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Home » Spettacolo » Michela Giraud spezza i tabù: “Con intelligenza e in modo opportuno, si può dire tutto”

Michela Giraud spezza i tabù: “Con intelligenza e in modo opportuno, si può dire tutto”

Nell’arco di poco più di cinque anni l’attrice è diventata uno dei volti più amati e versatili della nuova scena comica italiana, facendosi megafono di manie e tic di una generazione e distruggendo etichette e convenzioni: “Dal teatro alla tv, sul palco porto in scena me stessa“

Barbara Berti
20 Maggio 2022
Michela Giraud la stand-up comedian romana, classe ‘87, è diventata uno dei volti più amati e versatili della nuova scena comica italiana

Michela Giraud la stand-up comedian romana, classe ‘87, è diventata uno dei volti più amati e versatili della nuova scena comica italiana

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Dai palchi di provincia a Colorado, dallo show satirico Comedy Central News a La tv delle ragazze, fino ad arrivare a Lol: Chi ride è fuori – che la consacra al grande pubblico – e alla recente conduzione di C’era una volta l’amore su Real Time e Discovery+.

Senza dimenticare prestigiosi riconoscimenti nazionali: nel 2020 il Premio della Satira Forte dei Marmi e il Premio Ischia Carlo Vanzina 2021. Nell’arco di poco più di cinque anni, Michela Giraud la stand-up comedian romana, classe ‘87, è diventata uno dei volti più amati e versatili della nuova scena comica italiana.

Michela Giraud la stand-up comedian romana, classe ‘87, è diventata uno dei volti più amati e versatili della nuova scena comica italiana
Michela Giraud la stand-up comedian romana, classe ‘87, è diventata uno dei volti più amati e versatili della nuova scena comica italiana

Al momento l’attrice è impegnata nella tournée estiva dello show La verità, nient’altro che la verità. Lo giuro!… Reloaded!, la versione ‘rivisitata’ dello spettacolo scritto insieme all’autore Marco Vicari e prodotto e distribuito da Vivo Concerti. Dopo il grande successo del tour 2020/21 e dell’uscita del suo special su Netflix, il primo di una donna italiana distribuito in 190 paesi nel mondo, la stand-up comedian torna in scena con il suo irresistibile umorismo e con nuovi appuntamenti. Tra le prossime date: il 17 maggio al Teatro Brancaccio di Roma, il 23 maggio al Teatro Nazionale di Milano, il 30 maggio al Teatro di Varese, il 18 giugnoall’Anfiteatro Santa Lucia di Prato, il 10 luglioad Alghero, il 23 luglio a San Mauro Pascoli (Forlì e Cesena), il 30 luglio a Camaiore (Lucca), il 31 luglio all’Anfiteatro Romano di Terni.

Passando dal consolidamento che le madri sono e resteranno sempre “generatori di ansia”, approdando a una denuncia contro la “setta delle curvy” e a uno studio antropologico sulle “fregne con l’ukulele” e sulla “categoria protetta dei maschi bianchi etero”, lo show – che è ormai un cult – si fa megafono di manie e tic di una generazione, facendo a pezzi etichette e convenzioni senza mai tralasciare, in ogni caso, quanto siano importanti forza di volontà e indulgenza verso se stessi.
“Il teatro è vita e sul palco dico tutto quello che penso, anche cose orrende di cui un po’ mi vergogno” dice Michela Giraud che sul palco porta in scena se stessa.

 Perché questa scelta?

“Il teatro è vita e sul palco dico tutto quello che penso, anche cose orrende di cui un po’ mi vergogno” dice la Giraud che sul palco porta in scena se stessa
“Il teatro è vita e sul palco dico tutto quello che penso, anche cose orrende di cui un po’ mi vergogno” dice la Giraud Giraud, che sul palco porta in scena se stessa

“Ho pensato di incentrare tutto su me stessa perché ‘Lol’ mi ha dato grande notorietà e mi sembrava giusto raccontare la mia storia, che poi è simile a quella di tante altre persone: avevo qualcosa da dire e ho trovato la via della comicità per dirla. In questa nuova versione dello show, comunque, ci sono anche dei riferimenti all’attualità, al momento tragico della guerra, ma senza entrare nella cronaca. Diciamo che si ride del fatto che sono tutti esperti in teorie geopolitiche”.

Proporrà anche pezzi cult come quello sulle curvy?

“Certo. La parola curvy proprio non la sopporto. Perché dobbiamo essere sempre definiti, quindi limitati, incasellati? Il peso non qualifica le persone, la body positivity è una trappola. Se una ragazza con la taglia 46 vuole mostrare l’ombelico, fa bene”.

Lei che rapporto ha con il suo corpo?

“Un rapporto conflittuale, come tutti. Un giorno mi piaccio, l’altro no. Ma chi si piace sempre? Comunque, cerco di tenermi in forma, il corpo va armonizzato. E poi lo sport è anche una valvola di sfogo, un modo per staccare. Da ragazza facevo danza, ora vado in palestra e comunque voglio ringraziare Gaia, la mia personal trainer per la pazienza”.

Perché ha lasciato la danza?

“La mia passione per la danza non è stata corrisposta: ho danzato per 15 anni ma mi mancavano coordinazione e grazia. Ho insistito, ci ho provato ma restavo sempre allo stesso punto. Con classica, moderna, salsa e musical non andavo avanti. Dopo anni sempre in ultima fila ho detto basta”.

La comicità ha dei tabù? Secondo lei ci sono argomenti che non dovrebbero essere toccati?

“Secondo me la regola è parlare di ciò che si conosce. Se uno ci mette intelligenza e lo fa in modo opportuno, si può dire tutto. Io credo bisogna essere abili nel toccare qualsiasi tema in modo intelligente, ed è difficile trovare cose intelligenti da dire su tematiche come la morte, per esempio. Bisogna affrontare gli argomenti con preparazione e coscienza, altrimenti stai solo facendo il bullo”.

Nessun tabù neppure a parlare di benessere, igiene femminile e libertà delle donne, come nel caso dei NuveniaTalks?

Michela Giraud ha partecipare al progetto di ‘Nuvenia’ nell’abbattere i pregiudizi e l’imbarazzo che circondano i temi dell’igiene femminile
Michela Giraud ha partecipare al progetto di ‘Nuvenia’ per abbattere i pregiudizi  che circondano i temi dell’igiene femminile

“Esatto. Sono stata molto felice di partecipare al progetto di ‘Nuvenia’ nell’abbattere i pregiudizi e l’imbarazzo che ancora circondano questi temi. E devo ammettere che un po’ ero imbarazzata anche io visto che alla fine sono argomenti di cui si parla poco. Però ho capito che il mio era un imbarazzo puerile e grazie ai talk con 3 esperte, ho imparato anche alcune cose che prima non sapevo. Spero che il messaggio sia arrivato anche a coloro che ci hanno seguito”.

E sul tema dell’amore, in qualità di conduttrice del programma C’era una volta l’amore cosa ha imparato?

“Per prima cosa ho imparato ad ascoltare. Di solito sono io che dal palco parlo di me stessa per almeno un’ora. Il programma tv mi ha dato la possibilità di defilarmi e ascoltare le problematiche degli altri”.

Michela Giraud porta in giro per l’Italia il suo nuovo spettacolo di stand-up comedy ’La verità, nient’altro che la verità, lo giuro!’
Michela Giraud porta in giro per l’Italia il suo nuovo spettacolo di stand-up comedy ’La verità, nient’altro che la verità, lo giuro!’

Quali sono le problematiche più ricorrenti nelle coppie che ha ascoltato?

“In tutti i casi, all’origine dei problemi c’è l’insicurezza da cui poi derivano gelosia e controllo sull’altro. Ho cercato di aiutare i partecipanti a tirare fuori i loro pensieri, ho fatto domande ma mai dato giudizi. Anche se in veste di conduttrice ero ‘seria’, sono sempre una comica e anche i comici devono aiutare a far riflettere, non a dare risposte”.

Il suo rapporto con l’amore?

“E’ sempre stato molto ciclico. Ho sempre detto ‘io no, non ne ho bisogno’. Poi ho scoperto che l’amore fa bene. Che sia amore verso un compagno, verso gli amici o verso se stesso, l’amore è fondamentale”.

Progetti futuri?

“Sto lavorando a vari progetti, ma ancora è presto per svelarli. Posso annunciare, con grande orgoglio, che condurrò i Diversity Media Awards 2022 insieme a Diego Passoni e Myss Keta. La cerimonia di premiazione, che si svolge all’UniCredit Pavilion di Milano, si terrà il 24 maggio (e vista l’importanza crescente del premio, seguitissimo soprattutto dai più giovani, la serata di premiazione andrà in onda in seconda serata su Raiuno, il 28 maggio, ndr)”.

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Nell’amichevole contro la Colombia, la Nazionale femminile degli Stati Uniti ha dimostrato ancora una volta quanto è all’avanguardia e ha fatto esordire Carson Pickett, giocatrice nata senza una parte del braccio sinistro. 

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  • Il suo desiderio, più che legittimo, è semplicemente quello di partecipare al Jova Beach party di Viareggio, a settembre, insieme ai suoi amici. Eppure Enrico, classe 1965, padre di due meravigliosi figli adottivi e costretto su una sedia a rotelle dal 1988, non è riuscito a fare quello che tutto il resto della sua comitiva ha fatto con pochi semplici click sul sito di Ticketone: acquistare il suo biglietto. 

“Per noi disabili cose come questa sarebbero troppo semplici. Forse non tutti sanno che la realtà è che, se una persona nelle mie condizioni desidera partecipare a un qualsiasi evento, solitamente gli viene richiesto di individuare per conto proprio gli organizzatori, cercare sul rispettivo sito le indicazioni sulla modalità di richiesta dei biglietti (che variano da organizzatore ad organizzatore) e in fine allegare alla domanda di partecipazione il certificato di invalidità e un documento d’identità. Mai ci è permesso di usare le piattaforme online ad acquisto diretto come Ticketone.

Mi sono sentito ulteriormente discriminato: oltre ai miei limiti fisici mi sono dovuto scontrare con ulteriori ostacoli rappresentati da procedure imposte da persone che non hanno la minima idea di cosa significhi la parola ‘inclusione‘. E quello che più mi ha sorpreso è che questi limiti siano arrivati in abbinamento ad un evento di Jovanotti, che ritengo un paladino dell’inclusione. Mi chiedo se lui sia a conoscenza di tutto questo e cosa ne pensi in tal caso”.

Il racconto di Enrico nell’intervista a cura di Caterina Ceccuti ✍

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  • “Per cantare ho affrontato un lungo percorso di logopedia, ma voglio fare della musica un posto più inclusivo. 

Mi chiamo Francesco, in arte Brazzo, sono sordo e nella vita faccio rap”. In una frase, lo specchio di una vita in salita. La fatica di imparare a cantare senza poter ascoltare nulla se non “le vibrazioni delle casse”, gli anni della logopedia e la voglia di mettere in versi la realtà, le battaglie per il riconoscimento della propria comunità e la denuncia sociale.

Brazzo nasce a Taranto in una famiglia di sordi da tre generazioni e si trasferisce a Milano nel 2008.

“Già da bambino desideravo cantare solo che mi sentivo imbarazzato per il fatto che un sordo potesse cantare. Ho iniziato a parlare a cinque anni, all’inizio non parlavo molto bene e ho affrontato un lungo percorso di logopedia. Poi a trent’anni avevo questo desiderio lasciato nel cassetto e ho deciso di lanciarmi”.

Quando rappa – e rappa bene – lo fa anche attraverso la lingua dei segni. Nel 2020 ha partecipato a Italia
Dai palchi di provincia a Colorado, dallo show satirico Comedy Central News a La tv delle ragazze, fino ad arrivare a Lol: Chi ride è fuori - che la consacra al grande pubblico - e alla recente conduzione di C’era una volta l’amore su Real Time e Discovery+. Senza dimenticare prestigiosi riconoscimenti nazionali: nel 2020 il Premio della Satira Forte dei Marmi e il Premio Ischia Carlo Vanzina 2021. Nell’arco di poco più di cinque anni, Michela Giraud la stand-up comedian romana, classe ‘87, è diventata uno dei volti più amati e versatili della nuova scena comica italiana.
Michela Giraud la stand-up comedian romana, classe ‘87, è diventata uno dei volti più amati e versatili della nuova scena comica italiana
Michela Giraud la stand-up comedian romana, classe ‘87, è diventata uno dei volti più amati e versatili della nuova scena comica italiana
Al momento l’attrice è impegnata nella tournée estiva dello show La verità, nient’altro che la verità. Lo giuro!... Reloaded!, la versione ‘rivisitata’ dello spettacolo scritto insieme all’autore Marco Vicari e prodotto e distribuito da Vivo Concerti. Dopo il grande successo del tour 2020/21 e dell’uscita del suo special su Netflix, il primo di una donna italiana distribuito in 190 paesi nel mondo, la stand-up comedian torna in scena con il suo irresistibile umorismo e con nuovi appuntamenti. Tra le prossime date: il 17 maggio al Teatro Brancaccio di Roma, il 23 maggio al Teatro Nazionale di Milano, il 30 maggio al Teatro di Varese, il 18 giugnoall’Anfiteatro Santa Lucia di Prato, il 10 luglioad Alghero, il 23 luglio a San Mauro Pascoli (Forlì e Cesena), il 30 luglio a Camaiore (Lucca), il 31 luglio all’Anfiteatro Romano di Terni. Passando dal consolidamento che le madri sono e resteranno sempre “generatori di ansia”, approdando a una denuncia contro la “setta delle curvy” e a uno studio antropologico sulle “fregne con l’ukulele” e sulla “categoria protetta dei maschi bianchi etero”, lo show - che è ormai un cult - si fa megafono di manie e tic di una generazione, facendo a pezzi etichette e convenzioni senza mai tralasciare, in ogni caso, quanto siano importanti forza di volontà e indulgenza verso se stessi. “Il teatro è vita e sul palco dico tutto quello che penso, anche cose orrende di cui un po’ mi vergogno” dice Michela Giraud che sul palco porta in scena se stessa.  Perché questa scelta?
“Il teatro è vita e sul palco dico tutto quello che penso, anche cose orrende di cui un po’ mi vergogno” dice la Giraud che sul palco porta in scena se stessa
“Il teatro è vita e sul palco dico tutto quello che penso, anche cose orrende di cui un po’ mi vergogno” dice la Giraud Giraud, che sul palco porta in scena se stessa
“Ho pensato di incentrare tutto su me stessa perché ‘Lol’ mi ha dato grande notorietà e mi sembrava giusto raccontare la mia storia, che poi è simile a quella di tante altre persone: avevo qualcosa da dire e ho trovato la via della comicità per dirla. In questa nuova versione dello show, comunque, ci sono anche dei riferimenti all’attualità, al momento tragico della guerra, ma senza entrare nella cronaca. Diciamo che si ride del fatto che sono tutti esperti in teorie geopolitiche”. Proporrà anche pezzi cult come quello sulle curvy? “Certo. La parola curvy proprio non la sopporto. Perché dobbiamo essere sempre definiti, quindi limitati, incasellati? Il peso non qualifica le persone, la body positivity è una trappola. Se una ragazza con la taglia 46 vuole mostrare l’ombelico, fa bene”. Lei che rapporto ha con il suo corpo? “Un rapporto conflittuale, come tutti. Un giorno mi piaccio, l’altro no. Ma chi si piace sempre? Comunque, cerco di tenermi in forma, il corpo va armonizzato. E poi lo sport è anche una valvola di sfogo, un modo per staccare. Da ragazza facevo danza, ora vado in palestra e comunque voglio ringraziare Gaia, la mia personal trainer per la pazienza”. Perché ha lasciato la danza? “La mia passione per la danza non è stata corrisposta: ho danzato per 15 anni ma mi mancavano coordinazione e grazia. Ho insistito, ci ho provato ma restavo sempre allo stesso punto. Con classica, moderna, salsa e musical non andavo avanti. Dopo anni sempre in ultima fila ho detto basta”. La comicità ha dei tabù? Secondo lei ci sono argomenti che non dovrebbero essere toccati? “Secondo me la regola è parlare di ciò che si conosce. Se uno ci mette intelligenza e lo fa in modo opportuno, si può dire tutto. Io credo bisogna essere abili nel toccare qualsiasi tema in modo intelligente, ed è difficile trovare cose intelligenti da dire su tematiche come la morte, per esempio. Bisogna affrontare gli argomenti con preparazione e coscienza, altrimenti stai solo facendo il bullo”. Nessun tabù neppure a parlare di benessere, igiene femminile e libertà delle donne, come nel caso dei NuveniaTalks?
Michela Giraud ha partecipare al progetto di ‘Nuvenia’ nell’abbattere i pregiudizi e l’imbarazzo che circondano i temi dell’igiene femminile
Michela Giraud ha partecipare al progetto di ‘Nuvenia’ per abbattere i pregiudizi  che circondano i temi dell’igiene femminile
“Esatto. Sono stata molto felice di partecipare al progetto di ‘Nuvenia’ nell’abbattere i pregiudizi e l’imbarazzo che ancora circondano questi temi. E devo ammettere che un po’ ero imbarazzata anche io visto che alla fine sono argomenti di cui si parla poco. Però ho capito che il mio era un imbarazzo puerile e grazie ai talk con 3 esperte, ho imparato anche alcune cose che prima non sapevo. Spero che il messaggio sia arrivato anche a coloro che ci hanno seguito”. E sul tema dell’amore, in qualità di conduttrice del programma C’era una volta l’amore cosa ha imparato? “Per prima cosa ho imparato ad ascoltare. Di solito sono io che dal palco parlo di me stessa per almeno un’ora. Il programma tv mi ha dato la possibilità di defilarmi e ascoltare le problematiche degli altri”.
Michela Giraud porta in giro per l’Italia il suo nuovo spettacolo di stand-up comedy ’La verità, nient’altro che la verità, lo giuro!’
Michela Giraud porta in giro per l’Italia il suo nuovo spettacolo di stand-up comedy ’La verità, nient’altro che la verità, lo giuro!’
Quali sono le problematiche più ricorrenti nelle coppie che ha ascoltato? “In tutti i casi, all’origine dei problemi c’è l’insicurezza da cui poi derivano gelosia e controllo sull’altro. Ho cercato di aiutare i partecipanti a tirare fuori i loro pensieri, ho fatto domande ma mai dato giudizi. Anche se in veste di conduttrice ero ‘seria’, sono sempre una comica e anche i comici devono aiutare a far riflettere, non a dare risposte”. Il suo rapporto con l’amore? “E’ sempre stato molto ciclico. Ho sempre detto ‘io no, non ne ho bisogno’. Poi ho scoperto che l’amore fa bene. Che sia amore verso un compagno, verso gli amici o verso se stesso, l’amore è fondamentale”. Progetti futuri? “Sto lavorando a vari progetti, ma ancora è presto per svelarli. Posso annunciare, con grande orgoglio, che condurrò i Diversity Media Awards 2022 insieme a Diego Passoni e Myss Keta. La cerimonia di premiazione, che si svolge all’UniCredit Pavilion di Milano, si terrà il 24 maggio (e vista l’importanza crescente del premio, seguitissimo soprattutto dai più giovani, la serata di premiazione andrà in onda in seconda serata su Raiuno, il 28 maggio, ndr)”.
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