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Home » Spettacolo » Sandra Milo, Orietta Berti e Mara Maionchi: quelle brave ragazze alla riscossa

Sandra Milo, Orietta Berti e Mara Maionchi: quelle brave ragazze alla riscossa

L'avventura on the road di Sky vede protagoniste tre leggende dello spettacolo italiano: in netta controtendenza rispetto all'ageismo dilagante in tv, il nuovo travel show fa partire per una vacanze al buio artiste che insieme totalizzano 248 anni

Barbara Berti
23 Maggio 2022
Sandra Milo, Orietta Berti e Mara Maionchi: quelle brave ragazze alla riscossa

Sandra Milo, Orietta Berti e Mara Maionchi: quelle brave ragazze alla riscossa

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Se si parla di un viaggio on the road, subito, nell’immaginario collettivo lo si associa a un gruppo di giovani, magari studenti alle prese con l’Interrail per girare l’Europa in treno. E, invece no. Stavolta l’avventura on the road ha come protagoniste tre signore della tv: un’attrice che ha fatto la storia del cinema e che risponde al nome di Sandra Milo (89anni) una cantante con mezzo secolo di carriera alle spalle, ovvero Orietta Berti (78 anni) e la produttrice discografica più energica di sempre, Mara Maionchi (81 anni). E proprio lei, via social parla di “Perennials alla riscossa”. Alla faccia dell’ageismo dilagante in tv: le tre artiste totalizzano insieme 248 anni.

Sandra Milo (89 anni), Orietta Berti (78 anni) e Mara Maionchi (81 anni): quelle brave ragazze alla riscossa su Sky

Le tre leggende dello spettacolo italiano solo le protagoniste di “Quelle brave ragazze”, il nuovo travel show di Sky (realizzato da Blu Yazmine da un’idea della Maionchi e in onda il giovedì alle 21.15), che le fa partire per una vacanze al buio: solo all’aeroporto di Milano scoprono che la meta è la Spagna. E qui, a bordo di un van per nulla appariscente (fucsia e leopardato) si muovono tra varie località – da Madrid a Siviglia, dal deserto di Tabernas a Granada per poi arrivare a Valencia – in una vacanza spensierata e sui generis.
In ognuna delle tappe (sei puntate in totale) si sottopongono ad alcune prove singolari e devono compiere delle missioni da immortalare rigorosamente con un selfie: dalla spesa nel mercato per una cena speciale all’incontro con un bizzarro supereroe, dalla conoscenza con una confraternita religiosa a un’esibizione di ‘caliente’ flamenco, dalla rievocazione di una scena in piena atmosfera ‘Spaghetti Western’ a un’esperienza olistica. Fino al volo a bordo di una mongolfiera.

La squadra

Al di là delle prove e delle location, il cuore pulsante dello show sono le tre donne.  C’è Sandra, la diva, 89 anni e la freschezza di una bambina che però preferisce “le comodità di un hotel”, al tempo stesso è capace di tenere riflessioni sull’amore e il bisogno di guardare al mondo con positività da vera icona della ‘dolce vita’. Poi c’è Orietta, 78 anni, una vera rivelazione con il suo umorismo affilato e una valanga di aneddoti per una signora che non è solo musica e famiglia, ma anche curiosità infinita e acuta intelligenza. E’ la più pratica del trio, quella che a un gruppo di ragazzi incontrati in un locale di Madrid si presenta così: “Conoscete Fedez? E Achille Lauro?. Io canto con loro, sono miei amici”.

Sandra Milo, Orietta Berti e Mara Maionchi: quelle brave ragazze alla riscossa
Sandra Milo, Orietta Berti e Mara Maionchi: quelle brave ragazze alla riscossa

E della Milo dice: “Conoscete Fellini? Lei ha sempre lavorato con lui, era la sua amante”. Infine, c’è Mara, 81, il solito vulcano inarrestabile, pungente e insofferente alle lungaggini. E’ la più pragmatica del gruppo. “Ho calcolato, in tre facciamo 248 anni” ha detto in una recente intervista, ma poco importa. “Abbiamo fatto questo viaggio per il piacere di stare insieme. E’ stato molto divertente. Noi ci siamo molto divertite. E poi finché c’è vita, c’è speranza” ha aggiunto. E sulla stessa lunghezza d’onda, la Milo sintetizza al meglio l’esperienza: “Non è un viaggio in cerca del tempo perduto, ma alla ricerca di un tempo nuovo”.

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Di Edoardo Martini ✍

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  • Il suo desiderio, più che legittimo, è semplicemente quello di partecipare al Jova Beach party di Viareggio, a settembre, insieme ai suoi amici. Eppure Enrico, classe 1965, padre di due meravigliosi figli adottivi e costretto su una sedia a rotelle dal 1988, non è riuscito a fare quello che tutto il resto della sua comitiva ha fatto con pochi semplici click sul sito di Ticketone: acquistare il suo biglietto. 

“Per noi disabili cose come questa sarebbero troppo semplici. Forse non tutti sanno che la realtà è che, se una persona nelle mie condizioni desidera partecipare a un qualsiasi evento, solitamente gli viene richiesto di individuare per conto proprio gli organizzatori, cercare sul rispettivo sito le indicazioni sulla modalità di richiesta dei biglietti (che variano da organizzatore ad organizzatore) e in fine allegare alla domanda di partecipazione il certificato di invalidità e un documento d’identità. Mai ci è permesso di usare le piattaforme online ad acquisto diretto come Ticketone.

Mi sono sentito ulteriormente discriminato: oltre ai miei limiti fisici mi sono dovuto scontrare con ulteriori ostacoli rappresentati da procedure imposte da persone che non hanno la minima idea di cosa significhi la parola ‘inclusione‘. E quello che più mi ha sorpreso è che questi limiti siano arrivati in abbinamento ad un evento di Jovanotti, che ritengo un paladino dell’inclusione. Mi chiedo se lui sia a conoscenza di tutto questo e cosa ne pensi in tal caso”.

Il racconto di Enrico nell’intervista a cura di Caterina Ceccuti ✍

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  • “Per cantare ho affrontato un lungo percorso di logopedia, ma voglio fare della musica un posto più inclusivo. 

Mi chiamo Francesco, in arte Brazzo, sono sordo e nella vita faccio rap”. In una frase, lo specchio di una vita in salita. La fatica di imparare a cantare senza poter ascoltare nulla se non “le vibrazioni delle casse”, gli anni della logopedia e la voglia di mettere in versi la realtà, le battaglie per il riconoscimento della propria comunità e la denuncia sociale.

Brazzo nasce a Taranto in una famiglia di sordi da tre generazioni e si trasferisce a Milano nel 2008.

“Già da bambino desideravo cantare solo che mi sentivo imbarazzato per il fatto che un sordo potesse cantare. Ho iniziato a parlare a cinque anni, all’inizio non parlavo molto bene e ho affrontato un lungo percorso di logopedia. Poi a trent’anni avevo questo desiderio lasciato nel cassetto e ho deciso di lanciarmi”.

Quando rappa – e rappa bene – lo fa anche attraverso la lingua dei segni. Nel 2020 ha partecipato a Italia
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E della Milo dice: “Conoscete Fellini? Lei ha sempre lavorato con lui, era la sua amante”. Infine, c’è Mara, 81, il solito vulcano inarrestabile, pungente e insofferente alle lungaggini. E’ la più pragmatica del gruppo. “Ho calcolato, in tre facciamo 248 anni” ha detto in una recente intervista, ma poco importa. “Abbiamo fatto questo viaggio per il piacere di stare insieme. E’ stato molto divertente. Noi ci siamo molto divertite. E poi finché c’è vita, c’è speranza” ha aggiunto. E sulla stessa lunghezza d’onda, la Milo sintetizza al meglio l’esperienza: “Non è un viaggio in cerca del tempo perduto, ma alla ricerca di un tempo nuovo”.
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