Peter Turkson, chi è il papabile africano amico di Francesco: conservatore, anti-LGBTQ+ e pro-ambiente

Stretto collaboratore di Papa Francesco, è tra i possibili successori al papato. Conservatore su diritti e morale, progressista su povertà e ambiente: un profilo che divide e affascina la Chiesa globale

di GIOVANNI BOGANI
5 maggio 2025
Peter Kodwo Appiah Turkson è nato a Wassaw Nsuta, in Ghana, l'11 ottobre 1948

Peter Kodwo Appiah Turkson è nato a Wassaw Nsuta, in Ghana, l'11 ottobre 1948

Nero e conservatore. Poco aperto verso la comunità LGBT, verso la diffusione del profilattico. Sicuro che gli abusi sessuali su minori da parte del clero cattolico in Africa siano pochi, perché “la mentalità tradizionale salva” da quel tipo di peccati. E poco incline al dialogo con chi vede la vita da un punto di vista laico. Però vicino ai poveri, agli emarginati, ai migranti, alle vittime di schiavitù e tortura. Questo, in sintesi, il suo profilo. Potrebbe essere lui. Potrebbe essere lui il nuovo papa. Potrebbe essere Peter Kodwo Appiah Turkson, 76 anni, cardinale ghanese. Potrebbe essere il primo papa nero della storia.

Irriverente – ma inevitabile, per chi ha una certa età – scomodare la canzone dei Pitura Freska, gruppo veneto che ipotizzava proprio questa eventualità. “Sarà vero? Aver un papa nero? No me par vero!”, cantavano in dialetto veneziano al festival di Sanremo, strappando sorrisi. Era il 1997. All'epoca sembrava inverosimile, un’ipotesi fantascientifica. Già pareva una trasgressione un papa polacco. Quando Karol Wojtyla fu eletto, nel 1978, da 455 si eleggevano, uno dopo l' altro, rigorosamente, solo papi italiani.

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Ma torniamo a Peter Turkson, il cui profilo sta guadagnando consensi sia tra i fedeli che fra gli scommettitori – viene dato a 5 su William Hill. Viene indicato da molti come il profilo ideale per portare avanti il cammino tracciato da Papa Francesco; è noto per la sua lotta a favore degli ultimi, poveri, migranti, vittime di abusi. E presta grande attenzione alle sfide ambientali. Attento al sociale, ma allo stesso tempo fedele ai valori dottrinali tradizionali, così da attrarre le simpatie anche dei cardinali conservatori.

Peter Kodwo Appiah Turkson al World Economic Forum
Peter Kodwo Appiah Turkson al World Economic Forum

Turkson è nato l'11 ottobre 1948 a Nsuta-Wassaw, in Ghana, Nazione africana che si affaccia sul golfo di Guinea, fra Costa d'Avorio e Nigeria. È stato ordinato sacerdote nel 1975, e ha studiato Teologia fra New York e Roma. È stato consacrato vescovo da Giovanni Paolo II nel 1992. Nel 2003 è diventato cardinale. È poliglotta: parla sei lingue, italiano, inglese e francese, cui si aggiungono il tedesco, l'ebraico e il fanti, lingua parlata nel Ghana centrale e in altre nazioni africane.

Bergoglio lo ha nominato nel 2016 responsabile del Dicastero per lo Sviluppo umano. Che cosa è? Istituito in quell'anno da papa Francesco, si occupa di questioni che riguardano migranti, bisognosi, ammalati, emarginati, carcerati. Dal 2022 è stato nominato cancelliere della Pontificia accademia delle Scienze e delle Scienze sociali. In pratica, l'Accademia delle Scienze del Vaticano, della quale fanno parte eminenti scienziati, senza discriminazioni religiose.

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È stato uno stretto collaboratore di papa Francesco, insieme al quale ha lavorato alla stesura della enciclica “Laudato si'” nel 2015.

Che cosa pensa Peter Turkson a proposito dei temi più dibattuti nella società e, di riflesso, anche nella Chiesa cattolica? Riguardo all' tilizzo dei preservativi – ricordiamo che l' Africa è il continente ancora oggi con una spaventosa incidenza di casi di Aids – Turkson è sostanzialmente contrario: ha affermato che la qualità dei preservativi in Africa è scadente e che usarli genererebbe una falsa sicurezza. Per combattere l'epidemia propone la “fedeltà” e l'“astinenza sessuale”.

Anche riguardo all'omosessualità, non è che Turkson sia esattamente lanciato verso posizioni rivoluzionarie. Nel 2012 ha sottolineato che la stigmatizzazione della omosessualità in Africa è “tradizionale”, e dunque “così come c' è un senso di richiesta di diritti, c'è anche una richiesta di rispetto della cultura”. Insomma: se la pensano così da tanto tempo, non andiamo contro le opinioni comuni.

Nella maggior parte dei paesi del continente africano l'omosessualità è considerata come un'onta, è un reato in Uganda, Kenya, Tanzania, Gambia, Sierra Leone, Zambia, Eritrea, Sud Sudan, Libia, Marocco, Ghana, Guinea, Togo, Tunisia, Algeria, Chad, Liberia e Zimbabwe. In quattro paesi – Sudan, Mauritania, Nigeria settentrionale, Somalia meridionale – può essere punita con la pena di morte. In un'altra intervista, del 2013, Turkson ha parlato degli abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti cattolici. E ha detto che, se riscontrati in Africa, non sarebbero frequenti come in Europa. “I sistemi tradizionali africani hanno protetto la popolazione da questa tendenza”, ha detto. Ha molta fiducia negli usi e costumi tradizionali, insomma.

Filosoficamente, teologicamente, epistemologicamente? Insomma, rispetto alle grandi domande che tutti ci poniamo? Ascoltando papa Francesco, si aveva la sensazione che potesse comprendere i tormenti di chi dubita, e talvolta persino di farli propri. Riguardo a questi temi, Turkson ha affermato che “valori tossici” come il relativismo, ovvero la negazione di verità assolute, e il “secolarismo ateo”, cioè l' aderenza ai principi della laicità, sono un male e dovrebbero essere evitati. In sintesi: Turkson viene dall'Africa, e già questo rappresenta un elemento di novità, di rottura, di apertura. Ma non è esattamente un progressista.