questi gesti sono profondamente fuori tempo, irrispettosi verso chi fa debiti per acquistare uno strumento e rigorosamente non rock”, commenta un utente. “Questa cosa la trovo penosa. Si vede che si sono dimenticati di quando suonavano per strada e non potevano permettersi strumenti di un certo livello”, rincara un altro follower.

Amaro anche il commento di P: ““Cosa avete voluto dimostrare? Lo facevano i grandi del rock, ok, ma non va imitato proprio tutto, soprattutto i comportamenti riprovevoli. È stato un gesto stupido e profondamente irrispettoso che merita l’unfollow. E mi dispiace, ma l’intelligenza viene prima di tutto. Non dimostrate di essere rock, ma di essere superficiali e volgari. Magari in Via del corso c’è qualche ragazzino come voi che sta suonando mentre sogna di sfondare, cercando di raggruppare pochi euro per comprarsi una chitarra migliore e voi, che fate? Spaccate tutta la strumentazione per poi, tra l’altro, taggare Gucci? Cosa siete diventati? Il rock è decisamente un’altra cosa“.

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  • La questione femminile è indubbiamente uno dei temi più dibattuti dell’epoca contemporanea. C’è chi teorizza la necessità di un welfare di genere capace di consentire alle donne di poter imboccare la strada della realizzazione personale senza dover rinunciare alla famiglia, chi scommette tutto su una rivoluzione culturale che, però, tarda ad arrivare.

Di sicuro, un lavoro più flessibile potrebbe essere d’aiuto. Ma, al di là di una parentesi – peraltro neanche troppo ben gestita – in fase Covid-19, lo smart working pare essere solo un ricordo. Ma come stanno le cose nel resto d’Europa? 

Un percorso da conoscere e, perché no, moltiplicare viene dalle isole Canarie. Si tratta di Female Startup Leaders, una comunità imprenditrici che per la loro attività hanno scelto Tenerife, promuovendo e incentivando lo smart working. Con il sostegno del Ministero del turismo, dell’industria e del commercio del Governo delle Canarie, il progetto rappresenta un punto di riferimento per tutte le donne (e gli uomini) che hanno intenzione non solo di provarci ma di riuscirci. Per le fondatrici, le Canarie rappresentano il luogo perfetto per mantenere in equilibrio il benessere emotivo con quello sociale, continuando a dedicarsi al proprio lavoro a distanza.

"Il lavoro del futuro e il futuro del lavoro passano attraverso la soluzione mista, né 100% remoto né 100% in loco. Di sicuro, però, non esistono soluzioni standard. Ottimo sarebbe che ogni azienda scegliesse il modo più efficiente per far lavorare i propri team, che sia in loco, misto o remoto. Il lavoro a distanza porta più libertà e autonomia al lavoratore. Se gestito correttamente, aiuta a fare una vita più equilibrata e ciò vale sia per gli uomini che per le donne”.

Una cosa è certa: il lavoro del futuro è sempre più nomade. Trasferirsi alle Canarie non è cosa facile, ma viene da pensare che anche l’Italia offre location d’eccezione quantomeno paragonabili a Tenerife. Perché non iniziare a guardare in questa direzione?

✍ Margherita Ambrogetti Damiani 

#lucenews #lucelanazione #femalestartupleaders
  • È morta all’età di 64 anni l’attrice Lisa Loring, famose per aver interpretato Mercoledì Addams nella sitcom La famiglia Addams nella metà degli anni Sessanta. 

La sua morte è stata annunciata da Laure Jacobson, un
  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
Polemiche sui social per la scelta dei Maneskin di distruggere gli strumenti al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas. I quattro ragazzi del gruppo romano hanno testimoniato il tutto con video e foto postati su Instagram visualizzato, a tarda sera di domenica 18 dicembre, da 642mila persone, oltre 10.300 i commenti, in massima parte non certo positivi.
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Un fermo immagine tratto da un video pubblicato su Instagram mostra i Maneskin mentre distruggono gli strumenti al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas (fonte Instagram)
Un fermo immagine tratto da un video pubblicato su Instagram mostra i Maneskin mentre distruggono gli strumenti al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas (fonte Instagram)

La risposta dei fan

Molti fan, però, non hanno gradito e sui social hanno accusato la band di aver compiuto un “gesto anacronistico“, mosso da “uno stupido esibizionismo“, di essersi dimenticata da dove viene e di dare “uno schiaffo in faccia a chi non può permettersi uno strumento“. E Adv scrive: “Anni 70/80, il rock era cultura e cambiamento. Crisi e frattura con il passato. Quei gesti erano simbolici. Perdonatemi, ho imparato ad apprezzare la vostra musica ma questi gesti sono profondamente fuori tempo, irrispettosi verso chi si fa debiti per acquistarne uno strumento e rigorosamente non rock se poi mi taggate Gucci. Fate musica, sapete farla. Lasciate perdere l’esibizionismo stupido. Non ne avete bisogno“.

I Maneskin come gli Who

È accaduto al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas: “Forse abbiamo un po’ esagerato“ (fonte Instagram)
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È accaduto al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas: “Forse abbiamo un po’ esagerato“
È accaduto al termine del concerto di chiusura del tour americano a Las Vegas: “Forse abbiamo un po’ esagerato“ (fonte Instagram)
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