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Home » Spettacolo » Elisa Pomarelli, non solo femminicidio: è stata uccisa perché amava le donne

Elisa Pomarelli, non solo femminicidio: è stata uccisa perché amava le donne

Nel mese del gay pride la nuova produzione in prima visione assoluta su Crime+Investigation racconta la storia di un lesbicidio non riconosciuto e sottovalutato da giustizia e media

Barbara Berti
28 Giugno 2022
Parlava di lei come di una fidanzata, ma Elisa Pomarelli era stata chiara con Massimo Sebastiani: tra loro c’era soltanto un’amicizia e a lei piacevano le donne

Parlava di lei come di una fidanzata, ma Elisa Pomarelli era stata chiara con Massimo Sebastiani: tra loro c’era soltanto un’amicizia e a lei piacevano le donne

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Elisa Pomarelli aveva solo 28 anni quando l’amico Massimo Sebastiani l’ha uccisa per un “no”: lui si era dichiarato ma lei gli aveva detto di preferire le donne. Nel mese del gay pride arriva Uccisa due volte – Il caso Pomarelli, la nuova produzione originale in prima visione assoluta da martedì 28 giugno alle 22,55 su Crime+Investigation (canale 119 di Sky), che racconta la storia di un lesbicidio non riconosciuto e in quanto tale sottovalutato dalla giustizia e dai media italiani.

Il caso Pomarelli

Elisa Pomerelli,
Il corpo di Elisa Pomarelli, ragazza piacentina di 28 anni, venne ritrovato senza vita il 7 settembre del 2019

Il corpo di Elisa Pomarelli, ragazza piacentina di 28 anni, venne ritrovato senza vita il 7 settembre del 2019. Accusato dell’omicidio Massimo Sebastiani, amico di Elisa e reo confesso di averla uccisa. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il delitto avvenne il 25 agosto 2019, dopo che la coppia si era incontrata per pranzare insieme. L’ultimo avvistamento dei due è, infatti, in una trattoria tra le colline piacentine. Poi il buio. Seguono giornate di incessanti ricerche durante le quali la famiglia di Elisa spera fino all’ultimo di poterla ritrovare, temendo che l’amico Massimo l’abbia sequestrata. Dopo tredici giorni, la Polizia riesce a trovare l’uomo, che rivela la più terribile delle verità: Elisa è stata assassinata, strangolata dallo stesso Sebastiani che, innamorato di lei, non poteva accettare di non essere ricambiato.

Parlava di lei come di una fidanzata, ma Elisa Pomarelli era stata chiara con Massimo Sebastiani: tra loro c’era soltanto un’amicizia e a lei piacevano le donne
Parlava di lei come di una fidanzata, ma Elisa Pomarelli era stata chiara con Massimo Sebastiani: tra loro c’era soltanto un’amicizia e a lei piacevano le donne

Uccisa perché lesbica

Elisa è morta per aver dichiarato, a colui che considerava un amico, di preferire le donne. Il femminicidio ha una grandissima risonanza mediatica. Ad accrescere l’ingiustizia per un atto così brutale ai danni di una vittima innocente, si associa l’eco della stampa italiana che comincia a tratteggiare ingiustamente Massimo Sebastiani come un uomo fondamentalmente buono, in preda ad un raptus passionale. L’ingiustizia continua anche durante il processo: Sebastiani viene condannato a soli 20 anni di reclusione, senza che gli vengano riconosciute le aggravanti previste nei casi di femminicidio.

Il corpo di Elisa Pomarelli, ragazza piacentina di 28 anni, venne ritrovato senza vita il 7 settembre del 2019
Il corpo di Elisa Pomarelli, ragazza piacentina di 28 anni, venne ritrovato senza vita il 7 settembre del 2019

In contemporanea alla fine del processo, celebrato con il rito abbreviato che prevede uno sconto sulla pena, sempre nello stesso tribunale, è arrivata anche un’altra sentenza, sempre per un femminicidio. In questo caso però, davanti a una corte di Assise, la sentenza è stata di ergastolo. Condannato Abdelkrim Foukahi che nel maggio del 2019 aveva ucciso in casa a coltellate la moglie Damia El Essali, cercando poi anche lui di scappare insieme ai figli piccoli. La sentenza aveva fatto esplodere la protesta delle associazioni impegnate contro la violenza di genere, dal centro “Città delle donne – Telefono Rosa di Piacenza”, che si era costituito parte civile, a “Non una di meno,” fino all’organizzazione internazionale Eurocentralasian Lesbian* Community (EL*C).
Proprio in occasione dei funerali di Elisa, Ilaria Todde, esperta giuridica di EL*C aveva dichiarato: “Eppure il femminicidio non è l’omicidio della moglie o della compagna in quanto tale, ma l’omicidio di una donna in quanto donna, e questo deve includere le donne lesbiche ammazzate perché ‘non disponibili’ alle attenzioni di un uomo. Il fatto che l’ordinamento italiano compia questa differenziazione è esemplificativo di due cose: una comprensione parziale del fenomeno del femminicidio e l’invisibilità delle lesbiche quando si scrivono le leggi”.

 Elisa Pomarelli, non solo un caso di femminicidio

Uccisa due volte – Il caso Pomarelli ripercorre questa tragica vicenda mostrando non solo un caso di femminicidio ma anche delle difficoltà del nostro sistema giudiziario e mediatico nel proteggere e tutelare le persone LGBTQ+ in una società che rende invisibile l’identità lesbica e non riconosce l’omotransfobia come violenza. Il docu è una produzione “Indigo Stories” per “A+E Networks Italia”, è prodotto da Alessandro Lostia per Indigo Stories mentre il produttore esecutivo è Ariens Damsi. E’ stato scritto da Matteo Festa e diretto da Alessandro Galluzzi.

A+E Networks Italia, sede italiana di A+E Networks EMEA, è la media company che distribuisce tre canali tematici sul territorio italiano: HISTORY Channel, il canale che racconta le storie che cambiano la Storia, trasmesso in Italia dal 2003; Crime+Investigation, il primo canale italiano interamente dedicato al real crime e BLAZE, il canale di factual entertainment fatto di personaggi, affari e sfide bizzarre e divertenti.

I canali lineari sono distribuiti su Sky assieme al contenuto fruibile in versione On Demand, mentre sulle piattaforme streaming Amazon Prime Video Channels e Mediaset Infinity+ (SVOD) sono distribuiti i marchi HISTORY Play, Crime+Investigation Play e BLAZE Play. I podcast Crime+Investigation Originals sono disponibili sulle principali piattaforme di streaming audio. A+E Networks Italia fa parte di Hearst Corporation, media company globale con sede a New York che offre un’ampia gamma di piattaforme e contenuti per l’intrattenimento, dalle reti televisive ai siti web, dai magazine all’home video, fino al gaming e ai software educativi.

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  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
  • Paese che vai inquinamento che trovi. O, se volete, un mal comune che non diventa affatto un mezzo gaudio. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, primo autore il professore Yuming Guo, sono infatti a appena 8 milioni le persone che possono dire di respirare aria pulita: lo 0,001% della popolazione mondiale, che vive su una percentuale irrisoria del globo terraqueo, lo 0,18%.

Per i rimanenti 7 miliardi e passa la situazione è grama, se non critica, con la concentrazione annuale di polveri sottili che è costantemente al di sopra della soglia di sicurezza indicata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (PM2.5 inferiori a 5 µg/m3), un limite oltre il quale il rischio per la salute diventa considerevole. E come se non bastasse la concentrazione media giornaliera globale è di 32,8 µg/m3, più del doppio della soglia Oms.

Lo studio pubblicato su “Lancet” è il primo al mondo ad aver ricostruito i valori giornalieri di polveri sottili, ovvero smog, su tutto il Pianeta, attraverso un metodo complesso e multifattoriale che ha permesso di ottenere dei valori anche nelle regioni non monitorate, grazie a un mix fatto di osservazioni tradizionali di monitoraggio della qualità dell’aria, rilevatori meteorologici e di inquinamento atmosferico via satellite, metodi statistici e di apprendimento automatico (machine learning).

Dati allarmanti, dunque. Per quanto qualche segnale di miglioramento comincia a intravvedersi, con il totale dei giorni con concentrazioni eccessive che sta diminuendo nel complesso. I dati degli ultimi 20 anni rivelano delle tendenze positive in Europa e Nord America, dove l’inquinamento da PM2.5 è sceso, ma non in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi, dove il trend è invece di crescita. Le concentrazioni più elevate di PM2.5 sono state rilevate nelle regioni dell’Asia orientale (50 µg/m3) e meridionale (37,2 µg/m3), seguite dall’Africa settentrionale (30,1 µg/m3). Poco da gioire, dunque e molto da lavorare.

#lucenews #inquinamento
  • L’arrivo della bella stagione ha il sapore del gelato 🍦

Golosi ma di qualità. È il rapporto degli italiani con il gelato artigianale secondo un’indagine di Glovo. Piattaforma di consegne, e Gusto17, brand gourmet, in vista del Gelato Day del prossimo 24 marzo.

Nel 2022 solo sull’app di Glovo gli italiani hanno ordinato più di 2 milioni di gelati, il 16% in più rispetto al 2021, con una media di 5.500 gelati al giorno, principalmente dalle gelaterie di quartiere, facendo aumentare le vendite del 138% per i piccoli esercenti. In particolare, il picco di ordini si registra alle 21.

Tra i gusti più amati dagli italiani ci sono: crema, pistacchio, nocciola e Nutella. Questa la Top 10 delle città più golose di gelato: Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Catania, Bologna, Bari e Verona.

🍨E voi, amanti del gelato, qual è il vostro gusto preferito? 

📸 Credits: @netflixit 

#lucenews #lucelanazione #gelatoday
  • 🗣«Persi undici chili in poco tempo. Per cercare di rialzarmi iniziai un percorso con uno psicologo, ma ho capito presto qual era il motivo per cui ero caduta dentro quel tunnel. E ho iniziato presto a lavorare su di me, da sola.

Nel 2014 avevo ripreso ad allenarmi da pochissimo tempo, quando ho incontrato una donna, Luana Angeletti. Ho scoperto dopo che era la mamma di un amico, ma la cosa importante è quello che lei mi disse quella volta.

Che avevo una struttura fisica adatta a competere nella categoria bikini, nel body-building. Mi è scattato dentro qualcosa, ho iniziato a lavorare perché volevo migliorare e finalmente farmi vedere dagli altri, dopo che per otto anni non ero andata neanche al mare perché mi vergognavo del mio fisico e della mia scoliosi. Grazie a Luana sono passata dal nascondermi allo stare su un palco guardata da tante persone. È stata decisiva.

Imparate a volervi bene, e se non ci riuscite con le vostre forze, non abbiate paura di farvi aiutare e seguire da altri. È importantissimo».

Dai disturbi alimentari al body building, l
Elisa Pomarelli aveva solo 28 anni quando l’amico Massimo Sebastiani l’ha uccisa per un “no”: lui si era dichiarato ma lei gli aveva detto di preferire le donne. Nel mese del gay pride arriva Uccisa due volte - Il caso Pomarelli, la nuova produzione originale in prima visione assoluta da martedì 28 giugno alle 22,55 su Crime+Investigation (canale 119 di Sky), che racconta la storia di un lesbicidio non riconosciuto e in quanto tale sottovalutato dalla giustizia e dai media italiani.

Il caso Pomarelli

Elisa Pomerelli,
Il corpo di Elisa Pomarelli, ragazza piacentina di 28 anni, venne ritrovato senza vita il 7 settembre del 2019
Il corpo di Elisa Pomarelli, ragazza piacentina di 28 anni, venne ritrovato senza vita il 7 settembre del 2019. Accusato dell’omicidio Massimo Sebastiani, amico di Elisa e reo confesso di averla uccisa. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il delitto avvenne il 25 agosto 2019, dopo che la coppia si era incontrata per pranzare insieme. L’ultimo avvistamento dei due è, infatti, in una trattoria tra le colline piacentine. Poi il buio. Seguono giornate di incessanti ricerche durante le quali la famiglia di Elisa spera fino all’ultimo di poterla ritrovare, temendo che l’amico Massimo l’abbia sequestrata. Dopo tredici giorni, la Polizia riesce a trovare l’uomo, che rivela la più terribile delle verità: Elisa è stata assassinata, strangolata dallo stesso Sebastiani che, innamorato di lei, non poteva accettare di non essere ricambiato.
Parlava di lei come di una fidanzata, ma Elisa Pomarelli era stata chiara con Massimo Sebastiani: tra loro c’era soltanto un’amicizia e a lei piacevano le donne
Parlava di lei come di una fidanzata, ma Elisa Pomarelli era stata chiara con Massimo Sebastiani: tra loro c’era soltanto un’amicizia e a lei piacevano le donne

Uccisa perché lesbica

Elisa è morta per aver dichiarato, a colui che considerava un amico, di preferire le donne. Il femminicidio ha una grandissima risonanza mediatica. Ad accrescere l’ingiustizia per un atto così brutale ai danni di una vittima innocente, si associa l’eco della stampa italiana che comincia a tratteggiare ingiustamente Massimo Sebastiani come un uomo fondamentalmente buono, in preda ad un raptus passionale. L’ingiustizia continua anche durante il processo: Sebastiani viene condannato a soli 20 anni di reclusione, senza che gli vengano riconosciute le aggravanti previste nei casi di femminicidio.
Il corpo di Elisa Pomarelli, ragazza piacentina di 28 anni, venne ritrovato senza vita il 7 settembre del 2019
Il corpo di Elisa Pomarelli, ragazza piacentina di 28 anni, venne ritrovato senza vita il 7 settembre del 2019
In contemporanea alla fine del processo, celebrato con il rito abbreviato che prevede uno sconto sulla pena, sempre nello stesso tribunale, è arrivata anche un’altra sentenza, sempre per un femminicidio. In questo caso però, davanti a una corte di Assise, la sentenza è stata di ergastolo. Condannato Abdelkrim Foukahi che nel maggio del 2019 aveva ucciso in casa a coltellate la moglie Damia El Essali, cercando poi anche lui di scappare insieme ai figli piccoli. La sentenza aveva fatto esplodere la protesta delle associazioni impegnate contro la violenza di genere, dal centro “Città delle donne - Telefono Rosa di Piacenza”, che si era costituito parte civile, a “Non una di meno,” fino all’organizzazione internazionale Eurocentralasian Lesbian* Community (EL*C). Proprio in occasione dei funerali di Elisa, Ilaria Todde, esperta giuridica di EL*C aveva dichiarato: “Eppure il femminicidio non è l’omicidio della moglie o della compagna in quanto tale, ma l’omicidio di una donna in quanto donna, e questo deve includere le donne lesbiche ammazzate perché ‘non disponibili’ alle attenzioni di un uomo. Il fatto che l’ordinamento italiano compia questa differenziazione è esemplificativo di due cose: una comprensione parziale del fenomeno del femminicidio e l’invisibilità delle lesbiche quando si scrivono le leggi”.

 Elisa Pomarelli, non solo un caso di femminicidio

Uccisa due volte - Il caso Pomarelli ripercorre questa tragica vicenda mostrando non solo un caso di femminicidio ma anche delle difficoltà del nostro sistema giudiziario e mediatico nel proteggere e tutelare le persone LGBTQ+ in una società che rende invisibile l’identità lesbica e non riconosce l’omotransfobia come violenza. Il docu è una produzione “Indigo Stories” per “A+E Networks Italia”, è prodotto da Alessandro Lostia per Indigo Stories mentre il produttore esecutivo è Ariens Damsi. E’ stato scritto da Matteo Festa e diretto da Alessandro Galluzzi. A+E Networks Italia, sede italiana di A+E Networks EMEA, è la media company che distribuisce tre canali tematici sul territorio italiano: HISTORY Channel, il canale che racconta le storie che cambiano la Storia, trasmesso in Italia dal 2003; Crime+Investigation, il primo canale italiano interamente dedicato al real crime e BLAZE, il canale di factual entertainment fatto di personaggi, affari e sfide bizzarre e divertenti. I canali lineari sono distribuiti su Sky assieme al contenuto fruibile in versione On Demand, mentre sulle piattaforme streaming Amazon Prime Video Channels e Mediaset Infinity+ (SVOD) sono distribuiti i marchi HISTORY Play, Crime+Investigation Play e BLAZE Play. I podcast Crime+Investigation Originals sono disponibili sulle principali piattaforme di streaming audio. A+E Networks Italia fa parte di Hearst Corporation, media company globale con sede a New York che offre un’ampia gamma di piattaforme e contenuti per l’intrattenimento, dalle reti televisive ai siti web, dai magazine all’home video, fino al gaming e ai software educativi.
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