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Home » Spettacolo » Jo Squillo: “Grazie a me il femminismo è diventato rock. E continuo a lottare”

Jo Squillo: “Grazie a me il femminismo è diventato rock. E continuo a lottare”

Trent'anni fa con il suo 'Siamo donne' Jo Squillo ha incarnato l'icona di una stagione che ha cambiato l’Italia, molto più profondamente di quanto lo stereotipo degli anni '80 'superficiali e paninari' abbia per molto tempo voluto far credere. "Dal gender fluid all'ecologia: siamo stati i pionieri dei ragazzi di oggi"

Enrico Salvadori
12 Aprile 2021
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Sabrina Salerno e Jo Squillo al Festival di Sanremo, il 13 febbraio 1991: il loro ‘Siamo donne’ si classifica solo al 13 posto, ma diventa ben presto un tormentone destinato a scalare le classifiche

Più di quarant’anni di ribalta ma Jo Squillo è sempre la stessa con il suo entusiasmo contagioso, le idee, la voglia di fare premiati dal pubblico. Della ragazza rivoluzionaria della fine degli anni Settanta cosa è rimasto?

“Non rinnego nulla del passato. Ero uno spirito libero, un po’ folle come i giovani di quel periodo che volevano costruire qualcosa di solido, dare segnali forti per un cambio di passo verso il nuovo millennio. Purtroppo a livello di battaglie sull’ecologia, sui diritti delle donne, sull’inclusione i risultati non sono stati quelli sperati. Ma noi ci credevamo”.

Nel 1980 tu, Giovanna Coletti, fondi il Partito Rock. Ti butti in politica con temi programmatici che sono in parte anticipatori di quelli del Movimento 5 Stelle?

“Il nostro programma era incentrato su arte, cultura e bellezza ma anche su ‘lavorare meno, lavorare tutti’ e sul rispetto dell’ambiente. Il capolista alle comunali di Milano ero io e dopo di me in lista c’era un senzatetto, poi intellettuali e tanta gente comune. Un’avventura affascinante perché eravamo a favore degli ultimi”.

Undici anni dopo la tua forza rivoluzionaria arriva sul palco di Sanremo per un manifesto femminista gridato insieme a Sabrina Salerno, non per la strada ma dalla ribalta canora più popolare.

“Fu un’altra avventura incredibile, che fece epoca. In questi giorni si celebrano i trent’anni di ‘Siamo donne’. Io e Sabrina abbiamo realizzato un promo per una serie di Netflix, un format sulla storia di tre ragazze ribelli, che è incentrato sul nostro pezzo che ebbe un effetto dirompente”

La tua vocazione all’attivismo è emersa anche nel 2013 con la onlus ‘Wall of dolls’ a favore delle donne vittime di violenza mentre prima, nel 2002, c’è stato il via al nuovo canale tematico su moda e musica, Tv moda, che è stato anticipatore.

“Tv Moda è un’avventura professionale ma anche imprenditoriale. Non ho investito in chiringuiti o in case ma in un progetto in cui credo perché il Made in Italy è un fiore all’occhiello. Wall of dolls, il muro delle bambole, è un’installazione permanente per combattere i femminicidi che sono un crimine contro l’umanità. Siamo partiti da Milano ma operiamo anche a Roma, Venezia, Genova, Trieste, Brescia. Facciamo rete per aiutare le donne che hanno bisogno dopo i drammi di cui sono state vittime. Perché oltre alle battaglie legali ci sono i problemi per affrontare la quotidianità, trovare un lavoro, crescere figli che hanno bisogno degli aiuti dei nonni. Insomma, c’è molto da fare ma noi ci siamo”.

Jo Squillo è stata anche attivista per i diritti civili e l’ambiente: “Ero uno spirito libero, un po’ folle come i giovani di quel periodo che volevano costruire qualcosa di solido, dare segnali forti per un cambio di passo verso il nuovo millennio”

Tante serate presentando e cantando quarant’anni di musica, poi arriva la pandemia. Dal terrazzo della tua casa, per radio e dalla Tv appelli alla resilienza, a non mollare. Ma Sanremo si doveva fare e soprattutto si doveva fare quel Festival che ci hanno proposto?

“Era necessario dare un segnale di ripartenza per il mondo della musica che come altri è in ginocchio. La musica è intrattenimento ma anche riflessione. Non avrei fatto quel tipo di Festival indirizzato a un pubblico giovane che non so quanto abbia apprezzato”.

Con il nuovo canale tematico “Luce!” il nostro gruppo editoriale mette al centro la lotta alle disuguaglianze e alle discriminazioni. E’ uno sforzo per educare alla tolleranza, all’accettazione del diverso. Obiettivi che tu hai sempre perseguito.

“E’ un’idea straordinaria che mi piace molto. La differenza è una ricchezza, una conquista di libertà per tutti. Il Covid ha fatto emergere la parte più rabbiosa della gente nel rapporto con la diversità. Non cadiamo in questa trappola e  ‘Luce!’ aiuterà a stimolare un pensiero migliore. Rimettiamoci in discussione come esseri umani e perseguiamo i valori veri.  E’ per tutto questo – conclude Jo Squillo – che aderisco con grande entusiasmo all’appello lanciato dal vostro canale tematico: Spegni il pregiudizio e accendi la Luce!”.

 

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  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
  • Paese che vai inquinamento che trovi. O, se volete, un mal comune che non diventa affatto un mezzo gaudio. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, primo autore il professore Yuming Guo, sono infatti a appena 8 milioni le persone che possono dire di respirare aria pulita: lo 0,001% della popolazione mondiale, che vive su una percentuale irrisoria del globo terraqueo, lo 0,18%.

Per i rimanenti 7 miliardi e passa la situazione è grama, se non critica, con la concentrazione annuale di polveri sottili che è costantemente al di sopra della soglia di sicurezza indicata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (PM2.5 inferiori a 5 µg/m3), un limite oltre il quale il rischio per la salute diventa considerevole. E come se non bastasse la concentrazione media giornaliera globale è di 32,8 µg/m3, più del doppio della soglia Oms.

Lo studio pubblicato su “Lancet” è il primo al mondo ad aver ricostruito i valori giornalieri di polveri sottili, ovvero smog, su tutto il Pianeta, attraverso un metodo complesso e multifattoriale che ha permesso di ottenere dei valori anche nelle regioni non monitorate, grazie a un mix fatto di osservazioni tradizionali di monitoraggio della qualità dell’aria, rilevatori meteorologici e di inquinamento atmosferico via satellite, metodi statistici e di apprendimento automatico (machine learning).

Dati allarmanti, dunque. Per quanto qualche segnale di miglioramento comincia a intravvedersi, con il totale dei giorni con concentrazioni eccessive che sta diminuendo nel complesso. I dati degli ultimi 20 anni rivelano delle tendenze positive in Europa e Nord America, dove l’inquinamento da PM2.5 è sceso, ma non in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi, dove il trend è invece di crescita. Le concentrazioni più elevate di PM2.5 sono state rilevate nelle regioni dell’Asia orientale (50 µg/m3) e meridionale (37,2 µg/m3), seguite dall’Africa settentrionale (30,1 µg/m3). Poco da gioire, dunque e molto da lavorare.

#lucenews #inquinamento
  • L’arrivo della bella stagione ha il sapore del gelato 🍦

Golosi ma di qualità. È il rapporto degli italiani con il gelato artigianale secondo un’indagine di Glovo. Piattaforma di consegne, e Gusto17, brand gourmet, in vista del Gelato Day del prossimo 24 marzo.

Nel 2022 solo sull’app di Glovo gli italiani hanno ordinato più di 2 milioni di gelati, il 16% in più rispetto al 2021, con una media di 5.500 gelati al giorno, principalmente dalle gelaterie di quartiere, facendo aumentare le vendite del 138% per i piccoli esercenti. In particolare, il picco di ordini si registra alle 21.

Tra i gusti più amati dagli italiani ci sono: crema, pistacchio, nocciola e Nutella. Questa la Top 10 delle città più golose di gelato: Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Catania, Bologna, Bari e Verona.

🍨E voi, amanti del gelato, qual è il vostro gusto preferito? 

📸 Credits: @netflixit 

#lucenews #lucelanazione #gelatoday
  • 🗣«Persi undici chili in poco tempo. Per cercare di rialzarmi iniziai un percorso con uno psicologo, ma ho capito presto qual era il motivo per cui ero caduta dentro quel tunnel. E ho iniziato presto a lavorare su di me, da sola.

Nel 2014 avevo ripreso ad allenarmi da pochissimo tempo, quando ho incontrato una donna, Luana Angeletti. Ho scoperto dopo che era la mamma di un amico, ma la cosa importante è quello che lei mi disse quella volta.

Che avevo una struttura fisica adatta a competere nella categoria bikini, nel body-building. Mi è scattato dentro qualcosa, ho iniziato a lavorare perché volevo migliorare e finalmente farmi vedere dagli altri, dopo che per otto anni non ero andata neanche al mare perché mi vergognavo del mio fisico e della mia scoliosi. Grazie a Luana sono passata dal nascondermi allo stare su un palco guardata da tante persone. È stata decisiva.

Imparate a volervi bene, e se non ci riuscite con le vostre forze, non abbiate paura di farvi aiutare e seguire da altri. È importantissimo».

