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Home » Spettacolo » Donna e diva: Sophia Loren si racconta in un docufilm in occasione del suo compleanno

Donna e diva: Sophia Loren si racconta in un docufilm in occasione del suo compleanno

Martedì 20 settembre una serata speciale su Raiuno dedicata al documentario "Sophia!" in cui l’attrice ripercorre la sua carriera

Giovanni Bogani
20 Settembre 2022
Sophia Loren compleanno docu-film

"Sophia!"

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Claudia Gerini, Margareth Madè, Ludovica Nasti, Valeria Solarino, Lina Sastri, Matilde Gioli. Tante donne per raccontare una donna, un’attrice, un’icona del cinema di tutti i tempi: Sophia Loren. È questa la chiave scelta da Marco Spagnoli per celebrare gli 88 anni che il 20 settembre compie Sophia Loren. Lo fa con un documentario che va in onda oggi, in prima serata, su Raiuno, “Sophia!”. Con il punto esclamativo. Com’è giusto, per una donna che ha messo il punto esclamativo su tutta la storia del cinema italiano.

“Sophia!” andrà in onda il 20 settembre in occasione del compleanno della Loren

Nel film, prodotto da LaPresse con Rai Documentari e Luce/Cinecittà, sei attrici di età diverse, di formazioni diverse, raccontano Sophia. “È una donna che ha fatto un cammino straordinario di conoscenza, umilmente”, dice di lei Lina Sastri. “La sento come un riferimento, come attrice ma anche come donna” dice Valeria Solarino. “Questo sguardo magnetico che ti cattura: credo che poche attrici abbiano la fortuna di avere quest’energia che ti cattura con lo sguardo” dice Margareth Madè. “Sophia rappresenta il sogno: non solo quello di diventare attrice, ma la più grande attrice” commenta Matilde Gioli.

Valeria Solarino
Valeria Solarino

Due Oscar, di cui uno alla carriera, il più grande riconoscimento possibile per un’attrice. La stella sulla Walk of Fame di Hollywood. Non c’è attrice italiana che abbia raggiunto la sua popolarità. Eppure, Sophia si racconta sempre con modestia. Timore e audacia, modestia e coraggio: i due estremi fra i quali è corsa tutta la sua vita. La paura di sfide sempre più grandi, ma anche il coraggio di affrontarle. Per uscire da Pozzuoli, dall’anonimato, per essere qualcuno. “L’epoca che ha vissuto Sophia è un’epoca nella quale non si poteva essere bambini: la guerra, la sofferenza, la povertà ti segnano” aggiunge la Sastri. Le fa eco la Solarino: “C’è sempre un dramma, al fondo del suo sguardo. Come se ci fosse sempre, dentro, lei bambina, che veniva portata la domenica dalla zia a vedere il cinema…”.

Il cinema che è un sogno, per Sophia. Che nelle strade di Pozzuoli si ritrova a imitare Charlot, con i piedi divaricati e il bastoncino in mano, sorpresa dalla nonna, che per farle passare quei grilli per la testa le dà due sonori schiaffoni… Quegli schiaffoni – per fortuna – non bastarono. E milioni di spettatori, in tutto il mondo, hanno imparato ad amare Sophia Loren. Una ragazza capace di andarsene da quella Pozzuoli dove diventare qualcuno sembrava impossibile. E mentre sullo schermo passano immagini rare, filmati inediti, interviste concesse dalla Loren durante l’arco di una vita intera, su tutto emerge un’altra donna, la vera forza di Sophia: la madre Romilda. Romilda, anche lei – da ragazza – bellissima, aveva rinunciato al sogno del cinema troppo presto, dopo aver vinto un concorso come sosia di Greta Garbo. Era stata chiamata a Hollywood, per fare alcuni provini con la Metro Goldwyn Meyer. Ma i genitori non avevano voluto. “E lei volle prendersi una rivincita col destino, attraverso sua figlia” aggiunge la Madè. Sarà Romilda che porterà Sophia a Cinecittà, a fare i provini. Sarà sempre al suo fianco, a darle forza, per farle vivere quell’esperienza magica che lei non aveva potuto vivere. Romilda e Sophia, due donne forti, sole, coraggiose. “E lei è stata grata a sua madre tutta la vita: perché ha riconosciuto che senza sua madre, non sarebbe mai diventata Sophia Loren” commenta la Sastri.

La locandina del film "La Ciociara" del 1960: per la sua interpretazione Sophia Loren vinse l'Oscar come migliore attrice protagonista
La locandina del film “La Ciociara” del 1960: per la sua interpretazione Sophia Loren vinse l’Oscar come migliore attrice protagonista

“E’ stata accanto a me come una leonessa” racconta la stessa Sophia Loren. E aggiunge: “Anche quando andava in giro per le strade a chiedere l’elemosina, per dare qualcosa da mangiare a noi figlie”. Un percorso incredibile. Dalle bombe, dalla miseria, dalla disperazione al successo. La determinazione degli inizi, la sua voglia di uscire dall’anonimato, i concorsi di bellezza: i primi fotoromanzi, interpretati con il nome di Sofia Lazzaro. E poi film con Marcello Mastroianni, il volo a Hollywood, il film con il suo mito, la leggenda: Charlie Chaplin. E, in Italia, Vittorio De Sica che la porta all’Oscar con “La ciociara”, De Sica che è un amico, un padre, una guida. L’amore con Carlo Ponti, il flirt con Cary Grant. “Sophia!” traccia la storia di un braccio di ferro con il destino. Da una parte, una ragazza con degli occhi bellissimi, un grande cuore, tanta voglia di imparare. Dall’altra, le condizioni più difficili nelle quali puoi trovarti a crescere: con la miseria sempre dietro l’angolo, e un padre che non c’è, un padre assente. La solitudine. L’ambizione. “Adesso posso dirlo” confessa in un’intervista: “Abbiamo combattuto e, credo, abbiamo vinto”. Sì. Hai vinto, Sophia.

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
Claudia Gerini, Margareth Madè, Ludovica Nasti, Valeria Solarino, Lina Sastri, Matilde Gioli. Tante donne per raccontare una donna, un’attrice, un’icona del cinema di tutti i tempi: Sophia Loren. È questa la chiave scelta da Marco Spagnoli per celebrare gli 88 anni che il 20 settembre compie Sophia Loren. Lo fa con un documentario che va in onda oggi, in prima serata, su Raiuno, "Sophia!". Con il punto esclamativo. Com’è giusto, per una donna che ha messo il punto esclamativo su tutta la storia del cinema italiano.
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Valeria Solarino
Valeria Solarino
Due Oscar, di cui uno alla carriera, il più grande riconoscimento possibile per un’attrice. La stella sulla Walk of Fame di Hollywood. Non c’è attrice italiana che abbia raggiunto la sua popolarità. Eppure, Sophia si racconta sempre con modestia. Timore e audacia, modestia e coraggio: i due estremi fra i quali è corsa tutta la sua vita. La paura di sfide sempre più grandi, ma anche il coraggio di affrontarle. Per uscire da Pozzuoli, dall’anonimato, per essere qualcuno. "L’epoca che ha vissuto Sophia è un’epoca nella quale non si poteva essere bambini: la guerra, la sofferenza, la povertà ti segnano" aggiunge la Sastri. Le fa eco la Solarino: "C’è sempre un dramma, al fondo del suo sguardo. Come se ci fosse sempre, dentro, lei bambina, che veniva portata la domenica dalla zia a vedere il cinema…". Il cinema che è un sogno, per Sophia. Che nelle strade di Pozzuoli si ritrova a imitare Charlot, con i piedi divaricati e il bastoncino in mano, sorpresa dalla nonna, che per farle passare quei grilli per la testa le dà due sonori schiaffoni… Quegli schiaffoni – per fortuna – non bastarono. E milioni di spettatori, in tutto il mondo, hanno imparato ad amare Sophia Loren. Una ragazza capace di andarsene da quella Pozzuoli dove diventare qualcuno sembrava impossibile. E mentre sullo schermo passano immagini rare, filmati inediti, interviste concesse dalla Loren durante l’arco di una vita intera, su tutto emerge un’altra donna, la vera forza di Sophia: la madre Romilda. Romilda, anche lei – da ragazza – bellissima, aveva rinunciato al sogno del cinema troppo presto, dopo aver vinto un concorso come sosia di Greta Garbo. Era stata chiamata a Hollywood, per fare alcuni provini con la Metro Goldwyn Meyer. Ma i genitori non avevano voluto. "E lei volle prendersi una rivincita col destino, attraverso sua figlia" aggiunge la Madè. Sarà Romilda che porterà Sophia a Cinecittà, a fare i provini. Sarà sempre al suo fianco, a darle forza, per farle vivere quell’esperienza magica che lei non aveva potuto vivere. Romilda e Sophia, due donne forti, sole, coraggiose. "E lei è stata grata a sua madre tutta la vita: perché ha riconosciuto che senza sua madre, non sarebbe mai diventata Sophia Loren" commenta la Sastri.
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