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Il nuovo progetto dell'autrice musulmana Iman Qureshi: "Voglio creare a teatro una Mecca lesbica"

di MARIANNA GRAZI -
2 maggio 2022
Il ministero degli affari lesbici

Il ministero degli affari lesbici

Un gruppo di donne canta insieme My Favourite Things, la vecchia canzone intonata da Julie Andrews in "Tutti insieme appassionatamente", solo che le parole originali sono state sostituite da testi rivisitati in chiave Lgbt. È la prova chiassosa di uno spettacolo teatrale dal forte valore sociale. Perché siamo nel 2022, c'è una bandiera arcobaleno in ogni vetrina ma nessun bar per lesbiche. Ed è in questo contesto che entra in scena The Ministry of Lesbian Affairs: un coro di lesbiche in missione per unire una comunità disparata e in declino. A guidarlo una direttrice stanca di stare al mondo, mentre il gruppo amoreggia, spettegola e cerca di farsi strada cantando sul palco principale del Pride. Ma l'armonia è più facile da sognare che da realizzare, in questa commedia commovente, che racconta l'amore, l'essere omosessuali e il senso di appartenenza a qualcosa che difficilmente trova riconoscimento.
comunità lesbica divisa

Con "Il ministero degli affari lesbici" si raccontano le gioie e le difficoltà di appartenere alla comunità lesbica

Portare le storie lesbiche sul palco

Sostenuto dalla Fondazione Cara Delevingne, il nuovo spettacolo di Iman Qureshi Il ministero degli affari lesbici è un'ironica presa di coscienza di un problema attuale analizzato con una lente tutta femminile. L'idea è nato dopo che l'autrice ha visto The Inheritance, il dramma dello statunitense Matthew Lopez che racconta di tre generazioni di uomini omosessuali nella New York del 2010. "Ho visto un teatro pieno di uomini gay che si asciugavano gli occhi commossi e si tenevano per mano nel buio - ha raccontato Qureshi al Guardian -. Quell'opera è una specie di rito di guarigione comunitaria". La drammaturga spiega poi di aver visto la stessa cosa in The Normal Heart, di Larry Kramer, e di aver sofferto realizzando di non aver mai visto nulla che, sul palco, desse uno spazio simile alle storie lesbiche. "Non credo che alle donne queer siano state date abbastanza opportunità di sedersi insieme in una stanza buia tenendosi per mano, riconoscendo vecchie ferite e sentendo le loro storie raccontate. Sentire che sono importanti", prosegue la scrittrice.

Iman Qureshi

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La drammaturga dice che due dei suoi principali motori di creatività sono la queerness e l'essere di colore

Nata in Pakistan e cresciuta in Arabia Saudita, Iman Qureshi si è trasferita nel Regno Unito nel 2003, quando la repressiva sezione 28 (una legge voluta dalla Thatcher che causò la chiusura di molti gruppi di sostegno LGBT e la limitazione delle attività didattiche attraverso la censura o l'autocensura) era appena stata abolita. "A scuola, la cosa peggiore che poteva capitarti era di essere chiamata lesbica - ricorda al Guardian - Era una parola carica di disgusto, utilizzata dai bulli. La usavano al posto di 'stramba', 'drogata', 'brutta' e 'pervertita', ma si caricava del veleno di tutte queste altre parole". Attraverso la scrittura, lei ha voluto ribaltare queste narrazioni, per mostrare una storia che prova a liberarsi da quel sentimento di vergogna. "Il cambiamento è avvenuto così velocemente che si sta ancora facendo strada dentro di me". La sua opera prima, il premiato The Funeral Director, ha vinto il premio Papatango 2018 per la sceneggiatura inedita. Il catalizzatore della storia, che trattava il rapporto tra Islam e omosessualità, era una coppia che gestiva un'impresa di pompe funebri che si rifiutava di celebrare un funerale per un giovane musulmano gay. "Da allora, ha avvertito la pressione di scrivere storie orientali e musulmane. Non è il motore principale di questa commedia - dice di Ministry - ma spero che il pubblico possa ritrovarcela, perché è dentro di me".

Il ministero degli affari lesbici

Lo spettacolo si interroga sulla razza, in particolare sull'atteggiamento britannico nei confronti dell'immigrazione. "Penso che la queerness sia presente in tutto ciò che scrivo - dichiara Qureshi - ma anche l'essere di colore". L'industria teatrale, secondo lei, offre opportunità limitate per gli scrittori non bianchi: "Ricordo che c'è stato un periodo in cui andavo a fare colloqui e vedevo le stesse persone che aspettavano fuori",  aggiunge. "Eravamo messi l'uno contro l'altro. Perché non c'è abbastanza spazio per tutti?". Il Ministero degli Affari Lesbici fa parte degli sforzi della giovane autrice per affrontare queste forme di esclusione. È una commedia piena di canzoni e risate. "Mi interessava esplorare la comunità (lesbica, ndr) ma anche il come si fa a tenerla insieme quando le differenze minacciano di sopraffarla. Le lotte intestine attraversano tutta la comunità Lgbtq+, ma non possiamo permetterci di perdere". Un aspetto del conflitto che esamina è in particolare la transfobia verso le lesbiche. "Spero che se la gente arriverà con il pregiudizio nel cuore, poi esca con la sensazione che abbiamo bisogno le une delle altre", dice ansiosa. Usando il veicolo del coro, Qureshi ha creato un mondo - abbastanza piccolo da entrare in una sola sala prove - dove l'inclusione è sostenuta e l'obiettivo finale è l'armonia.
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Iman Qureshi vuole trasformare il teatro di Soho, Londra, in una "Mecca lesbica"

Come cambiare il cuore delle persone

La scrittura per lei è un modo per creare un cambiamento. "Lavoravo per [l'ente di beneficenza per i senzatetto] Shelter, e avevamo un modo davvero progressista di affrontare le questioni: ci chiedevamo, ad esempio, 'come possiamo cambiare il cuore delle persone?'". Ora, quando deve portare in scena uno spettacolo, usa una tecnica simile. "Penso a chi sarà il mio pubblico e a quale cambiamento voglio che avvenga nei loro cuori". "Sono entusiasta di poter trasformare il teatro di Soho in una mecca lesbica", dice a proposito della serata di apertura, "perché le donne queer accorrano e rivendichino quello spazio". In un settore in cui gli spazi femminili queer si sono praticamente chiusi negli ultimi anni, Qureshi spera che la sua nuova opera attiri un pubblico pieno di donne che si tengono per mano, condividendo storie piene di gioia nel buio della sala, permettendo loro di spogliarsi un po' della vergogna che si è fatta strada nei loro cuori.