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Ritratti al femminile: nei film di Vanzina donne fragili e inquiete, ma anche determinate

di BARBARA BERTI -
20 gennaio 2022
Luce Vanzina

Luce Vanzina

Da sx: Luca Ward, Giulia Bevilacqua, Serena Autieri, Chiara Francini, Rocío Muñoz Morales e Massimiliano Rosolino

Una carrellata di sofisticati ritratti femminili per raccontare l’evoluzione della nostra società, tra nevrosi piccolo-borghesi, inquietudini sentimentali, disavventure ed equivoci. È Tre sorelle, il nuovo film di Enrico Vanzina – dal 27 gennaio su Prime Video –, una commedia tutta al femminile interpretata da Serena Autieri, Giulia Bevilacqua, Chiara Francini, Rocío Muñoz Morales e Fabio Troiano, con la partecipazione straordinaria di Luca Ward. Il film, prodotto da New International in collaborazione con RTI e Prime Video, è reduce dal successo ottenuto a Capri Hollywood, dove è stato proiettato in anteprima, ed è un racconto ironico, tagliente e romantico sulla forza e le fragilità di tre donne che si ritrovano a dover fare i conti con le proprie vite.

Tre sorelle, una massaggiatrice e... un vicino

Le tre sorelle del film di Carlo Vanzina: Caterina (Chiara Francini) a sx, Marina (Serena Autieri) al centro, Sabrina (Giulia Bevilacqua) a dx

La storia è ambientata a Roma nell'estate 2019: Marina (Serena Autieri), una donna borghese, sposata con un primario di ortopedia, scopre che il marito ha una relazione con il suo assistente uomo. Le crolla addosso il mondo, le sue certezze borghesi vanno in frantumi. Disperata corre a confidarsi con sua sorella Sabrina (Giulia Bevilacqua), che ha un negozio di abbigliamento, ma trova in lacrime anche lei: suo marito, avvocato, ha scoperto che lei lo tradisce. Sabrina è una donna non realizzata, non ha potuto avere figli, suo marito è un superficiale, così lei si è lasciata trascinare nell’alcool e nel tradimento coniugale. Le due sorelle decidono così di trascorrere le vacanze estive insieme nella villa di Marina, a San Felice del Circeo, per trovare un nuovo equilibrio. Insieme a loro parte anche Lorena (Rocío Muñoz Morales), la giovane massaggiatrice di Marina, pure lei alle prese con un dramma sentimentale: il fidanzato è stato appena arrestato perché spacciava droga. Nella villa arriva anche la terza sorella, Caterina (Chiara Francini), che fa la costumista nel cinema ed è single perché ha sempre avuto sfortuna con gli uomini. Ad interrompere la serenità di questa vacanza sarà l’arrivo di Antonio (Fabio Troiano), il nuovo vicino di casa che romperà gli equilibri delle tre sorelle.

L'unico personaggio maschile nel film "Tre Sorelle" è Antonio, interpretato da Fabio Troiano

"Oltre alla commedia c'è il lato sentimentale – dichiara Vanzina –. Per farlo venire fuori ho puntato tutto sulla sincerità delle interpreti. Ho chiesto loro di pescare nella loro sensibilità per far emergere le emozioni". E così è nato un film sulla fragilità delle donne ma anche un ritratto dei loro sentimenti e della loro voglia di vivere. "Con l’unico attore maschio del film, in un ruolo di uomo spregevole, ho seguito un sistema infallibile: non essere moralista, non metterlo alla gogna – aggiunge Vanzina –. Gli ho chiesto di interpretare il suo personaggio con leggerezza, rispettandone le ragioni anche se negative. È una vecchia regola della Commedia all’italiana: non demonizzare eticamente i 'cattivi'. La usavano Scola, Monicelli, Risi. Funziona ancora perché nella vita 'anche' le ragioni degli altri esistono".

Le donne nei film di Vanzina

Nella sua lunga carriera di sceneggiatore, Enrico Vanzina è riuscito a costruire innumerevoli personaggi femminili con felicità e acutezza. Nei suoi ritratti di donne, ha saputo cristallizzare e condensare lo spirito dei tempi, raccontare l’evoluzione sociale del nostro Paese. Lo ha fatto in tanti film caratterizzati da un protagonismo prettamente maschile, vedi Sapore di mare (1983) con le indimenticabili Marina (Marina Suma), Adriana (Virna Lisi), Selvaggia (Isabella Ferrari), così come in quelle pellicole che privilegiano un punto di vista femminile. È il caso di Via Montenapoleone (1986) dove l’osservazione del mondo dell’alta borghesia milanese è condotta in particolare attraverso lo sguardo dei personaggi interpretati da Renée Simonsen, Carol Alt, Marisa Berenson, Corinne Clery e da Valentina Cortese, che vanno a comporre il perfetto mosaico di un’umanità fatta di lusso e apparenza.

Rocío Muñoz Morales, Giulia Bevilacqua e Serena Autieri in una scena di "Tre Sorelle"

E, ancora, in Quello che le ragazze non dicono (1994), dove in un’atmosfera quasi da neorealismo rosa si dipana il racconto garbato di quattro giovani amiche tra sogni, amori, delusioni e carriera. Lo stesso vale per Il pranzo della domenica (2003), dove lo stratificato racconto di una famiglia borghese romana, è tessuto sulle figure di una madre (Giovanna Ralli) e delle sue tre figlie (Elena Sofia Ricci, Barbara De Rossi, Galatea Ranzi). Tre sorelle, dunque, si inserisce proprio sulla strada tracciata da questi titoli. Quella di affreschi corali dove disavventure, sentimenti, rivalità e solidarietà femminili, amori e delusioni lasciano emergere figure di donne vulnerabili ma coraggiose, inquiete ma determinate. Mogli, amanti, madri, sorelle nelle quali si riflettono le contraddizioni dei tempi, gli usi e costumi della società. Sono donne ambiziose, divise tra famiglia e carriera, tra delusioni e nuovi amori, a volte caratterizzate da un’irrefrenabile voglia di vivere, altre volte mosse da un vuoto edonismo, altre ancora segnate da tenere debolezze.