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Home » Spettacolo » Loredana Errore, la musica e la ‘rinascita’: “La vita non è un dono a senso unico. Con le canzoni condivido la bellezza della diversità”

Loredana Errore, la musica e la ‘rinascita’: “La vita non è un dono a senso unico. Con le canzoni condivido la bellezza della diversità”

Seconda ad Amici nel 2009, ha calcato anche il palco di Sanremo. Un incidente ha rischiato di lasciarla paralizzata, ma la cantante si è 'rialzata' e ha proseguito nel suo percorso artistico. "Non c'è pericolo" è l'ultimo singolo tratto dall'album "C'è vita": "L'artista prende a cuore dei messaggi e li fa diventare un bene comune"

Michele Manzotti
17 Giugno 2021
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La storia di Loredana Errore presenta un alternarsi di alti e bassi. Nel settembre 2009 entra nella scuola di Amici di Maria De Filippi, guadagnandosi il secondo posto alla finale. Seguono altri due album e numerosi premi, tra i quali un Wind Music Awards. Nel 2011 duetta con Anna Tatangelo al Festival di Sanremo. All’apice della carriera e del successo, a soli 28 anni, si presenta uno degli ostacoli più significativi della sua giovane vita: un incidente stradale la mette a dura prova, ponendo un grande interrogativo sulla possibilità di riprendere il percorso artistico. Contrariamente a tutte le previsioni dei medici che la vedono paralizzata a vita, Loredana si ‘rialza’ in tutti i sensi. Oggi ha intrapreso una nuova strada: una collaborazione discografica che ha già portato all’uscita dei singoli “100 vite”, “È la vita che conta” e “Torniamo a casa”. A novembre 2020 è uscito il nuovo album di inediti “C’è vita”, e l’ultima tappa è il singolo “Non c’è pericolo”, pubblicato recentemente insieme a un video.

“Il senso di ‘Non c’è pericolo’ – spiega la stessa Loredana – è quello di insistere ad avere fiducia nella vita. E aver presente che come dono non può essere a senso unico. A tutto c’è un perché, una rinascita e uno sviluppo. Questo brano è poi messo in luce da un video che non mi aspettavo potesse svilupparsi in modo così appropriato: parlare di diversità per me è un qualcosa di molto onorevole. Quando, personalmente, si è disposti a dare la giusta comunicazione del proprio dono è una gioia, un senso autentico della propria vita come è capitato a me. Generalmente non siamo portati ad essere testimonial di questa diversità, ma quando ci si affida a una squadra di lavoro giusta come è successo a me, la verità viene fuori”.

 

Come è nato l’ultimo brano?

“È un’espressione della mia musica, alla quale ho voluto dare un senso preciso. L’artista è colui che prende a cuore dei messaggi e li fa diventare un bene comune. Uno sguardo in più oltre a quello strettamente pratico o teorico. Il video porta in girotondo tutte le differenze di ciascuno di noi, a partire dal modo di affrontare la vita. Alcune persone, nel loro affrontare le difficoltà quotidiane, sono di esempio. Un fatto che a volte tende a farci girare dall’altra parte, con il dispiacere di non voler vedere certe realtà. Ma sono realtà che servono a sostenere tutto un equilibrio che non è fatto solo di pane e acqua, ma di cuore e personalità autentica, e che serve a far andare avanti il bene della vita e il bene comune. E questo è un piccolo grande quadro di bellezza e di profondità”.

Ha parlato di differenze, cosa vuol dire questa parola per lei?

“Il concetto di diversità mi ha catturata nell’intimo fin da piccola. Dopo l’incidente che mi ha visto coinvolta e che ha fatto evolvere la mia vita in modo differente, ho toccato con mano quelle che possono essere non solo le difficoltà, ma anche l’impegno. Bisogna concentrarsi in quel punto centrale che è il cuore e tirare fuori quella forza e potenza che ci contraddistingue. È stata una grande sfida con me stessa. Quando noi diamo spazio alla luce, anche nei momenti meno comprensibili e che non consideriamo negativi, compiamo un passaggio importante. La disarmonia nel cammino o l’imperfezione non ci devono scoraggiare. Più vedevo questa metamorfosi, più avevo consapevolezza nel dire: io sono qui, servo a qualcosa e devo dare qualcosa”.

Si considera più interprete o autrice?

“Mi definisco un’interprete però dentro di me c’è una banda, un’orchestra. Lascio fare alla musica e a quello che accade, sia che interpreti sia che scriva. Sicuramente c’è anche elasticità quando affronto i brani degli altri, perché trasferisco al loro interno quello che sento. Penso che ci possa essere una propria scrittura della canzone di altri autori che viene interpretata”.

C’è un nuovo album in arrivo con brani legati alla diversità?

“Intanto in allestimento c’è un tour che porterà dal vivo quelle che sono le emozioni racchiuse nel mio lavoro. Per quanto riguarda il futuro, sarà bellissimo il fatto di poter cantare la mia vita e le mie canzoni”.

Cos’è la musica per lei?

“Un collante tra cielo e terra: quindi mi viene da dire che è una strada che non presenta problemi, né limiti o difficoltà. La musica ti prende con sé e ti fa viaggiare dove lei ti porta, facendoti emozionare. È un miracolo per tutti noi”.

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
La storia di Loredana Errore presenta un alternarsi di alti e bassi. Nel settembre 2009 entra nella scuola di Amici di Maria De Filippi, guadagnandosi il secondo posto alla finale. Seguono altri due album e numerosi premi, tra i quali un Wind Music Awards. Nel 2011 duetta con Anna Tatangelo al Festival di Sanremo. All’apice della carriera e del successo, a soli 28 anni, si presenta uno degli ostacoli più significativi della sua giovane vita: un incidente stradale la mette a dura prova, ponendo un grande interrogativo sulla possibilità di riprendere il percorso artistico. Contrariamente a tutte le previsioni dei medici che la vedono paralizzata a vita, Loredana si 'rialza' in tutti i sensi. Oggi ha intrapreso una nuova strada: una collaborazione discografica che ha già portato all’uscita dei singoli "100 vite", "È la vita che conta" e "Torniamo a casa". A novembre 2020 è uscito il nuovo album di inediti "C’è vita", e l'ultima tappa è il singolo "Non c'è pericolo", pubblicato recentemente insieme a un video. "Il senso di 'Non c'è pericolo' – spiega la stessa Loredana – è quello di insistere ad avere fiducia nella vita. E aver presente che come dono non può essere a senso unico. A tutto c'è un perché, una rinascita e uno sviluppo. Questo brano è poi messo in luce da un video che non mi aspettavo potesse svilupparsi in modo così appropriato: parlare di diversità per me è un qualcosa di molto onorevole. Quando, personalmente, si è disposti a dare la giusta comunicazione del proprio dono è una gioia, un senso autentico della propria vita come è capitato a me. Generalmente non siamo portati ad essere testimonial di questa diversità, ma quando ci si affida a una squadra di lavoro giusta come è successo a me, la verità viene fuori".   Come è nato l'ultimo brano? "È un'espressione della mia musica, alla quale ho voluto dare un senso preciso. L'artista è colui che prende a cuore dei messaggi e li fa diventare un bene comune. Uno sguardo in più oltre a quello strettamente pratico o teorico. Il video porta in girotondo tutte le differenze di ciascuno di noi, a partire dal modo di affrontare la vita. Alcune persone, nel loro affrontare le difficoltà quotidiane, sono di esempio. Un fatto che a volte tende a farci girare dall'altra parte, con il dispiacere di non voler vedere certe realtà. Ma sono realtà che servono a sostenere tutto un equilibrio che non è fatto solo di pane e acqua, ma di cuore e personalità autentica, e che serve a far andare avanti il bene della vita e il bene comune. E questo è un piccolo grande quadro di bellezza e di profondità". Ha parlato di differenze, cosa vuol dire questa parola per lei? "Il concetto di diversità mi ha catturata nell'intimo fin da piccola. Dopo l'incidente che mi ha visto coinvolta e che ha fatto evolvere la mia vita in modo differente, ho toccato con mano quelle che possono essere non solo le difficoltà, ma anche l'impegno. Bisogna concentrarsi in quel punto centrale che è il cuore e tirare fuori quella forza e potenza che ci contraddistingue. È stata una grande sfida con me stessa. Quando noi diamo spazio alla luce, anche nei momenti meno comprensibili e che non consideriamo negativi, compiamo un passaggio importante. La disarmonia nel cammino o l'imperfezione non ci devono scoraggiare. Più vedevo questa metamorfosi, più avevo consapevolezza nel dire: io sono qui, servo a qualcosa e devo dare qualcosa". Si considera più interprete o autrice? "Mi definisco un'interprete però dentro di me c'è una banda, un'orchestra. Lascio fare alla musica e a quello che accade, sia che interpreti sia che scriva. Sicuramente c'è anche elasticità quando affronto i brani degli altri, perché trasferisco al loro interno quello che sento. Penso che ci possa essere una propria scrittura della canzone di altri autori che viene interpretata". C'è un nuovo album in arrivo con brani legati alla diversità? "Intanto in allestimento c'è un tour che porterà dal vivo quelle che sono le emozioni racchiuse nel mio lavoro. Per quanto riguarda il futuro, sarà bellissimo il fatto di poter cantare la mia vita e le mie canzoni". Cos'è la musica per lei? "Un collante tra cielo e terra: quindi mi viene da dire che è una strada che non presenta problemi, né limiti o difficoltà. La musica ti prende con sé e ti fa viaggiare dove lei ti porta, facendoti emozionare. È un miracolo per tutti noi".
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