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Home » Spettacolo » Sanremo e dintorni, c’era una volta la valletta: “Siamo artiste e ora chiamateci co-conduttrici”

Sanremo e dintorni, c’era una volta la valletta: “Siamo artiste e ora chiamateci co-conduttrici”

Così Amadeus ha definito le presenze che si alterneranno sul palco dell'Ariston da martedì 1 a sabato 5 febbraio: Da Sabina Ciuffini ad Antonella Elia, in tv va in onda una progressiva affermazione del concetto delle pari opportunità fra i sessi

Barbara Berti
13 Gennaio 2022
Sul palco del Festival di Sanremo 2022. Prima fila da SX: Amadeus, Ornella Muti, Lorena Cesarin. Seconda fila da SX: Drusilla Foer, Maria Chiara Giannetta, Sabrina Ferilli

Sul palco del Festival di Sanremo 2022. Prima fila da SX: Amadeus, Ornella Muti, Lorena Cesarin. Seconda fila da SX: Drusilla Foer, Maria Chiara Giannetta, Sabrina Ferilli

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C’era una volta la valletta. Ora ci sono le co-conduttrici. Tra le tante parole che un ‘politically correct’ geneticamente degenerato ha mandato al plotone di esecuzione c’è anche valletta. Amadeus, all’annuncio del cast al completo del prossimo festival di Sanremo, ha definito come co-conduttrici Ornella Muti, Sabrina Ferilli, Maria Chiara Giannetta, Lorena Cesarini e Drusilla Foer. Vallette? Assolutamente no.

C’era una volta la valletta. Ora ci sono le co-conduttrici. Tra le tante parole che un ‘politically correct’ geneticamente degenerato ha mandato al plotone di esecuzione c’è anche valletta. Amadeus, all’annuncio del cast al completo del prossimo festival di Sanremo, ha definito come co-conduttrici Ornella Muti, Sabrina Ferilli, Maria Chiara Giannetta, Lorena Cesarini e Drusilla Foer. Vallette? Assolutamente no. Termine evidentemente dispregiativo, che tra l’altro deriva dal maschile ‘valletto’. Dice il dizionario: “Nel Medioevo e nei primi secoli dell’età moderna, paggio, staffiere, giovane cameriere”. Eppure la parola valletta nasce con la tv e contribuisce a costruirne il mito. Come scriveva il grande linguista Bruno Migliorini, è un “felice neologismo basato sul termine quasi arcaico di ‘valletto’, dove l’uso del femminile contribuisce a cancellare quel vago ricordo di ‘servilità’ che ancora poteva serbare”. Ma con il passare del tempo, evidentemente, il neologismo non è più un termine felice bensì una parola quasi offensiva. Eppure le co-conduttrici di Amadeus faranno le stesse cose delle vallette: annunciare il cantante, porgere la busta con il nome del vincitore, sorridere al pubblico e soprattutto ai fotografi. Più o meno le stesse cose che faceva Edy Campagnoli (al fianco di Mike Bongiorno in ‘Lascia o raddoppia?’) che per anni è stata il prototipo di valletta televisiva: aggraziata ed elegante ma assolutamente priva di smanie di protagonismo, dopo l’annuncio iniziale si limitava ad accogliere i concorrenti del gioco e a porgere le cartelle e le buste contenenti le domande, spesso senza parlare per tutta la durata della trasmissione. Poi è arrivata Sabina Ciuffini (a ‘Rischiatutto’, sempre condotto da Mike Bongiorno), “la valletta parlante” che ha rivoluzionato il ruolo. Da lì in poi la valletta diventa una figura che sa ballare, recitare, presentare e fare battute. Si ha così una progressiva affermazione del concetto delle pari opportunità fra i sessi e così si scelgono sinonimi come soubrette o di showgirl. Poi arrivano anche le ‘veline’, ‘letterine’, ‘meteorine’ ma vallette no. Unica eccezione: Carlo Conti nel 2018 riporta in tv il mitico programma ‘La Corrida’ e annuncia Ludovica Caramis come “valletta”. Lei non si offende, anzi dichiara “son valletta e me ne vanto”. Anche Sabrina Ferilli è stata definita valletta quando nel 1996 è andata per la prima volta al Festival. E non sono state elevate proteste diplomatiche. La lista delle vallette, o meglio, co-conduttrici, eccellenti è lunga: da Anna Oxa a Claudia Koll, da Veronica Pivetti a Laetitia Casta, da Valeria Mazza a Manuela Arcuri e, risalendo negli anni, da Ira von Furstenberg a Nicoletta Orsomando. Più una folta platea di comete dalle tracce disperse (Grazia Maria Spina, Paola Penna, Carla Maria Puccini, Luisa Rivelli, Olimpia Carlisi, famosa solo perché fece coppia con Roberto Benigni, Fiorella Mari e tante altre). Eppure lo scomodo scranno di valletta è servito ad alcune che sono riuscite ad alzarsi in piedi e occupare la scena. E’ il caso di Paola Barale, anche lei allevata nel recinto delle vallette (di Mike Bongiorno) e poi assurta a star. O anche Antonella Elia e Susanna Messaggio, Luana Colussi e Filippa Lagerback, capaci di ritagliarsi un coriandolo di popolarità nello show business.
Ornella Muti, Lorena Cesarini, Drusilla Foer, Maria Chiara Giannetta e Sabrina Ferilli sono le cinque co-conduttrici di Sanremo 2022 scelte da Amadeus – nella foto, in alto a sinistra)

