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Home » Spettacolo » Karin Ann con “for a moment” canta l’accettazione dei traumi: “Non dovete affrontarli da soli”

Karin Ann con “for a moment” canta l’accettazione dei traumi: “Non dovete affrontarli da soli”

Leader della Generazione Z e attivista per i diritti LGBTQ+, la 20enne di origine slovacca torna con un nuovo singolo: "Scrivere per me è terapeutico"

Marianna Grazi
1 Febbraio 2023
Karin Ann (credits Jose Andres Cortes)

Karin Ann (credits Jose Andres Cortes)

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“L’attenzione verso i diritti LGBT+ sta cambiando”. Ha appena 20 anni, ma è già una voce inconfondibile nel panorama internazionale della musica. Karin Ann torna con un nuovo singolo, “for a moment“, uscito in anteprima mondiale il 27 gennaio. Giovane cantante di origine slovacca, nei suoi brani affronta tematiche profonde, mature, portando avanti le istanze per il riconoscimento dei diritti delle minoranze, e in modo particolare quelli della comunità LGBTQ+.

Una ballata pop emotiva, che mette in evidenza melodie impeccabili e suono atmosferico con una voce intima, inconfondibile, amata dal pubblico e apprezzata dalla critica. È la stessa Ann a raccontare il significato del brano “for a moment”: “Scrivere è terapeutico per me, si tratta di accettare le cose brutte che ti sono successe, si tratta di accettare che la guarigione richiede tempo e che va bene non sentirsi bene, e va bene sentirsi come se qualcosa di orribile che hai attraversato non ti rendesse più forte ma in realtà rendesse la vita molto più difficile”. “‘For a moment’ è un testo che parla dell’accettazione del fatto che le cose brutte che hai vissuto ti hanno provocato un trauma e che è lecito che ti facciano male e che tu possa essere arrabbiata a causa di queste cose. Si tratta di accettarlo e di fare dei passi consapevoli verso la guarigione. Ricordate – aggiunge – che non siete soli e che non dovete affrontare le cose da soli“.
Il mix musicale è stato realizzato da Mitch McCarthy, che ha contribuito al più grande successo di Olivia Rodrigo, “Driver’s License”. Il singolo della 20enne slovacca è accompagnato da un video realizzato a Malibu, per il quale è stata utilizzata per la prima volta la tecnica “visualiser“, in modo da ottenere un filmato che riflettesse con le immagini il mood emotivo della canzone.

 

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Un post condiviso da Karin Ann (@itskarinann)

Anche in questa occasione, con il nuovo singolo, la giovane artista e attivista dell’Europa dell’Est, sostenitrice dei diritti delle minoranze, si afferma sempre di più un’icona della Gen Z in tutta Europa, dando con la sua musica una forte accelerazione alla sensibilizzazione in materia di comunità arcobaleno. “L’attenzione verso i diritti LGBT+ sta cambiando – afferma Karin Ann -. Anche la band statunitense, Black Eyad Peas, in occasione del concerto di Capodanno alla Tv polacca ha cantato indossando la fascia arcobaleno per contestare l’omofobia al governo e sostenere i diritti LGBTQ”.  “Stessa cosa che ho fatto io nel luglio 2021 durante una mia performance in un noto Tv show in Polonia. Questi sono passi importati per la pace, l’uguaglianza e l’armonia” conclude Karin. Ricordiamo che invece un’altra artista di fama internazionale, l’ex Spice Girl Mael C, si è addirittura ritirata dallo stesso evento, come protesta per la politica omotransfobica del Paese. La musica di Ann riesce a porsi in perfetto equilibrio tra l’anticonformismo e il convenzionale: tutti i suoi testi sono cantati in inglese, in modo da porsi davvero a livello di star internazionale, allo stesso tempo esplorano problematiche di uguaglianza di genere, rapporti tossici e salute mentale che invece affrontano una sfera personale dell’essere umano molto che non trova spesso spazio nei brani musicali di maggior successo.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
"L’attenzione verso i diritti LGBT+ sta cambiando". Ha appena 20 anni, ma è già una voce inconfondibile nel panorama internazionale della musica. Karin Ann torna con un nuovo singolo, "for a moment", uscito in anteprima mondiale il 27 gennaio. Giovane cantante di origine slovacca, nei suoi brani affronta tematiche profonde, mature, portando avanti le istanze per il riconoscimento dei diritti delle minoranze, e in modo particolare quelli della comunità LGBTQ+.

Una ballata pop emotiva, che mette in evidenza melodie impeccabili e suono atmosferico con una voce intima, inconfondibile, amata dal pubblico e apprezzata dalla critica. È la stessa Ann a raccontare il significato del brano "for a moment": "Scrivere è terapeutico per me, si tratta di accettare le cose brutte che ti sono successe, si tratta di accettare che la guarigione richiede tempo e che va bene non sentirsi bene, e va bene sentirsi come se qualcosa di orribile che hai attraversato non ti rendesse più forte ma in realtà rendesse la vita molto più difficile". "'For a moment' è un testo che parla dell'accettazione del fatto che le cose brutte che hai vissuto ti hanno provocato un trauma e che è lecito che ti facciano male e che tu possa essere arrabbiata a causa di queste cose. Si tratta di accettarlo e di fare dei passi consapevoli verso la guarigione. Ricordate - aggiunge - che non siete soli e che non dovete affrontare le cose da soli". Il mix musicale è stato realizzato da Mitch McCarthy, che ha contribuito al più grande successo di Olivia Rodrigo, "Driver’s License". Il singolo della 20enne slovacca è accompagnato da un video realizzato a Malibu, per il quale è stata utilizzata per la prima volta la tecnica "visualiser", in modo da ottenere un filmato che riflettesse con le immagini il mood emotivo della canzone.
 
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