Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Spettacolo » Munich Games, la serie tv sulla difficile convivenza tra israeliani e palestinesi

Munich Games, la serie tv sulla difficile convivenza tra israeliani e palestinesi

Su Sky il thriller sull'incubo terroristico che ritorna a cinquant'anni dai Giochi olimpici di Monaco 1972

Barbara Berti
5 Ottobre 2022
La serie "Munich Games" nel ricordo del massacro avvenuto durante le Olimpiadi di Monaco 1972

La serie "Munich Games" nel ricordo del massacro avvenuto durante le Olimpiadi di Monaco 1972

Share on FacebookShare on Twitter

A 50 anni dall’attentato ai Giochi di Monaco ‘72 l’incubo terroristico rivive nel nuovo thriller Sky Original tedesco, “Munich Games”. Geopolitica, manipolazione delle informazioni e la crescente minaccia dell’estremismo in tutto il mondo sono i temi della miniserie (sei episodi) disponibile dal 5 ottobre in esclusiva su Sky (e in streaming solo su Now), creata e scritta da Michal Aviram, già autrice del cult mondiale “Fauda”, la serie che cerca di raccontare il conflitto israelo-palestinese guardando le ragioni di entrambi i contendenti.

La nuova serie thriller tedesca Sky Original 'Munich Games', creata e scritta da Michal Aviram, già autrice del cult mondiale Fauda
La nuova serie thriller tedesca Sky Original ‘Munich Games’, creata e scritta da Michal Aviram, già autrice del cult mondiale Fauda

Stavolta la Aviram porta lo spettatore in Germania. La storia è ambientata a Monaco di Baviera nel 2022. Siamo all’anniversario dell’attacco terroristico e la città ospita un’amichevole dall’alto valore simbolico, una partita di calcio fra una squadra di Tel Aviv e una squadra del posto. La tensione è altissima, le implicazioni e i rischi a livello politico lo sono ancora di più: gli occhi del mondo sono puntati sulla partita. Al centro del racconto gli sforzi dei due agenti – uno israeliano e l’altro tedesco – che si trovano a collaborare per sventare la minaccia di un nuovo attacco terroristico. La polizia e i servizi segreti di entrambe le parti sono in allerta per garantire la sicurezza dell’evento. Tuttavia, quando Oren Simon (l’attore Yousef Sweid), un agente del Mossad di stanza a Berlino, intercetta un messaggio in un forum del dark web, pochi giorni prima della partita, sarà affiancato da Maria Köhler (l’attrice Seyneb Saleh) un’agente della polizia criminale di stato tedesca (LKA), di origini libanesi, per evitare con ogni mezzo che la storia si ripeta. Nessuno dei due è favorevole alla collaborazione e l’indagine non si rivela dapprima fruttuosa. Oren non è abituato a relazionarsi con le altre persone e mostra una certa insofferenza per la burocrazia tedesca. Dal canto suo, invece, Maria non approva i metodi di Oren e il suo continuo ricorso a vie non ufficiali.

A 50 anni dall’attentato ai Giochi di Monaco ‘72 l’incubo terroristico rivive nel nuovo thriller Sky Original tedesco, “Munich Games”

“Maria e Oren sono personaggi complessi” spiega il regista Philipp Kadelbach. E aggiunge: “Hanno origini e background emotivi diversi. Si conoscono in una situazione estrema e devono fidarsi l’uno dell’altro. La trama della serie tv è una bomba a orologeria a tutti gli effetti, non hanno il tempo per misurare le rispettive distanze”. Per Maria, le cose sono ancora più complicate: da qualche tempo, ha una relazione appassionata ma clandestina con Monir Aziz (Roger Azar). Rifugiato siriano, Monir è uno degli informatori della rete che Maria si è costruita da sola nella comunità araba. “Maria e Oren hanno in comune più di quanto pensino: non sempre riescono a distinguere tra l’incarico lavorativo e i sentimenti personali, tra il pubblico e il privato” sostiene il regista. Fortemente verosimile e realista, la serie ha personaggi che parlano in diverse lingue. “Per conservare l’autenticità della storia, ho voluto che i personaggi parlassero in tedesco, arabo ed ebraico, oltre che in inglese” precisa Kadelbach.

Dal 5 ottobre su Sky la serie "Munich Gams"
Dal 5 ottobre su Sky la serie “Munich Gams”

I fatti storici

La serie riporta con la memoria al terribile attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972 raccontando come, cinquant’anni dopo, tra Israele e Palestina non molto sia cambiato. Ma cosa successe veramente? L’edizione tedesca dei Giochi venne organizzata con l’obiettivo di mostrare la rinascita della Germania dopo il nazismo, invece è passata alla storia per l’uccisione di 11 membri della squadra israeliana per mano di terroristi del gruppo palestinese “Settembre Nero”. Il 5 settembre 1972 un commando fece irruzione nel villaggio olimpico e prese in ostaggio atleti e allenatori: una serie di errori da parte della polizia tedesca portò alla strage. Dopo la tragedia si aprì un contenzioso tra le famiglie delle vittime e Berlino, riguardante le scuse ufficiali e i risarcimenti: l’offerta iniziale tedesca fu di un milione di marchi come “gesto umanitario”, rifiutando quindi di ammettere alcuna responsabilità. Negli anni si arrivò a 4,6 milioni di euro, ancora lontani dalla cifra richiesta dai familiari, fino a quando il 31 agosto 2022 le due parti hanno raggiunto un accordo per 28 milioni di euro. Berlino ha riconosciuto la sua “responsabilità e le terribili sofferenze delle persone uccise e dei loro parenti”.

