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Home » Spettacolo » Sketch sui cinesi a Striscia. Bufera social: “Hunziker e Scotti sono razzisti”. E lei si scusa

Sketch sui cinesi a Striscia. Bufera social: “Hunziker e Scotti sono razzisti”. E lei si scusa

Sotto accusa una scena con protagonista la conduttrice, moglie di Tomaso Trussardi. Lei e l’azienda si scusano con dei post: "Siamo sempre stati contro qualsiasi forma di discriminazione"

Marianna Grazi
15 Aprile 2021
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Lanciando un servizio sulla sede Rai di Pechino, Gerry Scotti e Hunziker hanno scimmiottato il modo di parlare dei cinesi, tirando il lato degli occhi per richiamare il tipico taglio a mandorla (lo scatto è stato rilanciato dall’account Instagram Diet Prada)

Michelle Hunziker e Gerry Scotti nel mirino di Diet Prada: il noto account Instagram da 2,7 milioni di follower accusa il presentatore e la showgirl italo-svizzera di razzismo. Il motivo? Uno sketch presentato nell’ambito di una puntata di Striscia la Notizia, il programma satirico in onda su Canale 5.

 

Cosa è successo

Lanciando un servizio sulla sede Rai di Pechino, insieme al co-conduttore Gerry Scotti, Hunziker ha imitato il modo di parlare dei cinesi – la classica ‘l’ al posto della ‘r’ – tirando il lato degli occhi per richiamare il tipico taglio a mandorla. Un atteggiamento che non è andato giù all’account di moda e costume: “Gerry Scotti, ex membro del Parlamento italiano, e Michelle Hunziker, attrice e modella, hanno iniziato deridendo la pronuncia cinese della lettera R, chiamando la rete ‘Lai’ invece di ‘Rai’. I conduttori hanno quindi continuato alzando gli angoli degli occhi alla maniera dei comuni gesti razzisti intesi a caricaturizzare i lineamenti asiatici“, accusa Diet Prada. L’account sottolinea anche l’interesse dei due conduttori per cause importanti, ricordando che Hunziker è sposata con Tomaso Trussardi, amministratore delegato dell’importante maison di moda.

L’episodio richiama il caso di Dolce&Gabbana del 2018: l’azienda fu accusata di aver diffuso una campagna pubblicitaria con atteggiamenti giudicati razzisti nei confronti della comunità asiatica. Diet Prada, fondata e alimentata negli Stati Uniti dal lavoro di due ex stilisti, ha criticato fortemente l’accaduto, citando l’Italia come il Paese europeo con la più numerosa comunità cinese, composta da 310mila persone.

 

Le scuse di Michelle Hunziker e Trussardi

Michelle Hunziker ha pubblicato un video messaggio di scuse sul suo profilo Instagram: ”Non era assolutamente mia intenzione ferire la sensibilità della cultura cinese, io amo tutte le culture e sono contro ogni tipo di razzismo, ogni tipo di violenza e ogni tipo di discriminazione – dice la showgirl – Ma mi rendo conto che posso aver veramente urtato la sensibilità di qualcuno e per questo chiedo umilmente scusa“. Sotto il video, nel testo del post, ha aggiunto: “Nella mia carriera vi ho sempre ascoltato con attenzione e ho imparato dai vostri feedback giorno dopo giorno. Sono profondamente dispiaciuta per ciò che è accaduto ieri sera e per tutte le persone che ho offeso. Non era mia intenzione farlo. Ribadisco che sono sempre stata contro qualsiasi forma di discriminazione. Grazie”.

Poco dopo, anche sull’account Instagram di Trussardi è apparso un altro post di scuse, a firma del Ceo Sebastian Suhl: “Trussardi nasce come un brand di lifestyle inclusivo. Come azienda condanniamo il razzismo e la discriminazione in ogni sua forma – si legge – “Qualsiasi associazione di Trussardi a episodi di razzismo è priva di fondamento. L’inclusività è un valore in cui crediamo ed è ciò che sta trainando il corso di Trussardi sotto la nuova guida. Siamo vicini alla comunità italo-asiatica e a tutte le comunità asiatiche del mondo”.

 

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Lanciando un servizio sulla sede Rai di Pechino, Gerry Scotti e Hunziker hanno scimmiottato il modo di parlare dei cinesi, tirando il lato degli occhi per richiamare il tipico taglio a mandorla (lo scatto è stato rilanciato dall'account Instagram Diet Prada)

Michelle Hunziker e Gerry Scotti nel mirino di Diet Prada: il noto account Instagram da 2,7 milioni di follower accusa il presentatore e la showgirl italo-svizzera di razzismo. Il motivo? Uno sketch presentato nell’ambito di una puntata di Striscia la Notizia, il programma satirico in onda su Canale 5.

 

Cosa è successo

Lanciando un servizio sulla sede Rai di Pechino, insieme al co-conduttore Gerry Scotti, Hunziker ha imitato il modo di parlare dei cinesi - la classica 'l' al posto della 'r' - tirando il lato degli occhi per richiamare il tipico taglio a mandorla. Un atteggiamento che non è andato giù all'account di moda e costume: "Gerry Scotti, ex membro del Parlamento italiano, e Michelle Hunziker, attrice e modella, hanno iniziato deridendo la pronuncia cinese della lettera R, chiamando la rete 'Lai' invece di 'Rai'. I conduttori hanno quindi continuato alzando gli angoli degli occhi alla maniera dei comuni gesti razzisti intesi a caricaturizzare i lineamenti asiatici", accusa Diet Prada. L'account sottolinea anche l'interesse dei due conduttori per cause importanti, ricordando che Hunziker è sposata con Tomaso Trussardi, amministratore delegato dell'importante maison di moda.

L'episodio richiama il caso di Dolce&Gabbana del 2018: l’azienda fu accusata di aver diffuso una campagna pubblicitaria con atteggiamenti giudicati razzisti nei confronti della comunità asiatica. Diet Prada, fondata e alimentata negli Stati Uniti dal lavoro di due ex stilisti, ha criticato fortemente l’accaduto, citando l’Italia come il Paese europeo con la più numerosa comunità cinese, composta da 310mila persone.

 

Le scuse di Michelle Hunziker e Trussardi

Michelle Hunziker ha pubblicato un video messaggio di scuse sul suo profilo Instagram: ''Non era assolutamente mia intenzione ferire la sensibilità della cultura cinese, io amo tutte le culture e sono contro ogni tipo di razzismo, ogni tipo di violenza e ogni tipo di discriminazione - dice la showgirl - Ma mi rendo conto che posso aver veramente urtato la sensibilità di qualcuno e per questo chiedo umilmente scusa". Sotto il video, nel testo del post, ha aggiunto: "Nella mia carriera vi ho sempre ascoltato con attenzione e ho imparato dai vostri feedback giorno dopo giorno. Sono profondamente dispiaciuta per ciò che è accaduto ieri sera e per tutte le persone che ho offeso. Non era mia intenzione farlo. Ribadisco che sono sempre stata contro qualsiasi forma di discriminazione. Grazie".

Poco dopo, anche sull’account Instagram di Trussardi è apparso un altro post di scuse, a firma del Ceo Sebastian Suhl: "Trussardi nasce come un brand di lifestyle inclusivo. Come azienda condanniamo il razzismo e la discriminazione in ogni sua forma - si legge - "Qualsiasi associazione di Trussardi a episodi di razzismo è priva di fondamento. L'inclusività è un valore in cui crediamo ed è ciò che sta trainando il corso di Trussardi sotto la nuova guida. Siamo vicini alla comunità italo-asiatica e a tutte le comunità asiatiche del mondo".

 
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