Stefania Sandrelli, Isabelle Huppert, Susan Sarandon: sono donne – straordinarie – le protagoniste del Lucca Film festival, che si inaugura domani, sabato 23 settembre, per concludersi l’1 ottobre.
Due star internazionali
Susan Sarandon, 76 anni, vincitrice del premio Oscar per «Dead Man Walking», è anche la protagonista di uno dei film simbolo della ribellione al femminile: “Thelma & Louise”.
Ha una carriera infinita e una lunghissima militanza politica: già nel 1968 interveniva alla Convention nazionale del Partito democratico americano, parlando a favore degli studenti che in quell’anno cruciale si ribellavano contro la società.
Per tutta la vita non ha mai rinunciato all’impegno pacifista ed ecologista; ha sostenuto campagne per i diritti civili degli omosessuali, e contro Donald Trump e la sua politica sull’immigrazione: in particolare, contro la separazione dei bambini dei genitori entrati clandestinamente dalla frontiera col Messico.
Premio alla carriera a Susan Sarandon e Isabelle Huppert
Sarandon, che il 28 settembre riceverà il Premio alla carriera, ha origini italiane, con radici familiari che affondano nella Sicilia e in Toscana, proprio in Lucchesia.
Se il nonno materno, Giuseppe Criscione, era originario di Ragusa, la nonna Anita era originaria di Coreglia Antelminelli, un paese di cinquemila anime in provincia di Lucca, dove il bisnonno, Michele Rigali, faceva il figurinaio. Il pomeriggio del 29 settembre sarà protagonista di una masterclass aperta al pubblico presso la chiesa di San Francesco.
Isabelle Huppert, 70 anni compiuti lo scorso marzo, è la regina del cinema francese, con un’arte del recitare semplicemente sublime. Ha vinto due volte la Palma d’oro come miglior attrice al festival di Cannes, due volte la Coppa Volpi come migliore attrice alla Mostra del cinema di Venezia, e un Leone d’oro alla carriera.
Impossibile ricordare tutti i film di una filmografia sterminata: il festival proietterà il suo film “La verità secondo Maureen K”e le conferirà il Premio alla carriera il 25 settembre.
Ad aprire il festival sarà Stefania Sandrelli
Stefania Sandrelli domani aprirà il festival con una masterclass alle 17:30. Alle 21, sempre al cinema Astra, l’attrice riceverà il Premio alla carriera del festival e l’Outstanding Women in Film Award, e introdurrà la proiezione di uno dei film più belli, fra i molti che ha interpretato: “Io la conoscevo bene” di Antonio Pietrangeli.
Stefania Sandrelli, in una carriera che ha attraversato sessant’anni di storia del cinema italiano, ha raccontato molti personaggi femminili: seducenti, vitali, materni, sempre umani. Sognava di fare la ballerina: poi, ad appena quattordici anni, un fotografo la notò, sulla spiaggia della sua Viareggio.
Le foto, pubblicate su una rivista, furono viste dal regista Pietro Germi. Che la scelse per “Divorzio all’italiana”, con Marcello Mastroianni. Era il 1961: Stefania non aveva ancora quindici anni. E la sua strada prendeva una piega imprevista, l’inizio di una strada – quella del cinema – che non avrebbe più smesso di percorrere.
Ha lavorato con Bertolucci, anzi: con i due fratelli Bertolucci, Giuseppe e Bernardo; con Ettore Scola, con Mario Monicelli, con Paolo Virzì, con Gabriele Muccino. Ogni volta riuscendo a dare vita a personaggi che si amano, perché ci assomigliano. Fra i film più recenti. “Lei mi parla ancora” di Pupi Avati e “Astolfo” di Gianni Di Gregorio.
Su Prime è appena approdato “L’estate più calda”, il film che ha girato in Sicilia, uscito direttamente sulla piattaforma.
“Io la conoscevo bene”
Il premio che la Sandrelli riceverà, domani, potrà essere anche l’occasione per ripensare ad un’attrice che spesso abbiamo visto – sbagliando – come un simbolo, un’icona del costume, un ideogramma degli anni ’60; dimenticandoci di quanto sia brava. Il film che viene proiettato domani, “Io la conoscevo bene” di Antonio Pietrangeli, è la prova delle sue qualità di attrice.
È un film che è tutto cucito addosso a lei, ai suoi sguardi, ai suoi silenzi, alla naturalezza con cui disegna gesti, o si muove ballando, nelle inquadrature del film. Poche attrici, come lei, hanno saputo dare corpo anche ai silenzi.
Tanti piccoli gesti. In una sequenza che la ritrae al balcone della casa in cui vive, la Sandrelli guarda, ci guarda, sposta la testa, guarda fuori di nuovo, poi vede una macchia sulla maniglia della porta-finestra, e si mette a pulirla. Con una naturalezza, una semplicità innata.
Il festival, diretto da Nicola Borrelli, propone anche due concorsi, per lungometraggi e cortometraggi, con anteprime nazionali. E celebra altri ospiti di grande rilievo: da Violante Placido a Kim Rossi Stuart, da Mario Martone a Gabriele Salvatores, che riceverà il Premio alla carriera, e del quale – il 30 settembre – verrà proiettato il film “Nirvana”, in una copia restaurata a cura di CG Entertainment.