Termine evidentemente dispregiativo, che tra l’altro deriva dal maschile ‘valletto’. Dice il dizionario: “Nel Medioevo e nei primi secoli dell’età moderna, paggio, staffiere, giovane cameriere”. Eppure la parola valletta nasce con la tv e contribuisce a costruirne il mito. Come scriveva il grande linguista Bruno Migliorini, è un “felice neologismo basato sul termine quasi arcaico di ‘valletto’, dove l’uso del femminile contribuisce a cancellare quel vago ricordo di ‘servilità’ che ancora poteva serbare”. Ma con il passare del tempo, evidentemente, il neologismo non è più un termine felice bensì una parola quasi offensiva.

Dopo l’annuncio della presenza sul palco dell’Ariston di Drusilla Foer il suo nome è subito schizzato in testa ai trend di Twitter
Dopo l’annuncio della presenza sul palco dell’Ariston di Drusilla Foer il suo nome è subito schizzato in testa ai trend di Twitter

Eppure le co-conduttrici di Amadeus faranno le stesse cose delle vallette: annunciare il cantante, porgere la busta con il nome del vincitore, sorridere al pubblico e soprattutto ai fotografi. Più o meno le stesse cose che faceva Edy Campagnoli (al fianco di Mike Bongiorno in ‘Lascia o raddoppia?’) che per anni è stata il prototipo di valletta televisiva: aggraziata ed elegante ma assolutamente priva di smanie di protagonismo, dopo l’annuncio iniziale si limitava ad accogliere i concorrenti del gioco e a porgere le cartelle e le buste contenenti le domande, spesso senza parlare per tutta la durata della trasmissione.

Poi è arrivata Sabina Ciuffini (a ‘Rischiatutto’, sempre condotto da Mike Bongiorno), “la valletta parlante” che ha rivoluzionato il ruolo.

Sabina Ciuffini nel gennaio 1972 a «Rischiatutto», con Mike Bongiorno e Massimo Inardi
Sabina Ciuffini nel  1972 a “Rischiatutto”, con Mike Bongiorno e Massimo Inardi

Da lì in poi la valletta diventa una figura che sa ballare, recitare, presentare e fare battute. Si ha così una progressiva affermazione del concetto delle pari opportunità fra i sessi e così si scelgono sinonimi come soubrette o di showgirl.

Poi arrivano anche le ‘veline’, ‘letterine’, ‘meteorine’ ma vallette no. Unica eccezione: Carlo Conti nel 2018 riporta in tv il mitico programma ‘La Corrida’ e annuncia Ludovica Caramis come “valletta”. Lei non si offende, anzi dichiara “son valletta e me ne vanto”. Anche Sabrina Ferilli è stata definita valletta quando nel 1996 è andata per la prima volta al Festival.

E non sono state elevate proteste diplomatiche. La lista delle vallette, o meglio, co-conduttrici, eccellenti è lunga: da Anna Oxa a Claudia Koll, da Veronica Pivetti a Laetitia Casta, da Valeria Mazza a Manuela Arcuri e, risalendo negli anni, da Ira von Furstenberg a Nicoletta Orsomando. Più una folta platea di comete dalle tracce disperse (Grazia Maria Spina, Paola Penna, Carla Maria Puccini, Luisa Rivelli, Olimpia Carlisi, famosa solo perché fece coppia con Roberto Benigni, Fiorella Mari e tante altre).

Antonella Elia, 58 anni, ai tempi de “La Corrida” con Corrado (Instagram)

Eppure lo scomodo scranno di valletta è servito ad alcune che sono riuscite ad alzarsi in piedi e occupare la scena. E’ il caso di Paola Barale, anche lei allevata nel recinto delle vallette (di Mike Bongiorno) e poi assurta a star.

O anche Antonella Elia e Susanna Messaggio, Luana Colussi e Filippa Lagerback, capaci di ritagliarsi un coriandolo di popolarità nello show business.

