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Irene Grandi strega rock: "Le donne non sono vittime ma guerriere. Esprimiamo l'unicità"

di GIOVANNI BALLERINI -
13 giugno 2022
irene grandi_ph_Luca brunetti_7

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Vulcanica, volitiva, intelligente, estrosa, la fiorentina Irene Grandi si appresta a passare un’estate piena di concerti con la soddisfazione di essere stata scelta nel ruolo di protagonista per lo spettacolo internazionale che debutta in prima mondiale il 22 e 23 luglio a Tones Teatro Natura, nella Cava Roncino di Oira Crevoladossola, in Val d’Ossola, prodotto dalla Fondazione Tones on the Stones che per 15 anni ha realizzato l’omonimo festival dedicato all’opera contemporanea. Si chiama "The Witches Seed" ed è la spettacolare e immersiva opera rock firmata dal geniale batterista e compositore, nonché fondatore dei Police, Stewart Copeland. Una provocatoria opera sulle streghe con i brani di Chrissie Hynde dei Pretenders, che si aggiungono alle composizioni di Copeland. Il libretto è del drammaturgo britannico-irlandese Jonathan Moore, a dirigere l’orchestra sarà l’irlandese Eimear Nooneprima donna nella storia a salire sul podio dell’orchestra nel corso della 92° premiazione degli Oscar e compositrice di alcune colonne sonore di videogiochi come World of Warcraft – mentre la visionaria regia è firmata da Manfred Schweigklofer e le video scenografie immersive sono state create dalla bravissima concept & visual artist Edvige Faini.
Irene Grandi Strga

Irene Grandi nei panni di una strega nell'opera "The Witches Seed"

Parallelamente a questo impegno, la Grandi riprende il suo tour - 'Io In Blues', un tributo appassionato alle radici di Irene, alla sua formazione musicale e alle prime esperienze sul palco, nelle quali ha ottenuto un imprinting che ha poi sviluppato in uno stile personale e sicuramente riconoscibile. La tournée parte il 29 giugno dallo stadio comunale Trestina - Citta’ Di Castello (Pg) e fa tappa il 29 luglio al Chiostro di San Domenico a Prato, il 16 agosto alla Rotonda Vassallo di Lerici (SP), il 21 agosto al Palamontepaschi di Chianciano Terme (Si) e l'11 settembre al Teatro Sociale – Festival della Comunicazione di Camogli (Ge). Irene, come mai hanno scelto lei nel ruolo della strega? "Perché Chrissie Hynde dei Pretenders ha una voce profonda e Stewart Copeland voleva che le canzoni fossero proprio in quella tonalità. Perché gli piaceva l’idea di una strega che canta con una voce profonda, con delle tonalità quasi maschili quindi a contrasto con quella dell’inquisitore che è un sopranista, cioè un uomo che canta con la voce da soprano. Sono stata felicissima della proposta, raggiante quando mi ha detto che non potevano chiedere una cantante più adatta al progetto di me e che Stewart era compiaciuto che un’artista pop conosciuta come me accettasse un progetto così sperimentale".
The Witches Seed

Irene Grandi con le altre 'streghe' del musical "The Witches Seed", prodotto dal fondatore e batterista dei Police Stewart Copeland

Di fatto avete creato una sorta di gender fluid vocale? "È curiosa questa cosa. Stewart ama dire che in questo musical le donne non sono vittime, ma dei fight back. Hanno un atteggiamento da guerriere, leggermente maschile. La realtà poi si sa come è andata nella storia, cioè che le streghe sono state tutte uccise, però questo lavoro sprona un atteggiamento battagliero". Una presa di posizione sulla diversità? "Nel senso che la donna deve mantenere la sua indipendenza e che deve essere concesso anche al genere femminile di potersi interrogare sull’opportunità o meno di sposarsi, fare figli, avere la sottomissione al marito che era prevista a quei tempi, ma che c’è anche oggi in altre parti del mondo".
irene grandi

Irene Grandi (ph.Luca Brunetti)

Lei si trova insomma bene nella parte della strega? "Da sempre ho affermato che non è detto che tutte le donne siano uguali e che non è bene esserlo. Ben venga la perfetta moglie, ma anche quella che non lo è». Lei da che parte sta? "Ho rappresentato nelle mie canzoni la società degli anni ’80 e ’90 in cui le donne si sono molto emancipate. Come negli anni ’70 si parlava, anche se in maniera diversa, di femminismo e del nuovo ruolo delle donne nella società. E io questi temi li ho cantati, sottolineando che si può trovare la propria dignità in cose diverse dall’essere per forza sposati o seguire il senso comune".
Irene Grandi

Irene Grandi (ph.Luca Brunetti)

Per lei la musica è quindi inclusione? "Include anche i diversi. Porta avanti l’idea che tutti possano esprimere la propria unicità, che essere se stessi è ancora una cosa importante, da difendere, da sostenere. Non bisogna essere giudicati perché magari non siamo il perfetto consumatore o non abbassiamo la cresta ai dettami che la società ci dà. Siamo persone in trasformazione e meno male che è così. Si va avanti seguendo la propria unicità, il proprio diritto a esistere manifestando, anche in musica, le nostre opinioni". Continua a essere un artista di successo, ma anche impegnata … "Il che non guasta. È bene avere qualche contenuto da sostenere. Quando sei una ragazza hai da esprimere te stessa, c’è la tipica ribellione giovanile per emanciparsi dai genitori e trovare la propria strada. Poi arriva il momento in cui è bene guardarsi dentro e nascono canzoni come Prima di partire per un lungo viaggio, La cometa di Halley, brani un po’ più riflessivi, introspettivi che ti fanno sostenere qualche tema. Per "The Witches Seed" è stata la volta della libertà di esprimersi, mentre con il progetto 'Io in blues' ho puntato sulle radici, che ho ritrovato. È uno stimolo anche per tutti i nuovi musicisti che, prima di andare a X Factor devono interrogarsi su quello che sono davvero. Di musica ce n’è talmente tanta che ti puoi confondere, puoi perderti prima di arrivare, per questo prima di metterti in gioco devi formarti un gusto tuo, avere una tua identità ben chiara in mente".
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Irene Grandi

La sua come è? "A me ha insegnato tanto un film come "Blues brothers", quel tipo di musica, quell’atteggiamento, anche un po’ ironico e irriverente che in qualche modo appartiene anche allo stesso tempo la donna che chiede Respect. Poi c’è l’essere in missione, perché ogni artista è in missione e tenta di fare il suo meglio". Cosa l’ha stimolata ultimamente? "Con quest’opera mi sono trovata a meraviglia nei panni della strega, ma mi ha intrigato anche la figura della bambina che sta zitta in un angolo e rappresenta la donna che verrà. L’inquisizione, il dolore delle donne è come se fossero un suo sogno, una condizione da portare con sé per costruire un nuovo mondo, come fanno Greta Thumberg, Bebe Vio, queste piccole grandi donne che potrebbero essere le nostre future governanti. Almeno me lo auguro, visto che sono bambine sagge, piene di ideali. Hanno una forza incredibile, sanno tante cose e danno il giusto valore alle cose che vale la pena fare, alle battaglie giuste che bisogna intentare".