Romina Falconi: “Le ombre ci abitano, io le porto in mezzo alla gente”

Nel disco ‘Rottincuore’ la cantautrice si mette nei panni dei peccatori della sua galleria: “Mi fa paura il bisogno di non mostrare mai la fragilità”

di GIOVANNI BALLERINI
20 maggio 2025
Romina Falconi

Romina Falconi

“Volevo ricreare una galleria di ombre, una galleria di risse interiori per valorizzare e far parlare l'ombra perché comunque è qualcosa che abita ognuno di noi anche in un'epoca che sta diventando istrionica perché siamo in una società che ci porta attraverso i social a mostrare un lato di noi che è sempre un po' più finto e celebra il voler stare dalla parte giusta, il voler sembrare educativi, il mostrare sempre l'aspetto positivo, anche se poi tutta quella positività dopo un po' diventa tossica. A me invece fa un po' paura il bisogno di non mostrare mai la fragilità fino in fondo”. Si chiama ‘Rottincuore’ ed è composto da un centro d’ascolto in cui incontrare la gente, i quattro volumi del libro - magazine ‘Rottocalco’, ma soprattutto un nuovo concept album pubblicato il 16 maggio e un discofilm che mescola teatro, musica e poesia in una seduta di gruppo intensa, cruda e poetica. ‘Rottincuore’ è il progetto multidisciplinare di Romina Falconi, che unisce la musica, la scrittura, l’illustrazione, l’antropologia e la psicologia per esplorare la complessità della mente umana. Da sempre, la cantautrice indipendente nata a Roma nel 1985 nel quartiere Torpignattara lancia messaggi contro ogni forma di discriminazione, dando voce a personaggi complessi e fuori dagli schemi, come quelli descritti in questa serie di creazioni che riflettono la sua narrazione autentica e senza filtri. Ma. questa volta Romina Falconi ha allestito un ampio spettro di creazioni che hanno l’ambizione di arricchire ‘Rottincuore’ e far conoscere il progetto a sempre più persone. “Cinque anni fa, quando ho cominciato questo percorso, tutti, anche i miei più assidui collaboratori, mi guardavano un po' strano asserendo che comunque il mondo del pop si deve essere rassicuranti – spiega Romina Falconi -. Secondo me essere rassicuranti non significa per forza dire che va tutto bene, si può anche mostrare una magagna e dire che questa cosa mi abita, fa parte di me”.

Ed è quello che lei sottolinea nel progetto ‘Rottincuore’?

“Sì, perché le lezioni più importanti della vita sono quelle che non avremmo mai voluto ricevere, perché sono arrivate magari come degli schiaffoni dalla vita. Volevo esaltare questi difetti, queste ombre e renderle a mio modo deliziose”.

Continua a farlo attraverso una produzione indipendente?

“Esattamente. Come Immanuel Castro, ho la fortuna di essere socia di una etichetta indipendente, la Freak & Chic. E, come succede in questi casi, ti trovi a lavorare come se andassi in guerra: sempre con l'elmetto in testa. Ma poi, essere indipendente permette una grande libertà espressiva. Nelle mie canzoni sono un po' il paziente tipo dall'analista, non ho mai cercato di mostrarmi al meglio, anzi a volte prediligo il mio lato grottesco, perché di base non sono una che ama sembrare saggia, perché non credo di essere in grado di insegnare niente a nessuno”.

Perché ha creato i centri d’ascolto Rottincuore?

“Spesso mi arrivavano tramite social dal mio zoccolo duro confidenze molto forti, Quando ho deciso di venire incontro a queste confidenze dal vivo è nato il centro d'ascolto Rottincuore, che è cresciuto velocemente. Allora ho chiamato a collaborare con me una delle mie migliori amiche che è la psicologa Monia D’Addio. Insieme abbiamo creato dei centri d’ascolto che utilizzano il format del confessionale per incontri pubblici e privati. E’ andata così bene che poi mi è venuto in mente di fare altre creazioni con lo stesso nome, tra cui un concept album in cui ha trovato spazio una galleria di peccatori. Mi piace tanto la parola peccatori in senso proprio biblico del termine perché il peccatore alla fine dei giorni nostri chi è? E’ uno che sta peccando e sta sbagliando agli occhi del mondo. Io invece con il mio contro-pop ho voluto nel mio nuovo album elogiare l'impenitenza. Poi, visto che ho avuto l'onore di circondarmi di persone più sagge e più intelligenti di me, come i produttori Leonardo Caminati e Niccolò Savinelli, che è anche un regista, abbiamo tirato su questo medio metraggio che abbiamo deciso di chiamare “Rottincuore - Il Discofilm” perché non assomiglia a niente. In questo lavoro le voci degli attori si intrecciano in un monologo collettivo creato da un cerchio di 12 peccatori, ciascuno con una ferita aperta e un segreto da confessare”.

Una nuova scommessa?

“E’ il suo bello, con la musica non ci si annoia mai, ogni volta è una sfida, ogni giorno ti devi guadagnare un po' di rispetto del pubblico. E’ bellissimo osare in un momento storico in cui le persone si sentono dalla parte del giusto solo se si assomigliano fra loro. A me questo fa paura. Da ragazzina ero quella strana che si metteva all'ultimo banco e anche oggi sfuggo agli stereotipi. Come look, con i capelli biondo platino, sembro la Madonna del petrolio, ma quando apro bocca poi sembro la Sora Lella e le mie canzoni sembrano scritte col piede di porco perché in realtà sono molto cruda, poco maneggiabile. Alla fine questa stranezza ho voluto che diventasse la mia bandiera, anche se la mattina a volte mi sveglio e penso che forse ho sbagliato tutto. Insomma mi piacerebbe avere un'autostima alla Liam Gallagher, ma poi sono solo in tutto e per tutto Romina Falconi”.

Che è una cantautrice sensibile al pop e al disagio mentale?

“Mi interessano l'ombra, il mostro con cui ognuno di noi deve fare i conti durante la sua vita. C'è chi si rifugia nella depressione , nella tristezza e si chiude su se stesso, c'è chi ha disturbi ossessivi, ma le ombre sono tantissime e scalpitano. Ne parlo nelle mie canzoni perché anche io una spruzzatina di disturbo ossessivo ce l'ho, l'ho vissuto e lo vivo. Nelle mie canzoni parlo di ombre che sembrano leggere, delle nostre oscenità. Cerco di dare visibilità agli ultimi, che sono più facili da bollare sulla carta e che io volevo rendere maestosi. Questi brani sono insomma un inno all'impenitenza e vogliono sottolineare che a fine vita dobbiamo arrivare in cielo. In ogni caso, in qualsiasi posto arriveremo, magari dopo essersi fatti sbrindellare il cuore, è sicuro che non ci siamo risparmiati. Attraverso le canzoni io spero di dare una carezza a tutti quelli che devono prepararsi una faccia, come diceva Elliot, per incontrare le facce degli altri”.

Il centro d'ascolto è ancora attivo?

"Sì, ma lo porto in giro quando posso perché il centro d'ascolto è nato e morirà gratuito. Quindi a volte capita che mi faccio adottare da dei locali dove facciamo questa cosa per il sociale. Con l'uscita di questo disco mi sono fermata anche con le sedute con la psicologa, ma riprenderanno. Il mio sogno sarebbe avere un appuntamento fisso al mese in uno o più luoghi. Per ora è stata un’attività episodica ed itinerante: siamo andati in tante città sempre a spese nostre a incontrare la gente”.

L'album appena uscito è il primo della serie ‘Rottincuore’?

“Mi piacerebbe perché tanti capitoli sono rimasti fuori e se tutto va bene vorrei continuare ad andare avanti in questo viaggio nella psiche umana. Anche perché siamo in un'epoca in cui il pop è molto impomatato e rassicurante, come gli influencer, che sono sempre dalla parte giusta. Tutti si vogliono risparmiare, tutti vogliono essere vincenti, tutti vogliono essere saggi e io invece voglio continuare a elogiare l'impenitenza, alimentare questa galleria di peccatori, vizi, disturbi e sindromi”.