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Home » Spettacolo » Emmy 2022, Zendaya fa la storia: “Il mio più grande desiderio è che Euphoria aiuti le persone a guarire”

Emmy 2022, Zendaya fa la storia: “Il mio più grande desiderio è che Euphoria aiuti le persone a guarire”

E' la più giovane attrice e la prima donna nera a vincere il premio due volte di fila. Lee Jung-jae, star di “Squid Game” è il primo uomo asiatico a ricevere la statuetta

Barbara Berti
13 Settembre 2022
Zendaya è la più giovane attrice e la prima donna nera a vincere il premio di “Miglior attrice protagonista in una serie drammatica” per ben due volte di fila

Zendaya è la più giovane attrice e la prima donna nera a vincere il premio di “Miglior attrice protagonista in una serie drammatica” per ben due volte di fila

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Zendaya fa il bis: vince l’Emmy 2022 come Miglior attrice in una serie drammatica con “Euphoria” ed entra nella storia dei Premi Emmy. All’anagrafe Zendaya Maree Stoermer Coleman, solo due anni fa, nel 2020, la star di “Euphoria” era diventata la più giovane attrice protagonista in una serie drammatica a vincere un Emmy. Adesso, invece, a soli 26 anni, Zendaya detiene il record di essere la più giovane attrice e la prima donna nera a vincere il premio di “Miglior attrice protagonista in una serie drammatica” per ben due volte di fila.

L'attrice Zendaya, protagonista di "Euphoria" (Instagram)
L’attrice Zendaya, protagonista di “Euphoria” (Instagram)

Dal palco del Microsoft Theater di Los Angeles, il 12 settembre scorso durante la cerimonia della 74esima edizione degli Emmy, i più importanti riconoscimenti della televisione americana, Zendaya – sfoggiando un abito di Valentino e gioielli Bulgari – ha dedicato il suo discorso di ringraziamento a tutti coloro che nella vita soffrono o conoscono qualcuno che soffre di dipendenza. L’artista ha iniziato ringraziando la Hbo “per aver creato uno spazio sicuro per la realizzazione di questa serie molto difficile” e il creatore Sam Levinson “per aver condiviso Rue con me” aggiungendo “grazie per aver creduto in me anche nei momenti in cui non credevo in me stessa”. Dopo aver ringraziato la famiglia, gli amici e i colleghi, l’attrice ha augurato a tutti che la storia di Rue Bennett possa aiutare chi sta attraversando un momento buio. “Per finire, voglio sappiate che il mio più grande desiderio è che ‘Euphoria’ aiuti le persone a guarire. Voglio dire un sentito grazie a tutte le persone che hanno condiviso la loro storia di dipendenza con me. A tutti quelli che hanno amato una Rue o si sono sentiti una Rue, sono davvero grata per aver ascoltato le vostre storie. Le porterò per sempre con me e le porterò per sempre con Rue. Grazie mille” ha detto l’attrice che ha iniziato a recitare nel film Disney per la televisione “Nemici per la pelle” e che al momento ha una relazione con il collega Tom Holland.

L’acclamato personaggio di Rue Bennett

La serie sulle “Euphoria” racconta le vicende di un gruppo di adolescenti al liceo alla ricerca di se stessi e della propria identità, tra amicizie, amori, traumi passati e presenti, sesso e droga. La serie si apre con il ritorno a casa dell’adolescente Rue Bennett dopo tre mesi trascorsi in riabilitazione, che fa anche da voce narrante agli eventi delle prime due stagioni. Avendo passato tutta la sua infanzia a combattere contro improvvisi attacchi di panico, un forte disturbo da deficit di attenzione e un disturbo ossessivo compulsivo, Rue è convinta di non poter vivere senza droghe, nonostante sia sopravvissuta ad un’overdose. Tuttavia, non è l’unica a vivere nel costante rischio di morire: l’adolescenza è un periodo sfrenato, adrenalinico e inquieto anche per Nate, Cassie, McKay, Maddy, Kat, Lexi e la nuova arrivata Jules, tutti alla continua ricerca di quella sensazione di euforia tanto difficile da provare a mente lucida. Accumulando segreti sempre più scabrosi, i ragazzi scoprono le conseguenze delle droghe, del sesso e della violenza, affrontando problemi di autostima, traumi presenti e passati, abusi fisici e psicologici, accettazione della propria identità e tradimenti.

La serie coreana “Squid Game”

La 74esima edizione degli Emmy Awards ha segnato anche un altro record: Lee Jung-jae, star di “Squid Game”, è stato il primo uomo asiatico a ricevere il premio per il Migliore attore protagonista in una serie drammatica. “Per prima cosa, vorrei ringraziare Dio lassù. Grazie alla Television Academy. Grazie a Netflix. Grazie al regista Hwang per aver preso i problemi reali che tutti affrontiamo e avergli dato vita in modo così creativo e con una sceneggiatura eccezionale ed elementi visivi straordinari” ha detto l’attore coreano, 49 anni. La serie “Squid Game” aveva già fatto la storia diventando la prima serie in lingua straniera nominata agli Emmy come miglior drama, premio andato poi ancora una volta a “Succession”. Oltre a Lee, il regista sudcoreano Hwang Dong-hyuk ha vinto per la Migliore regia di un drama, per l’episodio “Un, due, tre, stella”, mentre l’attore Lee Yoo-mi come Miglior guest star in un drama. Come ha annunciato il regista dal palco “torneremo con la seconda stagione”.

Lee Jung-jae, star di “Squid Game”, è il primo uomo asiatico a ricevere il premio per il migliore attore protagonista in una serie drammatica (Instagram)
Lee Jung-jae, star di “Squid Game”, è il primo uomo asiatico a ricevere il premio per il migliore attore protagonista in una serie drammatica (Instagram)

Gli altri premi degli Emmy 2022

Per quanto riguarda gli altri premi, ben dieci statuette sono andate a “The White Lotus”, la satira di Mike White ambientata in un esclusivo resort alle Hawaii, vera sorpresa della scorsa estate e in arrivo in Italia nei prossimi mesi con l’attesissimo secondo capitolo, girato a Taormina, in Sicilia, è la miglior miniserie dell’anno, premiata pure per la regia e la sceneggiatura (entrambe di White) e la suggestiva colonna sonora del compositore Cristobal Tapia de Veer, nonché per le performance dei suoi due non protagonisti Murray Bartlett e Jennifer Coolidge.

Il poster della serie “The White Lotus”
Il poster della serie “The White Lotus”

La terza stagione dell’osannatissima creatura di Jesse Armstrong, “Succession” è di nuovo la miglior serie drammatica, premio già portato a casa con la seconda stagione nel 2020. La serie Hbo sulla disfunzionale dinastia dei media guidata dal magnate interpretato da Brian Cox viene premiata anche per la sceneggiatura e fa trionfare Matthew Macfadyen nella categoria dei migliori attori non protagonisti di una serie drama. Exploit anche per “Ted Lasso”, la serie di Apple Tv+ dedicata a un allenatore di calcio negato nel gioco ma carico di ottimismo e di umanità, premiata come miglior serie comedy. Festeggia anche il protagonista Jason Sudeikis, premiato per il secondo anno di fila con l’Emmy per il miglior attore.

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"Ve lo risparmio ragazzi, non è proprio il mio forte" ha risposto l
  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
Zendaya fa il bis: vince l’Emmy 2022 come Miglior attrice in una serie drammatica con “Euphoria” ed entra nella storia dei Premi Emmy. All’anagrafe Zendaya Maree Stoermer Coleman, solo due anni fa, nel 2020, la star di "Euphoria" era diventata la più giovane attrice protagonista in una serie drammatica a vincere un Emmy. Adesso, invece, a soli 26 anni, Zendaya detiene il record di essere la più giovane attrice e la prima donna nera a vincere il premio di “Miglior attrice protagonista in una serie drammatica” per ben due volte di fila.
L'attrice Zendaya, protagonista di "Euphoria" (Instagram)
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Dal palco del Microsoft Theater di Los Angeles, il 12 settembre scorso durante la cerimonia della 74esima edizione degli Emmy, i più importanti riconoscimenti della televisione americana, Zendaya – sfoggiando un abito di Valentino e gioielli Bulgari - ha dedicato il suo discorso di ringraziamento a tutti coloro che nella vita soffrono o conoscono qualcuno che soffre di dipendenza. L’artista ha iniziato ringraziando la Hbo “per aver creato uno spazio sicuro per la realizzazione di questa serie molto difficile” e il creatore Sam Levinson “per aver condiviso Rue con me” aggiungendo “grazie per aver creduto in me anche nei momenti in cui non credevo in me stessa”. Dopo aver ringraziato la famiglia, gli amici e i colleghi, l’attrice ha augurato a tutti che la storia di Rue Bennett possa aiutare chi sta attraversando un momento buio. “Per finire, voglio sappiate che il mio più grande desiderio è che 'Euphoria' aiuti le persone a guarire. Voglio dire un sentito grazie a tutte le persone che hanno condiviso la loro storia di dipendenza con me. A tutti quelli che hanno amato una Rue o si sono sentiti una Rue, sono davvero grata per aver ascoltato le vostre storie. Le porterò per sempre con me e le porterò per sempre con Rue. Grazie mille” ha detto l’attrice che ha iniziato a recitare nel film Disney per la televisione “Nemici per la pelle” e che al momento ha una relazione con il collega Tom Holland.

L'acclamato personaggio di Rue Bennett

La serie sulle “Euphoria” racconta le vicende di un gruppo di adolescenti al liceo alla ricerca di se stessi e della propria identità, tra amicizie, amori, traumi passati e presenti, sesso e droga. La serie si apre con il ritorno a casa dell’adolescente Rue Bennett dopo tre mesi trascorsi in riabilitazione, che fa anche da voce narrante agli eventi delle prime due stagioni. Avendo passato tutta la sua infanzia a combattere contro improvvisi attacchi di panico, un forte disturbo da deficit di attenzione e un disturbo ossessivo compulsivo, Rue è convinta di non poter vivere senza droghe, nonostante sia sopravvissuta ad un'overdose. Tuttavia, non è l'unica a vivere nel costante rischio di morire: l'adolescenza è un periodo sfrenato, adrenalinico e inquieto anche per Nate, Cassie, McKay, Maddy, Kat, Lexi e la nuova arrivata Jules, tutti alla continua ricerca di quella sensazione di euforia tanto difficile da provare a mente lucida. Accumulando segreti sempre più scabrosi, i ragazzi scoprono le conseguenze delle droghe, del sesso e della violenza, affrontando problemi di autostima, traumi presenti e passati, abusi fisici e psicologici, accettazione della propria identità e tradimenti.

La serie coreana "Squid Game"

La 74esima edizione degli Emmy Awards ha segnato anche un altro record: Lee Jung-jae, star di “Squid Game”, è stato il primo uomo asiatico a ricevere il premio per il Migliore attore protagonista in una serie drammatica. “Per prima cosa, vorrei ringraziare Dio lassù. Grazie alla Television Academy. Grazie a Netflix. Grazie al regista Hwang per aver preso i problemi reali che tutti affrontiamo e avergli dato vita in modo così creativo e con una sceneggiatura eccezionale ed elementi visivi straordinari” ha detto l’attore coreano, 49 anni. La serie “Squid Game” aveva già fatto la storia diventando la prima serie in lingua straniera nominata agli Emmy come miglior drama, premio andato poi ancora una volta a “Succession”. Oltre a Lee, il regista sudcoreano Hwang Dong-hyuk ha vinto per la Migliore regia di un drama, per l'episodio “Un, due, tre, stella”, mentre l’attore Lee Yoo-mi come Miglior guest star in un drama. Come ha annunciato il regista dal palco “torneremo con la seconda stagione”.
Lee Jung-jae, star di “Squid Game”, è il primo uomo asiatico a ricevere il premio per il migliore attore protagonista in una serie drammatica (Instagram)
Lee Jung-jae, star di “Squid Game”, è il primo uomo asiatico a ricevere il premio per il migliore attore protagonista in una serie drammatica (Instagram)

Gli altri premi degli Emmy 2022

Per quanto riguarda gli altri premi, ben dieci statuette sono andate a “The White Lotus”, la satira di Mike White ambientata in un esclusivo resort alle Hawaii, vera sorpresa della scorsa estate e in arrivo in Italia nei prossimi mesi con l’attesissimo secondo capitolo, girato a Taormina, in Sicilia, è la miglior miniserie dell’anno, premiata pure per la regia e la sceneggiatura (entrambe di White) e la suggestiva colonna sonora del compositore Cristobal Tapia de Veer, nonché per le performance dei suoi due non protagonisti Murray Bartlett e Jennifer Coolidge.
Il poster della serie “The White Lotus”
Il poster della serie “The White Lotus”
La terza stagione dell’osannatissima creatura di Jesse Armstrong, “Succession” è di nuovo la miglior serie drammatica, premio già portato a casa con la seconda stagione nel 2020. La serie Hbo sulla disfunzionale dinastia dei media guidata dal magnate interpretato da Brian Cox viene premiata anche per la sceneggiatura e fa trionfare Matthew Macfadyen nella categoria dei migliori attori non protagonisti di una serie drama. Exploit anche per “Ted Lasso”, la serie di Apple Tv+ dedicata a un allenatore di calcio negato nel gioco ma carico di ottimismo e di umanità, premiata come miglior serie comedy. Festeggia anche il protagonista Jason Sudeikis, premiato per il secondo anno di fila con l'Emmy per il miglior attore.
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