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Al via le Olimpiadi più arcobaleno della storia con 142 atleti e atlete Lgbt. Le donne superano gli uomini 8 a 1

di SOFIA FRANCIONI -
19 luglio 2021
ATLETE LGTB

ATLETE LGTB

L’orgoglio Lgbt sarà ben rappresentato quest’anno alle Olimpiadi di Tokyo. Secondo un conteggio di OutSports sono infatti almeno 142 gli atleti gay, lesbiche, bisessuali, transgender, queer e nonbinary diretti verso la capitale giapponese per i Giochi Olimpici estivi, che prenderanno il via il 23 luglio. Più del doppio rispetto a quelli che hanno partecipato ai Giochi di Rio 2016 e il triplo rispetto alle Olimpiadi del 2016. D’altronde, come urla il celebre slogan del Pride: “We are everywhere”, “Siamo ovunque, ovunque siamo”. E la nuova sensibilità di questi anni deve aver contribuito a renderlo solo più visibile. 

Un primo piano di Rachele Bruni

Paola e Rachele, azzurre arcobaleno

Per quanto riguarda l’Italia, sono due le atlete Lgbt che concorreranno ai Giochi Olimpici. Per il nuoto, la fiorentina Rachele Bruni, che nel 2016, dopo aver vinto la medaglia d’argento nella 10 chilometri alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, dedicò la vittoria “alla mia famiglia, al mio allenatore, all’esercito, a Diletta”, la sua fidanzata, facendo senza volerlo coming out in mondovisione. Al termine della gara, infatti, incalzata dalle domande dei giornalisti sulla sua sessualità, disse: “Io l’ho sempre vissuta naturalmente senza problemi. Non ho mai fatto però outing o coming out. Lo sanno tutti”. L’altra atleta è invece la pallavolista Paola Egonu che, nonostante in passato abbia fatto coming out dichiarando di essersi innamorata di una collega e di essersi poi fidanzata, adesso vuole che la sua vita privata rimanga tale: “In futuro potrei innamorarmi di un ragazzo o di un’altra donna”, ha detto in una recente intervista al Corriere della Sera, “Ora non sono innamorata, ma io sono una pazza che si innamora a prima vista. Non mi fa impazzire l’idea che sia per sempre, anche se il matrimonio mi piace. Forse ho le idee un po’ confuse. Tuttavia quello che deve interessare è se gioco bene a volley, non con chi dormo”.   

Markus: "Dimostriamo di poter ottenere qualsiasi cosa"

Ad avere fatto della sua omosessualità un vessillo per l’inclusività è stato invece il nuotatore canadese Markus Thormeyer che durante la giornata mondiale del ‘Coming Out Day’ ha scritto: “Il coming out è stato uno dei passi più importanti ma anche più difficili che ho dovuto compiere per abbracciare pienamente chi sono. Non è stato facile ma sono estremamente felice di averlo fatto. Spero che il mio vero, autentico, migliore io possa ispirare gli altri a fare lo stesso, e loro possono ispirare gli altri e così via!”. E, riguardo alla sua partecipazione alle Olimpiadi 2021, ha affermato: “Essere in grado di competere con i migliori al mondo con il mio io autentico nei più grandi giochi multi-sport internazionali che esistono, mostra fino a che punto siamo arrivati ​​con l’inclusione nel mondo dello sport. Spero che partecipando a questi Giochi possa mostrare alla comunità LGBTQ che esistiamo e che possiamo ottenere qualsiasi cosa”.   

Venticinque paesi con almeno un atleta Lgbt

In generale, saranno almeno 25 i Paesi che quest’anno saranno rappresentati da almeno un atleta pubblicamente LGBT in 26 sport, compresi i primi storici atleti trans. Gli Stati Uniti hanno il maggior numero di atleti Lgbt dichiarati che prenderanno parte alle Olimpiadi di Tokyo, superando quota 30. A seguire ci sono Canada (16), Gran Bretagna (15), Paesi Bassi (13), Nuova Zelanda (9), Australia (9) e Brasile (8). Numeri che comprendono anche gli atleti di ‘riserva’, che andranno a Tokyo con le rispettive nazionali. Come riporta Gaypost.it, le donne sono nettamente più numerose degli uomini, con un margine di 8 a 1. Lo sport con più atleti dichiarati è il calcio femminile, che vede oltre 30 giocatrici in campo. I Giochi Olimpici 2021 dal 23 luglio ci faranno compagnia per tre settimane, fino all’8 agosto: che vinca l’inclusività!