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Home » Sport » Allianz Arena arcobaleno per il movimento LGBT? La Uefa si oppone: “No a riferimenti politici”

Allianz Arena arcobaleno per il movimento LGBT? La Uefa si oppone: “No a riferimenti politici”

Pochi giorni fa la notizia dell'approvazione da parte del sindaco di Monaco di Baviera alla richiesta di 'tingere' lo stadio coi colori del movimento in occasione della partita contro l'Ungheria. Ma la Federcalcio europea si oppone. E altri stadi tedeschi si accendono

Iacopo Nathan
23 Giugno 2021
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La Uefa, che tanto velocemente negli scorsi mesi è corsa ai ripari per difendere i propri diritti (soprattutto economici) dalla possibile creazione di una nuova competizione, ha segnato uno dei peggiori autogol dello sport europeo di sempre.

Oggi alle 21 si disputerà all’Allianz Arena di Monaco di Baviera la partita degli Europei 2020 tra Germania e Ungheria, e la comunità tedesca aveva portato avanti una battaglia importante, ovvero illuminare con i colori della bandiera LGBTQI+ il grande impianto sportivo (ve lo abbiamo raccontato qui). La scelta non era certo casuale, ma in risposta alla recente approvazione, da parte del Parlamento di Budapest, di una legge che limita la condivisione di contenuti che trattano di omosessualità e transessualità in presenza di minori di 18 anni (potete approfondire qui).

Visto anche il mese del Pride in corso, in molti hanno fatto sentire la propria voce contro questa decisione di Orban, e lo stesso Manuel Neuer, capitano della nazionale teutonica, ha disputato l’ultima gara degli Europei con la fascia arcobaleno. Il paradosso dei vertici del calcio europeo consiste nel fatto che la federazione tedesca e il portiere hanno rischiato una multa per questa manifestazione, andando contro alle leggi federali.

Il sindaco di Monaco Dieter Reiter, che si era fatto portavoce alla Uefa dell’iniziativa, ha ricevuto un secco ‘No’ come risposta all’ipotesi delle luminarie arcobaleno sullo stadio. La Federcalcio europea giustifica il diniego spiegando: “Comprendiamo l’intenzione di inviare un messaggio per promuovere la diversità e l’inclusione, cause da sempre sostenute dalla Uefa che ha lanciato numerose campagne su questi temi, ma l’Uefa è un’organizzazione neutrale a livello politico e religioso. A causa del contesto politico della richiesta, un messaggio in risposta alle decisioni prese dal parlamento ungherese, proponiamo date differenti per l’illuminare lo stadio con i colori dell’arcobaleno”.

Tempestiva è arrivata la risposta di Heiko Maas, ministro degli Esteri tedesco, che non ha lasciato spazio a repliche: “È vero, il campo di calcio non ha nulla a che vedere con la politica. Si tratta di persone, di equità, di tolleranza. È per questo che l’Uefa manda un brutto segnale”. Rimane difficile capire la decisione presa dalla lega calcistica, che da sempre promuove la campagna “no to racism”, dimostrando però di non tenere fede alle belle parole di cui troppo spesso si è fatta portavoce attraverso le sue più alte cariche. Ennesima, gigantesca, occasione a porta vuota sprecata dal calcio europeo di crescere e diventare una risorsa sociale importante, a livello di immagini e contenuti.

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
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