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Morto Kenneth Anger, regista "scandaloso" e maestro di trasgressioni

È stato il primo direttore artistico dichiaratamente omosessuale nell'Hollywood classica. Amava le evocazioni oscure e l'esoterismo

di EDOARDO MARTINI -
25 maggio 2023
Il regista Kenneth Anger (Instagram)

Il regista Kenneth Anger (Instagram)

È morto Kenneth Anger.  Il cinema piange il regista sperimentale e uno dei più influenti personaggi della controcultura cinematografica gay e del cinema underground. E' morto l’11 maggio, anche se la notizia è stata diffusa soltanto nelle scorse ore. Aveva 96 anni.

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Il regista Kenneth Anger con il suo libro 'Hollywood Babylon' (Instagram)

Kenneth Anger, la carriera

Nato nel 1927 a Santa Monica in California, Anger ha prodotto oltre 30 cortometraggi dal 1937 al 2013, dopo aver realizzato il suo primo film a 10 anni.

Discusso maestro di trasgressioni, si è infatti guadagnato la reputazione di esplorare temi di erotismo e omosessualità decenni prima che il sesso gay fosse legalizzato in America.

Il primo film che vede effettivamente la luce, e che lo consacra, è il controverso Fireworks del 1947, che arrivò ad attirare l’attenzione perfino di Jean Cocteau.

Fireworks è solo uno dei primi e tanti altri film di Anger, considerati tra più sperimentali della storia del cinema: assenza di dialoghi, riprese in 16 mm., cortometraggi da 3 a 30 minuti, allusione esoteriche e un’evidente visione iconoclasta dell’Hollywood patinata.

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Kenneth Anger, il regista più "scandaloso"del cinema, è morto all'età di 96 anni (Instagram)

Se non avete mai sentito parlare di lui e dei suoi film sperimentali le parole "Hollywood Babilonia" vi diranno sicuramente qualcosa.

Sono infatti il titolo di due discussi volumi (il primo del 1958, censurato in America fino al 1980, e il secondo del 1984) sugli scandali, i delitti e i vizi di Hollywood dall'età del muto ai decenni successivi, corredati da immagini spesso macabre ed esplicite.

In un'intervista del 2010 con il Guardian, il regista ha rivelato che aveva finito di scrivere il terzo capitolo di Hollywood Babylon, ma stava rinviandone la pubblicazione per paura di ripercussioni legali.

 "La ragione principale per cui non l'ho tirato fuori è che avevo un'intera sezione su Tom Cruise e i seguaci di Scientology", ha detto.

Anger successivamente parlò anche di una delle questioni più scottanti e chiacchierate di Hollywood: Scientology. Il suo più fedele seguace tra i vip, Tom Cruise ha ammesso di essere stato lasciato to Katie Holmes per colpa di Scientology.

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Sul set di "Lucifer Rising" a Londra nel 1970 (Instagram)

Omosessuale, evocazioni oscure ed esoterismo

Oltre alle affinità con le evocazioni oscure e con i riturali, l'artista è stato anche uno dei primi registi dichiaratamente omosessuali nella Hollywood classica, con i suoi titoli "maledetti" che esplorano apertamente anche temi come il feticismo, le perversioni erotiche e la masturbazione esplicita. Vicino anche alla cultura dei bikers, nel 1963 realizza la sua opera più lodata da registi come Martin Scorsese e David Lynch, Scorpio Rising, una pellicola sperimentale che si avvicina non solo all’omosessualità, ma anche a interazioni controverse tra cattolicesimo e nazismo. Protagonista di questo film del 1972 (completato nel 1980) nel ruolo di Lucifero è nientemeno che Bobby Beausoleil, in seguito condannato all'ergastolo per gli omicidi della Manson Family, autore anche (mentre era in carcere) della colonna sonora (dopo una memorabile causa con Jimmy Page che aveva avuto l'incarico di comporla). Nel 1984, dopo aver annunciato il suo ritiro dal cinema a causa della sua incapacità di produrre un sequel del suo film del 1972 Lucifer Rising, ha pubblicato il sequel del suo libro più famoso. Come in molti film di Anger, Scorpio Rising al posto dei dialoghi vede numerose canzoni pop, inclusi brani di Elvis Presley e Ray Charles. Esattamente com’è accaduto a tanti altri cineasti nella storia, ritenuti scomodi e controversi (come, fra i più famosi, Pier Paolo Pasolini o Stanley Kubrick) Scorpio Rising venne considerato un oltraggio al pudore e sottoposto a censura. Come spesso succede in questi casi, ci vorranno anni prima che i lavori di determinati cineasti arrivino ad essere considerati culturalmente, storicamente o esteticamente significativi.