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Home » Spettacolo » Myss Keta, dal Club Topperia ai Diversity Media Awards: “Che cos’è l’inclusione? Rispettare se stessi e chi ci circonda”

Myss Keta, dal Club Topperia ai Diversity Media Awards: “Che cos’è l’inclusione? Rispettare se stessi e chi ci circonda”

L'artista "completamente diva" conduce sabato 28 maggio la settima edizione degli Oscar inclusivi. E a Luce! presenta il suo nuovo album: "Voglio raccontare una serata in discoteca, quando vai nel privé, sui divanetti, quando conosci una nuova persona. I Diversity? Un momento importante per parlare di diversità e astio nei confronti di minoranze e gente poco rappresentata"

Giovanni Ballerini
27 Maggio 2022
Myss Keta

Myss Keta

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“Stop. ferma il tempo”. Inizia così ‘Club Topperia‘, il nuovo album di M¥SS Keta che esce il 27 maggio 2022 per Island Records/Universal Music Italia. Un album che accende i fari di un ipotetico club della M¥ss fuori dallo spaziotempo, un luogo sia fisico che spirituale in cui convergono cultura, divertimento, passione che si sono sprigionati in locali simbolo, dal Cocoricò di Riccione allo Studio 54 di New York, dal Piper di Roma al Plastic di Milano: tutto confluisce nelle 16 tracce di Club Topperia. Ma, in questi giorni la performer situazionista, rapper dall’attitudine punk, icona pop e diva definitiva è molto indaffarata, dal 4 giugno apre il tour che la vedrà protagonista dei principali palchi italiani e che il 7 luglio farà tappa a Perugia, per Umbria Che spacca e il 9 luglio a Firenze all’Anfiteatro delle cascine. Ma non finisce qui, sabato 28 maggio M¥SS KETA condurrà su Rai 1, insieme a Michela Giraud e Diego Passoni, la settima edizione degli Oscar dell’inclusione, i Diversity Media Awards 2022, per premiare personaggi e contenuti mediali che si sono distinti per una rappresentazione valorizzante delle persone su temi di genere e identità di genere, orientamento sessuale e affettivo, età e etnia, generazioni e disabilità. Il tutto con mascherina e occhiali, perché la sua identità nascosta è il modo migliore per dire la verità, perché, non avendo volto, c’è un po’ di M¥SS in ognuno di noi.

Che impressione le fa condurre i Diversity Media Awards?

“Orgoglio professionale. Presentare in teoria non è propriamente il mio ruolo, ma mi hanno scelto come conduttrice perché condividono con me l’universo valoriale che ho sempre portato avanti con la mia musica. È bello che essendo per la prima volta su Rai1 possa dire la mia in questo momento di inclusione, diversità e astio nei confronti di minoranze, di gente poco rappresentata. Penso sia importante che queste istanze atterrino anche in un canale importante come Rai1”.

Non le sarebbe piaciuto essere fra i vincitori?

“L’unico premio a cui potevo ambire era quello di personaggio dell’anno, magari sarà la prossima volta, non ci avevo pensato, sono contenta così”.

Myss Keta, il 4 giugno inizia il suo tour che la vedrà protagonista dei principali parchi in tutta Italia (Foto / Instagram / Myss Keta)

Il 27 maggio esce invece il nuovo album Club Topperia. 

«È un pot-pourri, è un disco unito insieme dal concetto del club, del nightclubbing, analizzato da diversi punti di vista, da diverse sfaccettature, diversi sguardi. Vuole raccontare una nottata in questo immaginario Club Topperia, il club immaginario di M¥Ss Keta, dall’inizio alla fine, dal tramonto all’alba. È un racconto molto movimentato, che parla della sala principale, di quando vai nel privé, sui divanetti, quando conosci una nuova persona o incontra una vecchia fiamma. Ho voluto raccontare una serata in discoteca in questo album”.

Sembra l’analisi di una storica del genere?

“In effetti è un viaggio nella disco, dai primi anni ’80 con Donna Summer ai giorni nostri. Sono una cultrice di quel momento storico, quindi è stato inevitabile riportarne un po’: dopo questi anni di pandemia parlo dei luoghi del cuore anche se non li ho mai vissuti in prima persona. Uno di questi è lo Studio 54, me lo sono sempre immaginato in un certo modo e, anche se non ci sono mai stata, ho preso un po’ ispirazione da quel mitico locale”.

C’è anche una botta di anni ’60 con Edoardo Vianello?

“‘Finimondo’ rappresenta gli anni Sessanta all’italiana che più all’italiana non si può. A Edoardo il brano è piaciuto molto e lo ha definito ‘molto pregevole'”.

Myss Keta e Elettra Lamborghini al Festival di Sanremo, 6 febbraio 2020 (Foto Ansa)

Non è casuale fare un disco del genere quando sinora le discoteche sono state il luogo più chiuso per il Covid?

“Certo è nato dall’esigenza di escapismo verso questi luoghi in cui mi sono calata dentro per sfogare gli istinti e vivere intensamente le esperienze della vita da club”.

Naturalmente il tutto con le sembianze dell’angelo dall’occhiale da sera. E dal volto velato?

“Ormai sono 9 anni che sfoggio questo look, dal 2013 con ‘Milano, sushi e coca’ al 2022 con ‘Club Topperia’. E, anche se talvolta sono un po’ diavoletto, mi sento un angelo con l’occhiale da sera al cento per cento”.

In tv e nei concerti il resto del look sarà un po’ sexy?

“Occhiali e mascherina restano il mio marchio di fabbrica, il resto del look si adatta ai vari contesti, ai vari periodi. In questo momento sono immersa nei top club, quindi alterno i look scintillanti alla Studio 54 al total denim anni 2000. Basta che sia total look che fondamentalmente va bene”.

Tanto del suo immaginario arriva dal mondo della moda?

“È vero. Con tanta ironia. È un po’ un gioco essere attratti ed espulsi dal mondo del fashion. Astrazione e repulsione arrivano insieme, soprattutto quando sono molto potenti”.

Myss Keta: “Che cos’è per me l’inclusione? Rispettare se stessi e chi ci circonca. Lo affermo con le mie canzoni e i miei live” (Foto / Instagram / Myss Keta)

Con la mascherina e gli occhiali non si sente un po’ odalisca?

“Odalisca della notte, attualmente”.

Si sente un po’ tanto diva. 

“Completamente. Con l’ironia e autoironia con cui vedo me stessa e il resto del mondo. Ci si prende in giro”.

L’inclusione cosa è per lei?

“A me piace mettere in atto, nel senso che fondamentalmente sono una persona pragmatica e mi piace quando l’inclusione è vera e propria. Quest’album per esempio racchiude tante voci differenti fra di loro che però ho voluto inserire per citare diversi punti di vista all’interno dello stesso progetto. Quando penso all’inclusione credo sia importante lanciare il messaggio di rispettare se stessi e chi ci circonda. Lo affermo con le mie canzoni e i miei live. Sono valori che le mie canzoni ambiscono, che cerco di trasmettere”.

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  • È la storia di Carson Pickett che non è solo una favola sportiva, ma un esempio di forza volontà e voglia di superare limiti fisici e pregiudizi. ⚽️

Nell’amichevole contro la Colombia, la Nazionale femminile degli Stati Uniti ha dimostrato ancora una volta quanto è all’avanguardia e ha fatto esordire Carson Pickett, giocatrice nata senza una parte del braccio sinistro. 

"La sensazione di essere diverso e l’ansia di non adattarsi è qualcosa che ho passato. Spero di incoraggiare altri a non vergognarsi di quello che sono.”

Questa volta la Nazionale statunitense ha mostrato, ancora una volta, quanto sia avanti nell’inclusione sociale e nelle pari opportunità. I diritti umani e sociali sono sempre in primo piano nella testa delle ragazze e della Federazione, che non di rado si sono esposte su tematiche importanti come il razzismo, l’omofobia e più in generale su questioni spinose.

Dopo il raggiungimento dell’obiettivo della parità salariale con i colleghi uomini, lo sdoganamento dell’omosessualità e altro ancora, ora i riflettori si puntano verso la disabilità e come nonostante essa si possa diventare giocatrici professioniste.

Di Edoardo Martini ✍

#lucenews #lucelanazione #carsonpickett #football #colombie #womensoccer #uswomensoccer #inspiretheworld
  • Il suo desiderio, più che legittimo, è semplicemente quello di partecipare al Jova Beach party di Viareggio, a settembre, insieme ai suoi amici. Eppure Enrico, classe 1965, padre di due meravigliosi figli adottivi e costretto su una sedia a rotelle dal 1988, non è riuscito a fare quello che tutto il resto della sua comitiva ha fatto con pochi semplici click sul sito di Ticketone: acquistare il suo biglietto. 

“Per noi disabili cose come questa sarebbero troppo semplici. Forse non tutti sanno che la realtà è che, se una persona nelle mie condizioni desidera partecipare a un qualsiasi evento, solitamente gli viene richiesto di individuare per conto proprio gli organizzatori, cercare sul rispettivo sito le indicazioni sulla modalità di richiesta dei biglietti (che variano da organizzatore ad organizzatore) e in fine allegare alla domanda di partecipazione il certificato di invalidità e un documento d’identità. Mai ci è permesso di usare le piattaforme online ad acquisto diretto come Ticketone.

Mi sono sentito ulteriormente discriminato: oltre ai miei limiti fisici mi sono dovuto scontrare con ulteriori ostacoli rappresentati da procedure imposte da persone che non hanno la minima idea di cosa significhi la parola ‘inclusione‘. E quello che più mi ha sorpreso è che questi limiti siano arrivati in abbinamento ad un evento di Jovanotti, che ritengo un paladino dell’inclusione. Mi chiedo se lui sia a conoscenza di tutto questo e cosa ne pensi in tal caso”.

Il racconto di Enrico nell’intervista a cura di Caterina Ceccuti ✍

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  • “Per cantare ho affrontato un lungo percorso di logopedia, ma voglio fare della musica un posto più inclusivo. 

Mi chiamo Francesco, in arte Brazzo, sono sordo e nella vita faccio rap”. In una frase, lo specchio di una vita in salita. La fatica di imparare a cantare senza poter ascoltare nulla se non “le vibrazioni delle casse”, gli anni della logopedia e la voglia di mettere in versi la realtà, le battaglie per il riconoscimento della propria comunità e la denuncia sociale.

Brazzo nasce a Taranto in una famiglia di sordi da tre generazioni e si trasferisce a Milano nel 2008.

“Già da bambino desideravo cantare solo che mi sentivo imbarazzato per il fatto che un sordo potesse cantare. Ho iniziato a parlare a cinque anni, all’inizio non parlavo molto bene e ho affrontato un lungo percorso di logopedia. Poi a trent’anni avevo questo desiderio lasciato nel cassetto e ho deciso di lanciarmi”.

Quando rappa – e rappa bene – lo fa anche attraverso la lingua dei segni. Nel 2020 ha partecipato a Italia
"Stop. ferma il tempo". Inizia così 'Club Topperia', il nuovo album di M¥SS Keta che esce il 27 maggio 2022 per Island Records/Universal Music Italia. Un album che accende i fari di un ipotetico club della M¥ss fuori dallo spaziotempo, un luogo sia fisico che spirituale in cui convergono cultura, divertimento, passione che si sono sprigionati in locali simbolo, dal Cocoricò di Riccione allo Studio 54 di New York, dal Piper di Roma al Plastic di Milano: tutto confluisce nelle 16 tracce di Club Topperia. Ma, in questi giorni la performer situazionista, rapper dall’attitudine punk, icona pop e diva definitiva è molto indaffarata, dal 4 giugno apre il tour che la vedrà protagonista dei principali palchi italiani e che il 7 luglio farà tappa a Perugia, per Umbria Che spacca e il 9 luglio a Firenze all’Anfiteatro delle cascine. Ma non finisce qui, sabato 28 maggio M¥SS KETA condurrà su Rai 1, insieme a Michela Giraud e Diego Passoni, la settima edizione degli Oscar dell’inclusione, i Diversity Media Awards 2022, per premiare personaggi e contenuti mediali che si sono distinti per una rappresentazione valorizzante delle persone su temi di genere e identità di genere, orientamento sessuale e affettivo, età e etnia, generazioni e disabilità. Il tutto con mascherina e occhiali, perché la sua identità nascosta è il modo migliore per dire la verità, perché, non avendo volto, c’è un po’ di M¥SS in ognuno di noi. Che impressione le fa condurre i Diversity Media Awards? "Orgoglio professionale. Presentare in teoria non è propriamente il mio ruolo, ma mi hanno scelto come conduttrice perché condividono con me l’universo valoriale che ho sempre portato avanti con la mia musica. È bello che essendo per la prima volta su Rai1 possa dire la mia in questo momento di inclusione, diversità e astio nei confronti di minoranze, di gente poco rappresentata. Penso sia importante che queste istanze atterrino anche in un canale importante come Rai1". Non le sarebbe piaciuto essere fra i vincitori? "L’unico premio a cui potevo ambire era quello di personaggio dell’anno, magari sarà la prossima volta, non ci avevo pensato, sono contenta così".
Myss Keta, il 4 giugno inizia il suo tour che la vedrà protagonista dei principali parchi in tutta Italia (Foto / Instagram / Myss Keta)
Il 27 maggio esce invece il nuovo album Club Topperia.  «È un pot-pourri, è un disco unito insieme dal concetto del club, del nightclubbing, analizzato da diversi punti di vista, da diverse sfaccettature, diversi sguardi. Vuole raccontare una nottata in questo immaginario Club Topperia, il club immaginario di M¥Ss Keta, dall’inizio alla fine, dal tramonto all’alba. È un racconto molto movimentato, che parla della sala principale, di quando vai nel privé, sui divanetti, quando conosci una nuova persona o incontra una vecchia fiamma. Ho voluto raccontare una serata in discoteca in questo album". Sembra l’analisi di una storica del genere? "In effetti è un viaggio nella disco, dai primi anni ’80 con Donna Summer ai giorni nostri. Sono una cultrice di quel momento storico, quindi è stato inevitabile riportarne un po’: dopo questi anni di pandemia parlo dei luoghi del cuore anche se non li ho mai vissuti in prima persona. Uno di questi è lo Studio 54, me lo sono sempre immaginato in un certo modo e, anche se non ci sono mai stata, ho preso un po’ ispirazione da quel mitico locale". C’è anche una botta di anni ’60 con Edoardo Vianello? "'Finimondo' rappresenta gli anni Sessanta all'italiana che più all'italiana non si può. A Edoardo il brano è piaciuto molto e lo ha definito 'molto pregevole'".
Myss Keta e Elettra Lamborghini al Festival di Sanremo, 6 febbraio 2020 (Foto Ansa)
Non è casuale fare un disco del genere quando sinora le discoteche sono state il luogo più chiuso per il Covid? "Certo è nato dall’esigenza di escapismo verso questi luoghi in cui mi sono calata dentro per sfogare gli istinti e vivere intensamente le esperienze della vita da club". Naturalmente il tutto con le sembianze dell’angelo dall’occhiale da sera. E dal volto velato? "Ormai sono 9 anni che sfoggio questo look, dal 2013 con 'Milano, sushi e coca' al 2022 con 'Club Topperia'. E, anche se talvolta sono un po’ diavoletto, mi sento un angelo con l’occhiale da sera al cento per cento". In tv e nei concerti il resto del look sarà un po’ sexy? "Occhiali e mascherina restano il mio marchio di fabbrica, il resto del look si adatta ai vari contesti, ai vari periodi. In questo momento sono immersa nei top club, quindi alterno i look scintillanti alla Studio 54 al total denim anni 2000. Basta che sia total look che fondamentalmente va bene". Tanto del suo immaginario arriva dal mondo della moda? "È vero. Con tanta ironia. È un po’ un gioco essere attratti ed espulsi dal mondo del fashion. Astrazione e repulsione arrivano insieme, soprattutto quando sono molto potenti".
Myss Keta: "Che cos'è per me l'inclusione? Rispettare se stessi e chi ci circonca. Lo affermo con le mie canzoni e i miei live" (Foto / Instagram / Myss Keta)
Con la mascherina e gli occhiali non si sente un po’ odalisca? "Odalisca della notte, attualmente". Si sente un po’ tanto diva.  "Completamente. Con l’ironia e autoironia con cui vedo me stessa e il resto del mondo. Ci si prende in giro". L’inclusione cosa è per lei? "A me piace mettere in atto, nel senso che fondamentalmente sono una persona pragmatica e mi piace quando l’inclusione è vera e propria. Quest’album per esempio racchiude tante voci differenti fra di loro che però ho voluto inserire per citare diversi punti di vista all’interno dello stesso progetto. Quando penso all’inclusione credo sia importante lanciare il messaggio di rispettare se stessi e chi ci circonda. Lo affermo con le mie canzoni e i miei live. Sono valori che le mie canzoni ambiscono, che cerco di trasmettere".
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