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Home » Spettacolo » Palma d’oro a “Titane” di Julia Ducournau. Domizia De Rosa: “Contenta che abbia vinto una donna con un horror sui temi di genere, che ha nella trasformazione il suo fil rouge”

Palma d’oro a “Titane” di Julia Ducournau. Domizia De Rosa: “Contenta che abbia vinto una donna con un horror sui temi di genere, che ha nella trasformazione il suo fil rouge”

La regista francese è la seconda a ricevere l'ambito premio del Festival di Cannes. Una pellicola 'non convenzionale', che ha diviso la critica, in cui trova ampio spazio la tematica di genere e della fluidità. "La giuria ha compreso il bisogno avido e viscerale che abbiamo di un mondo più fluido e inclusivo, per aver chiesto una maggiore diversità nelle nostre esperienze nel cinema e nelle nostre vite e per aver lasciato entrare i mostri"

Sofia Francioni
21 Luglio 2021
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Il Festival di Cannes di quest’anno passerà agli annali della storia del cinema non (solo) per la gaffe del presidente di giuria Spike Lee, che ha svelato fuori programma il nome della vincitrice della Palma d’ora, ma per colei che l’ha vinta: una donna, la regista francese Julia Ducournau. Un’incoronazione che l’associazione “Women in Film, Television & Media Italia” ha accolto con grande favore. “La Palma d’Oro a ‘Titane’ di Julia Ducournau è la seconda in assoluto data a una regista e la prima a una regista in solitaria: perché la precedente andò a Jane Campion con ‘Lezioni di Piano’ in ex aequo con ‘Addio mia concubina’ di Chen Kaige. Un secondo posto, quindi, ma anche un primo posto nella storia”, commenta la presidente WIFTMI, Domizia De Rosa.

Domizia De Rosa, presidente del Women in Film, Television & Media Italia

“Se facciamo un paragone con ‘Lezioni di Piano’, che in tante e tanti abbiamo amato, notiamo che, così come ‘Titane’, anche il film della Campion, in una confezione molto attraente, aveva dei momenti disturbanti, che all’epoca non venivano quasi mai raccontati in pellicola. Da quello che ci hanno raccontato, perché purtroppo non ho potuto vedere il film al Festival, Ducournau non cerca compromessi e nel suo film attraversa generi anche vicini all’horror. Applaudiamo, dunque, doppiamente anche a questa scelta non tradizionale di un contenuto che, per stereotipo, non assoceremmo a una regista donna e che invece Ducournau affronta senza voler compiacere lo spettatore. L’opera appare inedita, da quanto il trailer ci lascia già intuire. E le dirò di più –  aggiunge la presidente – spero, quando lo guarderò, di avere il coraggio di arrivare alla fine del film, perché – ride – il genere horror mi fa paura. D’altronde, da donne, dobbiamo anche accettare che ci siano dei film di registe che non ci va di vedere. È questa che dovrebbe essere la normalità: scegliere fra tante registe come facciamo con i registi i generi e le opere che ci sono più affini”.

Amato e odiato dalla critica senza vie di mezzo, vietato in Francia ai minori di 16 anni, “Titane” mette in scena il ritratto di un* guerrier* mutante, Alexia/Adrien interpretato dall’attrice Agathe Rousselle, un* serial killer che – nell’eccesso thriller/horror della sceneggiatura – fa l’amore con un’automobile e maschera la sua identità sessuale cercando il padre perduto (Vincent Lindon), lanciando sullo schermo, come una bomba, il tema di genere e della fluidità. Come ha infatti dichiarato la regista dopo aver ricevuto la Palma d’Oro: “Siamo al di là dei concetti di genere, è nell’amore che sentiamo chi siamo senza determinismo”. Intestandosi, quindi, l’impegno nella rappresentazione dell’identità di genere, Ducournau ha ringraziato la giuria per “aver riconosciuto il bisogno avido e viscerale che abbiamo di un mondo più fluido e inclusivo, per aver chiesto una maggiore diversità nelle nostre esperienze nel cinema e nelle nostre vite e per aver lasciato entrare i mostri. La perfezione – ha concluso – è un vicolo cieco e la mostruosità, che spaventa alcuni e attraversa il mio lavoro, è un’arma e una forza per respingere i muri della normalità che ci rinchiudono e ci separano”.

Agathe Rousselle, Julia Ducournau e Vincent Lindon Ph. EPA/Caroline Blumberg

Una scelta che non sorprende la presidente De Rosa: “Il cinema di genere utilizza da sempre i propri topoi per arrivare a parlare di temi più universali, di una società che cambia o è da cambiare: l’horror è stato ed è anche una lente di ingrandimento per osservare i disagi che vivono tra noi. Trovo naturale che un film che adotta degli stilemi di genere possa porsi delle domande altre: così come fanno i film fantascientifici o i gialli”. Guardando al precedente film di Ducournau, “Raw–Una cruda verità”, “che pone al centro una giovane protagonista che nasce vegetariana e poi, per vari accidenti, scopre il piacere della carne cruda, diventando cannibale, ho la sensazione – continua De Rosa – che la trasformazione sia il fil rouge nell’opera della regista. Ogni donna, d’altronde, ha familiare il tema della trasformazione. Pensiamo solo a quanto l’adolescenza possa essere spesso un evento traumatico, un cambiamento che attraversa il corpo e che non sempre si rivela dolce e lento. In questo contesto, il tema dell’identità si inserisce perfettamente: perché nel trasformarsi si modificano anche i desideri e le scelte”.

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  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
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Domizia De Rosa, presidente del Women in Film, Television & Media Italia
"Se facciamo un paragone con 'Lezioni di Piano', che in tante e tanti abbiamo amato, notiamo che, così come 'Titane', anche il film della Campion, in una confezione molto attraente, aveva dei momenti disturbanti, che all’epoca non venivano quasi mai raccontati in pellicola. Da quello che ci hanno raccontato, perché purtroppo non ho potuto vedere il film al Festival, Ducournau non cerca compromessi e nel suo film attraversa generi anche vicini all'horror. Applaudiamo, dunque, doppiamente anche a questa scelta non tradizionale di un contenuto che, per stereotipo, non assoceremmo a una regista donna e che invece Ducournau affronta senza voler compiacere lo spettatore. L'opera appare inedita, da quanto il trailer ci lascia già intuire. E le dirò di più -  aggiunge la presidente - spero, quando lo guarderò, di avere il coraggio di arrivare alla fine del film, perché - ride - il genere horror mi fa paura. D'altronde, da donne, dobbiamo anche accettare che ci siano dei film di registe che non ci va di vedere. È questa che dovrebbe essere la normalità: scegliere fra tante registe come facciamo con i registi i generi e le opere che ci sono più affini". Amato e odiato dalla critica senza vie di mezzo, vietato in Francia ai minori di 16 anni, "Titane" mette in scena il ritratto di un* guerrier* mutante, Alexia/Adrien interpretato dall'attrice Agathe Rousselle, un* serial killer che - nell'eccesso thriller/horror della sceneggiatura - fa l'amore con un'automobile e maschera la sua identità sessuale cercando il padre perduto (Vincent Lindon), lanciando sullo schermo, come una bomba, il tema di genere e della fluidità. Come ha infatti dichiarato la regista dopo aver ricevuto la Palma d’Oro: "Siamo al di là dei concetti di genere, è nell'amore che sentiamo chi siamo senza determinismo". Intestandosi, quindi, l'impegno nella rappresentazione dell'identità di genere, Ducournau ha ringraziato la giuria per "aver riconosciuto il bisogno avido e viscerale che abbiamo di un mondo più fluido e inclusivo, per aver chiesto una maggiore diversità nelle nostre esperienze nel cinema e nelle nostre vite e per aver lasciato entrare i mostri. La perfezione - ha concluso - è un vicolo cieco e la mostruosità, che spaventa alcuni e attraversa il mio lavoro, è un'arma e una forza per respingere i muri della normalità che ci rinchiudono e ci separano".
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