Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Spettacolo » Quando i cattivi cambiano volto… anzi voce. L’addio di James Earl Jones a Darth Vader

Quando i cattivi cambiano volto… anzi voce. L’addio di James Earl Jones a Darth Vader

Dopo 45 anni di servizio il 91enne James Earl Jones ha deciso di abbandonare il doppiaggio di Darth Vader. A occuparsi di (ri)produrre la voce del grande attore è una start up ucraina chiamata Respeecher

Edoardo Martini
28 Settembre 2022
Darth Vader

Darth Vader

Share on FacebookShare on Twitter

Addio all’iconica e storica voce di Darth Vader, il villain di Star Wars.  James Earl Jones, l’attore e doppiatore del cattivo di una delle saghe più amate di sempre, ha deciso di dire addio al franchise di Guerre stellari e ad uno dei personaggi più importanti della storia della cinematografia dopo ben 45 anni di onorato servizio.

“Come potevamo andare avanti?”

James Earl Jones

Ma non è tutto. Jones, dopo aver annunciato il ritiro, ha concesso però il permesso a Disney e Lucas Film di utilizzare l‘intelligenza artificiale e le registrazioni d’archivio per ricreare la sua voce. La tecnologia in questione è stata già utilizzata nella galassia lontana per il giovane Luke Skywalker (Mark Hamill) nelle scene di “The Book of Boba Fett” e proprio per le scene di Darth Vader in “Obi-Wan Kenobi”. Matthew Wood, sound editor di lunga data presso Lucasfilm, ha registrato i dialoghi di James Earl Jones negli ultimi 32 anni ed è stato proprio lui a proporre al doppiatore la tecnologia utilizzata da Respeecher: “James aveva accennato di essere agli sgoccioli con questo personaggio. Allora come potevamo andare avanti?”. All’attore è venuta quindi l’idea di cedere i diritti sulla propria voce e permettere di utilizzarla per le opere future della saga. Perché a fare un personaggio iconico, si sa, è anche la sua voce.

La tecnologia che ringiovanisce le voci

Reespecher utilizza una tecnologia STS (Speech to Speech) che, a differenza del TTS (Text to Speech) che ha come sorgente un testo, può sfruttare le emozioni della voce di partenza per creare un clone o una variazione della stessa molto più credibili. Il sistema di clonazione vocale di Respeecher lavora esclusivamente nel dominio acustico e quindi può trarre vantaggio anche dai contenuti non verbali del parlato che in un testo potrebbero essere rappresentati solo con annotazioni generiche. Come è successo per il Darth Vader della serie Obi Wan Kenobi, Respeecher può anche variare la voce in modo che sembri appartenere a una persona in età differenti, e permette anche di cantare con voci diverse. James Earl Jones ha doppiato Darth Vader in Una Nuova Speranza, L’impero colpisce ancora, Il ritorno dello Jedi, La Vendetta dei Sith, Rogue One, L’ascesa di Skywalker, Star Wars Rebels e Obi-Wan Kenobi. Inoltre, è stato la voce di Mufasa ne Il Re Leone, Il Re Leone II e il remake live action del 2019.

 

 

Potrebbe interessarti anche

Anziana con morbo di Alzheimer: i ricercatori americani studiano le correlazioni tra mutamenti nel tessuto della retina e quelle nel cervello
Scienze e culture

Negli occhi i primi segni dell’Alzheimer: “Finestra sul cervello”

26 Marzo 2023
Paola & Chiara madrine del Roma Pride 2023
Attualità

Paola & Chiara madrine del Roma Pride 2023: “Mondo con più diritti è più giusto”

27 Marzo 2023
L'onorevole Elena Bonetti
Economia

“Parità che genera”: le imprese inclusive fatturano il 23% in più

22 Marzo 2023

Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Addio all'iconica e storica voce di Darth Vader, il villain di Star Wars.  James Earl Jones, l'attore e doppiatore del cattivo di una delle saghe più amate di sempre, ha deciso di dire addio al franchise di Guerre stellari e ad uno dei personaggi più importanti della storia della cinematografia dopo ben 45 anni di onorato servizio.

"Come potevamo andare avanti?"

James Earl Jones
Ma non è tutto. Jones, dopo aver annunciato il ritiro, ha concesso però il permesso a Disney e Lucas Film di utilizzare l'intelligenza artificiale e le registrazioni d'archivio per ricreare la sua voce. La tecnologia in questione è stata già utilizzata nella galassia lontana per il giovane Luke Skywalker (Mark Hamill) nelle scene di "The Book of Boba Fett" e proprio per le scene di Darth Vader in "Obi-Wan Kenobi". Matthew Wood, sound editor di lunga data presso Lucasfilm, ha registrato i dialoghi di James Earl Jones negli ultimi 32 anni ed è stato proprio lui a proporre al doppiatore la tecnologia utilizzata da Respeecher: "James aveva accennato di essere agli sgoccioli con questo personaggio. Allora come potevamo andare avanti?". All'attore è venuta quindi l'idea di cedere i diritti sulla propria voce e permettere di utilizzarla per le opere future della saga. Perché a fare un personaggio iconico, si sa, è anche la sua voce.

La tecnologia che ringiovanisce le voci

Reespecher utilizza una tecnologia STS (Speech to Speech) che, a differenza del TTS (Text to Speech) che ha come sorgente un testo, può sfruttare le emozioni della voce di partenza per creare un clone o una variazione della stessa molto più credibili. Il sistema di clonazione vocale di Respeecher lavora esclusivamente nel dominio acustico e quindi può trarre vantaggio anche dai contenuti non verbali del parlato che in un testo potrebbero essere rappresentati solo con annotazioni generiche. Come è successo per il Darth Vader della serie Obi Wan Kenobi, Respeecher può anche variare la voce in modo che sembri appartenere a una persona in età differenti, e permette anche di cantare con voci diverse. James Earl Jones ha doppiato Darth Vader in Una Nuova Speranza, L’impero colpisce ancora, Il ritorno dello Jedi, La Vendetta dei Sith, Rogue One, L’ascesa di Skywalker, Star Wars Rebels e Obi-Wan Kenobi. Inoltre, è stato la voce di Mufasa ne Il Re Leone, Il Re Leone II e il remake live action del 2019.    
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto