Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Spettacolo » Il miglior film di tutti i tempi? Per la prima volta è diretto da una donna. Ecco qual è

Il miglior film di tutti i tempi? Per la prima volta è diretto da una donna. Ecco qual è

La classifica di "Sight & Sound", dopo 40 anni di dominio di “Quarto Potere” e gli ultimi 10 di “La donna che visse due volte”, ha un nuovo vincitore

Giovanni Bogani
5 Dicembre 2022
Delphine Seyrig in una scena del film "Jeanne Dielman"

Delphine Seyrig in una scena del film "Jeanne Dielman"

Share on FacebookShare on Twitter

Il miglior film di tutti i tempi? È diretto da una donna. Per la prima volta, la classifica pubblicata ogni dieci anni dal “British Film Institute” insieme alla rivista cinematografica “Sight & Sound“, che interpella critici cinematografici e registi di tutto il mondo, elegge come miglior pellicola di tutti i tempi un film diretto da una donna. E’ la prima volta – da quando la classifica è stata stilata per la prima volta, nel 1952 – che il film di una regista donna viene messo al primo posto. E non può non essere considerato un segno dei tempi che cambiano.

Si tratta di “Jeanne Dielman, 23 Quai du Commerce, 1080 Bruxelles“, della regista belga Chantal Akerman, scomparsa nel 2015. Non è un film famoso come “Via col vento”, non è citato dai cinéphiles come “La corazzata Potemkin”, non è un cultmovie popolare come “A qualcuno piace caldo”. È un film sperimentale, considerato da molti un capolavoro. La minuziosa descrizione della disperata ripetitività della vita di una donna, dedita occasionalmente alla prostituzione per mantenere se stessa e il figlio adolescente. È comunque una figura importantissima del cinema d’autore Chantal Akerman, figlia di ebrei polacchi, la cui famiglia fu in gran parte cancellata nei forni crematori di Auschwitz. Nel 1976, il quotidiano francese “Le Monde” e il quotidiano statunitense “The New York Times” classificarono “Jeanne Dielman” come “il più grande capolavoro femminile della storia del cinema“. E il suo lavoro è stato un punto di riferimento per altri grandi registi della scena autoriale, da Gus Van Sant a Michael Haneke.

Chantal Anne Akerman è stata una regista, sceneggiatrice e artista belga, nota soprattutto per il film "Jeanne Dielman"
Chantal Anne Akerman è stata una regista, sceneggiatrice e artista belga, nota soprattutto per il film “Jeanne Dielman”

Nei suoi film, la Akerman parla di donne, di relazioni madre/figlia, di sessualità e omosessualità, di identità femminile. “Jeanne Dielman” non è un film ‘comodo’, non è un film accattivante, non fa compromessi con il pubblico. Dura quasi tre ore e mezza, e racconta la storia di una vedova, interpretata da Delphine Seyrig, la bellissima protagonista de “L’anno scorso a Marienbad” di Alain Resnais e di “Baci rubati” di François Truffaut. Il film della Akerman, ambientato nell’arco di tre giorni, descrive in maniera minuziosa la sua vita, con implacabili inquadrature fisse.

Sugli altri gradini del podio, al secondo posto troviamo “La donna che visse due volte” di Alfred Hitchcock, del 1958, uno dei capolavori del maestro della suspense, con Kim Novak seducente, misteriosa, tragica. E al terzo posto il film che a lungo ha dominato tutte le classifiche di questo genere: il monumentale “Quarto potere” di Orson Welles, il film del 1941 che rivoluzionò la storia del cinema, per lo stile delle riprese, per la costruzione del racconto, che è un labirinto di testimonianze contraddittorie sulla stessa persona, il ‘cittadino Kane’ interpretato dallo stesso Welles.

James Stewart e Kim Novak in una scena del film "La donna che visse due volte"
James Stewart e Kim Novak in una scena del film “La donna che visse due volte”

Dal 1962 al 2002 – dopo che nella prima classifica, stilata nel 1952, il vincitore fu “Ladri di biciclette” – il film di Vittorio De Sica, manifesto del Neorealismo – il “più grande film di tutti i tempi” era sempre stato “Quarto potere”. Film rispettato, studiato, non sempre amato. Jorge Luis Borges, il grande poeta argentino, che lo recensì – prima di perdere del tutto l’uso della vista – al momento della sua uscita, nel 1941, ne scrisse: “Non è intelligente, è geniale: nel senso più cupo e tedesco di questa brutta parola. Oso sospettare che ‘Quarto potere’ perdurerà come perdurano certi film di Griffith o di Pudovkin, il cui valore storico nessuno nega, ma che nessuno si rassegna a rivedere”.

Kane (Orson Welles) nella scena della campagna elettorale del film "Quarto potere"
Kane (Orson Welles) nella scena della campagna elettorale del film “Quarto potere”

Nel 2012, il regno di “Quarto potere” fu interrotto dal primo posto de “La donna che visse due volte”. Insomma, sembrava una questione fra questi due film, forever and ever. E invece, ecco apparire, per la sorpresa di molti, il film di Chantal Akerman. Al quarto posto c’è il poetico, rarefatto, delicato, lirico “Viaggio a Tokyo” di Yasujiro Ozu, del 1953, e al quinto posto c’è il primo film recente: “In the Mood for Love” di Wong Kar-wai, manifesto del neoromanticismo made in Hong Kong. La classifica di “Sight and Sound” è considerata una delle più prestigiose del mondo. Il suo prestigio viene dal numero dei critici interpellati – più di 1.600, quest’anno –, dal calibro dei suoi giurati registi – fra i quali compaiono Martin Scorsese, Sofia Coppola e il regista di “Parasite” Bong Joon-ho. Per la cronaca, il film preferito dai registi è stato il classico di fantascienza di Stanley Kubrick, “2001: odissea nello spazio“.

Potrebbe interessarti anche

Devanshi Sanghvi insieme ai genitori (Bbc)
Lifestyle

India, bambina di otto anni diventa suora e rinuncia al patrimonio da 60 milioni di dollari

26 Gennaio 2023
Valentina Casella e Monica Buonamano alla Dakar Classic
Sport

Dakar 2023, Valentina Casella e Monica Buonamano con le scarpe rosse nel deserto

21 Gennaio 2023
Gen Z in Inghilterra: i più giovani si identificano maggiormente come Lgbt
Lifestyle

Gen Z: raddoppia la probabilità di identificarsi come Lgbt. Lo rivela il censimento inglese

27 Gennaio 2023

Instagram

  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Il miglior film di tutti i tempi? È diretto da una donna. Per la prima volta, la classifica pubblicata ogni dieci anni dal "British Film Institute" insieme alla rivista cinematografica "Sight & Sound", che interpella critici cinematografici e registi di tutto il mondo, elegge come miglior pellicola di tutti i tempi un film diretto da una donna. E’ la prima volta – da quando la classifica è stata stilata per la prima volta, nel 1952 – che il film di una regista donna viene messo al primo posto. E non può non essere considerato un segno dei tempi che cambiano. Si tratta di "Jeanne Dielman, 23 Quai du Commerce, 1080 Bruxelles", della regista belga Chantal Akerman, scomparsa nel 2015. Non è un film famoso come "Via col vento", non è citato dai cinéphiles come "La corazzata Potemkin", non è un cultmovie popolare come "A qualcuno piace caldo". È un film sperimentale, considerato da molti un capolavoro. La minuziosa descrizione della disperata ripetitività della vita di una donna, dedita occasionalmente alla prostituzione per mantenere se stessa e il figlio adolescente. È comunque una figura importantissima del cinema d’autore Chantal Akerman, figlia di ebrei polacchi, la cui famiglia fu in gran parte cancellata nei forni crematori di Auschwitz. Nel 1976, il quotidiano francese "Le Monde" e il quotidiano statunitense "The New York Times" classificarono "Jeanne Dielman" come "il più grande capolavoro femminile della storia del cinema". E il suo lavoro è stato un punto di riferimento per altri grandi registi della scena autoriale, da Gus Van Sant a Michael Haneke.
Chantal Anne Akerman è stata una regista, sceneggiatrice e artista belga, nota soprattutto per il film "Jeanne Dielman"
Chantal Anne Akerman è stata una regista, sceneggiatrice e artista belga, nota soprattutto per il film "Jeanne Dielman"
Nei suoi film, la Akerman parla di donne, di relazioni madre/figlia, di sessualità e omosessualità, di identità femminile. "Jeanne Dielman" non è un film 'comodo', non è un film accattivante, non fa compromessi con il pubblico. Dura quasi tre ore e mezza, e racconta la storia di una vedova, interpretata da Delphine Seyrig, la bellissima protagonista de "L’anno scorso a Marienbad" di Alain Resnais e di "Baci rubati" di François Truffaut. Il film della Akerman, ambientato nell’arco di tre giorni, descrive in maniera minuziosa la sua vita, con implacabili inquadrature fisse. Sugli altri gradini del podio, al secondo posto troviamo "La donna che visse due volte" di Alfred Hitchcock, del 1958, uno dei capolavori del maestro della suspense, con Kim Novak seducente, misteriosa, tragica. E al terzo posto il film che a lungo ha dominato tutte le classifiche di questo genere: il monumentale "Quarto potere" di Orson Welles, il film del 1941 che rivoluzionò la storia del cinema, per lo stile delle riprese, per la costruzione del racconto, che è un labirinto di testimonianze contraddittorie sulla stessa persona, il 'cittadino Kane' interpretato dallo stesso Welles.
James Stewart e Kim Novak in una scena del film "La donna che visse due volte"
James Stewart e Kim Novak in una scena del film "La donna che visse due volte"
Dal 1962 al 2002 – dopo che nella prima classifica, stilata nel 1952, il vincitore fu "Ladri di biciclette" - il film di Vittorio De Sica, manifesto del Neorealismo – il "più grande film di tutti i tempi" era sempre stato "Quarto potere". Film rispettato, studiato, non sempre amato. Jorge Luis Borges, il grande poeta argentino, che lo recensì – prima di perdere del tutto l’uso della vista – al momento della sua uscita, nel 1941, ne scrisse: "Non è intelligente, è geniale: nel senso più cupo e tedesco di questa brutta parola. Oso sospettare che ‘Quarto potere’ perdurerà come perdurano certi film di Griffith o di Pudovkin, il cui valore storico nessuno nega, ma che nessuno si rassegna a rivedere".
Kane (Orson Welles) nella scena della campagna elettorale del film "Quarto potere"
Kane (Orson Welles) nella scena della campagna elettorale del film "Quarto potere"
Nel 2012, il regno di "Quarto potere" fu interrotto dal primo posto de "La donna che visse due volte". Insomma, sembrava una questione fra questi due film, forever and ever. E invece, ecco apparire, per la sorpresa di molti, il film di Chantal Akerman. Al quarto posto c’è il poetico, rarefatto, delicato, lirico "Viaggio a Tokyo" di Yasujiro Ozu, del 1953, e al quinto posto c’è il primo film recente: "In the Mood for Love" di Wong Kar-wai, manifesto del neoromanticismo made in Hong Kong. La classifica di "Sight and Sound" è considerata una delle più prestigiose del mondo. Il suo prestigio viene dal numero dei critici interpellati – più di 1.600, quest’anno –, dal calibro dei suoi giurati registi – fra i quali compaiono Martin Scorsese, Sofia Coppola e il regista di "Parasite" Bong Joon-ho. Per la cronaca, il film preferito dai registi è stato il classico di fantascienza di Stanley Kubrick, "2001: odissea nello spazio".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto