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Home » Spettacolo » Tutto chiede salvezza, arriva su Netflix la serie sul TSO con Federico Cesari

Tutto chiede salvezza, arriva su Netflix la serie sul TSO con Federico Cesari

Ispirata all'omonimo romanzo di Daniele Mencarelli sul tema del disagio mentale e l'importanza dell'amicizia

Barbara Berti
27 Luglio 2022
L'attore Federico Cesari in una scena della serie tv "Tutto chiede salvezza"

L'attore Federico Cesari in una scena della serie tv "Tutto chiede salvezza"

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“Finire per sette giorni sotto regime di Tso, vuol dire essere pazzi?”. E’ questa la domanda su cui ruota la serie Netflix, in arrivo a ottobre, “Tutto chiede salvezza“, liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, vincitore del Premio Strega Giovani 2020.

 

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Un post condiviso da Netflix Italia (@netflixit)

“Tutto chiede salvezza” è un romanzo che affronta temi urgenti come il disagio mentale, il significato di “normalità”, il potere dell’amicizia e l’importanza delle relazioni. La serie tv indaga tutto questo con una narrazione ricca di speranza e umorismo, che rappresentano il fil rouge che attraversa i sette episodi: uno per ogni giorno di Tso (Trattamento Sanitario Obbligatorio) al quale Daniele, il protagonista (l’attore Federico Cesari), è sottoposto dopo una crisi psicotica. Quest’esperienza insegnerà al ragazzo l’accettazione di se stesso e degli altri, e con l’aiuto dei “cinque pazzi con cui ha condiviso la stanza e questa settimana della sua vita” come creare legami e relazioni profonde, in un vero e proprio diario di formazione e crescita.

L'attore Federico Cesari (Instagram)
L’attore Federico Cesari (Instagram)

Nel cast della serie, oltre a Federico Cesari (noto per il ruolo di Martino Rametta in Skam Italia), ci sono anche Andrea Pennacchi (Mario), Vincenzo Crea (Gianluca), Lorenzo Renzi (Giorgio), Vincenzo Nemolato (Madonnina), Alessandro Pacioni (Alessandro), che interpretano i compagni di stanza di Daniele, nel reparto di psichiatria. Ricky Memphis (Pino), Bianca Nappi (Rossana) e Flaure BB Kabore (Alessia) prestano il volto agli infermieri, mentre Filippo Nigro (Dott. Mancino) e Raffaella Lebboroni (Dott.ssa Cimaroli) i medici della clinica. Lorenza Indovina (Anna), Michele La Ginestra (Angelo), Arianna Mattioli (Antonella), madre, padre e sorella di Daniele. Fotinì Peluso (Nina) interpreta una compagna che aveva conosciuto al liceo e che ritrova in reparto, mentre Carolina Crescentini (Giorgia), la mamma di Nina. “Tutto chiede salvezza” è una produzione di Picomedia, con la regia Francesco Bruni che ha anche scritto la serie insieme a Daniele Mencarelli, Daniela Gambaro, Francesco Cenni.

La trilogia letteraria

“Tutto chiede salvezza” è il secondo dei tre romanzi scritti da Daniele Mencarelli, una trilogia biografica che l’autore ha iniziato nel 2018 con il suo esordio “La casa degli sguardi” e ha terminato con “Sempre tornare” nel 2021.

Lo scrittore Daniele Mencarelli
Lo scrittore Daniele Mencarelli

Daniele, il protagonista, è un giovane poeta che vive una sofferenza grande, che arriva da dentro, da chissà dove. Per resistere al dolore cerca rifugio nel lavoro ed entra in una cooperativa legata all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. È l’inizio di un viaggio – dal titolo “La casa degli sguardi” – in una sofferenza indicibile, quella dei piccoli malati, delle loro famiglie e di Daniele stesso che non sa spiegarsela, ma sarà anche il primo passo per tornare a vivere e capire. Un percorso che continua in “Tutto chiede salvezza”, la storia del Tso, il trattamento sanitario obbligatorio, che Daniele ha vissuto quando aveva vent’anni, nell’estate del 1994. Dopo il successo di questi due romanzi, la trilogia si chiude con “Sempre tornare”, un romanzo vitale, picaresco e intimo, che ha dentro il sole di un’estate in cammino lungo l’Italia, l’energia impaziente dell’adolescenza e la lingua calibratissima e potente di uno scrittore al massimo della sua forma.

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  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
"Finire per sette giorni sotto regime di Tso, vuol dire essere pazzi?". E' questa la domanda su cui ruota la serie Netflix, in arrivo a ottobre, "Tutto chiede salvezza", liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, vincitore del Premio Strega Giovani 2020.
 
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L'attore Federico Cesari (Instagram)
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La trilogia letteraria

"Tutto chiede salvezza" è il secondo dei tre romanzi scritti da Daniele Mencarelli, una trilogia biografica che l'autore ha iniziato nel 2018 con il suo esordio "La casa degli sguardi" e ha terminato con "Sempre tornare" nel 2021.
Lo scrittore Daniele Mencarelli
Lo scrittore Daniele Mencarelli
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