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Home » Spettacolo » Pamela Anderson si racconta senza filtri: dal sex tape con l’ex marito alle violenze subite

Pamela Anderson si racconta senza filtri: dal sex tape con l’ex marito alle violenze subite

Nella autobiografia, l'attrice e modella rivela scottanti accuse a Tim Allen e parla di un sensualissimo tango con un ottantenne

Maurizio Costanzo
5 Febbraio 2023
L'attrice e modella Pamela Anderson (Ansa)

L'attrice e modella Pamela Anderson (Ansa)

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La storia di Pamela Anderson secondo Pamela Anderson. La modella e attrice di origini canadesi, diventata un sex symbol per il ruolo di C.J. Parker dove indossava il famoso e attillatissimo costume rosso nella celebre serie tv “Baywatch“, ha deciso di raccontare tutta la verità su se stessa mettendola nero su bianco, in una autobiografia uscita da pochi giorni, ma che ha subito iniziato subito a far discutere. Si intitola “Love, Pamela” e non mancano le rivelazioni scottanti.

Pamela Anderson nella famosa serie tv "Baywatch"
Pamela Anderson nella famosa serie tv “Baywatch”

Come quella che riguarda Tim Allen, che avrebbe mostrato il pene all’attrice e modella, anche se lui nega che questo fatto sia mai accaduto. Il fatto sarebbe avvenuto nel 1991, sul set della sitcom “Quell’uragano di papà“, che vedeva nel ruolo di protagonista proprio Tim Allen. “Il primo giorno di riprese – si legge nell’autobiografia – stavo uscendo dal mio camerino e ho incrociato Tim, in corridoio, con indosso una vestaglia. L’ha aperta per un momento: sotto era completamente nudo. Ha detto che era giusto così, perché mi aveva visto nuda. Ha detto ‘Ora siamo pari’. Ho riso, a disagio”. Nel 1991 Pamela Anderson aveva 23 anni, aveva già posato per “Playboy“, mentre Tim Allen aveva 37 anni e sull’episodio ha dichiarato: “Non è mai accaduto, non avrei mai fatto una cosa simile”.

L'attrice e modella Pamela Anderson (Instagram)
L’attrice e modella Pamela Anderson (Instagram)

Per quanti si aspettano confessioni piccanti, certo si stupirà nel leggere che la bella Pamela metta sul primo gradino del podio delle sue esperienze più eccitanti non una notte di passione, ma un sensualissimo tango, ballato a Buenos Aires da giovanissima, con un uomo che di anni invece ne aveva ottanta. “Il suo tocco leggero sul mio corpo mi ha lasciato senza fiato – ha raccontato la Anderson – mi sono lasciata guidare da un vero uomo, ed era qualcosa che non avevo mai provato prima di quel momento”.

Ma nella vita di Pamela Anderson il picco di popolarità è dovuto soprattutto al sex tape con Tommy Lee che ha fatto il giro del mondo attraverso il web. La storia della loro videocassetta porno diventata di dominio pubblico, a rileggerla oggi, sembra tanto sconcertante quanto profetica. Era la fine degli anni ’90 e quella cassetta cult fu uno scandalo mondiale, tra i primi dell’era internet, oggi con la potenza dei social sarebbe ulteriormente devastante. Durante la loro prima notte di nozze la conturbante bagnina bionda e procace di Baywatch e il batterista metal dei Motley Cruel filmarono le loro acrobazie sessuali che nessuno avrebbe mai dovuto vedere a parte loro. Invece, quel sex tape fu rubato da Rand Gauthier, un elettricista scontento che riuscì a prendere il nastro e alla fine fu doppiato migliaia di volte.

Pamela Anderson è nata a Ladysmith, nella Columbia Britannica, il 1º luglio del 1967 (Instagram)
Pamela Anderson è nata a Ladysmith, nella Columbia Britannica, il 1º luglio del 1967 (Instagram)

Così quando Pam e Tommy tentarono di arginare lo scandalo firmando un accordo con il produttore di film per adulti, questa videocassetta ormai mitica ebbe una distribuzione ancora maggiore e per anni è stata un caso del web. L’attrice e modella canadese, vegana e attivista dei diritti degli animali, 14 volte sulla cover di Playboy, oggi 54enne, da Tommy Lee, dal quale divorziò nel ’98, ha avuto due figli. Si incontrarono nel ’94 nel famoso club di Hollywood Sanctuary e si sposarono 96 ore dopo il loro primo appuntamento. E proprio su quel sex tape si è concentrata la serie in otto parti di Hulu Originals, “Pam e Tommy“. Ma alla Anderson questa serie non è andata giù, e così ha deciso di controbattere proponendo “Pamela, a love story“, il documentario appena uscito su Netflix in cui è lei stessa a parlare della sua vita.

 

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Nel documentario, prodotto da Anderson Brandon Thomas Lee, il figlio di Pamela, l’attrice ripercorre la sua vita, dall’arrivo a Los Angeles con la speranza di trovare un lavoro nel mondo dello spettacolo al primo servizio fotografico di Playboy, di cui ricorda: “Lo feci perché ero incredibilmente timida e odiavo sentirmi così. Decisi di posare per Playboy perché non volevo più sentirmi in quel modo, e infatti quel primo servizio mi diede modo per la prima volta di sentirmi una donna sensuale. La mia sessualità era mia, mi ero ripresa il mio potere”.

Nel docufilm parla delle sue storie d’amore e dei vari matrimoni, tra cui quello col cantante Kid Rock, col produttore cinematografico Rick Salomon, con la guardia del corpo Dan Hayhurst e col produttore cinematografico Jon Peters. Parla del set di “Baywatch” ma anche del padre violento e dell’infanzia difficile che l’ha portata ad avere un rapporto difficile con la sua immagine: la Anderson soffre infatti di eisoptrofobia, la paura di vedersi allo specchio.

Nel 1995 Pamela Anderson ha sposato Tommy Lee, batterista dei Mötley Crüe, che aveva conosciuto solo pochi giorni prima (Instagram)
Nel 1995 Pamela Anderson ha sposato Tommy Lee, batterista dei Mötley Crüe, che aveva conosciuto solo pochi giorni prima (Instagram)

Ovviamente fa riferimento al noto sex tape, di cui dice: “L’abbiamo affrontato nel migliore dei modi, ma io e Tommy non eravamo abbastanza maturi per gestire tutto. Avremmo dovuto trovare un modo migliore per superarlo, invece sono venute fuori tutte le mie paure infantili. Penso che abbiamo deluso i nostri figli, e di questo faccio molta fatica a perdonarmi. Brandon e Dylan sono dei veri miracoli, considerando il loro patrimonio genetico. Hanno affrontato di tutto, ma sono ancora in piedi”. Sono stati proprio i suoi figli, Brandon Thomas Lee e Dylan Jagger Lee, 26 e 25 anni, a convincerla a scrivere la sua biografia e a realizzare il documentario, usciti entrambi nello stesso giorno.

Pamela Anderson soffre di eisoptrofobia, ossia della paura di vedersi allo specchio (Instagram)
Pamela Anderson soffre di eisoptrofobia, ossia della paura di vedersi allo specchio (Instagram)

E nel documentario Pamela Anderson si confessa a cuore aperto, parlando per la prima volta anche dei momenti più bui della sua infanzia. “Quando ero piccola – ricorda – è stata una babysitter donna a sessualizzarmi molto presto, mi costrinse a fare strani giochi sul suo corpo. Non lo dissi a nessuno perché mi minacciò e avevo paura potesse fare del male anche a mio fratello, e proprio non volevo toccasse anche lui”. Ha poi raccontato di essere stata abusata sessualmente da adolescente, quando aveva appena 12 anni, da un uomo di una decina di anni più grande di lei. Ma anche quella volta ha mantenuto il silenzio e non disse niente a nessuno. Tuttavia tenere tutto dentro non le ha fatto bene, tanto che non è più riuscita a guardarsi allo specchio: “Da allora – ha confessato – una parte di me si è arresa, quello è stato un altro chiodo nella bara“. Poi è arrivato il momento del riscatto, raggiunto con forza e determinazione: “Avevo bisogno di riprendere il mio potere come essere sessuale, come donna. Ho fatto tutto da sola, e l’ho fatto contro ogni probabilità. Sono sicura che ci sono persone che lottano proprio come me, e a loro vorrei dire: siete umani, non siete cattivi”.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
La storia di Pamela Anderson secondo Pamela Anderson. La modella e attrice di origini canadesi, diventata un sex symbol per il ruolo di C.J. Parker dove indossava il famoso e attillatissimo costume rosso nella celebre serie tv "Baywatch", ha deciso di raccontare tutta la verità su se stessa mettendola nero su bianco, in una autobiografia uscita da pochi giorni, ma che ha subito iniziato subito a far discutere. Si intitola "Love, Pamela" e non mancano le rivelazioni scottanti.
Pamela Anderson nella famosa serie tv "Baywatch"
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L'attrice e modella Pamela Anderson (Instagram)
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Per quanti si aspettano confessioni piccanti, certo si stupirà nel leggere che la bella Pamela metta sul primo gradino del podio delle sue esperienze più eccitanti non una notte di passione, ma un sensualissimo tango, ballato a Buenos Aires da giovanissima, con un uomo che di anni invece ne aveva ottanta. “Il suo tocco leggero sul mio corpo mi ha lasciato senza fiato – ha raccontato la Anderson - mi sono lasciata guidare da un vero uomo, ed era qualcosa che non avevo mai provato prima di quel momento”. Ma nella vita di Pamela Anderson il picco di popolarità è dovuto soprattutto al sex tape con Tommy Lee che ha fatto il giro del mondo attraverso il web. La storia della loro videocassetta porno diventata di dominio pubblico, a rileggerla oggi, sembra tanto sconcertante quanto profetica. Era la fine degli anni '90 e quella cassetta cult fu uno scandalo mondiale, tra i primi dell'era internet, oggi con la potenza dei social sarebbe ulteriormente devastante. Durante la loro prima notte di nozze la conturbante bagnina bionda e procace di Baywatch e il batterista metal dei Motley Cruel filmarono le loro acrobazie sessuali che nessuno avrebbe mai dovuto vedere a parte loro. Invece, quel sex tape fu rubato da Rand Gauthier, un elettricista scontento che riuscì a prendere il nastro e alla fine fu doppiato migliaia di volte.
Pamela Anderson è nata a Ladysmith, nella Columbia Britannica, il 1º luglio del 1967 (Instagram)
Pamela Anderson è nata a Ladysmith, nella Columbia Britannica, il 1º luglio del 1967 (Instagram)
Così quando Pam e Tommy tentarono di arginare lo scandalo firmando un accordo con il produttore di film per adulti, questa videocassetta ormai mitica ebbe una distribuzione ancora maggiore e per anni è stata un caso del web. L’attrice e modella canadese, vegana e attivista dei diritti degli animali, 14 volte sulla cover di Playboy, oggi 54enne, da Tommy Lee, dal quale divorziò nel '98, ha avuto due figli. Si incontrarono nel '94 nel famoso club di Hollywood Sanctuary e si sposarono 96 ore dopo il loro primo appuntamento. E proprio su quel sex tape si è concentrata la serie in otto parti di Hulu Originals, "Pam e Tommy". Ma alla Anderson questa serie non è andata giù, e così ha deciso di controbattere proponendo "Pamela, a love story", il documentario appena uscito su Netflix in cui è lei stessa a parlare della sua vita.
 
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Nel documentario, prodotto da Anderson Brandon Thomas Lee, il figlio di Pamela, l’attrice ripercorre la sua vita, dall’arrivo a Los Angeles con la speranza di trovare un lavoro nel mondo dello spettacolo al primo servizio fotografico di Playboy, di cui ricorda: “Lo feci perché ero incredibilmente timida e odiavo sentirmi così. Decisi di posare per Playboy perché non volevo più sentirmi in quel modo, e infatti quel primo servizio mi diede modo per la prima volta di sentirmi una donna sensuale. La mia sessualità era mia, mi ero ripresa il mio potere”. Nel docufilm parla delle sue storie d’amore e dei vari matrimoni, tra cui quello col cantante Kid Rock, col produttore cinematografico Rick Salomon, con la guardia del corpo Dan Hayhurst e col produttore cinematografico Jon Peters. Parla del set di "Baywatch" ma anche del padre violento e dell’infanzia difficile che l’ha portata ad avere un rapporto difficile con la sua immagine: la Anderson soffre infatti di eisoptrofobia, la paura di vedersi allo specchio.
Nel 1995 Pamela Anderson ha sposato Tommy Lee, batterista dei Mötley Crüe, che aveva conosciuto solo pochi giorni prima (Instagram)
Nel 1995 Pamela Anderson ha sposato Tommy Lee, batterista dei Mötley Crüe, che aveva conosciuto solo pochi giorni prima (Instagram)
Ovviamente fa riferimento al noto sex tape, di cui dice: “L’abbiamo affrontato nel migliore dei modi, ma io e Tommy non eravamo abbastanza maturi per gestire tutto. Avremmo dovuto trovare un modo migliore per superarlo, invece sono venute fuori tutte le mie paure infantili. Penso che abbiamo deluso i nostri figli, e di questo faccio molta fatica a perdonarmi. Brandon e Dylan sono dei veri miracoli, considerando il loro patrimonio genetico. Hanno affrontato di tutto, ma sono ancora in piedi”. Sono stati proprio i suoi figli, Brandon Thomas Lee e Dylan Jagger Lee, 26 e 25 anni, a convincerla a scrivere la sua biografia e a realizzare il documentario, usciti entrambi nello stesso giorno.
Pamela Anderson soffre di eisoptrofobia, ossia della paura di vedersi allo specchio (Instagram)
Pamela Anderson soffre di eisoptrofobia, ossia della paura di vedersi allo specchio (Instagram)
E nel documentario Pamela Anderson si confessa a cuore aperto, parlando per la prima volta anche dei momenti più bui della sua infanzia. “Quando ero piccola – ricorda - è stata una babysitter donna a sessualizzarmi molto presto, mi costrinse a fare strani giochi sul suo corpo. Non lo dissi a nessuno perché mi minacciò e avevo paura potesse fare del male anche a mio fratello, e proprio non volevo toccasse anche lui”. Ha poi raccontato di essere stata abusata sessualmente da adolescente, quando aveva appena 12 anni, da un uomo di una decina di anni più grande di lei. Ma anche quella volta ha mantenuto il silenzio e non disse niente a nessuno. Tuttavia tenere tutto dentro non le ha fatto bene, tanto che non è più riuscita a guardarsi allo specchio: "Da allora – ha confessato - una parte di me si è arresa, quello è stato un altro chiodo nella bara". Poi è arrivato il momento del riscatto, raggiunto con forza e determinazione: "Avevo bisogno di riprendere il mio potere come essere sessuale, come donna. Ho fatto tutto da sola, e l’ho fatto contro ogni probabilità. Sono sicura che ci sono persone che lottano proprio come me, e a loro vorrei dire: siete umani, non siete cattivi".
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