Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Spettacolo » Shannen Doherty: “Voglio essere un esempio che avere il cancro non significa non poter lavorare”

Shannen Doherty: “Voglio essere un esempio che avere il cancro non significa non poter lavorare”

La nota attrice di "Beverly Hills, 90210" e "Streghe", racconta la sua lotta contro il cancro e la volontà di andare avanti nella sua carriera di attrice: "Un sacco di persone al mio stadio della malattia vengono come cancellate da Hollywood. Ma la mia vita non è finita"

Marianna Grazi
6 Ottobre 2021
Share on FacebookShare on Twitter

“La malattia è arrivata al quarto stadio con metastasi. Il cancro, in questo caso, può essere trattato ma non curato. Sto incanalando tutta l’energia possibile per darla a me stessa”. Nel 2015 le è stato diagnosticato un tumore al seno e da allora la nota attrice Shannen Doherty ha documentato meticolosamente ogni fase del suo trattamento su Instagram, come una sorta di diario di bordo per tenerla ancorata ai fatti e darle una sorta di controllo (e di coraggio) sulle prove che avrebbe dovuto affrontare. Dalla rasatura dei capelli alle sedute di chemioterapia.

Poi, quattro anni dopo, il tumore è tornato, entrando dalla porta principale e appropriandosi del suo corpo. Ora, come lei stessa ha raccontato in un’intervista per la trasmissione “Good Morning America” nel mese per la prevenzione del cancro, è al quarto livello metastatico, ma questo non le ha impedito di “aver vissuto e continuato a lavorare”. Anzi, criticando aspramente l’idea che la malattia porti “solo a fare una lista dei desideri prima di morire”, ha dichiarato così la sua ferma intenzione di proseguire negli impegni presi: “Avere un cancro a questo stadio non deve fermarmi. Non significa non poter lavorare. Continuo a vivere e a fare quello che amo“.

Pochi giorni fa Doeherty, famosa soprattutto per i suoi ruoli nelle serie “Beverly Hills, 90210” e “Streghe”, a “Variety” ha raccontato quanto si importante far capire al mondo di Hollywood che la malattia non pregiudica la possibilità di proseguire nella carriera di attore o attrice. Convivere con la malattia non è facile, ma è possibile. Soprattutto se spinti dall’amore e dalla passione per la propria professione. Shannen ha compiuto 50 anni lo scorso aprile e quest’anno ha girato un film dopo l’altro ed è attualmente impegnata su tre progetti, tra tv e cinema. “Il miglior esempio che posso continuare a dare ad altre persone malate di cancro e al mondo esterno – dichiara –  è mostrare loro che aspetto ha un malato di cancro. Possiamo lavorare. Quindi per me, sto solo cercando di vivere il meglio che posso, per essere il miglior esempio in questo momento”.

Il 9 e il 10 ottobre prossimi, su Lifetime, andranno in onda “Dying to Belong”, remake di un film per la tv del 1997 con Hilary Swank sui pericoli del nonnismo della sorellanza, e “List of a Lifetime”, film che (profeticamente) parla di una donna a cui è stato diagnosticato un cancro al seno e che decide di mettersi in contatto con la figlia adulta, data in adozione, per avvertirla che potrebbe avere il gene BRCA. Il terzo progetto, invece, uscirà nelle sale il prossimo anno: si tratta di un film d’azione intitolato “The Fortress”.

Durante l’intervista l’attrice ha anche aggiunto: “Un sacco di persone al mio stadio della malattia vengono come cancellate (da Hollywood, ndr). Si presume che non possano più lavorare a pieno regime, e questo non è vero”, ha aggiunto, sottolineando come il suo lavoro le sia apparso ancora “più appagante” dopo la diagnosi.

“Sono una nerd totale quando si tratta di fotocamere, obiettivi e illuminazione. Quando sono alla regia, sono così felice. Cosa cambia adesso questa mia condizione? Penso di avere una saggezza, una vulnerabilità, e una comprensione della vita più profonda di quanto abbia mai avuto”.

Tanto che tutti questi impegni, per Doherty non sono abbastanza. Sta infatti pensando di dirigere un adattamento da un libro ed è, naturalmente, intenzionata a proseguire la sua carriera di attrice. Perché, conclude, “Nessuno di noi ha tutte le risposte. Considerando ciò che sta accadendo nel nostro mondo, non abbiamo tutti bisogno di provare compassione gli uni per gli altri? Sono così grata per ogni singolo giorno che ho. Mi sveglio sentendomi grata di essere qui“.

Potrebbe interessarti anche

"Juditha Triumphans devicta Holofernis barbarie" al Teatro Verdi di Pisa
Spettacolo

Le putte di Vivaldi sul palco a Pisa: “Così riscattiamo le voci angeliche delle orfane”

17 Marzo 2023
Nessun angolo della Terra è libero dall’inquinamento atmosferico (Ansa)
Scienze e culture

L’inquinamento atmosferico ricopre (quasi) tutta la Terra

23 Marzo 2023
Superstizione, non è vero ma ci credo
Lifestyle

Giornate anti-superstizione, il Cicap: “Essere superstiziosi porta male”

17 Marzo 2023

Instagram

  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
"La malattia è arrivata al quarto stadio con metastasi. Il cancro, in questo caso, può essere trattato ma non curato. Sto incanalando tutta l’energia possibile per darla a me stessa". Nel 2015 le è stato diagnosticato un tumore al seno e da allora la nota attrice Shannen Doherty ha documentato meticolosamente ogni fase del suo trattamento su Instagram, come una sorta di diario di bordo per tenerla ancorata ai fatti e darle una sorta di controllo (e di coraggio) sulle prove che avrebbe dovuto affrontare. Dalla rasatura dei capelli alle sedute di chemioterapia. Poi, quattro anni dopo, il tumore è tornato, entrando dalla porta principale e appropriandosi del suo corpo. Ora, come lei stessa ha raccontato in un'intervista per la trasmissione "Good Morning America" nel mese per la prevenzione del cancro, è al quarto livello metastatico, ma questo non le ha impedito di "aver vissuto e continuato a lavorare". Anzi, criticando aspramente l'idea che la malattia porti "solo a fare una lista dei desideri prima di morire", ha dichiarato così la sua ferma intenzione di proseguire negli impegni presi: "Avere un cancro a questo stadio non deve fermarmi. Non significa non poter lavorare. Continuo a vivere e a fare quello che amo". Pochi giorni fa Doeherty, famosa soprattutto per i suoi ruoli nelle serie "Beverly Hills, 90210" e "Streghe", a "Variety" ha raccontato quanto si importante far capire al mondo di Hollywood che la malattia non pregiudica la possibilità di proseguire nella carriera di attore o attrice. Convivere con la malattia non è facile, ma è possibile. Soprattutto se spinti dall'amore e dalla passione per la propria professione. Shannen ha compiuto 50 anni lo scorso aprile e quest'anno ha girato un film dopo l'altro ed è attualmente impegnata su tre progetti, tra tv e cinema. "Il miglior esempio che posso continuare a dare ad altre persone malate di cancro e al mondo esterno - dichiara -  è mostrare loro che aspetto ha un malato di cancro. Possiamo lavorare. Quindi per me, sto solo cercando di vivere il meglio che posso, per essere il miglior esempio in questo momento". Il 9 e il 10 ottobre prossimi, su Lifetime, andranno in onda "Dying to Belong", remake di un film per la tv del 1997 con Hilary Swank sui pericoli del nonnismo della sorellanza, e "List of a Lifetime", film che (profeticamente) parla di una donna a cui è stato diagnosticato un cancro al seno e che decide di mettersi in contatto con la figlia adulta, data in adozione, per avvertirla che potrebbe avere il gene BRCA. Il terzo progetto, invece, uscirà nelle sale il prossimo anno: si tratta di un film d’azione intitolato "The Fortress". Durante l'intervista l'attrice ha anche aggiunto: "Un sacco di persone al mio stadio della malattia vengono come cancellate (da Hollywood, ndr). Si presume che non possano più lavorare a pieno regime, e questo non è vero", ha aggiunto, sottolineando come il suo lavoro le sia apparso ancora "più appagante" dopo la diagnosi. "Sono una nerd totale quando si tratta di fotocamere, obiettivi e illuminazione. Quando sono alla regia, sono così felice. Cosa cambia adesso questa mia condizione? Penso di avere una saggezza, una vulnerabilità, e una comprensione della vita più profonda di quanto abbia mai avuto". Tanto che tutti questi impegni, per Doherty non sono abbastanza. Sta infatti pensando di dirigere un adattamento da un libro ed è, naturalmente, intenzionata a proseguire la sua carriera di attrice. Perché, conclude, "Nessuno di noi ha tutte le risposte. Considerando ciò che sta accadendo nel nostro mondo, non abbiamo tutti bisogno di provare compassione gli uni per gli altri? Sono così grata per ogni singolo giorno che ho. Mi sveglio sentendomi grata di essere qui".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto