Socrates, l’ultimo filosofo del calcio: la parabola del brasiliano che sfidava la dittatura e sognava Gramsci

Medico, intellettuale, rivoluzionario: sfidò la giunta militare del Brasile inventando la “democrazia corinthiana”. Walter Sallas ne racconta la vita in un documentario, dall’epopea ai Mondiali ‘82 fino alla fine

di GIOVANNI BOGANI
1 giugno 2025
Socrates – o meglio, Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira – è stato il Che Guevara del calcio

Socrates – o meglio, Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira – è stato il Che Guevara del calcio

Socrates è l’unico uomo del calcio brasiliano ad aver capito che lo sport poteva fondersi con la politica”. Lo dice Walter Salles, il regista brasiliano dei “Diari della motocicletta” su Che Guevara e di “Sono ancora qui”, premiato quest’anno con l’Oscar per il miglior film internazionale.

E in effetti, un calciatore con un nome da filosofo non poteva essere uno come gli altri. Su di lui, Walter Salles ha girato un documentario di cinque ore, adesso in uscita nel 2026. Un documentario su una leggenda del calcio. Perché ci interessa? Perché Socrates – corpo magro, elegante, corsa da gazzella, tiro secco e preciso – non è stato solo quello. Ma anche uno dei calciatori che non hanno sacrificato al dio pallone l’impegno culturale, la curiosità intellettuale, il coraggio politico.

Socrates – o meglio, Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira – è stato il Che Guevara del calcio. Era nato nel 1954, a Belém, nello stato di Pará, nell’immenso Nordeste brasiliano. Il padre lo aveva chiamato così proprio in onore del filosofo: nei giorni in cui il bimbo nasceva, stava leggendo la “Repubblica” di Platone. Non stupisce che il figlio si laureasse, nel 1977 in Medicina. Ma stupisce che, contemporaneamente, fosse capocannoniere del campionato brasiliano, con 26 reti!

SOCRATES_13316829_184254
Il cambione brasiliano

L’anno dopo, il 1978, inizia a giocare nel Corinthians, una delle squadre più importanti del Brasile. E lì, mentre la società tutta viveva gli anni più pesanti della dittatura militare, lui sfidò la dittatura. E lo fece attraverso lo sport più popolare, più visibile, più mediatizzato: il calcio.

La Corinthians e la democrazia

Fu lui il leader della “democrazia corinthiana”. Che cos’era? Era una forma di autogoverno che i calciatori del Corinthians scelsero e applicarono. Spinti da quel “dottore” rivoluzionario e coraggioso, insieme ad altri due calciatori, il laterale Wladimir e il centravanti Casagrande. Una forma di democrazia, dove i giocatori prendevano, tutti insieme, le decisioni che li riguardavano. Sarebbe una follia anche oggi nel calcio, lo sport più gerarchico, dove i confini dei ruoli sono più netti, dove la parola del “mister”, l’allenatore, non si discute.

Fu una sfida al potere, al potere militare brasiliano, alla dittatura: la stessa che è al centro del film di Walter Salles “Sono ancora qui”, che racconta gli effetti devastanti della dittatura su una famiglia di intellettuali brasiliani. Una sfida che durò per due anni, e che rese anche dei frutti sportivi: due scudetti per il Corinthians. Mentre, sempre su iniziativa di Socrates, i calciatori nel 1982 indossarono maglie con scritto, dietro, “Votate il giorno 15”, per motivare i tifosi a votare nelle prime elezioni multipartitiche brasiliane dal golpe militare del 1964.

Socrates con la maglia della Fiorentina (Instagram)
Socrates con la maglia della Fiorentina

La stagione italiana

In quel 1982, Socrates era anche il capitano della Nazionale brasiliana, la più forte del mondo. Con la maglia verdeoro, con la quale segnò 25 goal, prese parte anche a una delle partite del secolo. Quella contro l’Italia ai Mondiali del 1982. Quella in cui segnò un goal bellissimo, di tacco, a Zoff. Quella in cui però il Brasile presuntuoso e bellissimo perse contro l’Italia tignosa di Paolo Rossi e di Antognoni. E proprio di Antognoni divenne il compagno: i dirigenti della Fiorentina gli offrirono di venire a Firenze.

Approfondisci:

Pallone d'Oro 2023, Vinicius vince il 'Socrates Award': "Basta razzismo"

Pallone d'Oro 2023, Vinicius vince il 'Socrates Award': "Basta razzismo"

Lui venne, affascinato dal “paese di Antonio Gramsci” e dalla città del Rinascimento. Nella Fiorentina giocò 25 partite, nel campionato 1984-1985, segnando 6 gol. Ma l’esperienza in Italia non fu felice: il “dottore” aveva iniziato a bere, i risultati sportivi erano buoni ma non buonissimi, dopo un anno ritornò in Brasile. Fece un’ultima apparizione in una oscura squadretta inglese, il Gaforth Town, presentandosi in campo con “due bottiglie di Budweiser e tre sigarette”. La storia non dice se segnò anche dei gol. Morì nel 2011, a soli 57 anni. Di domenica, nel giorno in cui il “suo” Corinthians vinceva il titolo di campione del Brasile.

L’eredità di Socrates

Ribelle, “di sinistra”, anticapitalista, antiborghese, libertario, democratico, carismatico. Quella di Socrates è una personalità enorme. Il regista Walter Salles conosce da anni il fratello di Socrates, Raì, anch’egli calciatore di fama. “Un giorno, mi disse che avrebbe voluto fare un documentario su suo fratello, e mi chiese se gli potevo raccomandare un regista di documentari. Gli dissi che sarei stato felice di farlo io stesso”, rivela Walter Salles in una intervista a Business Doc Europe.

“Socrates era uno che aveva il coraggio delle sue opinioni, e che le esprimeva anche quando gli dicevano di non farlo”, dice Salles. “Era uno che non ha mai smesso di pensare al mondo intorno a sé”. Spiega Salles: “Si tratta di una serie televisiva di 5 ore, ma probabilmente ne trarremo anche un film. Socrates lo merita”.

Nel film di Salles, ci sono anche interviste a campioni brasiliani dell’epoca, come Zico, poi diventato idolo anche degli stadi italiani, con la sua lunga militanza nell’Udinese. Per Salles, un altro viaggio nel tempo, dopo quello nel Brasile del 1970 che racconta, con lucidità e “golosità” di dettagli, in “Sono ancora qui”. “I miei film sono spesso dei road movies, in cui i personaggi entrano in contatto con un’umanità diversa, a loro sconosciuta, come accade nei ‘Diari della motocicletta’ o in ‘Central do Brasil’. Questo film su Socrates è un’altra forma di odissea, un’odissea nelle diverse vite di Socrates”.

Il documentario è prodotto dallo stesso Salles con Bárbara Teixeira di Anonymous Content, e sarà distribuito in Brasile da Rede Globo. Dice Teixeira: “È una storia molto umana, molto più della biografia di un atleta”.