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Home » Spettacolo » Lol 3, a chi vanno in beneficenza i soldi del premio

Lol 3, a chi vanno in beneficenza i soldi del premio

Si è concluso il programma di Prime Video e i vincitori hanno donato complessivamente 100mila euro a due associazioni

Barbara Berti
19 Marzo 2023
Il cast di Lol 3 (Ufficio stampa Prime Video)

Il cast di Lol 3 (Ufficio stampa Prime Video)

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Lol 3 si fa in due. Si è conclusa la terza edizione di Lol Italia, il programma di Prime Video che mette in palio centomila euro per il vincitore da donare in beneficenza. Lo show – dove l’obiettivo è non ridere ma far ridere gli altri – ha visto un cast composto da alcuni tra i più importanti comici italiani e dalle nuove leve della comicità: Herbert Ballerina, Fabio Balsamo, Luca Bizzarri, Cristiano Caccamo, Paolo Cevoli, Marta Filippi, Nino Frassica, Paolo Kessisoglu, Brenda Lodigiani e Marina Massironi. Al timone c’era Fedez nel ruolo di conduttore, affiancato da Frank Matano. Guest star è stato il vincitore di Lol 2, Maccio Capatonda. L’anno passato, Capatonda donò il premio al Wwf. Quest’anno a chi è andato il premio? I centomila euro da devolvere in beneficenza sono stati divisi equamente dai due vincitori: Luca Bizzarri e Fabio Balsamo.

L'abbraccio tra Luca Bizzarri e Fabio Balsamo (Facebook)
L’abbraccio tra Luca Bizzarri e Fabio Balsamo (Facebook)

Nel finale dell’ultima puntata, i due, stanchi ma decisi a non perdere, si sono messi l’uno di fronte all’altro fissandosi, senza batter ciglio. All’improvviso Bizzarri ha proposto una soluzione inaspettata: “Senti, ma perché non facciamo una cosa? La mia paura è che stiamo qua fino alle quattro del mattino. Io non posso più fare niente per farti ridere e tu non puoi più fare niente per farmi ridere. Visto che abbiamo fatto questo giro insieme, perché non facciamo a metà? Io ho un’associazione a cui tengo molto e credo tu anche. Non le daremo 100, le daremo 50, ma credo che saranno contenti lo stesso”. Balsamo ha accettato la proposta definendola “una cosa stupenda”. Così i due ‘superstiti’ si sono guardati e hanno cominciato a ridere.

Luca Bizzarri e Fabio Balsamo (Facebook)
Luca Bizzarri e Fabio Balsamo (Facebook)

Ai vincitori, quindi, sono andati 50mila euro a testa. Luca Bizzarri ha deciso di donare la somma all’associazione Abeo che, come ha spiegato: “lavora con i pediatri e con il Gaslini e aiuta le famiglie dei bambini con problemi molto gravi”. Fabio Balsamo, invece, ha donato la sua metà all’As.It.O.I., Associazione Italiana Osteogenesi Imperfetta, che è “una malattia rara delle ossa su cui c’è ancora tanto studio da fare e c’è bisogno di tanto supporto per chi ce l’ha” ha sottolineato Balsamo.

L’Associazione Abeo

Abeo è l’acronimo di Associazione Ligure del Bambino Emopatico e Oncologico. E’ un’associazione di volontariato senza scopo di lucro nata nel 1982 da un gruppo di genitori di bambini e adolescenti in cura presso il reparto di onco-ematologia dell‘Istituto Gaslini di Genova, affetti da tumori del sangue e leucemie. L’associazione è nata per sostenere le famiglie che arrivano da fuori Genova, creando strutture per ospitarle al di fuori dell’ospedale in modo da migliorare la qualità di vita del bambino e del nucleo famigliare. E così, grazie alle donazioni, è nata la Casa dei Capitani Coraggiosi, una struttura a pochi passi dal Gaslini che dispone di 15 mini appartamenti dove possono alloggiare le famiglie per tutto il periodo di cura del bambino.

L’Associazione Italiana Osteogenesi Imperfetta

As.It.O.I. Onlus è nata a Padova nel 1984, fondata da una mamma, Marcella Zingales, determinata a trovare specialisti in grado di dare risposte e assistenza a sua figlia Fabrizia affetta da Osteogenesi Imperfetta. Nei primi anni ’90, As.It.O.I. è stata una delle associazioni fondatrici di OIFE, la Federazione Europea che, ancora oggi, rappresenta tutti i pazienti e la comunità scientifica che a loro si dedica in tutta Europa, promuovendo scambi e confronti a livello europeo e mondiale.

Fin dalla sua fondazione, la missione di As.It.O.I. è apparsa duplice: riunire e far incontrare famiglie e persone interessate a vario titolo dai problemi legati a questa malattia e, soprattutto, sensibilizzare i medici, gli specialisti, e, in generale, la ricerca scientifica intorno all’osteogenesi imperfetta, incoraggiando le attività di ricerca, la sperimentazione di nuove terapie e il progresso medico. Oggi all’impegno dell’Associazione nel sostegno della ricerca medica si unisce anche la consapevolezza che è necessario offrire risposte circa problematiche non direttamente connesse alla malattia, dall’integrazione scolastica al superamento delle barriere architettoniche, dal riconoscimento dell’invalidità civile ai problemi di integrazione lavorativa.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Lol 3 si fa in due. Si è conclusa la terza edizione di Lol Italia, il programma di Prime Video che mette in palio centomila euro per il vincitore da donare in beneficenza. Lo show – dove l’obiettivo è non ridere ma far ridere gli altri – ha visto un cast composto da alcuni tra i più importanti comici italiani e dalle nuove leve della comicità: Herbert Ballerina, Fabio Balsamo, Luca Bizzarri, Cristiano Caccamo, Paolo Cevoli, Marta Filippi, Nino Frassica, Paolo Kessisoglu, Brenda Lodigiani e Marina Massironi. Al timone c’era Fedez nel ruolo di conduttore, affiancato da Frank Matano. Guest star è stato il vincitore di Lol 2, Maccio Capatonda. L’anno passato, Capatonda donò il premio al Wwf. Quest’anno a chi è andato il premio? I centomila euro da devolvere in beneficenza sono stati divisi equamente dai due vincitori: Luca Bizzarri e Fabio Balsamo.
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Luca Bizzarri e Fabio Balsamo (Facebook)
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L’Associazione Abeo

Abeo è l’acronimo di Associazione Ligure del Bambino Emopatico e Oncologico. E’ un’associazione di volontariato senza scopo di lucro nata nel 1982 da un gruppo di genitori di bambini e adolescenti in cura presso il reparto di onco-ematologia dell‘Istituto Gaslini di Genova, affetti da tumori del sangue e leucemie. L’associazione è nata per sostenere le famiglie che arrivano da fuori Genova, creando strutture per ospitarle al di fuori dell’ospedale in modo da migliorare la qualità di vita del bambino e del nucleo famigliare. E così, grazie alle donazioni, è nata la Casa dei Capitani Coraggiosi, una struttura a pochi passi dal Gaslini che dispone di 15 mini appartamenti dove possono alloggiare le famiglie per tutto il periodo di cura del bambino.

L’Associazione Italiana Osteogenesi Imperfetta

As.It.O.I. Onlus è nata a Padova nel 1984, fondata da una mamma, Marcella Zingales, determinata a trovare specialisti in grado di dare risposte e assistenza a sua figlia Fabrizia affetta da Osteogenesi Imperfetta. Nei primi anni ’90, As.It.O.I. è stata una delle associazioni fondatrici di OIFE, la Federazione Europea che, ancora oggi, rappresenta tutti i pazienti e la comunità scientifica che a loro si dedica in tutta Europa, promuovendo scambi e confronti a livello europeo e mondiale. Fin dalla sua fondazione, la missione di As.It.O.I. è apparsa duplice: riunire e far incontrare famiglie e persone interessate a vario titolo dai problemi legati a questa malattia e, soprattutto, sensibilizzare i medici, gli specialisti, e, in generale, la ricerca scientifica intorno all’osteogenesi imperfetta, incoraggiando le attività di ricerca, la sperimentazione di nuove terapie e il progresso medico. Oggi all’impegno dell’Associazione nel sostegno della ricerca medica si unisce anche la consapevolezza che è necessario offrire risposte circa problematiche non direttamente connesse alla malattia, dall’integrazione scolastica al superamento delle barriere architettoniche, dal riconoscimento dell’invalidità civile ai problemi di integrazione lavorativa.
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