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Home » Spettacolo » Verissimo, Tiziano Ferro: “Da ragazzo sono stato emarginato perché sensibile e troppo grasso”

Verissimo, Tiziano Ferro: “Da ragazzo sono stato emarginato perché sensibile e troppo grasso”

Bullismo, depressione, alcolismo e paternità: il cantante si racconta senza freni. "E' come se fossi nato per fare il papà"

Barbara Berti
13 Novembre 2022
Tiziano Ferro a "Verissimo" (Instagram)

Tiziano Ferro a "Verissimo" (Instagram)

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Bullismo, depressione, alcolismo e paternità: Tiziano Ferro si racconta senza freni a “Verissimo”, su Canale 5. Nella puntata speciale, dal titolo “Io sono Tiziano” – in onda domenica 13 novembre -, del programma di Silvia Toffanin, l’artista intona pezzi della straordinaria carriera e ripercorre tutta la sua vita, partendo dall’adolescenza quando a scuola è stato vittima dei bulli. “Le prese in giro sono iniziate subito, perché ero sovrappeso, perché ero fuori da ogni giro”, racconta il cantante. E aggiunge: “Io non ricordo un giorno della mia vita in situazioni di gruppo senza prese in giro. Per cui a un certo punto ti abitui e ti senti in difetto, perché troppo sensibile, troppo grasso”. Il cantante era arrivato a pesare 111 chili. Ma negli anni ha imparato a difendersi: “I bulli sono tutti dei vigliacchi. L’attenzione è il territorio in cui riescono a esistere, se togli loro l’attenzione non esistono più”. A salvarlo in quel periodo, ma poi per tutta la vita è stata la musica. “È stata una confidente, il mio unico linguaggio per molto tempo. Quando iniziai a fare il corista, feci un provino e mi comprai una giacca di pelle per coprirmi, era grandissima. Mi vergognavo, ma sapevo che era una occasione imperdibile e sono andato” dice l’artista che da poco ha pubblico il nuovo album dal titolo “Il mondo è nostro”.

Tiziano Ferro a "Verissimo" (Instagram)
Tiziano Ferro a “Verissimo” (Instagram)

Ferro parla anche della depressione di cui ha iniziato a soffrire intorno ai 30 anni. “A 26/27 anni tutti mi chiedevano con chi stessi e questa domanda mi angosciava. Non riuscivo ad accettarmi, faticavo a guardarmi allo specchio. Mi sentivo difettato” racconta il cantante che in quel periodo è caduto nel tunnel dell’alcolismo. “Nel 2008 non riuscivo nemmeno a parlare con altre persone senza immaginare che nella loro testa mi puntassero il dito perché ero gay. Ho iniziato da lì ad andare in terapia” aggiunge l’artista. Sulla depressione, inoltre, sottolinea: “Per me era una cosa che non poteva succedermi, che capitava solo agli altri”. Ferro è arrivato a pensare di mettere fine alla sua vita: “È uno dei sintomi della depressione. In quel periodo, in un certo senso, mi ha salvato l’alcol. Mi ha aiutato a sopravvivere in quel periodo”. Oggi il cantante sta bene: “Non credo che la depressione abbia una soluzione definitiva, però continuo ad andare in terapia”.

Tiziano Ferro a "Verissimo" (Instagram)
Tiziano Ferro a “Verissimo” (Instagram)

Dai momenti difficili a quelli belli, come l’amore per i figli, Margherita e Andres, e per la sua dolce metà, Victor Allen, con cui è sposato dal 2019. “Io ho sempre sentito il senso paterno. La prima volta che ho tenuto in braccio Margherita, non ho avuto alcun indugio, è come se sapessi già cosa dovevo fare” dice il cantante. E aggiunge: “È come se fossi nato per fare il papà. Mi sto godendo questo periodo. Cambio pannolini. Io e Victor ci prendiamo cura personalmente di loro. Non abbiamo una baby sitter fissa. Ho rimandato il tour anche per questo, volevo stare a casa nel mio primo anno da papà”. Sui figli, aggiunge: “Sono dei bimbi felici, sempre sorridenti, quindi penso che qualcosa di giusto io e Victor lo stiamo facendo”. I bimbi saranno presto battezzati: “Il battesimo è già programmato“. E specifica: “Penso che la fede, l’avere fiducia, sia necessario nella vita. Quindi io voglio trasmettere a loro la fede, poi non so cosa succederà. Non so se loro abbracceranno la fede con amore o meno, però per me è importante”.

Tiziano ferro sarà presente con un videomessaggio a  “DreamTime“ l’evento organizzato per il 26 novembre, al Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze in occasione del secondo anniversario di Luce! il canale digitale del Gruppo Monrif dedicato ai temi dell’inclusione, dell’unicità, della coesione sociale.

“Dream Time“ sarà un evento gratuito in cui poter rivivere insieme le grandi inchieste, le vicende e le storie di tutti quei personaggi che, ogni giorno, cambiano in modo positivo il nostro Paese e la nostra società.

non più una serata ma un intero pomeriggio di incontri con grandi ospiti provenienti da vari settori, dall’economia allo spettacolo, oltre che con i personaggi più iconici delle storie raccontate sul sito: il rapper sordo Brazzo, il creator transgender Francesco Cicconetti, Vittorio Emanuele Parsi, Vittorio Emanuele Pars, Andrea Pinna (Le Perle di Pinna), Karin Falconi ed Emilia Russo (le MammeMatte dell’Associazione M’aMa-Dalla Parte dei Bambini), i fratelli Damiano e Margherita Tercon, Philipp Carboni che con Philipp Carboni formano I Terconauti).

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Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Bullismo, depressione, alcolismo e paternità: Tiziano Ferro si racconta senza freni a “Verissimo”, su Canale 5. Nella puntata speciale, dal titolo “Io sono Tiziano” – in onda domenica 13 novembre -, del programma di Silvia Toffanin, l’artista intona pezzi della straordinaria carriera e ripercorre tutta la sua vita, partendo dall’adolescenza quando a scuola è stato vittima dei bulli. “Le prese in giro sono iniziate subito, perché ero sovrappeso, perché ero fuori da ogni giro”, racconta il cantante. E aggiunge: “Io non ricordo un giorno della mia vita in situazioni di gruppo senza prese in giro. Per cui a un certo punto ti abitui e ti senti in difetto, perché troppo sensibile, troppo grasso”. Il cantante era arrivato a pesare 111 chili. Ma negli anni ha imparato a difendersi: “I bulli sono tutti dei vigliacchi. L'attenzione è il territorio in cui riescono a esistere, se togli loro l’attenzione non esistono più”. A salvarlo in quel periodo, ma poi per tutta la vita è stata la musica. “È stata una confidente, il mio unico linguaggio per molto tempo. Quando iniziai a fare il corista, feci un provino e mi comprai una giacca di pelle per coprirmi, era grandissima. Mi vergognavo, ma sapevo che era una occasione imperdibile e sono andato” dice l’artista che da poco ha pubblico il nuovo album dal titolo “Il mondo è nostro”.
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