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Marina Piperno, una vita per il cinema: "Una delle prime produttrici donne"

Amica di don Gallo, ha finanziato decine di film e raccontato la Shoah nel suo cortometraggio di esordio. Nastro d’argento alla carriera, presenta la sua biografia a Firenze

di GIOVANNI BOGANI -
22 marzo 2023
Marina Piperno è una produttrice cinematografica italiana, Nastro d’argento 2011 alla carriera

Marina Piperno è una produttrice cinematografica italiana, Nastro d’argento 2011 alla carriera

La storia di una donna che, attraverso il suo cinema, ha raccontato le rivoluzioni, gli emarginati, gli ultimi. Una donna che ha prodotto decine di film, che ha raccontato per prima la Shoah, nel suo cortometraggio di esordio. Una donna che è stata amica di don Gallo; che ha raccontato storie di donne costrette a lavori terribili e logoranti. Che ha raccontato storie di Nazioni africane che hanno lottato per la loro libertà. Una donna che ha ricevuto nel 2010 il premio Sigillo della Pace, istituito dal festival di Cinema e donne e dal comune di Firenze. E che nel 2011 ha ricevuto il Nastro d’argento alla carriera. Lei è Marina Piperno. Una personalità unica, nel cinema e nella cultura italiana. Ebrea laica, parte di una famiglia i cui avi furono presenti a Roma fin dai tempi di Giulio Cesare, Marina Piperno è stata una delle prime produttrici donne del cinema italiano. Marina Piperno ha raccolto i ricordi di una vita nell’autobiografia Eppure qualcosa ho visto sotto il sole, scritta assieme a Luigi Faccini e pubblicata da All Around. "Leggete il libro - dice - . Ci troverete l’Italia, ci troverete la tenacia del lavoro. Ci troverete una speranza". Il libro è realizzato in collaborazione con il Centro sperimentale di cinematografia e con la fondazione Museo della Shoah.
Marina Piperno è una produttrice cinematografica italiana, Nastro d’argento 2011 alla carriera

Marina Piperno è una produttrice cinematografica italiana, Nastro d’argento 2011 alla carriera

Come iniziò il suo lavoro come produttrice, Marina? "Dopo un viaggio a New York e alcune lezioni di regia alla Columbia University, nel 1961 esordii come produttrice con ‘16 ottobre 1943’, un cortometraggio sulla razzia del ghetto romano operata dai tedeschi e sul successivo sterminio ad Auschwitz di quelle persone. Fu uno dei primi film a spezzare il silenzio che aveva coperto l’orrore della Shoah". La vostra famiglia si salvò? "Ci salvammo, grazie ad alcuni amici di famiglia che ci ospitarono, con grande loro rischio, per oltre un mese. Questo signore che ci ospitava, Alberto Ragionieri, ci fornì anche dei documenti falsi. Ho fatto riconoscere lui e sua moglie come Giusti delle Nazioni. Ma altri membri della mia famiglia non hanno avuto questa fortuna". Poi trovò rifugio in un convento. "Era un convento di suore Betlemite, in cui dovetti imparare le preghiere cristiane e in cui cambiai nome: fui Marina Pistolesi". Torniamo al cinema. Negli anni ’60 ha prodotto moltissimi documentari. "Sì: molti dei quali sui processi di decolonizzazione e liberazione dei paesi del Terzo Mondo, che mi hanno portata a vincere due Nastri d’argento, nel 1967 e 1968. Ma anche un film confessione interpretato e diretto dal maestro del Neorealismo italiano, Cesare Zavattini: ‘La veritàaaaa’. Dall’inizio degli anni ’80 insieme a Luigi Faccini ho prodotto film di fiction, come ‘Inganni’, diretto da Luigi". Ha lavorato nell’industria del cinema per mezzo secolo. Come faceva a produrre film? Da dove venivano i soldi? "Ho realizzato molti documentari industriali. Erano film documentari ben pagati, dall’Eni, dalla Fiat, dalla Perugina, potevamo reinvestire quello che ci avanzava in progetti più personali, nei ‘nostri’ documentari. Poi è arrivato il famoso ‘articolo 28’, che ci ha permesso di trovare finanziamenti statali e lavorare con più tranquillità".
Marina Piperno, Nastro d’argento alla carriera nel 2011

Marina Piperno, Nastro d’argento alla carriera nel 2011

826 pagine e 1.200 fotografie. Come è stato raccogliere tutto? "E’ stato un lavoro immenso, durato tre anni. Abbiamo ordinato tutto per periodi: si parte dalla fine dell’Ottocento, con la storia di famiglia, una famiglia ‘normale’, almeno fino al momento delle leggi razziali. Racconto poi il dopoguerra, il mio viaggio a New York. Ho visto la separazione fra i bianchi e i neri, qualcosa che per me era impensabile. Ho scoperto l’America nelle sue luci e nelle sue ombre". Ha iniziato con il giornalismo, fra l’altro… "Sì: a sedici anni, grazie a un incontro casuale in treno, iniziai a lavorare a ‘Paese Sera’. Ho scritto di sport, poi di cinema, poi ho conosciuto Ansano Giannarelli, che poi sarebbe divenuto mio marito. Ansano era regista, e io ho proseguito il mio lavoro da produttrice. Per cinquant’anni". Negli anni ’70 ha prodotto tanti film sperimentali. "Ho fatto anche cinque film come attrice! Diciamo che la mia vita è stata piena!". Per molti anni ha vissuto in Liguria… "Sì: insieme a mio marito, Luigi Faccini. Una casa bellissima, con centinaia di scalini da salire prima di arrivarci… Stando lontani da Roma, abbiamo avuto la possibilità di fare un cinema diverso, di indagine. Per esempio un documentario sulle donne che facevano lavori usuranti, ‘Le mani raccontano’: donne che lavoravano in miniera, o che lavoravano nei piastrellifici, con le mani che sanguinavano in continuazione. Abbiamo potuto fare un cinema politico, inserito nella storia del Paese".

La presentazione a Firenze

Mercoledì 22 marzo Eppure qualcosa ho visto sotto il sole viene presentato alle 17,30 alla sala Dino Campana della Biblioteca delle Oblate, grazie al club Unesco di Firenze presieduto da Vittorio Gasbarrini. Nel corso della presentazione verrà proiettata una clip del film Inganni, che proprio a Dino Campana è dedicato. A introdurre il libro, Cristina Iandelli dell’Università di Firenze, Gigliola Sacerdoti Mariani e la scrittrice Gabriella Izzi Benedetti.
Un frame del docufilm 'Terra Promessa diretto da Daniele Tommaso, recentemente scomparso

Un frame del docufilm 'Terra Promessa' diretto da Daniele Tommaso, recentemente scomparso

Terra promessa all'Astra

Giovedì 23 marzo, al cinema Astra di piazza Beccaria a Firenze alle 17,30 Marina Piperno presenterà il film Terra promessa, da lei prodotto insieme all’istituto Luce, e diretto dal regista fiorentino Daniele Tommaso, recentemente scomparso. Terra promessa racconta l’emigrazione verso Israele di migliaia e migliaia di ebrei scampati allo sterminio nazista. Un viaggio – quello dall’Italia alla Palestina, la 'terra promessa', non ancora 'Stato di Israele' – non privo di difficoltà e di pericoli.