Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Spettacolo » Jacob Elordi, travolto da un insolito successo. “Quando ho cominciato a recitare, a scuola mi hanno dato del gay”

Jacob Elordi, travolto da un insolito successo. “Quando ho cominciato a recitare, a scuola mi hanno dato del gay”

Icona di stile della Gen Z e rubacuori, l'attore è famoso per il ruolo di Nate, l'affascinante antieroe della serie cult "Euphoria"

Barbara Berti
15 Agosto 2022
L'attore e modello australiano Jacob Elordi, 25 anni (Instagram)

L'attore e modello australiano Jacob Elordi, 25 anni (Instagram)

Share on FacebookShare on Twitter

Dal bullismo al liceo al successo planetario scoppiato all’improvviso. L’attore e modello australiano Jacob Elordi, 25 anni, si racconta a trecentosessanta gradi. Icona di stile della Gen Z e rubacuori anche nella vita reale – tra le sue ex ci sono la top model Kaia Gerber, l’attrice, cantante e ballerina Zendaya e l’attrice Joey Lynn King – Elordi è diventato noto al grande pubblico per il personaggio di Noah Flynn nel film Netflix “The Kissing Booth” nel 2018 ma il suo esordio ufficiale nel mondo del cinema risale al 2017 con una piccola parte nel film con Johnny Depp “Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar“. Poi, nel 2019 il ruolo da protagonista – è Nate – nel teen cult “Euphoria“.

L'attore Jacob Elordi, il Nate di "Euphoria" (Instagram)
L’attore Jacob Elordi, il Nate di “Euphoria” (Instagram)

L’incredibile rapidità della sua ascesa alla notorietà lo ha un po’ spiazzato: solo cinque anni fa, aveva appena finito il liceo nella nativa Brisbane, capitale del Queensland in Australia. Poi è arrivata la parte dell’aitante Noah Flynn nella commedia romantica “The Kissing Booth” (poi diventata una trilogia) che è stata vista da decine di milioni di persone e lo ha trasformato, da un giorno all’altro, in una celebrità. Anzi in una notte: Netflix ha rilasciato il film a mezzanotte a Los Angeles, quindi Elordi è andato a letto come un ragazzo normale e al risveglio aveva 4 milioni di nuovi follower sul proprio account Instagram (oggi ha 13,2 milioni  di fan). “Ho dovuto cancellare le foto del liceo perché era l’Instagram in cui raccontavo la mia vita. Vorrei che le persone capissero quanto sia stato drastico il cambiamento” racconta l’attore a “British GQ” che gli dedica la copertina.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Jacob Elordi (@jacobelordi)

 

Un’ascesa rapida e inaspettata. “All’epoca dell’ultimo provino sul conto avevo forse tra i 400 e gli 800 dollari. Se non fosse andato bene me ne sarei tornato a casa per un po’ per mettere da parte qualcosina e tornare” racconta ancora alla rivista. Quando si è trasferito a Los Angeles si è fatto ospitare a casa di un amico nella San Fernando Valley per un paio di settimane e ha persino dormito in macchina in un parcheggio di Mulholland Drive.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da euphoria (@euphoria)

Ma “Euphoria” ha cambiato tutto. La serie televisiva di punta della HBO, che racconta la vita sregolata degli studenti liceali della Generazione Z, lo ha fatto diventare un divo mondiale. La prima stagione è andata in onda nel 2019 e ha ottenuto un enorme successo di critica, nel 2022, quando la seconda stagione è andata in onda, 19,5 milioni di spettatori si sono sintonizzati negli Stati Uniti a ogni episodio, il numero più alto dal 2004 per qualsiasi show HBO diverso da “Game of Thrones“. Elordi è, quindi, diventato l’affascinante antieroe di una serie entrata subito nel cuore del pubblico e si è ritrovato in una spirale di celebrità che, da allora, sta ancora cercando di gestire.

Jacob Elordi, l'esordio nel mondo del cinema risale al 2017 con piccola parte nel film "Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar" (Instagram)
Jacob Elordi, l’esordio nel mondo del cinema risale al 2017 con piccola parte nel film “Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar” (Instagram)

La passione di Elordi per la recitazione è nata intorno ai 12 anni, l’età in cui Nate di “Euphoria” ha cominciato a sviluppare un’identità da maschio alfa attraverso una routine di allenamento che prevedeva trazioni e grida talmente forti da non permettere a nessuno di accusarlo di essere effeminato. A scuola Elordi ha iniziato a sperimentare la recitazione quando ancora era faceva parte della squadra di rugby. “Appena ho cominciato a recitare, a scuola mi hanno dato del gay, ma avevo molta fiducia in me stesso. Perché sapevo di potermi dedicare a entrambe le attività”, confessa a “GQ”. E dice: “Ero abbastanza bravo nello sport e altrettanto nel teatro. Mi ritenevo al di sopra della banalità di un simile chiacchiericcio e questo mi faceva sentire più vecchio. In realtà, si trattava di una maggiore maturità. Non mi sono mai preoccupato di essere considerato meno uomo dai miei coetanei. Inoltre, la situazione mi permetteva di fare spettacoli teatrali insieme alle scuole femminili. Trascorrevo i fine settimana in compagnia delle ragazze più belle dell’istituto o, in alternativa, a leggere le parole in assoluto più romantiche che siano mai state scritte”.

Jacob Elordi, icona di stile della Gen Z (Instagram)
Jacob Elordi, icona di stile stile della Gen Z (Instagram)

Più veniva sfidato dai bulli e più rispondeva a modo, come quando in “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare per il ruolo di Oberon decise di eccedere con il make-up per far vedere che non si vergognava di nulla. “Mi sono allontanato dalla cultura della birra e dello sport e se questo mi rendeva poco uomo non m’importava, volevo essere fedele a chi ero, un ragazzo etero che ama l’arte” specifica l’attore alla rivista. “Non sono mai riuscito a capire come si possa etichettare qualcosa, in assoluto. Quanto è assurdo identificare lo sport come un’attività prettamente maschile? In che modo la sessualità può influenzare l’abilità di un atleta o di un performer?” si chiede Elordi. Poi ricorda: “Giocare a rugby rendeva fiero mio padre. Fare teatro faceva sentire orgogliosa mia madre. Quindi, se riuscivo a seguire entrambi gli interessi nati dalla mia educazione, come potevo sbagliare? Sembra un ragionamento fatto col senno di poi, ma all’epoca ne ero consapevole. Ed è un traguardo i cui frutti porto ancora dentro”.

Aspettando la terza stagione di “Euphoria”, l’attore è nel cast di “Acque profonde“, il film con Ben Affleck uscito a marzo scorso su Prime Video. L’agenda dei suoi prossimi progetti è piena: sarà un aristocratico inglese in “Saltburn” (il seguito di “Una donna promettente” della scrittrice e regista Emerald Fennell) in cui recita accanto a Rosamund Pike. Poi apparirà in un thriller con Zachary Quinto e in un road movie realizzato da un collaboratore dei fratelli Safdie. Ha scoperto che appena la telecamera smette di riprendere, i dubbi esistenziali cominciano a emergere e gli si fanno strada nella mente. “Riesco a vedere il precipizio mentre cammino in bilico sul suo ciglio. La mia paura è una sola: quale sarà il passo da cui non potrò più tornare indietro?” dichiara l’attore a “GQ”.

Potrebbe interessarti anche

L'imprenditore e attivista algerino Rachid Nekkaz
Attualità

Algeria, liberato Rachid Nekkaz, l’attivista imprenditore che difende “le donne velate”

23 Gennaio 2023
Barcelona Femenì
Sport

Il Barcellona femminile prima squadra a vincere 50 partite consecutive in campionato

26 Gennaio 2023
Firenze, sala della Musica, presentazione del primo "Educational Center", innovativo progetto parte dell'ABF H-Lab per la Scuola in Ospedale (New Press Photo)
Attualità

L’Educational Center per portare la scuola ai bambini in ospedale: il progetto dell’Andrea Bocelli Foundation

25 Gennaio 2023

Instagram

  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
  • La tolleranza, l’inclusione e il rispetto svaniscono nel momento in cui ci si mette davanti alla tastiera di un computer. Gli haters non sono spariti né accennano a diminuire. Esistono, sono molti più di prima, attaccano e anzi rilanciano. Oltre lo schermo, sono le donne soprattutto, e poi le persone con disabilità e le persone omosessuali, a essere i destinatari di insulti e offese di ogni tipo.

È questo il triste podio che ci consegna la ricerca condotta da Vox, Osservatorio italiano sui diritti, che ha fotografato l’odio via social, in particolare attraverso l’esame dei tweet. E le cose non vanno meglio rispetto all’anno precedente, anzi. Dalla settima edizione di questa ricerca è emerso infatti che nel 2022, da gennaio a ottobre, sono stati estratti quasi 630mila tweet, 583mila dei quali negativi, pari al 93% del totale, mentre invece l’anno prima i tweet presi in esame erano stati poco più di 797mila, 550mila dei quali erano negativi, cioè il 69% del totale.

Le donne si confermano essere il bersaglio numero uno, seguite appunto dalle persone con disabilità e dalle persone omosessuali, tornate nuovamente al centro del mirino, e non solo di quello che fa riferimento all’hate speech.

Oltre agli onnipresenti atteggiamenti di body shaming, molti attacchi hanno avuto come contenuto la competenza e la professionalità delle donne stesse. E, dunque, è il lavoro delle donne a emergere anche quest’anno quale co-fattore scatenante lo hate speech misogino, a conferma di una tendenza già rilevata lo scorso anno. Quanto alle persone con disabilità, risultata la seconda categoria più colpita.

Per quanto concerne invece gli stranieri e i migranti, la categoria sociale con una percentuale più alta di incremento di tweet negativi all’interno del cluster rispetto al 2021. Anche qui, va sottolineata la forte attenzione mediatica che si accende sugli sbarchi dei migranti e sulla situazione dei profughi provenienti dall’Ucraina, nonché dal contesto politico italiano e dalla sua relazione con l’Unione europea circa la gestione della situazione migratoria.

📲Come difendersi? Qual è la cura contro l
  • “Sesso. Libertà. Uguaglianza. Amore in tutti i sensi. E tutti a tavola!”. È il messaggio che Rosa Chemical, all’anagrafe Manuel Franco Rocati, porta a Sanremo 2023 per quello che sarà il suo esordio al festival con il brano “Made in Italy”.

Il rapper classe 1998, arriva da debuttante, ma con una storia già ben definita alle spalle. Poliedrico, eclettico, difficilmente etichettabile, ha dato sfogo alla sua creatività non solo a livello musicale – con influenze che spaziano dall’hiphop alla trap all’elettronica -, ma lavorando anche come modello per Gucci, come art and creative director e dedicandosi anche alla scrittura di videoclip. 

Nel 2019 ha pubblicato “Forever”, il suo primo album, che è stato certificato disco d’oro, da lì una serie di collaborazioni che lo hanno portato anche ad affiancare Tananai l’anno scorso nella serata cover del Festival.

“Molto spesso sono giudicato perché diverso, ma dal diverso bisogna imparare, assorbire. In Italia invece ciò che è diverso è giudicato. E io da diverso in passato mi sono sentito sbagliato” racconta Rosa Chemical. 

Non a caso, a Sanremo, il 25enne paladino della libertà di essere se stessi senza farsi condizionare dalle norme della società, arriva con il brano “Made in Italy” e un obiettivo ben preciso: “portare un messaggio di libertà contro ogni tipo di discriminazione, per promuovere l’uguaglianza e il rispetto. Cerco di creare dibattito: sono sempre pronto a spiegare il mio punto di vista, ma se non c’è apertura mentale non mi sento di dover dire nulla”.

Il brano “È piedi, con cui calpestare ciò che è generalista e che chiude tutto dentro una gabbia fatta di tabù. ‘Made in Italy vuole’ liberarci dalle censure, dagli stereotipi e dal politicamente corretto”. 

Come il titolo e la copertina, anche il testo è provocatorio e racchiude al suo interno tutta l’essenza e l’irriverenza prorompente di Rosa Chemical perché parla in maniera sfrontata di temi ancora oggi considerati tabù come il sesso, la fluidità e il poliamore. 

“Non c’è cosa più ‘Made in Italy’ del Festival di Sanremo. Non vedo l’ora di salire su quel palco”.

#lucenews #sanremo2023 #rosachemical
Dal bullismo al liceo al successo planetario scoppiato all'improvviso. L'attore e modello australiano Jacob Elordi, 25 anni, si racconta a trecentosessanta gradi. Icona di stile della Gen Z e rubacuori anche nella vita reale - tra le sue ex ci sono la top model Kaia Gerber, l'attrice, cantante e ballerina Zendaya e l'attrice Joey Lynn King - Elordi è diventato noto al grande pubblico per il personaggio di Noah Flynn nel film Netflix "The Kissing Booth" nel 2018 ma il suo esordio ufficiale nel mondo del cinema risale al 2017 con una piccola parte nel film con Johnny Depp "Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar". Poi, nel 2019 il ruolo da protagonista - è Nate - nel teen cult "Euphoria".
L'attore Jacob Elordi, il Nate di "Euphoria" (Instagram)
L'attore Jacob Elordi, il Nate di "Euphoria" (Instagram)
L'incredibile rapidità della sua ascesa alla notorietà lo ha un po’ spiazzato: solo cinque anni fa, aveva appena finito il liceo nella nativa Brisbane, capitale del Queensland in Australia. Poi è arrivata la parte dell’aitante Noah Flynn nella commedia romantica "The Kissing Booth" (poi diventata una trilogia) che è stata vista da decine di milioni di persone e lo ha trasformato, da un giorno all’altro, in una celebrità. Anzi in una notte: Netflix ha rilasciato il film a mezzanotte a Los Angeles, quindi Elordi è andato a letto come un ragazzo normale e al risveglio aveva 4 milioni di nuovi follower sul proprio account Instagram (oggi ha 13,2 milioni  di fan). "Ho dovuto cancellare le foto del liceo perché era l’Instagram in cui raccontavo la mia vita. Vorrei che le persone capissero quanto sia stato drastico il cambiamento" racconta l'attore a "British GQ" che gli dedica la copertina.
 
Visualizza questo post su Instagram
 

Un post condiviso da Jacob Elordi (@jacobelordi)

  Un'ascesa rapida e inaspettata. "All’epoca dell’ultimo provino sul conto avevo forse tra i 400 e gli 800 dollari. Se non fosse andato bene me ne sarei tornato a casa per un po’ per mettere da parte qualcosina e tornare" racconta ancora alla rivista. Quando si è trasferito a Los Angeles si è fatto ospitare a casa di un amico nella San Fernando Valley per un paio di settimane e ha persino dormito in macchina in un parcheggio di Mulholland Drive.
 
Visualizza questo post su Instagram
 

Un post condiviso da euphoria (@euphoria)

Ma "Euphoria" ha cambiato tutto. La serie televisiva di punta della HBO, che racconta la vita sregolata degli studenti liceali della Generazione Z, lo ha fatto diventare un divo mondiale. La prima stagione è andata in onda nel 2019 e ha ottenuto un enorme successo di critica, nel 2022, quando la seconda stagione è andata in onda, 19,5 milioni di spettatori si sono sintonizzati negli Stati Uniti a ogni episodio, il numero più alto dal 2004 per qualsiasi show HBO diverso da "Game of Thrones". Elordi è, quindi, diventato l’affascinante antieroe di una serie entrata subito nel cuore del pubblico e si è ritrovato in una spirale di celebrità che, da allora, sta ancora cercando di gestire.
Jacob Elordi, l'esordio nel mondo del cinema risale al 2017 con piccola parte nel film "Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar" (Instagram)
Jacob Elordi, l'esordio nel mondo del cinema risale al 2017 con piccola parte nel film "Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar" (Instagram)
La passione di Elordi per la recitazione è nata intorno ai 12 anni, l’età in cui Nate di "Euphoria" ha cominciato a sviluppare un’identità da maschio alfa attraverso una routine di allenamento che prevedeva trazioni e grida talmente forti da non permettere a nessuno di accusarlo di essere effeminato. A scuola Elordi ha iniziato a sperimentare la recitazione quando ancora era faceva parte della squadra di rugby. "Appena ho cominciato a recitare, a scuola mi hanno dato del gay, ma avevo molta fiducia in me stesso. Perché sapevo di potermi dedicare a entrambe le attività", confessa a "GQ". E dice: "Ero abbastanza bravo nello sport e altrettanto nel teatro. Mi ritenevo al di sopra della banalità di un simile chiacchiericcio e questo mi faceva sentire più vecchio. In realtà, si trattava di una maggiore maturità. Non mi sono mai preoccupato di essere considerato meno uomo dai miei coetanei. Inoltre, la situazione mi permetteva di fare spettacoli teatrali insieme alle scuole femminili. Trascorrevo i fine settimana in compagnia delle ragazze più belle dell’istituto o, in alternativa, a leggere le parole in assoluto più romantiche che siano mai state scritte".
Jacob Elordi, icona di stile della Gen Z (Instagram)
Jacob Elordi, icona di stile stile della Gen Z (Instagram)
Più veniva sfidato dai bulli e più rispondeva a modo, come quando in "Sogno di una notte di mezza estate" di William Shakespeare per il ruolo di Oberon decise di eccedere con il make-up per far vedere che non si vergognava di nulla. "Mi sono allontanato dalla cultura della birra e dello sport e se questo mi rendeva poco uomo non m’importava, volevo essere fedele a chi ero, un ragazzo etero che ama l’arte" specifica l'attore alla rivista. "Non sono mai riuscito a capire come si possa etichettare qualcosa, in assoluto. Quanto è assurdo identificare lo sport come un’attività prettamente maschile? In che modo la sessualità può influenzare l’abilità di un atleta o di un performer?" si chiede Elordi. Poi ricorda: "Giocare a rugby rendeva fiero mio padre. Fare teatro faceva sentire orgogliosa mia madre. Quindi, se riuscivo a seguire entrambi gli interessi nati dalla mia educazione, come potevo sbagliare? Sembra un ragionamento fatto col senno di poi, ma all’epoca ne ero consapevole. Ed è un traguardo i cui frutti porto ancora dentro". Aspettando la terza stagione di "Euphoria", l'attore è nel cast di "Acque profonde", il film con Ben Affleck uscito a marzo scorso su Prime Video. L’agenda dei suoi prossimi progetti è piena: sarà un aristocratico inglese in "Saltburn" (il seguito di "Una donna promettente" della scrittrice e regista Emerald Fennell) in cui recita accanto a Rosamund Pike. Poi apparirà in un thriller con Zachary Quinto e in un road movie realizzato da un collaboratore dei fratelli Safdie. Ha scoperto che appena la telecamera smette di riprendere, i dubbi esistenziali cominciano a emergere e gli si fanno strada nella mente. "Riesco a vedere il precipizio mentre cammino in bilico sul suo ciglio. La mia paura è una sola: quale sarà il passo da cui non potrò più tornare indietro?" dichiara l'attore a "GQ".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto