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Home » Spettacolo » Marco Masini, dalle accuse di portare sfortuna e l’annuncio del ritiro alla vittoria di Sanremo

Marco Masini, dalle accuse di portare sfortuna e l’annuncio del ritiro alla vittoria di Sanremo

Il cantautore torna nella sua Firenze e fa tre serate sold out al Teatro Verdi. E racconta il periodo difficile di quando, ormai vent'anni fa, la sua carriera rischiò di chiudersi a causa delle assurde accuse e del 'bullismo' da parte di vari operatori del settore musicale

Giovanni Ballerini
24 Gennaio 2022
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“È una bella soddisfazione soprattutto in questo momento così difficile. Ho fatto diversi sold out anche in altre città, ma con molte sedie vuote: chi ha il covid, chi è un novax, chi è impaurito. Mi riempie il cuore aver portato di nuovo tanta gente a Firenze, perché è la mia città e andare a piedi a fare il concerto è la cosa più bella del mondo, ma un periodo così non me lo aspettavo”.

Marco Masini, all’inizio degli anni Duemila, fu ingiustamente accusato da alcuni membri del settore e colleghi di ‘portare sfortuna’

Firenze abbraccia forte Marco Masini. E non è un modo di dire, visto che i tre concerti che il cantautore ha in programma al Teatro Verdi venerdì 21, sabato 22 e domenica 23 gennaio sono infatti andati esauriti in prevendita. Un successo che lusinga e corrobora questo ispirato artista fiorentino, ma non è stato sempre così. All’inizio degli anni Duemila, come era già avvenuto a Mia Martini, Masini fu infatti accusato da alcuni colleghi e operatori del settore di ‘portare sfortuna’. E la sua carriera fu ostacolata. Ma Marco reagì, dicendo che avrebbe smesso di fare il musicista. Il 17 aprile 2001 annunciò il suo ritiro dalla carriera di cantautore, ma raccontando la sua storia con sincerità in varie occasioni (anche in tv nel programma televisivo “Un milione di cazzate”, di Adriano Celentano), ribaltò la situazione. E vinse persino Sanremo.

Marco, quando disse che voleva smettere ha palesato il bullismo di cui era oggetto e la gente, non solo i suoi fa, l’ha apprezzata ancora di più?

“Sono uno che spiega le cose come sono. Non avrei mai pensato di arrivare a prendere quel tipo di decisione: non volevo smettere, volevo continuare. Erano la tecnica e la logistica e, in realtà, il settore che mi impedivano di continuare. Quando fai parte di un’azienda, anche di una discografica importante, che ti illustra la situazione come sta e ti rimette il contratto in mano, sei costretto a dire a chi ti segue non è colpa mia, non vi abbandono, ma purtroppo non trovo più supporto tecnico, promozione, investimenti, progettazione e quindi sono costretto a continuare a fare un tipo di feste paesane o cose di questo genere e, allo stesso tempo, ad abbandonare l’idea di progettare un nuovo album, scrivere nuove canzoni, disegnare un futuro artistico pieno di novità emotive. Ho dovuto dirlo, l’ho detto a una giornalista dell’Ansa cogliendo impreparato anche me stesso”.

Se ne è mai pentito?

Masini: “Fui costretto ad annunciare il ritiro. Quando capita una cosa così,  ti metti in discussione”

“No, dovevo dirlo. Dopo mi hanno chiamato tutti, anche radio e tv, dicendo che stavano dalla mia parte, ma io non volevo cavalcare assolutamente il tipo di situazione e di imbarazzo che si era creato. Per questo non ho poi approfittato delle chiamate dei vari editori e autori televisivi per fare promozione o lanciare un nuovo progetto: ho semplicemente e coerentemente risposto in maniera diretta e lucida, molto fredda, a chi mi chiedeva cosa era successo. Non ho fatto vittimismo, non ho accusato nessuno, né fatto nomi, me li sono tenuti per me e ho solo raccontato la verità”.

Poi cosa è successo?

“Evoluzioni e anche cambiamenti interiori, perché mi sono messo in discussione, perché quando capita una cosa così, non ti senti in colpa, ma comunque ti metti in discussione pesantemente. Cerchi di capire dove avevi sbagliato, se dovevi intervenire prima o diversamente”.

Così prese il toro per le corna?

“Allora non c’erano i social e non si poteva fare come oggi, che in secondo e mezzo si può denunciare qualsiasi cosa. Ma forse non l’avrei fatto comunque perché non mi piace il vittimismo e penso che le soluzioni si trovino sempre rimboccandosi le maniche e facendo il proprio mestiere. È quello che ho cercato di fare con sacrificio: nonostante avessi dichiarato che avrei smesso con la musica, mi sono messo in studio comunque. E, quando è nata la canzone L’uomo volante mi sono accorto che era il caso di farla sentire a qualcuno perché il brano sembrava regalare emozioni nuove. Era differente dal mio stile, ma ero sempre io, era una canzone positiva, che ha dato una veste più solare a quello che stavo facendo. Insieme al mio discografico Mauro Ragni decidemmo di farla sentire a Tony Renis e di lì ripartì tutto”.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
"È una bella soddisfazione soprattutto in questo momento così difficile. Ho fatto diversi sold out anche in altre città, ma con molte sedie vuote: chi ha il covid, chi è un novax, chi è impaurito. Mi riempie il cuore aver portato di nuovo tanta gente a Firenze, perché è la mia città e andare a piedi a fare il concerto è la cosa più bella del mondo, ma un periodo così non me lo aspettavo".
Marco Masini, all'inizio degli anni Duemila, fu ingiustamente accusato da alcuni membri del settore e colleghi di 'portare sfortuna'
Firenze abbraccia forte Marco Masini. E non è un modo di dire, visto che i tre concerti che il cantautore ha in programma al Teatro Verdi venerdì 21, sabato 22 e domenica 23 gennaio sono infatti andati esauriti in prevendita. Un successo che lusinga e corrobora questo ispirato artista fiorentino, ma non è stato sempre così. All’inizio degli anni Duemila, come era già avvenuto a Mia Martini, Masini fu infatti accusato da alcuni colleghi e operatori del settore di 'portare sfortuna'. E la sua carriera fu ostacolata. Ma Marco reagì, dicendo che avrebbe smesso di fare il musicista. Il 17 aprile 2001 annunciò il suo ritiro dalla carriera di cantautore, ma raccontando la sua storia con sincerità in varie occasioni (anche in tv nel programma televisivo "Un milione di cazzate", di Adriano Celentano), ribaltò la situazione. E vinse persino Sanremo. Marco, quando disse che voleva smettere ha palesato il bullismo di cui era oggetto e la gente, non solo i suoi fa, l’ha apprezzata ancora di più? "Sono uno che spiega le cose come sono. Non avrei mai pensato di arrivare a prendere quel tipo di decisione: non volevo smettere, volevo continuare. Erano la tecnica e la logistica e, in realtà, il settore che mi impedivano di continuare. Quando fai parte di un’azienda, anche di una discografica importante, che ti illustra la situazione come sta e ti rimette il contratto in mano, sei costretto a dire a chi ti segue non è colpa mia, non vi abbandono, ma purtroppo non trovo più supporto tecnico, promozione, investimenti, progettazione e quindi sono costretto a continuare a fare un tipo di feste paesane o cose di questo genere e, allo stesso tempo, ad abbandonare l’idea di progettare un nuovo album, scrivere nuove canzoni, disegnare un futuro artistico pieno di novità emotive. Ho dovuto dirlo, l’ho detto a una giornalista dell’Ansa cogliendo impreparato anche me stesso". Se ne è mai pentito?
Masini: "Fui costretto ad annunciare il ritiro. Quando capita una cosa così,  ti metti in discussione"
"No, dovevo dirlo. Dopo mi hanno chiamato tutti, anche radio e tv, dicendo che stavano dalla mia parte, ma io non volevo cavalcare assolutamente il tipo di situazione e di imbarazzo che si era creato. Per questo non ho poi approfittato delle chiamate dei vari editori e autori televisivi per fare promozione o lanciare un nuovo progetto: ho semplicemente e coerentemente risposto in maniera diretta e lucida, molto fredda, a chi mi chiedeva cosa era successo. Non ho fatto vittimismo, non ho accusato nessuno, né fatto nomi, me li sono tenuti per me e ho solo raccontato la verità". Poi cosa è successo? "Evoluzioni e anche cambiamenti interiori, perché mi sono messo in discussione, perché quando capita una cosa così, non ti senti in colpa, ma comunque ti metti in discussione pesantemente. Cerchi di capire dove avevi sbagliato, se dovevi intervenire prima o diversamente". Così prese il toro per le corna? "Allora non c’erano i social e non si poteva fare come oggi, che in secondo e mezzo si può denunciare qualsiasi cosa. Ma forse non l’avrei fatto comunque perché non mi piace il vittimismo e penso che le soluzioni si trovino sempre rimboccandosi le maniche e facendo il proprio mestiere. È quello che ho cercato di fare con sacrificio: nonostante avessi dichiarato che avrei smesso con la musica, mi sono messo in studio comunque. E, quando è nata la canzone L’uomo volante mi sono accorto che era il caso di farla sentire a qualcuno perché il brano sembrava regalare emozioni nuove. Era differente dal mio stile, ma ero sempre io, era una canzone positiva, che ha dato una veste più solare a quello che stavo facendo. Insieme al mio discografico Mauro Ragni decidemmo di farla sentire a Tony Renis e di lì ripartì tutto".
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