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Home » Spettacolo » LeiLa Stars, la Drag Queen che sogna una famiglia tradizionale: “Con un uomo o con una donna? Poco importa, basta che mi ami”

LeiLa Stars, la Drag Queen che sogna una famiglia tradizionale: “Con un uomo o con una donna? Poco importa, basta che mi ami”

Leonardo Zani, 21 anni di Cesena, studia Scienze della nutrizione, ma di notte si trasforma in artista pront* a dare spettacolo: "Non mi sento né maschio né femmina. Credo che siamo tutti diversi e tutti unici e io sono io. Da grande? Voglio fare il biologo nutrizionista"

Ermanno Pasolini
2 Aprile 2022
Leonardo Zani, 21 anni, di Cesena, studente di scienza della nutrizione all'Università di Urbino, è la Drag Queen con il nome d'arte LeiLa Stars

Leonardo Zani, 21 anni, di Cesena, studente di scienza della nutrizione all'Università di Urbino, è la Drag Queen con il nome d'arte LeiLa Stars

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Leonardo Zani, 21 anni, di Cesena, studente di Scienze della nutrizione all’Università di Urbino, è la Drag Queen con il nome d’arte LeiLa Stars, che ha presentato lo spettacolo ’Drag Queen Night!’ nella città romagnola, accompagnato dalla selezione musicale del dj Franz, il padre, con il quale fa coppia fissa. Ospite di Barbara D’Urso a ‘Pomeriggio 5’, la trasmissione in onda su Canale 5, ha raccontato la storia che ha condiviso su Luce!

https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2022/03/outputcompress-video-online.com_-2.mp4

Come e quando è nata l’idea di fare la Drag Queen?

“È accaduto nel 2018, appena maggiorenne. Iniziai a frequentare le varie discoteche della Romagna. Sapevo dell’esistenza delle Drag, ma non le avevo mai viste. Ero curioso. Così ho cominciato ad andare nei locali dove proponevano questi spettacoli”.

La reazione?

“È stata di grande ammirazione e stupore per il loro talento e la passione che trasmettevano nel pubblico”.

LeiLa Stars
Leonardo Zani, 21 di Cesena, studente di Scienze della nutrizione all’Università di Urbino, è la Drag Queen con il nome d’arte LeiLa Stars

E la decisione di diventare come loro?

“Mi sono detto che avrei potuto farla anch’io perché era troppo bella e unica nel mondo degli artisti”.

A chi le chiede ‘chi è una Drag Queen’ lei cosa risponde?

“Prima di tutto è difficile da spiegare perché la Drag Queen bisogna viverla. È un’artista a 360 gradi con la capacità sia di fare divertire, creando un’allegra alternativa alla vita di tutti i giorni e allo stesso tempo fare riflettere portando anche solo con la sua presenza il più grande messaggio possibile che è quello dell’autodeterminazione. La Drag è una bandiera ben piantata nella società non solo per tutta la comunità Lgbt+ ma anche per tutti quelli che credono davvero nel valore della libertà delle idee”.

LeiLa Stars: “Cos’è una Drag Queen? È un’artista a 360 gradi con la capacità sia di fare divertire sia di far riflettere”

Come hanno reagito a casa a questa sua decisione?

“Mio padre mi ha detto che si aspettava che da un giorno all’altro gli avrei detto che avrei fatto questo lavoro ed è rimasto contento nel vedermi felice. La mamma, i miei due fratelli e le mie due sorelle non mi hanno mai ostacolato e guardano con curiosità l’evoluzione del mio progetto”.

Lei si sente uomo di giorno e donna di sera?

“Sono per la fluidità, per il superamento di quello che è considerato uomo o donna, al di là della biologia. Credo che siamo tutti diversi e tutti unici e io sono io. Mi identifico nel genere maschile, nella vita di tutti i giorni, ma senza troppi paletti. Se un giorno mi sveglio con l’idea di essere donna di giorno e uomo di notte, lo faccio”.

Per LeiLa Stars il concetto di uomo o donna non ha senso: “Sono per la fluidità. Credo che siamo tutti diversi e tutti unici e io sono io”

Leonardo, ma lei sul palco però si traveste da donna?

“No, io mi travesto da Drag. L’unica cosa in comune che hanno è la forza della femminilità che è vita, pace, ragionevolezza, rispetto e dolcezza. Tutto il resto è immaginazione”.

Ci parla del suo spettacolo?

“Fra trucco e parrucco ogni sera mi servono due ore e mezzo per prepararmi. Sul palco non faccio niente, ma lo faccio bene. Cioè interpreto le canzoni muovendomi senza ballare, mimando le parole senza cantare e questo insieme rafforza all’ennesima potenza il brano stesso. In gergo si chiama lip-sync, sincronia delle labbra. Ci sono sempre pezzi comici e teatrali”.

Leonardo Zani sogna di diventare biologo nutrizionista da grande: “Poi vorrei una famiglia e vorrei crearla con una persona che mi ami”

Ha più fan uomini o donne?

“Sicuramente donne perché hanno meno freni inibitori. Le mie serate sono adatte a tutti, uomini, donne e famiglie e non c’è nulla di volgare, anche se mi piace stuzzicare l’uomo che mi guarda con diffidenza”.

Come sogna la sua vita futura?

“A livello personale sono tradizionalista sul concetto di famiglia e vorrei crearla con una persona che mi ami e che amo indipendentemente dal suo sesso, anche se a oggi il mio orientamento è chiaro: sono gay e ho una felice relazione con una ragazzo. A livello professionale mi sto formando come biologo nutrizionista e punto a farlo diventare il mio lavoro principale. La Drag può rimanere un bello svago da mantenere se gli impegni della vita lo consentiranno”.

 

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

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Leonardo Zani, 21 anni, di Cesena, studente di Scienze della nutrizione all’Università di Urbino, è la Drag Queen con il nome d’arte LeiLa Stars, che ha presentato lo spettacolo ’Drag Queen Night!’ nella città romagnola, accompagnato dalla selezione musicale del dj Franz, il padre, con il quale fa coppia fissa. Ospite di Barbara D'Urso a 'Pomeriggio 5', la trasmissione in onda su Canale 5, ha raccontato la storia che ha condiviso su Luce!
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Come e quando è nata l’idea di fare la Drag Queen? "È accaduto nel 2018, appena maggiorenne. Iniziai a frequentare le varie discoteche della Romagna. Sapevo dell’esistenza delle Drag, ma non le avevo mai viste. Ero curioso. Così ho cominciato ad andare nei locali dove proponevano questi spettacoli". La reazione? "È stata di grande ammirazione e stupore per il loro talento e la passione che trasmettevano nel pubblico".
LeiLa Stars
Leonardo Zani, 21 di Cesena, studente di Scienze della nutrizione all'Università di Urbino, è la Drag Queen con il nome d'arte LeiLa Stars
E la decisione di diventare come loro? "Mi sono detto che avrei potuto farla anch’io perché era troppo bella e unica nel mondo degli artisti". A chi le chiede 'chi è una Drag Queen' lei cosa risponde? "Prima di tutto è difficile da spiegare perché la Drag Queen bisogna viverla. È un’artista a 360 gradi con la capacità sia di fare divertire, creando un’allegra alternativa alla vita di tutti i giorni e allo stesso tempo fare riflettere portando anche solo con la sua presenza il più grande messaggio possibile che è quello dell’autodeterminazione. La Drag è una bandiera ben piantata nella società non solo per tutta la comunità Lgbt+ ma anche per tutti quelli che credono davvero nel valore della libertà delle idee".
LeiLa Stars: "Cos'è una Drag Queen? È un’artista a 360 gradi con la capacità sia di fare divertire sia di far riflettere"
Come hanno reagito a casa a questa sua decisione? "Mio padre mi ha detto che si aspettava che da un giorno all’altro gli avrei detto che avrei fatto questo lavoro ed è rimasto contento nel vedermi felice. La mamma, i miei due fratelli e le mie due sorelle non mi hanno mai ostacolato e guardano con curiosità l’evoluzione del mio progetto". Lei si sente uomo di giorno e donna di sera? "Sono per la fluidità, per il superamento di quello che è considerato uomo o donna, al di là della biologia. Credo che siamo tutti diversi e tutti unici e io sono io. Mi identifico nel genere maschile, nella vita di tutti i giorni, ma senza troppi paletti. Se un giorno mi sveglio con l’idea di essere donna di giorno e uomo di notte, lo faccio".
Per LeiLa Stars il concetto di uomo o donna non ha senso: "Sono per la fluidità. Credo che siamo tutti diversi e tutti unici e io sono io"
Leonardo, ma lei sul palco però si traveste da donna? “No, io mi travesto da Drag. L’unica cosa in comune che hanno è la forza della femminilità che è vita, pace, ragionevolezza, rispetto e dolcezza. Tutto il resto è immaginazione". Ci parla del suo spettacolo? "Fra trucco e parrucco ogni sera mi servono due ore e mezzo per prepararmi. Sul palco non faccio niente, ma lo faccio bene. Cioè interpreto le canzoni muovendomi senza ballare, mimando le parole senza cantare e questo insieme rafforza all’ennesima potenza il brano stesso. In gergo si chiama lip-sync, sincronia delle labbra. Ci sono sempre pezzi comici e teatrali".
Leonardo Zani sogna di diventare biologo nutrizionista da grande: "Poi vorrei una famiglia e vorrei crearla con una persona che mi ami"
Ha più fan uomini o donne? "Sicuramente donne perché hanno meno freni inibitori. Le mie serate sono adatte a tutti, uomini, donne e famiglie e non c’è nulla di volgare, anche se mi piace stuzzicare l’uomo che mi guarda con diffidenza". Come sogna la sua vita futura? "A livello personale sono tradizionalista sul concetto di famiglia e vorrei crearla con una persona che mi ami e che amo indipendentemente dal suo sesso, anche se a oggi il mio orientamento è chiaro: sono gay e ho una felice relazione con una ragazzo. A livello professionale mi sto formando come biologo nutrizionista e punto a farlo diventare il mio lavoro principale. La Drag può rimanere un bello svago da mantenere se gli impegni della vita lo consentiranno".
 
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