Potrebbe interessarti anche

Festival Universitario a Milano il 13 maggio
Lifestyle

Festival Universitario: formazione, tecnologia e sostenibilità

23 Marzo 2023
Maria Bellucci (Instagram)
Lifestyle

Sesso online, un libro-inchiesta sul lato oscuro (e piccante) del web

22 Marzo 2023
GionnyScandal con mamma Rita e papà Antonio (fonte Instagram)
Attualità

GionnyScandal: il cantante ritrova i genitori biologici dopo 30 anni

22 Marzo 2023

Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
A 50 anni dall’attentato ai Giochi di Monaco ‘72 l’incubo terroristico rivive nel nuovo thriller Sky Original tedesco, “Munich Games”. Geopolitica, manipolazione delle informazioni e la crescente minaccia dell’estremismo in tutto il mondo sono i temi della miniserie (sei episodi) disponibile dal 5 ottobre in esclusiva su Sky (e in streaming solo su Now), creata e scritta da Michal Aviram, già autrice del cult mondiale “Fauda”, la serie che cerca di raccontare il conflitto israelo-palestinese guardando le ragioni di entrambi i contendenti.
La nuova serie thriller tedesca Sky Original 'Munich Games', creata e scritta da Michal Aviram, già autrice del cult mondiale Fauda
La nuova serie thriller tedesca Sky Original 'Munich Games', creata e scritta da Michal Aviram, già autrice del cult mondiale Fauda
Stavolta la Aviram porta lo spettatore in Germania. La storia è ambientata a Monaco di Baviera nel 2022. Siamo all’anniversario dell’attacco terroristico e la città ospita un’amichevole dall’alto valore simbolico, una partita di calcio fra una squadra di Tel Aviv e una squadra del posto. La tensione è altissima, le implicazioni e i rischi a livello politico lo sono ancora di più: gli occhi del mondo sono puntati sulla partita. Al centro del racconto gli sforzi dei due agenti – uno israeliano e l’altro tedesco – che si trovano a collaborare per sventare la minaccia di un nuovo attacco terroristico. La polizia e i servizi segreti di entrambe le parti sono in allerta per garantire la sicurezza dell’evento. Tuttavia, quando Oren Simon (l’attore Yousef Sweid), un agente del Mossad di stanza a Berlino, intercetta un messaggio in un forum del dark web, pochi giorni prima della partita, sarà affiancato da Maria Köhler (l’attrice Seyneb Saleh) un’agente della polizia criminale di stato tedesca (LKA), di origini libanesi, per evitare con ogni mezzo che la storia si ripeta. Nessuno dei due è favorevole alla collaborazione e l’indagine non si rivela dapprima fruttuosa. Oren non è abituato a relazionarsi con le altre persone e mostra una certa insofferenza per la burocrazia tedesca. Dal canto suo, invece, Maria non approva i metodi di Oren e il suo continuo ricorso a vie non ufficiali.
A 50 anni dall’attentato ai Giochi di Monaco ‘72 l’incubo terroristico rivive nel nuovo thriller Sky Original tedesco, “Munich Games”
“Maria e Oren sono personaggi complessi” spiega il regista Philipp Kadelbach. E aggiunge: “Hanno origini e background emotivi diversi. Si conoscono in una situazione estrema e devono fidarsi l’uno dell’altro. La trama della serie tv è una bomba a orologeria a tutti gli effetti, non hanno il tempo per misurare le rispettive distanze”. Per Maria, le cose sono ancora più complicate: da qualche tempo, ha una relazione appassionata ma clandestina con Monir Aziz (Roger Azar). Rifugiato siriano, Monir è uno degli informatori della rete che Maria si è costruita da sola nella comunità araba. “Maria e Oren hanno in comune più di quanto pensino: non sempre riescono a distinguere tra l’incarico lavorativo e i sentimenti personali, tra il pubblico e il privato” sostiene il regista. Fortemente verosimile e realista, la serie ha personaggi che parlano in diverse lingue. “Per conservare l’autenticità della storia, ho voluto che i personaggi parlassero in tedesco, arabo ed ebraico, oltre che in inglese” precisa Kadelbach.
Dal 5 ottobre su Sky la serie "Munich Gams"
Dal 5 ottobre su Sky la serie "Munich Gams"

I fatti storici

La serie riporta con la memoria al terribile attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972 raccontando come, cinquant’anni dopo, tra Israele e Palestina non molto sia cambiato. Ma cosa successe veramente? L’edizione tedesca dei Giochi venne organizzata con l’obiettivo di mostrare la rinascita della Germania dopo il nazismo, invece è passata alla storia per l’uccisione di 11 membri della squadra israeliana per mano di terroristi del gruppo palestinese “Settembre Nero”. Il 5 settembre 1972 un commando fece irruzione nel villaggio olimpico e prese in ostaggio atleti e allenatori: una serie di errori da parte della polizia tedesca portò alla strage. Dopo la tragedia si aprì un contenzioso tra le famiglie delle vittime e Berlino, riguardante le scuse ufficiali e i risarcimenti: l’offerta iniziale tedesca fu di un milione di marchi come “gesto umanitario”, rifiutando quindi di ammettere alcuna responsabilità. Negli anni si arrivò a 4,6 milioni di euro, ancora lontani dalla cifra richiesta dai familiari, fino a quando il 31 agosto 2022 le due parti hanno raggiunto un accordo per 28 milioni di euro. Berlino ha riconosciuto la sua “responsabilità e le terribili sofferenze delle persone uccise e dei loro parenti”.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto