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Home » Spettacolo » Rose Villain, chi è il nuovo volto dell’hip-hop italiano che a Sanremo 2023 duetterà con Rosa Chemical

Rose Villain, chi è il nuovo volto dell’hip-hop italiano che a Sanremo 2023 duetterà con Rosa Chemical

Nel monologo a "Le Iene", l'artista si confessa: "Quando scrivo le canzoni provo a trasformare la mia inquietudine in qualcosa di bello"

Barbara Berti
2 Febbraio 2023
Rose Villain, nome d’arte di Rosa Luini (Instagram)

Rose Villain, nome d’arte di Rosa Luini (Instagram)

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“Il 2023 è l’anno delle donne, siamo il futuro”. A dirlo è Rose Villain, nome d’arte di Rosa Luini, che si appresta a calcare il prestigioso palco del teatro Ariston di Sanremo 2023 come ospite di Rosa Chemical per la serata delle cover, in programma venerdì10 febbraio. La coppia interpreterà “America” di Gianna Nannini.

Rose Villain è nata a Milano nel 1989. A 18 anni si è trasferita in California, a Los Angeles, dove si è diplomata al conservatorio di musica contemporanea Musicans Institute di Hollywood, arrivando così a Broadway. Nel 2016 ha firmato con l’etichetta “Machete Empire Records” e nel 2020 ha debuttato in Italia con il singolo “Bundy”. Il 20 gennaio scorso ha pubblicato l’album “Radio Gotham”, facendolo precedere di qualche giorno dal singolo “Lamette” in feat con Salmo, artista con cui aveva già collaborato sei anni fa, in “Don Medellin”, occasione che la fece conoscere al grande pubblico.

Rose Villain, nome d’arte di Rosa Luini (Instagram)
Rose Villain, nome d’arte di Rosa Luini (Instagram)

Il nuovo volto dell’hip-hop italiano ha influenze americane e non poteva essere diversamente visto che da anni fa la spola tra Milano e New York. “Secondo me la musica è il mio modo di sfogare la malinconia e l’inquietudine che ho. Sussurro le parole, le stiracchio. Abbiamo un po’ tutti questo dualismo di luci e ombre. Noi facciamo vedere sempre la parte coi lustrini ma c’è tutto il resto dietro” racconta in un’intervista a Radio Deejay.

Rose Villain è nata a Milano nel 1989 (Instagram)
Rose Villain è nata a Milano nel 1989 (Instagram)

E sul concetto di “tutto il resto dietro”, la giovane si confessa a cuore aperto durante il monologo a “Le Iene”, nella puntata del 31 gennaio (la prima senza Teo Mammucari). “Quando scrivo le canzoni provo a trasformare la mia inquietudine in qualcosa di bello” dice Villain, sottolineando l’importanza di accogliere le difficoltà e le paure della nostra vita. Parlando delle sofferenze degli ultimi anni, la cantante aggiunge: “C’è così tanta sofferenza nel mondo, perché dobbiamo far finta che sia tutto ok? Non possiamo dimostrarci fragili come siamo? Siamo investiti ogni giorno da notizie orribili, reduci da anni di isolamento e paura, c’è ingiustizia, divisione, c’è la guerra”. Secondo l’artista milanese “se accettiamo il nostro disagio, si apre un mondo, torneremo a dare valore alle bellezze della vita”.

 

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Un post condiviso da Le Iene (@redazioneiene)

“Radio Gotham” è il primo album in studio dell’artista. E’ stato registrato tra New York e Milano tra il 2021 e il 2022, con la direzione artistica curata dal marito e produttore esecutivo Sixpm, pseudonimo di Andrea Ferrara. E’ concepito come un’ode a New York, “fedele compagna di notti insonni, la città dove sfarzo e degrado regnano sovrani, che ti mastica e ti sputa se non tiri fuori le unghie, che mi ha reso l’artista e la persona che sono oggi. È anche un’ode alla notte, il momento dove tutte le emozioni si amplificano e ti schiacciano: la tristezza, la solitudine, il desiderio, l’amore” ha spiegato in occasione dell’uscita del disco (che contiene anche il più noto brano “Michelle Pfeiffer” con Tony Effe).

La cover dell'album “Radio Gotham” (Instagram)
La cover dell’album “Radio Gotham” (Instagram)

Musicalmente l’album presenta sonorità rap, pop e rock. “In ‘Radio Gotham’ ho esplorato un po’ tutti i generi, alla fine l’hip-hop è il nuovo pop” racconta in ancora a Radio Deejay. E l’hip-hop, a differenza di quanto si possa pensare, non è più un mondo prettamente maschile. Basta ricordare Cardi B a Nicki Minaj, a livello internazionale. “L’industria musicale non è più ‘molto uomo’. Anzi, il commento che mi hanno fatto su questo disco è che parlo da donna libera. Tu non sei abituato alla donna che parla liberamente di sesso, ma questo è il futuro. Questo sarà l’anno in cui la donna sarà protagonista quanto l’uomo” conclude nell’intervista a Radio Deejay.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
“Il 2023 è l'anno delle donne, siamo il futuro”. A dirlo è Rose Villain, nome d’arte di Rosa Luini, che si appresta a calcare il prestigioso palco del teatro Ariston di Sanremo 2023 come ospite di Rosa Chemical per la serata delle cover, in programma venerdì10 febbraio. La coppia interpreterà “America” di Gianna Nannini. Rose Villain è nata a Milano nel 1989. A 18 anni si è trasferita in California, a Los Angeles, dove si è diplomata al conservatorio di musica contemporanea Musicans Institute di Hollywood, arrivando così a Broadway. Nel 2016 ha firmato con l’etichetta “Machete Empire Records” e nel 2020 ha debuttato in Italia con il singolo “Bundy”. Il 20 gennaio scorso ha pubblicato l’album “Radio Gotham”, facendolo precedere di qualche giorno dal singolo “Lamette” in feat con Salmo, artista con cui aveva già collaborato sei anni fa, in “Don Medellin”, occasione che la fece conoscere al grande pubblico.
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“Radio Gotham” è il primo album in studio dell’artista. E’ stato registrato tra New York e Milano tra il 2021 e il 2022, con la direzione artistica curata dal marito e produttore esecutivo Sixpm, pseudonimo di Andrea Ferrara. E’ concepito come un’ode a New York, “fedele compagna di notti insonni, la città dove sfarzo e degrado regnano sovrani, che ti mastica e ti sputa se non tiri fuori le unghie, che mi ha reso l'artista e la persona che sono oggi. È anche un'ode alla notte, il momento dove tutte le emozioni si amplificano e ti schiacciano: la tristezza, la solitudine, il desiderio, l'amore” ha spiegato in occasione dell’uscita del disco (che contiene anche il più noto brano “Michelle Pfeiffer” con Tony Effe).
La cover dell'album “Radio Gotham” (Instagram)
La cover dell'album “Radio Gotham” (Instagram)
Musicalmente l'album presenta sonorità rap, pop e rock. “In ‘Radio Gotham’ ho esplorato un po’ tutti i generi, alla fine l’hip-hop è il nuovo pop” racconta in ancora a Radio Deejay. E l’hip-hop, a differenza di quanto si possa pensare, non è più un mondo prettamente maschile. Basta ricordare Cardi B a Nicki Minaj, a livello internazionale. “L’industria musicale non è più ‘molto uomo’. Anzi, il commento che mi hanno fatto su questo disco è che parlo da donna libera. Tu non sei abituato alla donna che parla liberamente di sesso, ma questo è il futuro. Questo sarà l’anno in cui la donna sarà protagonista quanto l’uomo” conclude nell’intervista a Radio Deejay.
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