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Home » Spettacolo » Venezia 79, storie di trans e prostitute alla Mostra internazionale del Cinema

Venezia 79, storie di trans e prostitute alla Mostra internazionale del Cinema

Da "Monica" a "Le Favolose" a "Princess", quest’anno protagoniste sul grande schermo sono storie di diversità e inclusione

Maurizio Costanzo
4 Settembre 2022
Le favolose
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Quello dei nostri giorni è un momento in cui l’industria cinematografica inizia a focalizzarsi sull’inclusione e la diversità. E si cominciano a vedere i primi frutti, come dimostrano i film presentati alla Mostra del Cinema di Venezia dedicati a storie di persone trans, da “Monica” a “Le Favolose“, e che parlano non solo di diversità m anche di inclusione, come “Princess”.

“Monica”

Patricia Clarkson, Andrea Pallaoro e Trace Lysette

S’intitola “Monica” il film di Andrea Pallaoro che è arrivato in gara il 3 settembre, alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Si tratta del secondo dei cinque film italiani in corsa per il Leone d’oro, ed è un intenso e delicato dramma famigliare, incentrato sul ritorno a casa, dopo molti anni, della transgender Monica, interpretata da Trace Lysette, per prendersi cura della madre gravemente ammalata interpretata da Patricia Clarkson. Dopo una lunga assenza, Monica decide di tornare a casa per la prima volta, dove ritrova sua madre insieme al resto della sua famiglia. Da quell’ambiente di origine si era allontanata quando era adolescente, ora però è costretta per forza di cose a fare i conti col proprio passato, inizia un percorso nel suo dolore e nelle sue paure, guarda fino in fondo a se stessa, nei suoi desideri e nei suoi bisogni, fino a scoprire dentro di sé la forza per guarire le cicatrici che si porta dentro.

“Le Favolose“

Le Favolose con Roberta Torre
Le Favolose con la regista Roberta Torre

Ad aprire le Notti Veneziane alle Giornate degli Autori, è poi un altro film che apre una finestra sul mondo transessuale, “Le Favolose“, prodotto da Donatella Palermo. Sarà in sala come evento il 5-6-7 settembre con Europictures, si tratta di una produzione Stemal Entertainment, Faber Produzioni con Rai Cinema. La regista Roberta Torre in quest’opera “a metà tra finzione e documentario”, racconta la storia dell’incontro di sette amiche trans, e accende i riflettori su una tematica spesso ignorata. Accade spesso infatti, dopo morte, le persone transessuali siano private della loro identità. E così le amiche si ritrovano per ricorda la loro amica Antonia, seppellita dalla famiglia vestita da uomo. Chi sono le sette amiche? Tutta vestita di rosa c’è Porpora Marcasciano in piena Barbiecore, e poi c’è Nicole De Leo è una signora elegante che non si separa mai dal suo cagnolino, e poi l’esuberante Sofia Mehiel la Papessa, e la spagnola Mina Serrano. E ancora: Veet Sandeh, Mizia Ciulini, Antonia Iaia, Massimina Lizzeri. “Avevo letto i libri di Porpora – spiega Roberta Torre – le sue storie mi affascinavano, cercavo qualcosa di potente per raccontare questo modo di stare al mondo. ‘Le Favolose’ è un film per tutte le Antonie che ci sono, per le persone non accettate”. “Mai come adesso – dice Veet – l’identità di genere non binaria e tutto il mondo delle diversità sono sotto i riflettori, viviamo un momento storico importante e credo che la società sia pronta, se la politica non lo è, lo sarà”. “Sono 50 anni che lotto – racconta Porpora – abbiamo costruito tanto, ma mai abbastanza. I diritti conquistati non bastano mai, su di noi, ma non solo su di noi c’è una rimozione storica, da centinaia di anni. Anche noi siamo vittime della cultura del patriarcato”.

“Princess”

79th Venice Film Festival
L’attrice nigeriana Glory Kevin, il regista Roberto De Paolis e l’attore Lino Musella

Alla mostra del Cinema sarà presentato anche “Princess“, il film di Roberto De Paolis che a Venezia 79 apre il concorso di Orizzonti Non c’è l’happy end in questa pellicola, ma il lieto fine c’è invece nella vita reale della protagonista Glory Kevin, nigeriana, 25 anni, da 6 in Italia, mamma di una neonata che al Lido tutti coccolano. Il regista l’ha incontrata che si prostituiva in strada a Roma e il cinema le ha cambiato la vita. Glory Kevin è una forza della natura, una giovane donna carica di energia e speranza. “L’Italia è un bel posto, se hai un sogno, un obiettivo lo puoi realizzare, puoi andare a scuola, imparare una professione, in Nigeria non è così, è difficile portare avanti dei progetti, impossibile realizzare i propri sogni. Non voglio generalizzare – dice – ma in Italia ci sono brave persone, come quelle che ho avuto la fortuna di incontrare io, ossia Roberto (il regista ndr) e Carla (la produttrice Altieri) che con me sono stati fantastici, gli devo tutto”.

Glory si prostituiva a Roma, dopo aver fatto il percorso ben noto della tratta delle nigeriane, “l’arrivo in Libia, l’approdo in Italia, il ricatto delle madame, il pagamento di cifre esorbitanti attraverso la prostituzione, la schiavitù in strada“, racconta De Paolis che ha lavorato un anno sul campo prima di girare. “Ho provato con “Princess” a raccontare questi argomenti e l’Italia stessa attraverso gli occhi di queste giovani donne, ribaltando una prospettiva che è la nostra. Ho provato a farci dire da loro come è la vita in questi bordi delle strade, ai margini della città o in un bosco come capita nel film (è la pineta di Ostia ndr). La prostituzione è un modo per raccontare la condizione di marginalità, poi ho incontrato Glory, la Princess che dà il titolo al mio film, e le ho dato la libertà di raccontarsi, di costruire il personaggio protagonista sulla sua esperienza di vita”. Prodotto da Young Films, Indigo con Rai Cinema, il film uscirà prossimamente in sala con Lucky Red.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Quello dei nostri giorni è un momento in cui l'industria cinematografica inizia a focalizzarsi sull'inclusione e la diversità. E si cominciano a vedere i primi frutti, come dimostrano i film presentati alla Mostra del Cinema di Venezia dedicati a storie di persone trans, da "Monica" a "Le Favolose", e che parlano non solo di diversità m anche di inclusione, come "Princess".

"Monica"

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"Le Favolose"

Le Favolose con Roberta Torre
Le Favolose con la regista Roberta Torre
Ad aprire le Notti Veneziane alle Giornate degli Autori, è poi un altro film che apre una finestra sul mondo transessuale, "Le Favolose", prodotto da Donatella Palermo. Sarà in sala come evento il 5-6-7 settembre con Europictures, si tratta di una produzione Stemal Entertainment, Faber Produzioni con Rai Cinema. La regista Roberta Torre in quest’opera "a metà tra finzione e documentario", racconta la storia dell'incontro di sette amiche trans, e accende i riflettori su una tematica spesso ignorata. Accade spesso infatti, dopo morte, le persone transessuali siano private della loro identità. E così le amiche si ritrovano per ricorda la loro amica Antonia, seppellita dalla famiglia vestita da uomo. Chi sono le sette amiche? Tutta vestita di rosa c’è Porpora Marcasciano in piena Barbiecore, e poi c’è Nicole De Leo è una signora elegante che non si separa mai dal suo cagnolino, e poi l’esuberante Sofia Mehiel la Papessa, e la spagnola Mina Serrano. E ancora: Veet Sandeh, Mizia Ciulini, Antonia Iaia, Massimina Lizzeri. "Avevo letto i libri di Porpora - spiega Roberta Torre - le sue storie mi affascinavano, cercavo qualcosa di potente per raccontare questo modo di stare al mondo. ‘Le Favolose’ è un film per tutte le Antonie che ci sono, per le persone non accettate". "Mai come adesso - dice Veet - l'identità di genere non binaria e tutto il mondo delle diversità sono sotto i riflettori, viviamo un momento storico importante e credo che la società sia pronta, se la politica non lo è, lo sarà". "Sono 50 anni che lotto - racconta Porpora - abbiamo costruito tanto, ma mai abbastanza. I diritti conquistati non bastano mai, su di noi, ma non solo su di noi c'è una rimozione storica, da centinaia di anni. Anche noi siamo vittime della cultura del patriarcato".

"Princess"

79th Venice Film Festival
L'attrice nigeriana Glory Kevin, il regista Roberto De Paolis e l'attore Lino Musella
Alla mostra del Cinema sarà presentato anche "Princess", il film di Roberto De Paolis che a Venezia 79 apre il concorso di Orizzonti Non c'è l'happy end in questa pellicola, ma il lieto fine c’è invece nella vita reale della protagonista Glory Kevin, nigeriana, 25 anni, da 6 in Italia, mamma di una neonata che al Lido tutti coccolano. Il regista l'ha incontrata che si prostituiva in strada a Roma e il cinema le ha cambiato la vita. Glory Kevin è una forza della natura, una giovane donna carica di energia e speranza. "L'Italia è un bel posto, se hai un sogno, un obiettivo lo puoi realizzare, puoi andare a scuola, imparare una professione, in Nigeria non è così, è difficile portare avanti dei progetti, impossibile realizzare i propri sogni. Non voglio generalizzare - dice - ma in Italia ci sono brave persone, come quelle che ho avuto la fortuna di incontrare io, ossia Roberto (il regista ndr) e Carla (la produttrice Altieri) che con me sono stati fantastici, gli devo tutto". Glory si prostituiva a Roma, dopo aver fatto il percorso ben noto della tratta delle nigeriane, "l'arrivo in Libia, l'approdo in Italia, il ricatto delle madame, il pagamento di cifre esorbitanti attraverso la prostituzione, la schiavitù in strada", racconta De Paolis che ha lavorato un anno sul campo prima di girare. "Ho provato con "Princess" a raccontare questi argomenti e l'Italia stessa attraverso gli occhi di queste giovani donne, ribaltando una prospettiva che è la nostra. Ho provato a farci dire da loro come è la vita in questi bordi delle strade, ai margini della città o in un bosco come capita nel film (è la pineta di Ostia ndr). La prostituzione è un modo per raccontare la condizione di marginalità, poi ho incontrato Glory, la Princess che dà il titolo al mio film, e le ho dato la libertà di raccontarsi, di costruire il personaggio protagonista sulla sua esperienza di vita". Prodotto da Young Films, Indigo con Rai Cinema, il film uscirà prossimamente in sala con Lucky Red.
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