Parterre ‘politically correct’ sul palco dell’Ariston

Un omaggio al movimento LGBT+ con Drusilla Foer, 55 anni, vero nome Gianluca Gori. Un’italo-africana (Lorena Cesarini, 35 anni, volto di Suburra: omaggio al movimento Black Lives Matter). L’attrice interprete di una non vedente (Maria Chiara Giannetta, 29 anni, protagonista di Blanca: omaggio a People with disabilities). Due icone dell’erotismo anni 70, 80 e 90, ma oggi non più donne oggetto, Ornella Muti, 66 anni, e Sabrina Ferilli, 57 anni.

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  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
C’era una volta la valletta. Ora ci sono le co-conduttrici. Tra le tante parole che un ‘politically correct’ geneticamente degenerato ha mandato al plotone di esecuzione c’è anche valletta. Amadeus, all’annuncio del cast al completo del prossimo festival di Sanremo, ha definito come co-conduttrici Ornella Muti, Sabrina Ferilli, Maria Chiara Giannetta, Lorena Cesarini e Drusilla Foer. Vallette? Assolutamente no.
C’era una volta la valletta. Ora ci sono le co-conduttrici. Tra le tante parole che un ‘politically correct’ geneticamente degenerato ha mandato al plotone di esecuzione c’è anche valletta. Amadeus, all’annuncio del cast al completo del prossimo festival di Sanremo, ha definito come co-conduttrici Ornella Muti, Sabrina Ferilli, Maria Chiara Giannetta, Lorena Cesarini e Drusilla Foer. Vallette? Assolutamente no. Termine evidentemente dispregiativo, che tra l’altro deriva dal maschile ‘valletto’. Dice il dizionario: “Nel Medioevo e nei primi secoli dell’età moderna, paggio, staffiere, giovane cameriere”. Eppure la parola valletta nasce con la tv e contribuisce a costruirne il mito. Come scriveva il grande linguista Bruno Migliorini, è un “felice neologismo basato sul termine quasi arcaico di ‘valletto’, dove l’uso del femminile contribuisce a cancellare quel vago ricordo di ‘servilità’ che ancora poteva serbare”. Ma con il passare del tempo, evidentemente, il neologismo non è più un termine felice bensì una parola quasi offensiva. Eppure le co-conduttrici di Amadeus faranno le stesse cose delle vallette: annunciare il cantante, porgere la busta con il nome del vincitore, sorridere al pubblico e soprattutto ai fotografi. Più o meno le stesse cose che faceva Edy Campagnoli (al fianco di Mike Bongiorno in ‘Lascia o raddoppia?’) che per anni è stata il prototipo di valletta televisiva: aggraziata ed elegante ma assolutamente priva di smanie di protagonismo, dopo l’annuncio iniziale si limitava ad accogliere i concorrenti del gioco e a porgere le cartelle e le buste contenenti le domande, spesso senza parlare per tutta la durata della trasmissione. Poi è arrivata Sabina Ciuffini (a ‘Rischiatutto’, sempre condotto da Mike Bongiorno), “la valletta parlante” che ha rivoluzionato il ruolo. Da lì in poi la valletta diventa una figura che sa ballare, recitare, presentare e fare battute. Si ha così una progressiva affermazione del concetto delle pari opportunità fra i sessi e così si scelgono sinonimi come soubrette o di showgirl. Poi arrivano anche le ‘veline’, ‘letterine’, ‘meteorine’ ma vallette no. Unica eccezione: Carlo Conti nel 2018 riporta in tv il mitico programma ‘La Corrida’ e annuncia Ludovica Caramis come “valletta”. Lei non si offende, anzi dichiara “son valletta e me ne vanto”. Anche Sabrina Ferilli è stata definita valletta quando nel 1996 è andata per la prima volta al Festival. E non sono state elevate proteste diplomatiche. La lista delle vallette, o meglio, co-conduttrici, eccellenti è lunga: da Anna Oxa a Claudia Koll, da Veronica Pivetti a Laetitia Casta, da Valeria Mazza a Manuela Arcuri e, risalendo negli anni, da Ira von Furstenberg a Nicoletta Orsomando. Più una folta platea di comete dalle tracce disperse (Grazia Maria Spina, Paola Penna, Carla Maria Puccini, Luisa Rivelli, Olimpia Carlisi, famosa solo perché fece coppia con Roberto Benigni, Fiorella Mari e tante altre). Eppure lo scomodo scranno di valletta è servito ad alcune che sono riuscite ad alzarsi in piedi e occupare la scena. E’ il caso di Paola Barale, anche lei allevata nel recinto delle vallette (di Mike Bongiorno) e poi assurta a star. O anche Antonella Elia e Susanna Messaggio, Luana Colussi e Filippa Lagerback, capaci di ritagliarsi un coriandolo di popolarità nello show business.
Ornella Muti, Lorena Cesarini, Drusilla Foer, Maria Chiara Giannetta e Sabrina Ferilli sono le cinque co-conduttrici di Sanremo 2022 scelte da Amadeus - nella foto, in alto a sinistra)
Termine evidentemente dispregiativo, che tra l’altro deriva dal maschile ‘valletto’. Dice il dizionario: “Nel Medioevo e nei primi secoli dell’età moderna, paggio, staffiere, giovane cameriere”. Eppure la parola valletta nasce con la tv e contribuisce a costruirne il mito. Come scriveva il grande linguista Bruno Migliorini, è un “felice neologismo basato sul termine quasi arcaico di ‘valletto’, dove l’uso del femminile contribuisce a cancellare quel vago ricordo di ‘servilità’ che ancora poteva serbare”. Ma con il passare del tempo, evidentemente, il neologismo non è più un termine felice bensì una parola quasi offensiva.
Dopo l’annuncio della presenza sul palco dell’Ariston di Drusilla Foer il suo nome è subito schizzato in testa ai trend di Twitter
Dopo l’annuncio della presenza sul palco dell’Ariston di Drusilla Foer il suo nome è subito schizzato in testa ai trend di Twitter
Eppure le co-conduttrici di Amadeus faranno le stesse cose delle vallette: annunciare il cantante, porgere la busta con il nome del vincitore, sorridere al pubblico e soprattutto ai fotografi. Più o meno le stesse cose che faceva Edy Campagnoli (al fianco di Mike Bongiorno in ‘Lascia o raddoppia?’) che per anni è stata il prototipo di valletta televisiva: aggraziata ed elegante ma assolutamente priva di smanie di protagonismo, dopo l’annuncio iniziale si limitava ad accogliere i concorrenti del gioco e a porgere le cartelle e le buste contenenti le domande, spesso senza parlare per tutta la durata della trasmissione. Poi è arrivata Sabina Ciuffini (a ‘Rischiatutto’, sempre condotto da Mike Bongiorno), “la valletta parlante” che ha rivoluzionato il ruolo.
Sabina Ciuffini nel gennaio 1972 a «Rischiatutto», con Mike Bongiorno e Massimo Inardi
Sabina Ciuffini nel  1972 a "Rischiatutto", con Mike Bongiorno e Massimo Inardi
Da lì in poi la valletta diventa una figura che sa ballare, recitare, presentare e fare battute. Si ha così una progressiva affermazione del concetto delle pari opportunità fra i sessi e così si scelgono sinonimi come soubrette o di showgirl. Poi arrivano anche le ‘veline’, ‘letterine’, ‘meteorine’ ma vallette no. Unica eccezione: Carlo Conti nel 2018 riporta in tv il mitico programma ‘La Corrida’ e annuncia Ludovica Caramis come “valletta”. Lei non si offende, anzi dichiara “son valletta e me ne vanto”. Anche Sabrina Ferilli è stata definita valletta quando nel 1996 è andata per la prima volta al Festival. E non sono state elevate proteste diplomatiche. La lista delle vallette, o meglio, co-conduttrici, eccellenti è lunga: da Anna Oxa a Claudia Koll, da Veronica Pivetti a Laetitia Casta, da Valeria Mazza a Manuela Arcuri e, risalendo negli anni, da Ira von Furstenberg a Nicoletta Orsomando. Più una folta platea di comete dalle tracce disperse (Grazia Maria Spina, Paola Penna, Carla Maria Puccini, Luisa Rivelli, Olimpia Carlisi, famosa solo perché fece coppia con Roberto Benigni, Fiorella Mari e tante altre).
Antonella Elia, 58 anni, ai tempi de "La Corrida" con Corrado (Instagram)
Eppure lo scomodo scranno di valletta è servito ad alcune che sono riuscite ad alzarsi in piedi e occupare la scena. E’ il caso di Paola Barale, anche lei allevata nel recinto delle vallette (di Mike Bongiorno) e poi assurta a star. O anche Antonella Elia e Susanna Messaggio, Luana Colussi e Filippa Lagerback, capaci di ritagliarsi un coriandolo di popolarità nello show business.

Parterre ‘politically correct’ sul palco dell'Ariston

Un omaggio al movimento LGBT+ con Drusilla Foer, 55 anni, vero nome Gianluca Gori. Un’italo-africana (Lorena Cesarini, 35 anni, volto di Suburra: omaggio al movimento Black Lives Matter). L’attrice interprete di una non vedente (Maria Chiara Giannetta, 29 anni, protagonista di Blanca: omaggio a People with disabilities). Due icone dell’erotismo anni 70, 80 e 90, ma oggi non più donne oggetto, Ornella Muti, 66 anni, e Sabrina Ferilli, 57 anni.
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