Dai disturbi alimentari al body building, l
Sabrina Salerno e Jo Squillo al Festival di Sanremo, il 13 febbraio 1991: il loro 'Siamo donne' si classifica solo al 13 posto, ma diventa ben presto un tormentone destinato a scalare le classifiche
Più di quarant’anni di ribalta ma Jo Squillo è sempre la stessa con il suo entusiasmo contagioso, le idee, la voglia di fare premiati dal pubblico. Della ragazza rivoluzionaria della fine degli anni Settanta cosa è rimasto? “Non rinnego nulla del passato. Ero uno spirito libero, un po’ folle come i giovani di quel periodo che volevano costruire qualcosa di solido, dare segnali forti per un cambio di passo verso il nuovo millennio. Purtroppo a livello di battaglie sull’ecologia, sui diritti delle donne, sull’inclusione i risultati non sono stati quelli sperati. Ma noi ci credevamo”. Nel 1980 tu, Giovanna Coletti, fondi il Partito Rock. Ti butti in politica con temi programmatici che sono in parte anticipatori di quelli del Movimento 5 Stelle? “Il nostro programma era incentrato su arte, cultura e bellezza ma anche su ‘lavorare meno, lavorare tutti’ e sul rispetto dell’ambiente. Il capolista alle comunali di Milano ero io e dopo di me in lista c’era un senzatetto, poi intellettuali e tanta gente comune. Un’avventura affascinante perché eravamo a favore degli ultimi”. Undici anni dopo la tua forza rivoluzionaria arriva sul palco di Sanremo per un manifesto femminista gridato insieme a Sabrina Salerno, non per la strada ma dalla ribalta canora più popolare. “Fu un’altra avventura incredibile, che fece epoca. In questi giorni si celebrano i trent’anni di ‘Siamo donne’. Io e Sabrina abbiamo realizzato un promo per una serie di Netflix, un format sulla storia di tre ragazze ribelli, che è incentrato sul nostro pezzo che ebbe un effetto dirompente” La tua vocazione all’attivismo è emersa anche nel 2013 con la onlus ‘Wall of dolls’ a favore delle donne vittime di violenza mentre prima, nel 2002, c’è stato il via al nuovo canale tematico su moda e musica, Tv moda, che è stato anticipatore. “Tv Moda è un’avventura professionale ma anche imprenditoriale. Non ho investito in chiringuiti o in case ma in un progetto in cui credo perché il Made in Italy è un fiore all’occhiello. Wall of dolls, il muro delle bambole, è un’installazione permanente per combattere i femminicidi che sono un crimine contro l’umanità. Siamo partiti da Milano ma operiamo anche a Roma, Venezia, Genova, Trieste, Brescia. Facciamo rete per aiutare le donne che hanno bisogno dopo i drammi di cui sono state vittime. Perché oltre alle battaglie legali ci sono i problemi per affrontare la quotidianità, trovare un lavoro, crescere figli che hanno bisogno degli aiuti dei nonni. Insomma, c’è molto da fare ma noi ci siamo”.
Jo Squillo è stata anche attivista per i diritti civili e l'ambiente: "Ero uno spirito libero, un po’ folle come i giovani di quel periodo che volevano costruire qualcosa di solido, dare segnali forti per un cambio di passo verso il nuovo millennio"
Tante serate presentando e cantando quarant’anni di musica, poi arriva la pandemia. Dal terrazzo della tua casa, per radio e dalla Tv appelli alla resilienza, a non mollare. Ma Sanremo si doveva fare e soprattutto si doveva fare quel Festival che ci hanno proposto? “Era necessario dare un segnale di ripartenza per il mondo della musica che come altri è in ginocchio. La musica è intrattenimento ma anche riflessione. Non avrei fatto quel tipo di Festival indirizzato a un pubblico giovane che non so quanto abbia apprezzato”. Con il nuovo canale tematico “Luce!” il nostro gruppo editoriale mette al centro la lotta alle disuguaglianze e alle discriminazioni. E’ uno sforzo per educare alla tolleranza, all’accettazione del diverso. Obiettivi che tu hai sempre perseguito. “E’ un’idea straordinaria che mi piace molto. La differenza è una ricchezza, una conquista di libertà per tutti. Il Covid ha fatto emergere la parte più rabbiosa della gente nel rapporto con la diversità. Non cadiamo in questa trappola e  ‘Luce!’ aiuterà a stimolare un pensiero migliore. Rimettiamoci in discussione come esseri umani e perseguiamo i valori veri.  E’ per tutto questo – conclude Jo Squillo - che aderisco con grande entusiasmo all’appello lanciato dal vostro canale tematico: Spegni il pregiudizio e accendi la Luce!”.  
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